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Conoscenza e conservazione del campanile del complesso di San Domenico a Casale Monferrato

Greta Mantilaro

Conoscenza e conservazione del campanile del complesso di San Domenico a Casale Monferrato.

Rel. Monica Naretto. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio, 2016

Abstract:

PREMESSA

Questa tipologia di tesi ha rappresentato per me una sfida, per la prima volta mi sono trovata a fronteggiare il rilievo di una costruzione massiva, sola di fronte all'imponenza e alla magnificenza del campanile di San Domenico.

Il mio percorso universitario al Politecnico di Torino è iniziato con l'iscrizione ad Architettura per il progetto, per poi cambiare indirizzo per la magistrale, seguendo la mia inclinazione verso la storia, la fascinazione che gli edifici antichi hanno sempre suscitato in me. Per questo motivo però, non ero ancora in grado di padroneggiare perfettamente le tecniche di rilievo diretto che le dimensioni e la geometria del manufatto imponevano. È stata così una scoperta, un approccio reale, un "toccare con mano" il manufatto e doverlo trasporre su carta, capirne le fasi storiche, la morfologia e i dissesti. Il lavoro si è diviso in fasi, una prima di conoscenza della fabbrica e del complesso di San Domenico, è stato importante anche capire il contesto in cui esso si colloca, le fasi storiche e politiche della città di Casale Monferrato, il succedersi delle diverse dinastie e la presenza e il ruolo degli ordini monastici in loco nel tempo per poi passare alla storia delle trasformazioni che il complesso ha subito a livello architettonico, dalla sua fondazione fino ai giorni nostri; la seconda fase è stata quella del rilievo geometrico vero e proprio, composta da numerosi sopralluoghi, volti ad affinare sempre di più il dettaglio del disegno, fino alla diagnostica dello stato di conservazione; una terza fase infine è stata quella di documentazione critica sulle tecniche di restauro e conservazione che potessero essere più consone e meglio adattarsi alle caratteristiche del caso specifico del campanile di San Domenico.

Relatori: Monica Naretto
Tipo di pubblicazione: A stampa
Numero di pagine: 116
Soggetti: A Architettura > AE Edifici e attrezzature per il culto
A Architettura > AS Storia dell'Architettura
R Restauro > RA Restauro Artchitettonico
R Restauro > RD Tecniche del restauro
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio
Classe di laurea: Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-04 - ARCHITETTURA E INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/4882
Capitoli:

1.PREMESSA

2. IL CONTESTO NEL SUO SVILUPPO STORICO

2.1. La città e il Marchesato del Monferrato

2.1.1. Casale Capitale del Marchesato Paleologo nel XV secolo

2.1.2. Casale come avamposto del Ducato di Mantova, le vicende dei secoli XVI e XVII: il micro-stato

2.1.3. Il primo periodo Sabaudo, il governo francese di Napoleone, la Restaurazione.

2.1.4. Il Novecento e la prima industrializzazione

2.2 Il complesso architettonico della chiesa e del convento Domenicano

2.2.1. La fondazione del Complesso Domenicano da parte di Guglielmo Vili Paleologo e l'impianto originario

2.2.2. Il completamento del complesso ad opera dei successori di Guglielmo Vili e i lavori attraverso i secoli XVI e XVII.

2.2.3. Il Conte Ottavio Magnocavalli e i restauri del nel XVIII secolo

2.2.4. La ridefinizione funzionale dopo le soppressioni napoleoniche e l'istituzione della Parrocchia

2.2.5. Il restauro autorizzato da Alfredo D'Andrade tra il XIX e il XX secolo

2.2.6. I restauri del XX e XXI secolo

2.3. Regesto cronologico sulle fasi del complesso di San Domenico

3. IL RILIEVO ARCHITETTONICO E LA CONSISTENZA DEL CAMPANILE

3.1. Studio del caso

3.2. Il rilievo diretto: strumenti

3.3. Fasi operative

3.4. Allegati: libretto di campagna

4. LO STATO DI CONSERVAZIONE ATTUALE

4.1. Abaco dei degradi

5. PROPOSTA DI CONSERVAZIONE

5.1. Consolidamenti

5.1.1. Ricucitura delle murature mediante sostituzione parziale di materiale (scuci e cuci)

5.1.2. Risarcimento stilatura giunti di malta

5.1.3. Rincocciatura delle murature

5.1.4. Inserimento di catene

5.2. Puliture

5.2.1. Pulitura mediante spray di acqua a bassa pressione

5.2.2. Pulitura meccanica

5.2.3. Rimozione macroflora

5.2.4. Diserbo da piante superiori

5.3. Restauro delle componenti lignee

5.3.1. Pulitura meccanica manuale

5.3.2. Operazioni di integrazione materiali lignei

6. CONCLUSIONI

7. BIBLIOGRAFIA

Bibliografia:

G.M. Cervetti, Cronaca sagra cioè l'origine, i progressi e lo stato presente del convento di S. Domenico di Casale Monferrato della provincia di Lombardia dell'ordine dei predicatori per comando espresso del Padre Reverendissimo Fra Antonio Cloche Maestro Generale dell'Ordine, dall'archivio dello stesso convento e da relazioni giuste fedelmente raccolte e scritte con penna sincera da Fra Giovanni Maria Cervetti da Casale Domenicano, manoscritto, Archivio Domenicano, Chieri, 1706.

G.G. Saletta, Ducato del Monferrato descritto dal Segretario di stato Giacomo Giacinto Saletta in due volumi non compresa la provincia contenuta nel trattato di Cherasco, copia manoscritta, A.S.T., 1755, vol.l.

P.G. Cavalli, Descrizione dell'origine e fondazione del Convento di S. Domenico di Casale Monferrato, di Fra Pio Guglielmo Cavalli dell'ordine dei Predicatori, Maestro di S. Teologia, Confessore ordinario dell'insigne Monastero di S. Bartolomeo dell'ordine di S. Agostino Teologo e consultore dell'lii.mo e Rev. mo Mons. Ignazio della Chiesa, copia manoscritta ricopiata per l'archivio di S. Domenico nell'anno dal Sacerdote Oreste Ghigo, archivio di S. Domenico, Casale Monferrato, 1892.

M. Damarco, Guglielmo I Paleologo (Marchese di Monferrato 1420-83), Rivista di Storia, Arte e Archeologia della Provincia di Alessandria, 1933, Quad.lll-IV, pag.532, "Il Monferrato, che ora è ristretto alla regione collinosa tra Asti e Casale, al tempo dei Paleologi era molto più vasto. Comprendeva: i territori di Casale, Asti e Valenza formanti il basso Monferrato; i’territori di Mondovì, Alba e Acqui che formavano l'alto Monferrato. Questa regione, per l'ottima posizione geografica, nella sua

maggiore espansione si spingeva fino al mare col possesso di Savona, era ardentemente agoniata dai Savoia e dai Visconti che avrebbero avuto, col possesso di tali terre, facile adito al porto di Genova. Il Monferrato riesce a mantenersi indipendente appofittando ora dell'appoggio dei visconti contro i Savoia, ora di quello dei Savoia contro i Visconti."

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G.De Conti, Ritratto della città di Casale monferrato, Rotary Club di Casale Monferrato, Casale Monferrato, 1966.

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SITOGRAFIA

www.iuav.it

http://operaduomofirenze.it

https://www.unirc.it

www.ordineingegneri.it

TESI DI LAUREA

C. Colli, Il chiostro di San Domenico a Casale Monferrato, Politecnico di Torino, 2006.

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