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Travesìa, deriva : approfondimento teorico e riappropriazione delle esperienze di studio vissute all'estero

Alessandra Elia

Travesìa, deriva : approfondimento teorico e riappropriazione delle esperienze di studio vissute all'estero.

Rel. Silvia Gron. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio, 2016

Abstract:

INTRODUZIONE

Il tema del viaggio è un archetipo universale che da sempre ha affascinato e ispirato artisti e poeti. È un motivo complesso e ricco di mille sfaccettature, in grado di rispecchiare il cammino dell'uomo, non soltanto alla scoperta del mondo, ma anche di se stesso. In questo senso il significato del termine 'viaggio' inteso come "l'andare da un luogo ad un altro luogo"' perde la sua accezione puramente materiale e si trasforma in un'avventura che coinvolge sia la sfera fisica che quella intellettuale. A contatto con nuove esperienze, in maniera più o meno conscia, modifichiamo radicalmente noi sfessi e la visione di ciò che ci circonda. È allora che il viaggio spesso finisce per prescindere dalla meta, reale o intellettuale, che ci si era prefissati e che necessariamente gli è connaturata, per acquisire un nuovo e fortissimo valore intrinseco: il suo significato di scoperta.

Questo lavoro si basa sulla mia esperienza di viaggio: un viaggio che è dunque innanzitutto fisico e che, nell'arco degli ultimi 3 anni, mi ha portato a vivere e studiare nella città di Granada prima e in quella di Valparaíso poi. Ma anche un viaggio intellettuale, inteso come percorso formativo e di crescita, attraverso esperienze che hanno fortemente influenzato la mia educazione come futuro architetto. Nel 2013, durante il mio soggiorno di un anno a Granada, presso la ETSA, facoltà di Architettura della Università di Granada (UGR), ho avuto l'opportunità di partecipare al Taller de Proyecto. Parte fondamentale del programma del corso nel secondo semestre era la deriva, un viaggio che ci ha portati presso il litorale di Tetuan, sulla costa marocchina. Dopo un anno trascorso nuovamente presso il Politecnico di Torino, nel 2015 mi sono trasferita a Valparaíso, dove ho studiato presso EAD, Scuola di Architettura e Disegno della Ponimela Universidad Calolica (PUCV). In questo frangente ha avuto modo di prendere parte a una travesía, viaggio organizzato da professori e studenti della facoltà di Architettura aHInterno del Taller Arquitectónico, con destinazione la località di Itapua, vicino a Porto Aiegre, in Brasile.

Entrambi questi esercizi sono stati una sorta di Viaggio nel viaggio, un ulteriore allontanamento dalle abitudini e certezze fino ad allora acquisite, e non solo hanno apportato un grande arricchimento al mio bagaglio di esperienza personale, ma mi hanno anche permesso di maturare nuove e interessanti abilità nell'ambito architettonico e di avvicinamento al territorio. In ambo i casi il viaggio era Infatti strettamente legato all'approccio didattico e alla possibilità di scoprire ed entrare in contatto con un territorio e con la sua cultura vivendolo e interagendo con i suoi abitanti. Sia la deriva in Marocco, sia la travesta in Brasile sono state una interessante finestra su un modo di rapportarsi al 'fare architettura' molto differente da quello normalmente proposto durante il mio corso di studi presso il Politecnico.

Non è stato facile per me, soprattutto in un primo momento, abbandonare la rassicurante visione scientifica dell'architettura alla quale ero abituata per avvicinarmi a metodi didattici che mettono il singolo individuo e le sue sensazioni e percezioni alla base dell'interpretazione della realtà. La sovversione di molte di quelle regole che avevo sempre dato per scontato fossero alla base dell'architettura, ha suscitato in me ben più di una perplessità e inizialmente ho affrontato con scetticismo alcune delle proposte didattiche delle due Scuole straniere che, per quanto molto affascinanti, mi sembrava potessero avere ben pochi risvolti pratici sulla mia formazione.

Tonata a Torino e avvicinandomi alla conclusione dei miei studi, mi sono resa conto di quanto in realtà le mie esperienze all'estero avessero influito sul mio modo di approcciarmi all'architettura e al suo progetto, intesi qui nell'accezione più ampia del termine e volendo includervi dunque anche l'uomo e le sue relazioni con il territorio. Rimaneva tuttavia difficile razionalizzare tali esperienze e inserirle all'interno del mio percorso formativo di stampo più 'tradizionale'. È dunque sorta in me la curiosità di approfondire le origini di travesta e deriva che, prima di essere metodi didattici, sono entrambe sottese da una forte componente teorica e filosofica che affonda le proprie radici in contesti storici, politici e sociali peculiari e molto differenti tra loro.

La ricerca teorica e la riflessione personale portate avanti nei primi due capitoli di questa tesi mi hanno spinto infine a riportare l'attenzione sui luoghi della mia quotidianità. Con il proposito di sperimentare in maniera diretta e sul campo se vi fosse la possibilità di riscattare alcuni aspetti delle esperienze di deriva e travesta, metto in atto una nuova sperimentazione individuale, incentrata sulla narrazione e l'analisi soggettiva degli spazi urbani che, muovendo i passi a partire dagli episodi vissuti, non li riproduce integralmente, ma cerca di mantenere un certo rigore analitico.

Si propone così un nuovo "viaggio" alla riscoperta di Torino, un percorso che attraverso la città per riappropriarsi di quelle immagini urbane, di quei luoghi della città normalmente considerati "anonimi" e privi dì potenziale e che fendono a non essere presi in considerazione. Anche grazie alla sensibilità acquisita venendo a contatto con nuove realtà e ambienti di studio, si dà vita a una narrazione avente come strumenti il disegno e la parola, con l'intenzione di riscattare, attraverso uno sguardo coinvolto in prima persona nel contesto, un'identità latente di questi luoghi, proponendone una rinnovata abitabilità. Si decide infine di condividere questo nuovo punto di vista, lasciando un segno fisico, seppur effimero, nella città stessa.

Relatori: Silvia Gron
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: A Architettura > AP Rilievo architettonico
G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GD Estero
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio
Classe di laurea: Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-04 - ARCHITETTURA E INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/4883
Capitoli:

INDICE

INTRODUZIONE

1.SULLA SCUOLA DI VALPARAISO E LA TRAVESIA

1.1.La Scuola di Valparaiso

1.2.La Reoriginaciòn Universitaria

1.3.La Ciudad Abierta

1.4. La Palabra Poètica

1.5 La Observaciòn, l'Acro, la Forma

1.6..Le proto-travesìas

1.7.La travesía come metodo didattico

1.8.La mia esperienza di travesía - Scheda critica

2.SULLA INTERNAZIONALE SITUAZIONISTA E LA DERIVA

2.1.L'Internazionale Situazionista

2.2.La "critica della vira quotidiana" e il "superamento dell'arte"

2.3.L'Urbanisme Unitaire

2.4.La deriva situazionista

2.5.La deriva come metodo didattico

2.6.La mia esperienza di deriva - Scheda critica

3.ATTRAVERSARE LA CITTA'

3.1.Note su ciò che cerco - Il percorso

3.2.Sviluppare il proprio sguardo – I pieni, I vuoti

3.3.Perchè camminare

3.4.II problema della rappresentazione - Camminare osservando

3.5.Cosa osservare p- 132

3.5.1.Una giornata in piazza Valdo Fusi

3.5.2.Una giornata in via S. Francesco da Paola 3.5.3.Una giornata in corso Marconi

3.6.Lasciare il segno

3.6.1.Un nuovo modo di abitare per piazza Valdo Fusi

3.6.2.Un nuovo modo di abitare per via S.Francesco da Paola

3.6.3.Un nuovo modo di abitare per corso Marconi

3.7.Stick-it!

3.8. Sulla Scuola di Valparaiso e la Travesìa Sulla Internazionale Situazionista e la Deriva

At-traversare la città

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