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Il Rischio di Esplosioni da Polveri nell'Industria Laniera = The Risk of Dust Explosion in wool's factory

Dario Gaspare Sammartano

Il Rischio di Esplosioni da Polveri nell'Industria Laniera = The Risk of Dust Explosion in wool's factory.

Rel. Luca Marmo. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Ingegneria Chimica E Dei Processi Sostenibili, 2018

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Abstract:

Nell’ambito della sicurezza industriale, per quanto riguarda lo studio delle esplosioni di polveri combustibili, è interessante approfondire il comportamento delle polveri non convenzionali, ovvero polveri di natura fibrosa (particelle caratterizzate da due dimensioni caratteristiche, diametro e lunghezza) come quelli che si possono generate nei processi dell’industria tessile. Nel comparto industriale tessile italiano si sono verificate recentemente diversi incidenti, imputabili a esplosioni di polveri, per cui risulta importante ai fini della prevenzione di tali episodi studiare le caratteristiche delle polveri tessili, per valutarne la pericolosità, anche in funzione dei processi che le generano all’interno del settore in questione. Le industrie tessili hanno diversi reparti in cui vengono trattate le fibre, si possono identificare quattro macro reparti: i pretrattamenti in cui le fibre grezze vengono trattate e preparate per le lavorazioni successive; la carderia in cui le fibre vengono cardate e pettinate in modo da creare il cosiddetto “nastro cardato o pettinato” che verrà diviso per formare gli stoppini; al filatoio arrivano gli stoppini per produrre i filati, poi raccolto in delle rocche; alla tessitura arrivano queste ultime, vengono svolte e riavvolte in apposite spole per facilitarne il lavoro al telaio, dove vengono incrociati i fili di ordito con il filo di trama per generare un tessuto, che infine subirà gli ultimi trattamenti di finissaggio. Nella maggior parte di queste operazioni la fibra è trattata meccanicamente ad elevate velocità tramite battitrice, apritoi, cardatrici, filatoi ecc., ciò genera una parziale rottura delle fibre, rilasciando frazioni di fibre corte (fini) e varie impurità presenti, che si disperde sotto forma di nube sul macchinario che può depositarsi nell’ambiente circonstante e/o rimanere sospesa in aria. Le polveri aereodisperse di norma vengono convogliate tramite ventole del reparto verso l’imbocco di aspirazione, da lì l’aria esausta è filtrata tramite filtri a maniche e cicloni. Una frazione rilevante di questo materiale, solitamente quella più pesante (o più agglomerata) tende a sedimentare, spesso in zone di difficile pulizia, per cui si possono creare degli strati di queste polveri sulle superfici orizzontali presenti nel reparto. La dispersione permette la miscelazione del combustibile (la polvere) con il comburente (O2 presente nell’aria ambiente), quindi secondo il pentagono delle esplosioni per le polveri, se il fenomeno è confinato all’interno dell’impianto ed è presente un innesco può generarsi un’esplosione. Effettuando delle prove su queste polveri per studiarne le caratteristiche esplosive è possibile valutarne il fattore di rischio e quindi prendere le giuste precauzioni. In questo lavoro sono stati testati 18 campioni di polveri fibrose, provenienti tutti dall’industria laniera, nel Centro Sperimentale per la Sicurezza Industriale sulle Atmosfere Esplosive del Politecnico di Torino. Le polveri sono state caratterizzate per valutarne le proprietà fisico-chimiche e studiarne l’influenza sui parametri di esplosività.

Relatori: Luca Marmo
Anno accademico: 2018/19
Tipo di pubblicazione: Elettronica
Numero di pagine: 70
Soggetti:
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Ingegneria Chimica E Dei Processi Sostenibili
Classe di laurea: Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-22 - INGEGNERIA CHIMICA
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/9102
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