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Inclusione sociale e creatività: analisi delle analogie e del rapporto in ambito progettuale

Rosa Caccioppoli, Carla Capuano

Inclusione sociale e creatività: analisi delle analogie e del rapporto in ambito progettuale.

Rel. Cristian Campagnaro. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Design Sistemico, 2019

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Abstract:

Il progetto di tesi nasce dall’idea di voler analizzare la relazione che intercorre tra due temi: la creatività e l’inclusione sociale, con l’obiettivo di individuare, al suo interno, il ruolo svolto dalla figura del designer, in quanto professionista della creatività. La motivazione di questa ricerca scaturisce dall’osservazione della realtà, da cui emerge che la creatività rappresenta una delle più alte forme di espressione culturale, del nostro vivere quotidiano. Partendo da questo presupposto, ci si chiede, inoltre, quale sia il contributo della creatività nei processi di inclusione. La metodologia utilizzata prevede un approccio di tipo qualitativo, basato sia su una ricerca desk, sia su esperienze di osservazione sul campo, all’interno di laboratori creativi del contesto torinese. Le informazioni raccolte nella prima fase sono state interpretate e rielaborate, attraverso la costruzione di mappe concettuali, che ne sintetizzano i risultati. Successivamente, i dati ottenuti sono stati confrontati, mettendo in evidenza quelli più utili allo sviluppo di due principali ipotesi, che vedono creatività e inclusione sia in rapporto di similarità che di causa ed effetto. La prima ipotesi è generata mediante analogie le quali considerano creatività e inclusione come due “processi”, che mirano ad un “cambiamento”. Partendo dalla creatività si affronta il concetto del “superamento di regole” all’interno di un contesto, sviluppato dalla capacità di combinare e selezionare gli elementi preesistenti, per creare risultati nuovi ed utili. Pertanto, anche l’inclusione può essere considerata come un processo che mira alla trasformazione dei contesti, con l’obiettivo di modificare le attuali culture, affinché diventino sempre più inclusive. La seconda ipotesi analizza il rapporto tra creatività e inclusione in termini di causa ed effetto. La creatività, infatti, alimenta i processi di inclusione sociale, generando dei benefici che potenziano gli individui. Questo potenziamento è definito come empowerment, il quale è anche uno degli strumenti di cui si serve l’inclusione per generare benessere. Partendo dalla definizione di questo rapporto, il designer si colloca in una posizione centrale rispetto ad esso, in quanto visionario e tecnico, poiché possiede sia capacità di “vedere” nuove opportunità nella realtà esistente, sia competenze nel realizzarle, servendosi di un metodo. Inoltre, il contributo apportato dal designer attraverso lo sviluppo di pratiche creative va a potenziare gli individui. Il contributo di questa tesi appare arricchire il significato di entrambi i concetti. Infatti, intendere l’inclusione sociale come un processo creativo significa renderla meno autoreferenziale e portatrice di quel grado di novità, che consente a tale processo di autoalimentarsi nel tempo. Viceversa, la creatività assume una bellezza etica molto profonda, poiché è considerata come uno degli strumenti che alimenta il benessere della comunità e degli individui.

Relatori: Cristian Campagnaro
Anno accademico: 2018/19
Tipo di pubblicazione: Elettronica
Numero di pagine: 212
Soggetti:
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Design Sistemico
Classe di laurea: Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-12 - DESIGN
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/10177
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