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L'ergonomia e la sicurezza nei cantieri edili

Francesca Merlo

L'ergonomia e la sicurezza nei cantieri edili.

Rel. Eugenia Monzeglio. Politecnico di Torino, Corso di laurea in Architettura, 2007

Abstract:

L'obiettivo di questa tesi è quello di individuare quale potrebbe essere, per meglio tutelare la sicurezza e la salute del lavoratore, l'ulteriore contributo che l' ergonomia può dare all'attività che normalmente si svolge in un cantiere edile, luogo di attività certo faticose, luogo altrettanto certo di particolari rischi fisici a causa di assunzione di posture incongrue, di sforzi ripetuti, di movimentazione manuale dei carichi, spesso eccessivi ed ingombranti e luogo ove, il più delle volte, l'ergonomia è vista dagli operatori come scienza non adattabile a condizioni ambientali singolari e mutevoli e ad attività peculiari e particolari.

Questo lavoro vuole verificare se la scienza ergonomia, non vista come concetto opzionale e non adattabile a condizioni mutevoli ma considerata come elemento di rilevante importanza applicabile tanto all'interno delle fasi lavorative, quanto alle postazioni di lavoro, all'attrezzatura ed ai dispositivi di protezione individuale, può essere applicata all'attività di cantiere per pervenire a soddisfare le esigenze di sicurezza e di salute dell'uomo in relazione alle condizioni di lavoro.

Nel settore delle costruzioni, a differenza di molti altri comparti produttivi dove le operazioni più pesanti sono state eliminate o supportate da dispositivi di automazione, sono tuttora presenti e frequenti movimentazioni manuali che comportano sollevamenti di carichi, anche pesanti, in posizioni incongrue, oppure vengono eseguite e ripetute, con posture scorrette spesso dovute anche al sovraccarico meccanico, azioni che determinano patologie muscolo - scheletriche.

In cantiere vengono tuttora, e per ragioni diverse ed in taluni casi anche per scelta impropria dell'operatore, svolte in modo inadeguato molte attività che comportano il sollevamento, il trasporto, la spinta o la trazione di carichi pesanti; di conseguenza sono purtroppo sempre di attualità i danni del rachide, dovuti ad eccessiva movimentazione manuale dei carichi.

Anche le operazioni che richiedono alta ripetitività di movimenti e posizioni incongrue non hanno ancora trovato, in cantiere, soluzioni adeguate.

L'utilizzo poi di attrezzature in modo scorretto e non controllato, come l'uso di strumenti vibranti, può provocare alla persona gravi e permanenti danni, che possono manifestarsi in patologie specifiche che colpiscono gli arti direttamente interessati oppure che possono manifestarsi con effetti a lungo termine conseguenti all'esposizione a vibrazioni che investono tutto il corpo.

Circostanze aggravanti, tipiche di questo settore, sono poi costituite dalla variabilità, anche repentina, e dalla severità delle condizioni climatiche, dai ritmi e dai tempi di lavoro, che possono subire accelerazioni programmate o tempi prolungati per l'eventualità di recuperare, ad esempio, ritardi nei lavori.

Inoltre, non bisogna dimenticare la condizione di instabilità occupazionale particolarmente accentuata nel settore edilizio, e cantieristico in particolare, con un consistente ricorso (per citare solo fenomeni legittimati) al lavoro temporaneo ed alla mano d'opera straniera, che rendono difficile l'azione informativa e formativa; nè bisogna sottovalutare lo scarso livello di formazione di base e di qualificazione professionale della maggioranza dei lavoratori.

Dopo aver brevemente esposto le suddette considerazioni e per verificare la possibilità di meglio e più ampiamente applicare i principi ergonomici all'attività di cantiere, la trattazione procederà ad individuare i dettati legislativi di riferimento, sia nazionale che internazionale, quindi si verificheranno le oggettive condizioni di adattamento dei predetti all'entità cantiere e ad alcune fasi di lavorazione, infine si procederà a completare l'argomento con la verifica del raggiungimento delle massime, o migliori, condizioni non solo di salute e di sicurezza del lavoratore ma anche di benessere e di soddisfazione del medesimo anche attraverso un limitato ma corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale.

Nel capitolo 2 si procederà ad individuare, all'interno del contesto normativo che disciplina questo settore produttivo, quali siano i riferimenti che sottolineano l'esigenza di progettare situazioni e strumenti di lavoro rispondenti ai principi ergonomici.

Infatti progettare, sviluppare e disciplinare in modo ergonomico attività, attrezzature e postazioni di lavoro non è da considerare iniziativa di un volenteroso studioso o legislatore oppure un atto volontario di un particolarmente attento datore di lavoro oppure un favore nei confronti dei lavoratori, ma deve tradursi in un obbligo il cui soddisfacimento può portare a verificabili utilità a vantaggio prima del soggetto lavoratore e poi dell'intero corpo sociale.

A dimostrazione della necessità di "obbligare", non solo per il dovuto rispetto delle norme di legge ma per una convinta adesione al progetto di tutela dell'uomo-lavoratore, l'organizzazione del lavoro secondo i principi espressi dalla scienza ergonomica, che raccoglie i risultati di tutte le discipline di interesse sociale e la cui espressione è in continuo arricchimento nella frenetica rincorsa anche alle innovazioni tecnologiche, nasce essenzialmente dalla constatazione che mentre sono in declino le malattie da lavoro di più ampio e circostanziato impatto sociale, quali la silicosi o l'intossicazione un tempo molto frequenti, sono in costante aumento le malattie occupazionali che colpiscono il sistema neuro - muscolare e scheletrico, quali la sindrome del tunnel carpale, la tendinite, il mal di schiena, etc.

Ad un quadro legislativo, all'interno del quale si cercherà di individuare tali riferimenti, si affiancherà la normativa tecnica, nazionale ed internazionale, che ha prodotto negli ultimi anni un sistema organico di definizioni e di strumenti procedurali sia nel settore specificatamente ergonomico sia nel settore della sicurezza dei macchinari.

Gli strumenti normativi offrono già ampia copertura alla maggior parte degli ambiti di ricerca e di intervento che caratterizzano la disciplina ergonomica e giocano un ruolo determinante nello sviluppo e nel consolidamento dell'intervento ergonomico all'interno dei processi di progettazione, di realizzazione e di verifica dei prodotti, degli ambienti e delle attrezzature di lavoro.

Nel capitolo 3, focalizzando l'attenzione verso due importanti enti, riconosciuti a livello mondiale e che trattano di ergonomia e di sicurezza nei cantieri, quali:

-l'Agenzia europea per la sicurezza e la salute e

- l'Agenzia americana denominata NIOSH acronimo di "National Institute for Occupational Safety end health",

si cercherà di analizzare come, nei cantieri edili di altre nazionalità, l'attività umana viene messa in relazione alle condizioni ambientali, strumentali ed organizzative in cui la stessa si svolge.

Successivamente, nel capitolo 4, dopo aver individuato i principi e i campi applicativi della disciplina ergonomica, si cercherà di analizzare ed individuare le possibili soluzioni ergonomiche da adottare all'interno dei cantieri.

In particolare al sistema cantiere, che è il punto di incontro tra l'uomolavoratore e l'ambiente-lavoro, si cercherà di fornire soluzioni funzionali e sicure, e quindi ergonomiche, per consentire di costituire luoghi di lavoro in grado di permettere e di favorire lo svolgimento delle attività previste, di controllare le pressioni provenienti dall'esterno, di cercare un equilibrio tra la possibilità e la capacità dell'uomo di operare e le attività da svolgere e, quindi, di permettere ai lavoratori di svolgere la propria attività in sicurezza.

Nel capitolo 5, per valutare meglio la necessità di sviluppare l'applicazione dei principi ergonomici all'interno del cantiere, si procederà ad analizzare alcune (tre in particolare) tra le diverse e molteplici fasi di lavorazione della costruzione, che si ripetono in tempi, in condizioni ambientali ed organizzative diverse, ovvero'.

- la realizzazione delle fondazioni, normalmente sotto il livello del piano cantiere,

- la realizzazione di strutture portanti orizzontali, a vari livelli fuori terra,

- la realizzazione della copertura, normalmente costruita su un piano inclinato ad un'altezza variabile.

Le suddette fasi di costruzione, pur realizzate in tempi e situazioni diverse, prevedono tre figure lavorative principali, alcune specializza altre generiche, quali il carpentiere, il ferraiolo, il muratore (specializzato e/o generico).

Per ciascuna fase lavorativa si procederà ad individuare il possibile contributo ergonomico che potrebbe agevolare l'attività del lavoratore, analizzando le attrezzature di cui può disporre, la posizione che dovrebbe assumere durante l'operazione ed i criteri preventivi per evitare l'insorgere di un possibile danno fisico.

Nel capitolo 6, infine, dopo aver individuato come il lavoratore dovrebbe espletare la propria specifica attività, l'attenzione verrà rivolta all'utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale.

Lo scopo è di verificare e riconoscere quale importanza e valore deve essere ricosciuto alla scienza ergonomica non solo nell'organizzazione delle attività, nella scelta delle attrezzature o nella formazione e nell'informazione del lavoratore, ma anche alla progettazione ed alla scelta dei DPI in riferimento a ciascun specifica attività e persona.

Nel dettaglio si cercherà di analizzare l'importanza dei DPI anticaduta, da utilizzare nella fasi lavorative individuate, per sottolineare l'importanza che, esperite le analisi e le azioni necessarie a fornire tutte le possibili condizioni di sicurezza collettiva, si dovrebbe dare anche ad oggetti di utilità e di prevenzione personale e "singolare", necessari per annullare o limitare edili le cadute dall'alto e/o di sprofondamento che tuttora, all'interno dei cantieri edili, risultano essere la principale causa d'infortunio, con conseguenze gravi e/o mortali.

Le verifiche intraprese, le analisi sviluppate e quindi il percorso effettuato per la redazione di questo elaborato sono risultate essere un'ottima e concreta occasione per affrontare dal punto di vista ergonomico, pur dall'esterno dell'attività di un qualsiasi cantiere edile anche di limitata entità vista la delicatezza dell'argomento, il tema della sicurezza, della salute e del benessere del lavoratore.

Infatti, applicare i principi ed i dettati ergonomici alla progettazione, all'organizzazione dell'attività ed alla disposizione delle attrezzature e dei posti di lavoro all'interno del cantiere edile, non deve considerarsi soltanto un obbligo di legge, ma deve essere e diventare una premessa indispensabile per ogni impresa o unità lavorativa che persegue una logica imprenditoriale.

L'ergonomia, non deve quindi riguardare solo l'adattamento delle attrezzature di lavoro alle caratteristiche antropometriche ed anatomiche dell'individuo, per accrescere, attraverso la tutela della vita del lavoratore, l'efficienza e l'affidabilità del sistema uomo-macchina, ma deve occuparsi dell'organizzazione a"misura d'uomo" del lavoro, in relazione al suo specifico contenuto, della sua possibilità espressione e dell'ambiente in cui il medesimo si svolge.

Se l'ambiente di lavoro, qualsiasi siano le sue caratteristiche organizzative ed ambientali, viene progettato ed organizzato seguendo regole ergonomiche, è certa la contribuzione alla riduzione dei rischi di infortunio: sulla base dei criteri ergonomici è infatti possibile, già nella fase di progettazione, trovare una soluzione globale ai problemi legati alla sicurezza sul lavoro, mentre organizzare posti e processi di lavoro ergonomicamente corretti risulta premessa e condizione indispensabili per garantire il benessere dei lavoratori.

Se l'organizzazione del lavoro tiene conto delle capacità ed delle esigenze del singolo individuo, sia che la sua opera sia supportata da "protezioni" collettive che personalizzate, il sovraccarico psico-fisico diminuisce ed il lavoratore sopporta meglio il peso dell'attività e meno si stanca in breve tempo. Inoltre, è probabile che la motivazione e la soddisfazione del lavoro, ben svolto, aumenti.

Tutti questi fattori influiscono positivamente sulla qualità, sulle prestazioni e sulla produttività del soggetto lavoratore.

Non è da trascurare il positivo risvolto economico, diretto ed indiretto, conseguente ad una corretta valutazione ergonomica dell'attività cantieristica.

Se i principi ergonomici vengono applicati già al momento della progettazione e dell'allestimento cantiere, è possibile evitare, o per lo meno contenere, eventuali costi aggiuntivi per introdurre, in corso d'opera, "correzioni" al sistema produttivo o della sicurezza; è evidente infatti che se si è costretti ad intervenire, a posteriori, per migliorare le condizioni ergonomiche del posto di lavoro e/o delle attrezzature di lavoro, si dovranno mettere in conto costi maggiori, certamente non preventivati, ed eventuali interruzioni del processo di lavorazione con evidente danno economico.

Dunque, un ambiente di lavoro, e nel nostro caso un cantiere edile, progettato ed organizzato in modo ergonomicamente corretto, pur apparentemente penalizzato da un più lungo tempo di analisi e di preparazione delle sue particolarità, può comportare già risparmi considerevoli nell'arco di mantenimento del medesimo, ma può significare un considerevole risparmio dei costi sociali, per una conseguente certa riduzione del il numero di infortuni.

Portare anche nell'attività edilizia, e nei vari modi della sua articolata espressione, sia questa condotta in forma d'impresa o in forma di lavoro autonomo, la cultura e l'organizzazione della sicurezza e del benessere, e far comprendere la positività dell'investimento spesso ammortizzabile in breve tempo, ad esempio in attrezzature ergonomiche per proteggere le esigenze non solo del lavoro ma anche del lavoratore in rapporto alle sue caratteristiche ed alle sue attività, costituisce premessa indispensabile anche per accrescere efficienza e per motivare i lavoratori.

Un lavoratore in buona salute e motivato produce certamente meglio e di più.

In conclusione, riflettere ed agire in modo ergonomico ed operare ogni sforzo per portare anche nel settore delle costruzioni, dove è più difficile realizzare una generalizzata strategia di prevenzione sia degli infortuni che delle malattie professionali, data l'imprevedibilità dei contesti e della varietà delle operazioni, certamente:

1. implica una più ampia acquisizione di specifici elementi scientifici e tecnologici per pervenire ad una valutazione globale delle condizioni di efficienza ed affidabilità del sistema uomo-lavoro,

2. richiede un maggior sforzo "culturale", da parte di ciascun addetto ai lavori, per studiare l'organizzazione del lavoro e per dare spazio all'informazione ed alla formazione,

3. consente di conseguire e mantenere i prioritari fattori di:

- minimo rischio per causa di infortunio e per la salute;

- massima soddisfazione del lavoro;

- massimo rendimento economico, che condizioni essenziali per la concretizzazione di qualsiasi attività.

Relatori: Eugenia Monzeglio
Tipo di pubblicazione: A stampa
Numero di pagine: 182
Parole chiave: ergonomia - ergonomia - sicurezza - cantieri
Soggetti: T Tecnica e tecnologia delle costruzioni > TC Protezione degli edifici
A Architettura > AO Progettazione
SS Scienze Sociali ed economiche > SSF Scienze sociali
Corso di laurea: Corso di laurea in Architettura
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/931
Capitoli:

1. Introduzione

1.1 -Premessa

2.2 - Procedimento

2. Normativa ergonomica in riferimento al cantiere

2.1 - Normativa ergonomica in riferimento al cantiere

2.2 - Norme tecniche UNI, ISO EN in riferimento al cantiere

3. L'approccio ergonomico al cantiere attraverso l'analisi di due organizzazioni internazionali

3.1 - L'Agenzia europea per la sicurezza e la salute

3.1.1 - Qual è il ruolo dell'Agenzia

3.1.2 - Che cosa si può trovare nel sito Internet dell'Agenzia

3.1.3 - Come viene veicolato il messaggio

3.1.4 - Qual è l'approccio ergonomico al settore edile

3.2 - NIOSH "National Institute for Occupational Safety end health"

3.2.1 - Qual è il ruolo dell'Agenzia

3.2.2 - Che cosa si può trovare nel sito Internet dell'Agenzia

3.2.4 - Qual è l'approccio ergonomico al settore edile

4. Principi ed obiettivi ergonomici applicati al cantiere

4.1 - Cenni di ergonomia

4.1.1 - Definizione di ergonomia

4.1.2 - Principi di ergonomia

4.2 - Il concetto di usabilità

4.2.1 - Lo sviluppo dell'ergonomia

4.2.2 - L' ergonomia classica o fisica

4.2.3 - L' ergonomia cognitiva

4.2.3.1 - L'usabilità

4.3 - Applicazione dei principi ergonomici al cantiere

4.4.1 - L'ergonomia come valido strumento d'aiuto al cantiere

4.4.2 - L'approccio ergonomico applicato al cantiere

5. Analisi delle lavorazioni che all'interno di un cantiere edile di civile abitazione comportano sforzi o movimenti ripetuti

5.1- Introduzione all'analisi ergonomica delle lavorazioni svolte nel cantiere

5.2 - L'intervento ergonomico al posto di lavoro

5.3 - Valutazioni ergonomiche di alcune attrezzature di lavoro

5.4 - Analisi delle lavorazioni nei cantieri edile di civile abitazione: distribuzione e compiti

5.5 - Esempi di analisi ergonomica ed individuazione dei rischi biomeccanici e posturali di alcune attività edilizie

5.5.1 - Realizzazione delle fondazioni

5.5.2 - Realizzazione di strutture orizzontali portanti

5.5.3 - Realizzazione della copertura

6. Analisi ergonomica dei Dispositivo di Protezione Individuale (DPI) in riferimento al cantiere

6.1- Dispositivo di Protezione Individuale: caratteri generali

6.1.1 - Criteri di scelte e caratteristiche

6.1.2 - Utilizzazione dei DPI

6.1.3 - Informazione, formazione ed addestramento

6.1.4 - Gestione dei DPI

6.1.4.1 - Obblighi del datore di lavoro

6.1.4.2 - Obblighi dei lavoratori

6.2 - Analisi dei DPI (anticaduta) messi a disposizione nelle attività di cantiere

6.2.1 - Descrizione e scelta dei DPI

6.2.1.1 - Imbracatura di sicurezza

6.2.1.2 - Dispositivo di ancoraggio

6.2.1.3 - Elemento di collegamento tra imbracatura ed ancoraggio

6.2.2 - Posizionamento ed uso dei DPI

6.2.3 - Caratteristiche di sicurezza

6.2.4 - Controllo e manutenzione

6.3 - Esempio applicativo dei DPI

6.3.1 - Casseratura parziale di sostegno (banchinaggio)

6.3.2 - Posa dei pannelli prefabbricati

7. Conclusione Riferimenti legislativi Riferimenti bibliografici

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