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EAT (in) THE CITY. La relazione tra l’architettura e le forme di consumo alimentare, processi di socializzazione che influenzano la trasformazione dello spazio urbano. = EAT (in) THE CITY. The relationship between architecture and forms of food consumption, socialization processes that influence the transformation of urban space.

Federica Carrero

EAT (in) THE CITY. La relazione tra l’architettura e le forme di consumo alimentare, processi di socializzazione che influenzano la trasformazione dello spazio urbano. = EAT (in) THE CITY. The relationship between architecture and forms of food consumption, socialization processes that influence the transformation of urban space.

Rel. Roberta Ingaramo. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città, 2021

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Abstract:

“A determinate ore del giorno, i marciapiedi sono luoghi dove mangiare, portano l’atmosfera domestica fino alla strada e, con questo contrasto, non possiamo fare a meno di pensare a qualcosa di simile del vedere la casa spostata sulla strada” (Xavier Monteys, 2018). Discipline affini all’architettura hanno da sempre indagato sulla relazione tra il cibo e la vita dell’uomo, da poco invece la progettazione urbana ha iniziato la ricerca su ciò che lega l’organizzazione spaziale delle città e le attività alimentari. Artisti e fotografi hanno narrato le modifiche strutturali apportate ai luoghi e alla casa, la sfida oggi è capire i meccanismi che innescano questi cambiamenti per andare a programmare l’uso dello spazio attraverso la progettazione di attività sociali legate al cibo. Lo spazio urbano non è un qualcosa di preesistente, ma emerge, si produce in maniera “performativa”, proprio grazie alle attività (anche effimere, e talvolta informali e spontanee) che hanno luogo in esso. Moltissimi studi recenti si sono occupati di come l’agricoltura si è evoluta e adattata alle nuove esigenze del mondo globalizzato o di come una città viene alimentata secondo processi a noi sconosciuti, ma ci siamo mai chiesti perché il cibo ha da sempre plasmato le nostre città e il nostro modo di vivere? Quali sono i processi che innescano una trasformazione fisica legata ad un rituale sociale ed alimentare? Nelle città moderne le forme di consumo, tradizionali o innovative, e la cultura del cibo influenzano l’uso e la progettazione dello spazio? Se guardiamo all’architettura da un altro punto di vista, il cibo, è possibile progettare una “ricetta” per rifunzionalizzare un luogo? Da queste riflessioni parte questa ricerca che tenta di comprendere come momenti di aggregazione sociale, legata al cibo, influenzano la progettazione dello spazio e la configurazione degli elementi architettonici che definiscono un luogo. Le città, come le persone, sono quello che mangiano. Le città non sono solo fatte di mattoni e cemento, sono abitate da persone, e funzionano secondo un sistema complesso di relazioni spesso nascoste ai nostri occhi. L’alimentazione delle persone è un fenomeno complesso e sfaccettato che influenza la città in modo strutturale, non solo condizionandone il ritmo, ma modellando anche la forma urbana stessa. Il cibo, visto in questi termini, diventa uno strumento per dare forma e importanza ad uno spazio, assume le caratteristiche di un luogo di attrazione per la città e di incontro in una comunità. Ogni giorno il cibo arriva sui nostri piatti come per magia, e raramente ci fermiamo a chiederci come ci sia arrivato, considerando che ogni giorno una città come Londra produce cibo sufficiente per 30 milioni di abitanti, i processi che lo permettono sono per noi inimmaginabili, nutrire le città richiede uno sforzo gigantesco che probabilmente ha il maggiore impatto sociale e fisico sul pianeta di qualsiasi altra cosa che facciamo. L’architettura si deve occupare di ogni aspetto della vita umana, bisogna perciò distogliere lo sguardo dalla architettura intesa in senso classico, l’architetto deve progettare in funzione di come le persone abitano lo spazio, senza quindi escluderle dal progetto. Il cibo è la ragion d’essere di molte nostre azioni e per un architetto deve essere evidente la dimensione spaziale che ne sussegue, perciò cercherò di analizzare la progettazione architettonica dei luoghi con questa chiave di lettura.

Relatori: Roberta Ingaramo
Anno accademico: 2020/21
Tipo di pubblicazione: Elettronica
Numero di pagine: 156
Soggetti:
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città
Classe di laurea: Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-04 - ARCHITETTURA E INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA
Ente in cotutela: UNIVERSIDAD POLITECNICA DE CATALUNYA - ETSA VALLES (SPAGNA)
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/17186
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