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Equilibrio temporaneo : applicazione dei materiali di cambiamento di fase sulle costruzioni temporanee a Ttukseom, Seoul.

Mariana Michalcikova

Equilibrio temporaneo : applicazione dei materiali di cambiamento di fase sulle costruzioni temporanee a Ttukseom, Seoul.

Rel. Michele Bonino, Marco Bruno, Simonetta Pagliolico. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Architettura (Costruzione), 2010

Questa è la versione più aggiornata di questo documento.

Abstract:

EQUILIBRIO TEMPORANEO

Nella continua trasformazione della materia è un fenomeno caratteristico per lakorean fasi changing society, e in particolare per la metropoli sudcoreana, Seoul. A differenza delle grandi città occidentali, nelle quali il passato dell'architettura ha una forza suggestiva e ideale, da preservare, e si costruisce proprio pensando gli edifici come permanenti, a Seoul la temporaneità è esplicita: interi quartieri sono progettati con la consapevolezza che in un futuro più o meno prossimo, per diversi motivi sociali, politici o economici, ci sarà il bisogno di sostituirli. Nella mia tesi ho voluto cogliere questo approccio così aperto nei confronti delle metamorfosi urbane: attraverso le proposte che fossero un'occasione per rendere il mutamento urbano razionale e sostenibile, ma comunque sufficientemente dinamico.

INTRODUZIONE

La tesi riprende il progetto avviato in occasione dell'unità di progettazione Architettura residenziale in acciaio a Seoul, svolta nell'autunno 2008 in collaborazione con la Konkuk University di Seoul. L'unità di progettazione era focalizzata sulla ricerca di soluzioni e proposte progettuali relativamente alle problematiche urbane derivanti dallo sviluppo frenetico della metropoli di Seoul -temi quali la densità, lo zoning, o la sostenibilità in architettura - individuate attraverso un'attenta analisi riguardante i diversi aspetti urbani, sociologici e culturali. Il gruppo di otto studenti ha sviluppato tre varianti di masterplan per l'area di Ttukseom, frutto del lavoro interattivo del gruppo e delle discussioni con i docenti e gli studenti del Politecnico di Torino e della Konkuk University. Le tematiche trattate in questa sede sono state poi ulteriormente approfondite durante il soggiorno trascorso a Seoul e successivamente elaborate nelle tesi individuali.

Il lavoro

La tesi riporta le fasi significative del percorso progettuale compiuto in questi ultimi due anni di costante lavoro. In primo luogo viene presentato il masterplan proposto e le scelte progettuali intraprese durante l'unità di progettazione, successivamente trasformate dopo il soggiorno a Seoul, di fronte alla realtà coreana, descritta in seguito attraverso un'analisi sintetica dello sviluppo urbano della città e lo studio delle tipologie residenziali più importanti. Dopo un breve punto sulla situazione energetica in Corea del Sud verranno esaminate le condizioni climatiche tramite il metodo di Mahoney. Lo studio climatico è seguito dall'analisi dei principi dell'abitazione tradizionale coreana, hanok, strettamente legata alle condizioni climatiche e del sito. Attraverso una reinterpretazione dei principi dell'hanok viene ideato un sistema innovativo basato sull'applicazione dei materiali di cambiamento di fase (phase change mate-rials, pcmj: si ipotizza una parete attiva che nella sua flessibilità possa adattarsi alle diverse esigenze del comfort termico, variabili nell'arco dell'anno, portando così al miglior controllo delle energie e quindi al risparmio energetico. L'attenzione viene focalizza ta sullo stabilire dell'equilibrio temporaneo termico all'interno dell'ambiente. Nella fase successiva, il sistema viene elaborato in una proposta delle abitazioni temporanee strutturate, che possano essere utilizzate durante le numerose trasformazioni urbane a Seoul. In queste occasioni gli abitanti degli interi quartieri vengono trasferiti nelle residenze provvisorie in diverse parti della città, oppure li viene proposto un compenso finanziario. Una soluzione di questa situazione non ideale potrebbero appunto essere le abitazioni rimovibili e riutilizzabili. Data la disomogeneità delle applicazioni possibili viene ipotizzata la struttura che possa permettere la massima flessibilità di assemblaggio e dì applicazione.

L'area di Ttukseom (seom = l'isola) si trova al sud del distretto Seongdong (Seongdong-gu), nel cuore della Seoul. La zona fu fortemente determinata dalla costruzione dell'impianto di filtrazione d'acqua nel 1908; l'intervento l'ha resa quasi esclusivamente industriale fino alla metà degli anni '60, quando fu proposto un piano urbanistico per accelerare l'evoluzione della Ttukseom tramite costruzione di alloggi e aree commerciali. Lo sviluppo continua negli anni '80, con la realizzazione del parco per lo sport (1986) e del Museo dell'acqua (1989). Oggigiorno l'area è considerata una delle zone strategiche e potenzialmente più prestigiose della città, in quanto collocata tra l'affluente del fiume Han (Hangang), il canale Cheonggyecheon ripristinato negli anni2003-2005, e il parco urbano Seoul Forest. Seoul Forest è un eco-park con la superficie di circa 105 ha, ricavato nel 2005 attraverso la trasformazione del parco per lo sport del 1986 ed è il primo dei progetti compiuti del programma Seoul Green Vision 2020. Il programma comprende tra l'altro l'abbassamento delle emissioni dei gas a effetto serra di 40% (soprattutto attraverso degli interventi nel settore edile e nel settore di trasporti), e aumentare l'indice del verde nella città convertendo gli impianti di smaltimento delle acque reflue negli eco parchi, in quanto i parchi urbani e forestali hanno un ruolo importante di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico nelle città metropolitane come Seoul. Sta di fatto che sinora l'attività in questa direzione è piuttosto scarsa, soprattutto per quanto riguarda appunto il campo di architettura: non essendo curata dalla legislazione, l'applicazione delle regole di bioarchitettura rimane a scelta degli costruttori che continuano a riprodurre i modelli occidentali obsoleti. L'area di Ttukseom (insieme a Yongsan Park e Namsan Tower) fa parte del progetto di riqualificazione e trasformazione (U-Turn project) promosso nel 2005, che reagisce all'elevata richiesta di alloggi su entrambi i lati del fiume Han sostituendo il tessuto minuto degli edifìci bassi insediati da poche famiglie con gli slanciati contenitori ad alta densità. La tipologia residenziale proposta sul mercato attuale sud coreano come il modello del futuro è rappresentata dal podìum type, tipologia abitativa a torre con i servizi integrati al piano terra. Uno degli ultimi progetti per Ttukseom applica appunto questo modello prevedendo la crescita dell'area al 600% di SLP. La superficie lorda di pavimentazione sarà concentrata nelle costruzioni di circa 250 metri di media altezza corrispondenti ai 80 piani fuori terra rispetto ai 3 piani fuori terra attuali, liberando il piano terra per i servizi pubblici e il piano primo per gli spazi verdi semi privati. L'area residenziale di Ttukseom è una delle numerose zone della città ad essere destinata a demolizione totale in quanto appunto situata in uno snodo strategico.

Gli elementi del masterplan

Per perseguire nell'attuale tendenza delle trasformazioni urbane a Seoul è stata simulata la situazione reale in cui la crescita di SLP raggiungesse almeno il 300%. Allo stesso tempo si è però voluta conservare la trama e l'andamento del tessuto originale nei percorsi carrabili, pedonali e ciclabili, che racchiudessero la memoria spaziale del luogo. In questo modo il masterplan viene concepito come un sistema di pieni (elementi riprogettati) e vuoti (elementi invariati). Il masterplan prevede inoltre un'estensione dell'affluente Jungnangcheon lungo il limite occidentale dell'area, come occasione per ripristinare un contatto diretto con l'acqua, considerata risorsa vitale per l'area: il canale scorre tra i complessi residenziali creando così una presenza naturale nell'immediata vicinanza delle abitazioni. Per valorizzare la presenza della Seoul Forest si è scelto di rafforzare l'interazione tra la zona residenziale e le aree verdi del parco urbano: lo spazio verde progettato si trasforma gradualmente nell'ambiente più naturale e selvaggio della foresta.

Le analisi urbane svolte per l'area di Ttukseom e per l'intera città dimostrano la crescente importanza dello spazio pubblico, che, in accordo con le nuove influenze provenienti dall'occidente, assume una valenza sociale e ambientale non indifferente. L'alta densità dell'insediamento, caratteristica come si è detto di tutte le metropoli asiatiche, richiede un'ottimizzazione nella distribuzione degli spazi pubblici. Il masterplan risolve questo problema attraverso un sistema di aree verdi collocate direttamente all'interno delle zone residenziali: in questo modo lo spazio pubblico diventa parte integrante dell'architettura economicamente convienente, ha portato in modo quasi automatico a proporre una soluzione molto simile rispetto alle tendenze in ambito architettonico che si possono riscontrare nell'intera città.

Tipologie edilizie scelte

Una prima importante riflessione sul master-plan elaborato riguarda quindi la tipologia scelta per il residenziale, che può considerarsi forse come un'ibridazione di due importanti tendenze del mercato immobiliare coreano. La prima è la corridor type (panel house) tipica dei tanti coreani, complessi residenziali che per più di quarant'anni sono stati realizzati in tempi da record in tutta la città per far fronte all'emergenza abitativa; costruzioni realizzate tramite la sovrapposizione di unità abitative prefabbricate in calcestruzzo per un'altezza che varia dai 15 ai 30 piani. La ripetizione dello stesso edificio, potremmo dire quasi progettato una volta per tutte, è ben presto divenuta la soluzione prescelta per tutte le aree destinate allo sviluppo residenziale, in particolar modo per Kangnam. Immagini di un edificato anonimo, indifferenziato e privo di ogni integrazione rispetto al contesto creano una cortina continua lungo tutta la riva sud dell'Han River, che impedisce la permeabilità visiva da e verso il fiume e rende lo skyline della città monotono e a volte inquietante.

La seconda tipologia di riferimento è quella che viene attualmente adottata dai grandi studi di progettazione, podium type: interi quartieri costellati da alte torri che consentono di raggiungere valori di SLP del 500-600%. L'esperienza diretta sul luogo e la possibilità di vivere e percorrere questi spazi ha fatto maturare la convinzione che una pianificazione di questo tipo abbia molte potenzialità ma non del tutto sfruttate. Il concetto di restituire alla città lo spazio pubblico a livello zero, di cui Seoul è carente, potrebbe essere l'occasione progettuale per raggiungere una maggiore mixitè di funzioni, evitando così di ridurre queste aree a meri quartieri-dormitorio. I parchi verdi e la progettazione attenta dell'arredo urbano e degli spazi di gioco per bambini non risultano sufficiente per evitare l'isolamento di questi quartieri rispetto ai tasselli urbani circostanti. Non vengono perciò integrate funzioni che non siano di supporto a quella residenziale. Il modello a podium ha quindi in sé notevoli potenzialità che però, ancora una volta, vengono soffocate da una progettazione superficiale e standardizzata che ripete lo stesso prototipo non solo all'interno dello stesso quartiere, ma addirittura lo stesso quartiere in diverse parti della città. E' il caso di "..." e di "...": un unico masterplan realizzato dal rinomato studio di architettura coreano Kunwon riproposto invariato nei due distretti. Nota e foto.

Posizione degli edifici e landscape sul fiume un'altra considerazione, in accordo rispetto alle riflessioni proposte dal comune per l'Hangang Renaissance, riguarda l'orientamento degli edifici che occupano la fascia di territorio di pertineza del fiume. La volontà di offrire al maggior numero possibile di residenti la vista sul fiume, che ha portato ad orientate i lunghi edifici rispetto all'asse Nord-Sud, è in netto contrasto rispetto al più recente obbiettivo di ottenere un'immagine di waterfront più porosa e permeabile. Anche per quanto riguarda l'affaccio sul fiume il primo masterplan non mostra sufficiente sensibilità rispetto a questa problematica, facilmente verificabile lungo tutte le sponde meridionali dell'Han River, dominate dalle lunghe cortine dei tanji di Kangnam.

L'esperienza diretta e il sopralluogo sono stati decisivi per orientare la progettazione verso una maggiore attenzione alla realtà locale di Ttukseom e all'atmosfera da villaggio urbano che ancora si percepisce camminando attraverso le strette vie dell'area.

Relatori: Michele Bonino, Marco Bruno, Simonetta Pagliolico
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: A Architettura > AO Progettazione
U Urbanistica > UK Pianificazione urbana
Corso di laurea: Corso di laurea specialistica in Architettura (Costruzione)
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: Hanyang University - Seoul - South Korea
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/1889
Capitoli:

Premesse

- equilibrio temporaneo

- introduzione

- il lavoro

- il sito del progetto jttukseom

- gli elementi del masterplan

- strategia anti-zoning

- tre tipologie per il residenziale

- considerazioni

- tipologie edilizie scelte

- posizione degli edifici e landscape su! fiume

- il carattere di villaggio urbano

Seoul

Molteplicità dei centri korean fast changing society han miracle tipologia edilizia villa tipologia edilizia corridor type tipologia edilizia podium type

Progetto

- Parete attiva

fase l_il sistema

- funzionamento del sistema

fase 2_verifica tramite software

- correzione dei risultati

- discussione dei risultati

- conclusioni

fase 3_modello dinamico

- equazione della diffusione

- soluzione numerica il metodo delle differenze finite

- illustrazione_analogia del circuito elettrico

Strutture temporanee

- Bibliografia

- testi

- articoli

- sitografia

- Ringraziamenti

Bibliografia:

testi

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