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LA PIANIFICAZIONE DEL CICLO DEI RIFIUTI NELL'AREA TORINESE

Nicola Donato

LA PIANIFICAZIONE DEL CICLO DEI RIFIUTI NELL'AREA TORINESE.

Rel. Carlo Alberto Barbieri, Paolo Foietta. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Pianificazione Territoriale, Urbanistica E Ambientale, 2009

Abstract:

Lo smaltimento finale dei rifiuti urbani rappresenta una delle più importanti problematiche ambientali degli ultimi anni, che interessa molto da vicino il nostro ambito di vita quotidiana. Il progresso del sistema economico e sociale, nonché la sua continua evoluzione nel tempo, ha profondamente trasformato le modalità di utilizzo dei beni di consumo, provocando una moltiplicazione della tipologia di rifiuti prodotti, con effetti sempre più devastanti per l'ambiente naturale, il territorio ed il suo assetto insediativo.

La produzione di crescenti quantitativi di rifiuti, ha indotto le Istituzioni competenti, specialmente a partire dagli anni '80, all'elaborazione dei primi Piani e Programmi, sia di livello internazionale che nazionale, al fine di regolare l'intervento su tale materia. Inoltre, il contemporaneo convergere della crisi energetica di questo periodo, ha incentivato il dibattito sull'utilizzo dei rifiuti come forma di energia, da destinare ad esempio, al riscaldamento delle unità abitative oppure alla produzione di biogas. Per quanto riguarda il panorama legislativo italiano, una tappa fondamentale è stata raggiunta solamente nella seconda metà degli anni '90, con relativo ritardo rispetto ad altri partner europei, attraverso il D.Lgs. 22/1997, noto come "Decreto Ronchi". Tale documento ha permesso di superare la carente normativa precedente, costituita essenzialmente dal D.P.R. 915/1982 e dalle leggi 441/1987, 475/1988, 45/1989, che già recepivano alcune direttive di livello comunitario, riguardanti lo smaltimento dei rifiuti e la produzione di energia, ma ritenute non idonee al pieno soddisfacimento delle esigenze di tutela e salvaguardia del territorio. Per quanto concerne la situazione piemontese, ed in particolar modo il contesto torinese, in seguito al "Decreto Ronchi", la Provincia di Torino si è da subito attivata per l'elaborazione di un primo Programma Provinciale di Gestione dei Rifiuti (PPGR), redatto nel 1998, quale principale strumento di pianificazione settoriale del ciclo dei rifiuti, nel tentativo di individuare soluzioni adeguate ad una più corretta gestione del problema. La necessità di realizzare un articolato sistema impiantistico di recupero e trattamento, da affiancare allo sviluppo della raccolta differenziata, ha indotto all'elaborazione di un suo primo aggiornamento avvenuto nel 2005, in modo da ridefinire obiettivi e impegni attesi. Tra i principali obiettivi del PPGR del 2005,ripresi anche dal successivo PPGR del 2006, si fa riferimento espressamente ai concetti di recupero e valorizzazione delle frazioni merceologiche di rifiuti urbani, sia sottoforma di materia che di energia, relegando il ricorso alla discarica solo ed esclusivamente per le parti non più suscettibili di ulteriori valorizzazioni. In merito al quadro degli impianti di trattamento finale, è stata prevista la realizzazione di due Termovalorizzatori: uno a servizio della zona sud del capoluogo piemontese (in località Gerbido, nel comune di Torino), avente una capacità di smaltimento pari a circa 421.000 t/anno e, in attività prevista dal 2011; il secondo Termovalorizzatore è destinato alla zona nord (nel comune di Settimo Torinese), caratterizzato da una capacità complessiva pari a 274.000 t/anno, con il compito di trattare tutte le tipologie di rifiuti residuanti dalla raccolta differenziata, dai fanghi essiccati di depurazione delle acque reflue civili, nonché provenienti da rifiuti speciali. La particolare ubicazione dei due impianti, intende rispondere all'esigenza di individuare una soluzione intermodale efficace per il trasporto dei rifiuti, attraverso l'impiego del sistema ferroviario, unitamente al trasporto su gomma. La localizzazione del termovalorizzatore del Gerbido è prevista nei pressi della piattaforma logistica intermodale di Orbassano (S.I.TO), direttamente collegato sia al passante ferroviario torinese, che con il vicino sistema autostradale tangenziale, mentre il secondo impianto verrà realizzato attraverso un progetto di recupero di un'area industriale dismessa, in prossimità della linea ferroviaria ed autostradale Torino-Milano. La possibilità di attuare il trasporto intermodale (automezzi + treno) dei rifiuti consente da un lato, di ridurre notevolmente l'impatto ambientale determinato prevalentemente dalla fase di trasporto (in termini di emissioni di CO2), dall'altro di essere maggiormente conveniente da un punto di vista economico. Allo stato attuale, il torinese è caratterizzato da un'oggettiva carenza impiantistica, tale da rendere particolarmente problematiche le varie operazioni di gestione dei rifiuti. A questo si aggiunge la saturazione di gran parte delle discariche attive, in particolare dell'impianto di Basse di Stura, nel territorio del Comune di Torino (che garantisce lo smaltimento di circa i 2/3 dei rifiuti urbani prodotti nel territorio provinciale), giunto ormai all'ultimo ampliamento e, che permetterà ancora lo smaltimento per tutto l'anno 2009. A fronte di una situazione relativamente preoccupante, si possono però segnalare importanti risultati raggiunti, sia nella riduzione della produzione di rifiuti che nella raccolta differenziata. La raccolta differenziata a livello provinciale ha compiuto passi da gigante, basti pensare che si è passati da una quota pari al 25% nel 2003 ad oltre il 45% nel 2007, equivale a dire un incremento di oltre 20 punti percentuali nell'arco di pochissimi anni. Per quanto riguarda la riduzione della produzione di rifiuti, parte del merito dipende dal successo della raccolta differenziata, anche se nell'ultimo periodo è imputabile specialmente, agli effetti determinati dalla crisi economica e mondiale, che ha investito l'intero mondo industrializzato, senza risparmiare la Provincia di Torino. La flessione nella produzione dei rifiuti ha di conseguenza ridimensionato il fabbisogno di smaltimento del torinese, al punto di mettere in discussione la realizzazione del secondo impianto di termovalorizzazione, per optare invece, su alternative meno impattanti da un punto di vista ambientale, in grado di far fronte alle reali esigenze territoriali, decisione che verrà discussa in sede di nuovo PPGR, previsto entro la fine dell'anno 2009. È indubbiamente, una delle soluzioni migliori quella di incentivare la diffusione di corretti "comportamenti di consumo", quali ad esempio la raccolta differenziata, già a partire dal mondo delle attività pubbliche, fino a sensibilizzare anche il semplice cittadino.

Dunque, il tema dei rifiuti è una problematica che interessa pressoché tutti i campi della vita umana, da quello economico a quello sociale, senza dimenticare quello ambientale e, la pianificazione rappresenta un'attività estremamente indispensabile, in cui il "Planner territoriale" costituisce una figura chiave per quanto concerne il governo e la governance delle dinamiche e delle politiche territoriali, grazie alla sua attitudine interdisciplinare che gli consente di svolgere, non soltanto il semplice ruolo di "tecnico del territorio", bensì di "mediatore" degli interessi in gioco, con l'obiettivo di rendere l'attività umana maggiormente compatibile con le risorse ambientali esistenti.

L'argomento che verrà affrontato di seguito, intende sostenere questa considerazione sintetica, attraverso l'analisi dell'area torinese nel contesto della problematica.

Relatori: Carlo Alberto Barbieri, Paolo Foietta
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GH Scienze Ambientali
G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GG Piemonte
Corso di laurea: Corso di laurea specialistica in Pianificazione Territoriale, Urbanistica E Ambientale
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/1641
Capitoli:

INDICE

INTRODUZIONE

CAPITOLO 1

IL PROBLEMA DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI IN ITALIA

1.1 Premessa

1.2 La produzione dei rifiuti solidi urbani

1.3 La composizione merceologica dei rifiuti solidi urbani

1.4 La raccolta differenziata nel nostro paese

CAPITOLO 2

IL QUADRO NORMATIVO ITALIANO ED EUROPEO SUI RIFIUTI

2.1 II concetto di rifiuto

2.2 Origine e contenuti della disciplina europea sui rifiuti

2.3 La situazione normativa italiana antecedente il D.Lgs. 22/1997

2.4 II D.Lgs. 22/1997: principi generali

2.4.1 Competenze degli enti pubblici: lo Stato

2.4.2 Competenze degli enti pubblici: le Regioni

2.4.3 Competenze degli enti pubblici: le Provincie

2.4.4 Competenze degli enti pubblici: i Comuni

2.5 II post "Decreto Ronchi": dal "Ronchi-bis" ai giorni nostri

2.6 II D.Lgs. 152/2006: principali aspetti innovativi

CAPITOLO 3

LA PIANIFICAZIONE DEI RIFIUTI IN PROVINCIA DI TORINO

3.1 II quadro legislativo regionale

3.1.1 Contenuti principali della L.R. 59/1995

3.1.2 "Ambiti ottimali": comparazione tra L.R. 59/1995 e D.Lgs. 22/1997

3.1.3 L. R. 24/2002: "Norme per la gestione dei rifiuti"

3.2 La programmazione provinciale: il contesto torinese

3.2.1 II programma provinciale del '98 e l'aggiornamento del 2005

3.2.2 I contenuti del nuovo programma provinciale sui rifiuti del 2006

3.3 Assetto territoriale e funzionale per la gestione dei rifiuti

3.3.1 II territorio provinciale: morfologia e popolazione

3.3.2 I Bacini di gestione dei rifiuti e i Consorzi obbligatori di bacino

3.3.3 L'Associazione d'Ambito Torinese per il governo dei rifiuti (ATO-R)

3.4 Le società di gestione

3.4.1 Consorzio ACEA Pinerolese

3.4.2 Consorzio Chierese per i Servizi (CCS)

3.4.3 Consorzio Valorizzazione Rifiuti 14 (COVAR 14)

3.4.4 Consorzio Ambiente Dora Sangone (CADOS)

3.4.5 Consorzio Bacino 16

3.4.6 Consorzio Intercomunale Servizi per l'Ambiente (CISA)

3.4.7 Consorzio Canavesano Ambiente (CCA)

3.4.8 Consorzio Bacino 18

CAPITOLO 4

IL SISTEMA DI SMALTIMENTO NEL TORINESE

4.1 La produzione di rifiuti urbani nel territorio provinciale

4.2 La raccolta differenziata ed i risultati raggiunti

4.3 II trend dei rifiuti in atto: situazione post crisi economica

4.4 II recupero delle frazioni di rifiuti differenziati

4.4. 1 La valorizzazione di carta e cartone

4.4.2 La valorizzazione dell'organico

4.4.3 La valorizzazione della plastica

4.4.4 La valorizzazione del vetro

4.4.5 La valorizzazione dei materiali ferrosi

4.4.6 La valorizzazione delle apparecchiature elettroniche (R.A.E.E.)

4.5 I rifiuti indifferenziati

4.6 Gli impianti di smaltimento finale

4.6. 1 Norme sulle attività di smaltimento in discarica: il D. Lgs. 36/2003

4.6.2 Discarica di Torino - Bacino 18

4.6.3 Discarica di Pinerolo - ACEA

4.6.4 Discarica di Pianezza - CADOS (Sub-bacino CIDIU)

4.6.5 Discarica di Mattie - CADOS (Sub-bacino Val Susa)

4.6.6 Discarica di Grosso Canavese - CISA

4.6.7 Discarica di Castellamonte - CCA

4.6.8 Discarica di Cambiano - CCS

4.6.9 Discarica di Chivasso - Bacino 16

CAPITOLO 5

PIANIFICAZIONE E GOVERNANCE DELLA VALORIZZAZIONE TERMICA DEI

RIFIUTI NELL'AREA TORINESE

5.1 Gli impianti di termovalorizzazione

5.1.1 Normativa europea e nazionale in tema di incenerimento

5.1.2 La termodistruzione dei rifiuti: tecnologie e fasi del processo

5.1.3 Gli impianti di termo valorizzazione in Italia ed in Europa

5.2 Vantaggi e svantaggi di un impianto di termovalorizzazione

5.2.1 Emissioni atmosferiche e confronto con altre tipologie di impianti

5.2.2 Confronto tra smaltimento in discarica ed incenerimento dei rifiuti

5.2.3 La compensazione delle criticità derivanti dall'opera

5.2.4 Effetti psicologici: percezione del rischio

5.2.5 Effetti sul traffico veicolare

5.2.6 Effetti sui beni immobiliari

5.3 Pianificazione e governance del termovaiorizzatore sud di Torino

5.3. 1 II processo di localizzazione: gli aspetti presi in considerazione

5.3.2 II confronto tra i siti potenzialmente idonei per rimpianto

5.3.3 La soluzione localizzativa migliore: Area AMD - Torino

5.3.4 Le misure di compensazione ambientale

5.3.5 II sistema logistico di trasporto dei rifiuti

5.3.6 Caratteristiche generali dell'impianto

5.4 Pianificazione del termovaiorizzatore della zona nord di Torino

5.4. 1 Necessità di un nuovo termovaiorizzatore per la Provincia di Torino

5.4.2 II fabbisogno di smaltimento attuale

5.4.3 Iter di localizzazione del/Impianto e aspetti analizzati

5.4.4 Analisi comparativa e scelta del sito idoneo al/Impianto

5.4.5 I contenuti degli strumenti di governo del territorio nel sito di analisi

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

BIBLIOGRAFIA

RINGRAZIAMENTI

Bibliografia:

BIBLIOGRAFIA GENERALE

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FONTI LEGISLATIVE

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Regolamento 259/93/CEE, "sul controllo delle spedizioni di rifiuti all'interno, nonché in entrata ed in uscita dalla Comunità Europea" (G.U.C.E. n.30 del 6/02/1993).

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D.Lgs. 22/1997 (Decreto Ronchi), "attuazione delle direttive (CEE) n.91/156 sui rifiuti, n.91/689 sui rifiuti pericolosi, n.94/62 sugli imballaggi ed i rifiuti di imballaggio" (G.U. n.38 del 15/02/1997).

D.Lgs. 389/1997 (Ronchi-bis), "modifiche ed integrazioni al D.Lgs. 22/1997, in materia di rifiuti, di rifiuti pericolosi, di imballaggi e rifiuti di imballaggio" (G.U. n.261 dell'8/H/1997).

L 426/1998 (Ronchi-ter), "nuovi interventi in campo ambientale" (G.U. n.291 del 14/12/1998).

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SITOGRAFIA

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www.regione.piemonte.it/ambiente/rifiuti

www.provincia.torino.it/ambiente/ato_r

www.trm.to.it/impianti/term_gerbido

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