Lean Production e benessere lavorativo = Lean Production and working well-being

Il Lean ad oggi è uno degli approcci gestionali ampiamente diffuso nelle aziende, soprattutto se manifatturiere (Lewchuk & Robertson, 1996). Questo è dato dal comprovato impatto positivo sulle performance operative in termini di efficienza, flessibilità, qualità e reattività (Zwetsloot e Pot, 2004). Ciò che rimane ancora scarsamente compreso dalle società è l’impatto delle pratiche Lean sul benessere dei lavoratori. Le standardizzazioni applicate a tali organizzazioni di lavoro, puntando ad una maggiore produttività, si focalizzano principalmente sull’output materiale e spesso trascurano gli effetti che possono causare ai propri lavoratori in termini fisici e psicologici. Lo scopo di questo lavoro è verificare, in un particolare contesto produttivo, come l’inserimento di pratiche Lean abbia dei riscontri reali sulla salute ed il benessere percepito dai lavoratori. In particolare, la research question del presente lavoro si interroga su come l’impatto psico-fisico delle standardizzazioni attuate dalle aziende, dipenda dal tipo di organizzazione in cui si implementano i concetti Lean. Il presente lavoro di tesi si sviluppa a partire da un’analisi della letteratura sul tema del Lean e del benessere sviluppato all’interno di un’organizzazione, mettendo al centro dell’attenzione le persone più che la produttività del sistema. Questa analisi ha permesso di rilevare una posizione non ancora chiara della letteratura in riferimento a queste tematiche, mostrando un certo disaccordo su come determinate procedure snelle possano influenzare il benessere lavorativo. Con riferimento ad un contesto manifatturiero, molte delle pratiche di Lean Production, come il Just-in-Time (JIT), sono state associate ad un peggioramento del benessere dei lavoratori, causando disturbi fisici ed aumentando lo stress percepito (Westgaard & Winkel, 2011). Al contrario, molti studi evidenziano come le pratiche soft (“Leadership Commitment” e “Partecipazione di tutti”, ovvero pratiche orientate a coinvolgere i dipendenti) siano associate ad un ruolo positivo per il benessere dei lavoratori (Lagrosen et al., 2012). Lo studio è stato portato avanti in un contesto manifatturiero, rappresentato da due officine presenti nel settore nautico militare, che si occupano di lavorazioni di collaudo su attrezzature navali. Dopo un’attenta analisi del contesto lavorativo studiato e sulla base di analisi scientifiche presenti in letteratura, si è definito il metodo di costruzione dello strumento di analisi qualitativa in linea con l’ambiente lavorativo preso in esame. È stata condotta un’intervista ad alcuni dipendenti delle officine, utile a catturare informazioni per rispondere alla domanda di ricerca. I risultati ottenuti evidenziano come l’esperienza maturata in un certo ruolo, l’anzianità nella stessa azienda ed un sano rapporto con i colleghi siano fattori che contribuiscono ad un miglior benessere all’interno del contesto lavorativo. D’altro canto, lavorare su uno stesso prodotto, piuttosto che diversificare le lavorazioni su prodotti differenti, porta a minori benefici psico-fisici sui dipendenti. Questo lavoro è stato così suddiviso: dopo una dettagliata introduzione, la prima parte analizza la teoria e le evidenze scientifiche presenti in letteratura su questo tema, la seconda parte spiega il case study di riferimento ed il metodo di analisi sviluppato ed applicato, la terza parte espone i risultati ottenuti da tale ricerca e ne discute le implicazioni, giungendo infine alle conclusioni.