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Reintegrazione e restauro: dibattito aperto, i luoghi della conservazione

Daria Barra

Reintegrazione e restauro: dibattito aperto, i luoghi della conservazione.

Rel. Agostino Magnaghi. Politecnico di Torino, Corso di laurea in Architettura, 2006

Abstract:

Restituire la "vita" ad un edificio: questo il concetto ispiratore della mia tesi di laurea. In particolare il mio studio si inserisce in un discorso di riscoperta e di valorizzazione di ciò che è stato "costruito" in passato e che è necessario conservare e trasmettere al futuro. Ciò è possibile reinserendo nuove funzioni vitali nel corpo di un fabbricato, altrimenti destinato a spegnersi in un progressivo invecchiamento.

Due gli edifici presi in considerazione nell'ambito della mia tesi: la "Ca 'dia tur" e il mulino, entrambi collocati nel comune Venasca.

Uno studio preliminare sulla storia e sull'evoluzione del borgo antico del paese, di cui gli edifici oggetto di studio fanno parte è stato seguito dallo studio della Ca 'dia Tur, nel tentativo di restituirgli la propria identità, per evitare di pensare ad un riuso non idoneo rispetto al suo passato e alla sua struttura. La mia proposta di reinserire nuove funzioni vitali al suo interno si è concretizzata nella realizzazione di un centro culturale - museo della memoria, che tenga in considerazione il passato e le caratteristiche dell'edificio e lo faccia rivivere, facendolo diventare il perno attorno al quale graviti l'intera attività culturale del paese, non isolandosi, ma integrandosi come struttura fruibile dal pubblico. Un "museo tra reale e virtuale" che metta a disposizione il suo sapere alla comunità in modi diversi: un luogo di esposizioni, di attività e di studio; un centro di coordinazione e di interrelazione fra i musei esistenti; ma anche un museo esteso al territorio, luogo di collaborazione tra i cittadini nella realizzazione di progetti e iniziative di riscoperta e salvaguardia della memoria e delle tradizioni. Una proposta di progetto da me presa in considerazione ha come oggetto la conservazione del mulino di Venasca: un modo fra i tanti possibili per mantenere in vita e per attribuire l'importanza e la considerazione dovute a questo edificio, un tempo luogo di lavoro, di cui oggi restano poche tracce, potrebbe essere quello di inserirlo all'interno di un percorso ecomuseale "alla riscoperta dei mulini" in valle Varaita. Un discorso il mio che accenna a diversi argomenti lasciandoli aperti a possibili sviluppi e considerazioni ulteriori, nella previsione di interventi sempre più consapevoli nel rispetto e nella conservazione di "ciò che è stato".

Relatori: Agostino Magnaghi
Tipo di pubblicazione: A stampa
Numero di pagine: 255
Parole chiave: restauro - conservazione
Soggetti: R Restauro > RD Tecniche del restauro
R Restauro > RA Restauro Artchitettonico
Corso di laurea: Corso di laurea in Architettura
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/469
Capitoli:

PREFAZIONE. La morte di un edificio INTRODUZIONE. Obiettivi, metodi, conclusioni

PARTE I : LA CONSERVAZIONE

1. IL PROGETTO DI CONSERVAZIONE DEL COSTRUITO

1.1 La conoscenza

1.2 II restauro

1.3 La rifunzionalizzazione

2. IL PROGETTO DI CONSERVAZIONE DELLA " Ca 'dia Tur"

PARTE 2: LA CONOSCENZA. La "Ca dla Tur" e contesto storico-urbanistico

1. VICENDE STORICHE DI VENASCA DALLE ORIGINI AL SECOLO XIX

1.1 Venasca alle sue origini

1.2 L'occupazione romana

1.3 Le invasioni barbariche, i longobardi, i carolingi

1.4 Gli antichi signori di Venasca

1.5 Venasca feudo del marchesato di Saluzzo

1.6 I Porporato signori di Venasca

1.7 Gli ultimi secoli fino ai giorni nostri

2. VENASCA DAL PUNTO DI VISTA ECONOMICO

2.1 La vocazione commerciale

2.2 La popolazione

3. TRASFORMAZIONI URBANISTICHE E ARCHITETTONICHE DI VENASCA DALLE ORIGINI AI GIORNI NOSTRI

3.1 La collocazione del paese

3.2 La posizione del paese rispetto alle vie di comunicazione

3.3 Rilievo fotografico del paese

3.4 Analisi della documentazione storico-archivistica

3.4.1 I libri catastali sei-settecenteschi

3.4.2 La mappa catastale

3.4.3 II Piano Regolatore Generale Comunale

3.4.4 I disegni di Clemente Rovere

3.4.5 Gli Statuti

3.4.6 Documenti d'archivio

3.5 Trasformazioniurbanistiche: dall'impianto medievale alla configurazione attuale.Ipotesi e supposizioni

3.5.1 Il primitivo insediamento

3.5.2 Dal secolo XI alla metà del secolo XIV

3.5.3 Dal secolo XV alla metà del secolo XVIII

3.5.4 Dalla metà del secolo XVIII al secolo XX

3.5.5 Dal secolo XX al secolo XXI

3.6 Regesto storico-urbanistico

4. LA"Ca'dla Tur"

4.1 II rilievo grafico (scala I : I00)

4.2 II rilievo fotografico

4.3 I documenti d'archivio

4.3.1 L'opera grafica di Clemente Rovere

4.3.2 Le Insinuazioni

4.3.3 II documento di vincolo

4.4 Descrizione dello stato di fatto 4.4.1 L'edificio e il suo contesto

4.4.2 Stato di consistenza del costruito

4.4.3 Particolari architettonici e ornamentali

4.4.4 Stato di conservazione

4.5 Le trasformazioni della "Ca'dla Tur" nei secoli

4.5.1 Ipotesi di ricostruzione delle fasi edilizie

4.5.2 Destinazione originaria e altri usi storici

4.5.3 Sintesi delle ipotesi di datazione e delle fasi edilizie della "Ca'dla Tur"

PARTE 3: LA RIFUNZIONALIZZAZIONE

1. UN PATRIMONIO DA VALORIZZARE

1.1 La valle Varaita: un viaggio attraverso la stona, l'arte, le tradizioni

2. L'IDEA PROGETTUALE

2.1 Le nuove destinazioni d'uso della "Ca 'dla Tur": il centro culturale - museo della memoria

2.2 Un museo tra reale e virtuale

2.3 L'ecomuseo: una realtà viva

2.2.1 Viaggio negli ecomusei del Piemonte

2.2.2 Un percorso ecomuseale in valle Varaita "alla riscoperta dei mulini"

3. L'INTERVENTO

3.1 Modifiche previste per la "Ca 'dla Tur"

3.2 La localizzazione delle diverse funzioni previste per il museo

3.3 La progettazione della torre-ascensore

CONCLUSIONI BIBLIOGRAFIA

Bibliografia:

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SITI

www.metortonovo.it/itinerarioborghi.html

ww.provincia.terni.it/ecomuseo

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