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Architetture dimenticate: la proposta di recupero per l'ex macello comunale di Novara

Giulia Rosati

Architetture dimenticate: la proposta di recupero per l'ex macello comunale di Novara.

Rel. Manuela Mattone, Pia Davico. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città, 2016

Abstract:

INTRODUZIONE

La tesi nasce dal desiderio di approfondire il tema della salvaguardia e del recupero del patrimonio industriale dismesso. Fin da subito si è voluta focalizzare l'attenzione su di un edificio che avesse una valenza precisa nell'ambito del suo territorio e che fosse al centro di potenziali trasformazioni. La scelta del tema da trattare si è rivelata ostica e non immediata, per questo motivo ho deciso di rivolgermi a qualcuno che si occupasse attivamente di architettura e territorio. Cercando fra le sezioni che fossero più attive nella Regione Piemonte e che promuovessero iniziative di sensibilizzazione nei confronti del patrimonio dimesso, ho individuato il Fondo Ambiente Italiano (FAI). Essa è infatti, una fondazione istituita nel 1975 con lo scopo di agire, senza scopo di lucro, per la tutela, la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico e naturale italiano attraverso il restauro e l'apertura al pubblico dei beni storici, artistici o naturalistici. Ho ricevuto l'aiuto del Presidente della Sezione di Novara, Eugenio Bonzanini, che, con grande disponibilità, mi ha inviato un interessantissimo opuscolo da loro pubblicato nel 2014 e chiamato "Architetture Dimenticate". Questa raccolta di architetture dismesse, più o meno recenti, più o meno di pregio architettonico, è stata la base di partenza per l'individuazione del tema della tesi; le opzioni erano veramente molte e tutte molto interessanti, e la scelta è ricaduta sull'ex Macello Comunale di Novara.

Il lavoro è stato organizzato per fasi successive che mi hanno fatta avvicinare sempre di più al tema specifico e mi hanno permesso di acquisire tutti gli elementi e le conoscenze necessarie ad avanzare la proposta di recupero. La tesi comincia con un primo capitolo introduttivo in cui vengono presentati i caratteri generici della tipologia di edifici a cui appartiene il tema di approfondimento, soffermandosi su alcuni esempi di macelli pubblici, italiani e stranieri, che sono già stati sottoposti a interventi che ne hanno consentito il riuso e ora offrono le loro architetture alla fruizione pubblica.

successivi tre capitoli rappresentano il processo di focus sul tema progettuale e si soffermano sui temi della conoscenza, del restauro e della rifunzionalizzazione; la scelta di organizzazione il lavoro secondo questa metodologia è stata compiuta nell'ottica di rendere l'iter progettuale un processo di natura razionale, riconosciuto dai professionisti che operano in questo campo.

Il secondo capitolo è tutto incentrato sulla conoscenza non solo del manufatto architettonico e delle sue caratteristiche materiali, strutturali e formali, ma anche del suo rapporto con il contesto urbano in cui è collocato, con cui ha intessuto nel corso del tempo rapporti che sono poi mutati con il cambiamento della forma urbana della città. Viene quindi tracciato un inquadramento storico-territoriale in cui è riportata in maniera sintetica la storia della città, legata ad alcune sue importanti architetture, e successivamente si passa alla conoscenza approfondita del complesso dell'ex Macello, di cui viene riportata la storia, le trasformazioni e l'attuale stato di conservazione dei diversi edifici che lo compongono. Infine viene presentato il rilievo dei due edifici individuati come tema ultimo di progetto, insieme ad una breve spiegazione teorica delle metodologie e degli strumenti usati per eseguire il rilievo stesso. Il secondo capitolo si conclude con l'analisi architettonica degli edifici rilevati, approfondendone la consistenza materica, le tecniche costruttive e gli interventi subiti nel corso del tempo.

Il terzo capitolo è interamente dedicato all'analisi dei degradi e dei dissesti che interessano l'edificio rilevato e che in generale si ritiene siano quelli più diffusi nel complesso dell'ex Macello, così da poter fornire una spiegazione dettagliata che possa essere utilizzata come base per conoscere le problematiche attualmente presenti e per orientare gli eventuali futuri interventi conservativi.

Il quarto e ultimo capitolo raccoglie la proposta di riuso del complesso, ragionata a partire dalle attuali disposizioni del Piano Regolatore Generale della città di Novara entro cui la proposta, in parte, si inquadra e dalle suggestioni derivate dall'osservazione degli edifici già trasformati, riportati nel primo capitolo; vengono invece prese le distanze dalle scelte fatte in passato dall'amministrazione circa le potenziali funzioni da insediare, cercando di proporre una soluzione innovativa.

Relatori: Manuela Mattone, Pia Davico
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: A Architettura > AO Progettazione
A Architettura > AP Rilievo architettonico
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città
Classe di laurea: Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-04 - ARCHITETTURA E INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/5012
Capitoli:

INDICE

0.INTRODUZIONE

1.FRAMMENTI DEL PATRIMONIO INDUSTRIALE: I MACELLI

1.1.I MACELLI NELLA STORIA

1.1.1.Collocazione nell'ambito urbano

1.1.2.I principali modelli di riferimento

1.1.3.Gli elementi costitutivi del macello

1.2.INTERVENTI DI RECUPERO IN ITALIA E ALL'ESTERO

1.2.1.Torino

1.2.2.Milano

1.2.3.Vercelli.

1.2.4.Alessandria

1.2.5.Padova

1.2.6.Venezia

1.2.7.Bologna

1.2.8.Roma

1.2.9.Madrid

1.2.10.Parigi

2.FASE DELLA CONOSCENZA

2.1.ANALISI STORICO-TERRITORIALE DEL CONTESTO

2.1.1.Le origini di "Novara "

2.1.2.Dal comune al marchesato

2.1.3.L'Ottocento periodo di grandi trasformazioni urbanistiche

2.1.4.La vita fuori dai bastioni: il quartiere di Porta Mortara

2.1.5.Porta Mortara oggi: fotografia di un quartiere statico

2.2.IL MACELLO CIVICO DI NOVARA

2.2.1.L'impianto planimetrico originario

2.2.2.Trasformazioni e interventi

2.2.2.3.Relazione descrittiva dei fabbricati allo stato attuale :

2.3.IL RILIEVO ARCHITETTONICO

2.3.1.Obiettivi, metodi e strumenti del rilievo

2.3.2.II rilievo planimetrico del contesto

2.3.3.II rilievo dei manufatti architettonici: la pianta e la sezione

2.3.4.II rilievo dei manufatti architettonici con il metodo del raddrizzamento fotografico RDF: i prospetti

2.4.ANALISI ARCHITETTONICA DELL'EX EDIFICIO DIREZIONE, UFFICI E ALLOGGI

2.4.1.Gli accessi, i percorsi, i collegamenti verticali e la distribuzione interna

2.4.2.Le strutture portanti verticali, orizzontali e la copertura

2.4.3.Le finiture interne: la pavimentazione e gli infissi

2.4.4.Lo studio della facciata principale

3.FASE DEL RESTAURO

3.1.ANALISI DEI DIFETTI

3.1.1.Cause naturali estrinseche

3.1.2.Cause antropiche intrinseche

3.1.3.Cause antropiche estrinseche

3.2.INDIVIDUAZIONE DEGLI INTERVENTI DI RESTAURO

3.2.1.L'eliminazione dei degradi dai materiali

3.3.SCHEDATURE DEI DEGRADI

4. FASE DEL PROGETTO

4.1.VINCOLI E OBIETTIVI DEL PROGETTO

4.1.1.Le disposizioni del Piano Regolatore Generale

4.1.2.Criticità e potenzialità dell'area

4.2.LA PROPOSTA DI RIFUNZIONALIZZAZIONE

4.2.1.La sede per il nuovo Polo Energetico e Ambientale

BIBLIOGRAFIA

ALLEGATI

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www.veveri.it

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