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Come per un vestito. Dal flagship store alla flag architecture = It's like a dress. From the flagship store to the flag architecture

Grazia Pognani

Come per un vestito. Dal flagship store alla flag architecture = It's like a dress. From the flagship store to the flag architecture.

Rel. Anna Marotta, Rossana Netti. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio, 2019

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Abstract:

A lungo si è discorso e molto si è già detto delle affinità tra moda e architettura. Tanto l’architetto quanto lo stilista sono parte integrante di un processo creativo che ha inizio con un’idea, una visione, che passa attraverso lo schizzo, il disegno, la modellazione, la scelta di colori e materiali, per poi approdare alla realizzazione vera e propria del prodotto. Ripercorrendo l’evoluzione di moda e architettura dall’Ottocento ad oggi si potrà appurare la sensibilità dimostrata rispetto al fattore società, unitamente alla loro indole creatrice di nuove identità, abitudini e stili. Oggigiorno sono sempre più numerose le collaborazioni tra stilisti e architetti anche se queste coinvolgono quasi esclusivamente le cosiddette archistar, alle quali viene richiesto di realizzare il progetto per i negozi manifesto dei marchi di moda più famosi e all’avanguardia, comunemente noti come flagship stores. L’architettura viene così ad assolvere una funzione di brand promotion e la firma dell’architetto di fama internazionale diventa prerogativa per la spettacolarizzazione del brand, per comunicarne un’immagine prestigiosa che si esplica tanto nella plasticità e nel design di questi store, quanto nella creazione di ambienti studiati nei minimi dettagli affinché il visitatore/cliente possa vivere un’emozione, un’esperienza unica. Si è soliti parlare del contributo che l’architettura fornisce alla moda in termini di creazione di spazi, dalle passerelle, ai negozi, ai laboratori, ma poco si parla del contributo che la moda potrebbe dare all’architettura. I flagship stores rappresentano forse l’emblema della collaborazione tra architetti e stilisti e nella ricercatezza che li contraddistingue si percepisce un’attenzione per il dettaglio, la componente spaziale, il colore, gli aspetti comunicativi e percettivi che, spesso, risulta mancare tanto nella progettazione urbanistica quanto nell’architettura sia pubblica che residenziale, come testimoniano l’esigenza di pensare ad un’immagine complessiva della città, il bisogno di spazi di relazione e di simboli e il rifiuto per l’omologazione. L’analisi del flagship store di Giorgio Armani della città di Hong Kong diviene così un terreno di indagine per comprendere quanto possa essere importante per il progettista la conoscenza dei meccanismi percettivi connaturati nell’essere umano per meglio orientare le decisioni progettuali, prestando attenzione agli aspetti cromatici e spaziali sia da un punto di vista percettivo che culturale e simbolico. Aspirare ad una flag architecture significa pertanto auspicare ad un modo di fare architettura veramente attento alla dimensione umana, in grado di esprimere l’identità di un luogo e delle persone che lo popolano, soddisfacendo tanto le esigenze funzionali quanto quelle emozionali delle persone.

Relatori: Anna Marotta, Rossana Netti
Anno accademico: 2018/19
Tipo di pubblicazione: Elettronica
Numero di pagine: 236
Soggetti:
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio
Classe di laurea: Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-04 - ARCHITETTURA E INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/10166
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