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L'altro teatro, il concorso nazionale per il nuovo teatro comunale di Cagliari (1964-65) = The remaining theatre, the national competition for the new municipal theatre in Cagliari (1964-65)

Marco Corona

L'altro teatro, il concorso nazionale per il nuovo teatro comunale di Cagliari (1964-65) = The remaining theatre, the national competition for the new municipal theatre in Cagliari (1964-65).

Rel. Sergio Pace. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città, 2018

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Abstract:

La tesi indaga le vicende del concorso nazionale per il nuovo teatro comunale di Cagliari del 1964-65, la maggiore opportunità architettonica durante gli anni della ricostruzione postbellica in Sardegna. L’evento rappresentò un’occasione fondamentale per la cultura architettonica in quanto momento di riflessione urbana sul ruolo dell’istituzione ed il suo legame con la crescita della città. Il lavoro si concentra su due realtà, entrambe pienamente operanti dopo la Seconda Guerra Mondiale, indici della sintesi teorica tra le esperienze artistiche e progettuali: l’influenza della rivoluzione teatrale all’inizio del secolo ed il ruolo delle occasioni di concorso nella storia dell’architettura italiana. Nonostante la letteratura abbia prodotto una precisa visione del concorso, l’evento manca ancora di una completa lettura storiografica cosi come di una descrizione precisa degli eventi e dei progetti prodotti per l’occasione. La fase di ricerca ha riguardato il reperimento delle fonti storiche conservate in archivi pubblici e privati, cosi come della stampa specialistica, e non, al fine di produrre una considerazione critica sul concorso. La tesi si articola in quattro parti principali. La prima, cronologica, esamina lo sviluppo della vicenda sottolineando alcuni aspetti chiave: il significato del bando di concorso, il ruolo della giuria, i criteri di valutazione, le conseguenze e l’eredità della vicenda. Questi aspetti, spesso dibattuti in letteratura, sono posti sullo sfondo generale degli anni della ricostruzione italiana. La seconda parte riguarda i progetti presentati al concorso. Degli otto progetti finalisti rinvenuti, per lo più ignoti, si analizzano i tratti fondamentali. Tra gli autori di queste esperienze troviamo significativi nomi del panorama architettonico come Maurizio Sacripanti, Paolo Portoghesi, Carlo Mollino, Francesco Palpacelli e Sergio Musmeci. Completata l’analisi, le esperienze vengono messe a sistema per proporre una comparazione sulla base di atteggiamenti comuni. La terza parte analizza in maniera più puntuale l’eredità del concorso ed il rilievo che assume ad oggi per la storia controfattuale italiana. Il progetto secondo classificato, di Maurizio Sacripanti, gode infatti di una straordinaria fortuna critica nell’immaginazione architettonica degli anni sessanta ed è, a tutti gli effetti, più celebre del vincitore del concorso. Questa condizione è dovuta parzialmente al supporto critico che ottenne da parte di esponenti come Bruno Zevi e Manfredo Tafuri, i quali seguirono con attenzione la vicenda. Al fine di comprenderne maggiormente il significato al di là di considerazioni tecniche e formali facilmente identificabili, la tesi propone un’analisi al tempo stessa filologico e allegorica per delineare la dimensione mitica dell’esperienza, legata a numerose pratica in campo teatrale e sociale agenti in tutta Europa. Vengono considerate la rivoluzione artistica, le eredità del Movimento Moderno e le strategie socio-politiche messe in pratica da ogni stato anche con l’ausilio degli architetti. La parte conclusiva riflette sul significato di simili esperienze per la pratica architettonica della seconda metà del novecento. Queste occasioni mancate dell’architettura disegnata sono parti essenziali della nostra storia ed indicano il progressivo allontanamento, le crescenti difficoltà professionali e la finale dipartita dalla sfera realizzativa di una parte di quegli architetti internazionalmente apprezzati tra gli anni cinquanta e sessanta. Partendo dalle aspirazioni dell’Italia del boom economico, illustrate dalle parole di Guido Piovene nel 1956, il quarto capitolo riguarda quel futuro che non è stato, o è stato in modo diverso.

Relatori: Sergio Pace
Anno accademico: 2017/18
Tipo di pubblicazione: Elettronica
Numero di pagine: 268
Soggetti:
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città
Classe di laurea: Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-04 - ARCHITETTURA E INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/7830
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