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L'utilizzo di piattaforme collaborative in progetti di rigenerazione urbana : il progetto di Crowdmapping Mirafiori Sud

Giulia Proietti

L'utilizzo di piattaforme collaborative in progetti di rigenerazione urbana : il progetto di Crowdmapping Mirafiori Sud.

Rel. Francesca De Filippi, Cristina Coscia. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile, 2015

Abstract:

INTRODUZIONE

Il mio progetto di tesi si inserisce in un ambito di ricerca che si sta diffondendo e sviluppando a livello mondiale: l’utilizzo delle piattaforme collaborative in generale e, più in particolare, nella progettazione urbana.

Questo processo è conosciuto come Crowdmapping (termine che sarà soggetto del primo capitolo) che ha tra gli obiettivi l’interazione tra tecnologia, cittadini ed istituzioni.

Il punto di partenza di questo processo collaborativo è un elemento alla portata di tutti: l’uso delle reti. Le possibilità di interconnessione stanno innescando nuove dinamiche collaborative, dal basso, e l’uso dei social network ne hanno sicuramente giovato la diffusione.

Grazie infatti al quantitativo enorme di dati che le nuove tecnologie riescono a raccogliere, si è in grado di analizzare ed affrontare le sfide che le città del presente e del futuro ci mettono di fronte.

In Gran Bretagna si sono posti una domanda: è possibile far sì che i confini indicati dai governi rispettino i modi più naturali con cui le persone interagiscono attraverso lo spazio?

Carlo Ratti è convinto che si possa, così a Roma ha tracciato gli spostamenti urbani utilizzando le reti cellulari, a Guadalajara sta dando vita ad un quartiere con cortili-interfaccia tra spazio fisico e digitale, ha ridisegnato la Gran Bretagna studiando migliaia di singole interazioni desunte dal database delle telecomunicazioni ...”non sono un appassionato di tecnologia” dice “ma di persone. La tecnologia ci aiuta a mettere in relazione cose lontanissime fino a ieri e che oggi generano un sapere tutto nuovo.[...]è una nuova geografia, in certi casi simile ed in certi casi no rispetto a quella politica, costruita sul modo in cui le persone comunicano ”.

Le città si svincolano così dai confini prettamente geografici e possono dare forma a reti create con l'invio di un’e-mail, una telefonata, un messaggio. Ogni connessione può così essere studiata e rappresentata su una mappa visiva. Visto attraverso la lente dei social network, le città non sono entità indipendenti e circoscritte, ma sono parti di strati di interazione legate insieme dal gioco di legami fisici, culturali, economici e sociali.

Le tecnologie diventano dunque strumenti utili per capire i bisogni della popolazione e coinvolgerla in processi di riqualificazione territoriale e più in particolare urbana; ogni mappa dunque potrebbe “prendere vita” e rispondere ad ogni richiesta che le viene fatta.

In “Innovations in Collaborative Urban Regeneration” viene osservato come le innovazioni tecnologiche riguardanti la generazione collaborativa urbana avvicini i diversi attori che operano direttamente ed indirettamente sul territorio: nell’organizzazione tradizionale” della progettazione solo i government gestiscono l’urban planning system, mentre i resident e i market non possono averne accesso, il cambiamento del ruolo del sistema di pianificazione urbana con l’accesso aperto e la possibilità di utilizzo da parte della popolazione di questi strumenti, metterebbe tutti in comunicazione poiché tutti avrebbero gli stessi accessi e quindi ci si potrebbe interfacciare vicendevolmente.

Questo processo avvicina dunque la popolazione all’amministrazione e ne diventa parte attiva, responsabile e partecipe dei cambiamenti del territorio.

Riflessioni e ricerche in questo ambito sono innumerevoli e sono al centro del dibattito internazionale. A livello europeo, infatti, ci sono molti bandi di concorso con tematiche in cui rientrano le tecnologie legate allo sviluppo urbano, alla riqualificazione del territorio e tantissimi altri ambiti sempre concernenti l’utilizzo degli strumenti tecnologici e il coinvolgimento della popolazione (crowd).

Ad esempio, il tema della collaborazione digitale a livello europeo viene introdotto per la prima volta nelle politiche a favore dell’innovazione scientifica con il 6° programma Quadro di Ricerca (2002-2006). Nel sesto programma è presente una priorità definita Information Society Technologies (IST) che mira a indagare i confini della collaborazione digitale e a verificarne l’utilità, dando vita a una serie di progetti nel settore della e-collaboration.

Il bando di concorso che il progetto oggetto della mia tesi ha vinto è inserito in un programma del 2007-2013 che premiava chi avrebbe rafforzato i meccanismi di cooperazione tra gli stakeholder - scienziati, utenti finali, società civile, amministrazioni pubbliche e aziende - che operano nell’ambito di un sano e attivo invecchiamento per promuovere una visione positiva dell’avanzare degli anni e avrebbe proposto inoltre lo scopo di aumentare la competitività e la crescita dell’Unione europea mediante ricerca e prodotti innovativi a vantaggio di una vita migliore.

A livello regionale, la Regione Piemonte organizza ogni anno il Piemonte Visual Contest il quale intende incentivare lo sviluppo e l’utilizzo di due importanti “strumenti”, quali OSM e il digitai storytelling, per promuovere la cultura open e il coinvolgimento dei cittadini nell’elaborazione di migliori politiche pubbliche. A Sua volta il Piemonte Visual Contest è arrivata nell’anno 2015 finalista al premio Smart Communities di Smau.

Così come negli esempi riportati, l’utilizzo del digitale può essere inserito in moltissimi ambiti ed essendo un tema ancora dibattuto, e in fase di ricerca, non vi è ancora tanto materiale letterario e regole definite in cui potersi inserire.

In questo quadro nasce e si sviluppa la mia tesi. La mia conoscenza di partenza riguardante questo tema non era delle più erudite ma che mi stava particolarmente a cuore poiché nella mia vita ho sempre lavorato volontariamente per il sociale e per la comunità e quando sono venuta a conoscenza che esisteva la possibilità di agire e poter cambiare il territorio dal basso anche con questi mezzi, ho voluto approfondire l'argomento e farlo diventare mio oggetto di tesi. Nonostante il tema sia molto ampio, e nuovo (c’è infatti poca letteratura a riguardo) ho cercato di definire -per quanto mi sia stato possibile- i contorni di uno dei possibili utilizzi delle innovazioni digitali e tecnologiche: il Crowdmapping, utilizzato nel mio caso per la riqualificazione del quartiere Mirafiori Sud di Torino.

In una realtà con un passato difficile che ha voglia di riscattarsi e migliorarsi, abbiamo provato ad utilizzare questo strumento in modo da avvicinare l’amministrazione ai cittadini (e viceversa) per collaborare insieme in un unico obiettivo.

Possono dunque tecnologia, cittadini ed istituzioni creare una mappa collaborativa per migliorare il proprio territorio di cui fanno parte? Quale percentuale di importanza hanno i 3 elementi all’interno del processo partecipativo? Quali sono gli elementi necessari affinché il progetto continui a sussistere e non “muoia” per mancanza di partecipazione? Che legame c’è tra le istituzioni e i cittadini? Vanno d’accordo questi due elementi? È un tipo di progettazione che si può definire sostenibile?

Queste sono le domande a cui cerco di rispondere nell’elaborato. In questa tesi ho cercato di dare delle risposte analizzando anche altri progetti e di altri ambiti di applicazione.

La prima parte dell’ elaborato presenta la tipologia progettuale del Crowdmapping spiegando e illustrandone le origini, di quali strumenti necessita, dove e in quali ambiti si sta sviluppando nel quadro internazionale;

la seconda parte invece scende più nel dettaglio del caso studio Crowdmapping Mirafiori Sud a cui ho potuto partecipare e prendere parte scontrandomi in prima persona con le difficoltà e tutti i dettagli importanti da non sottovalutare, entrando nelle dinamiche interne tra cittadini e pubblica amministrazione, cercando di immedesimarmi in ogni singolo possibile attore, futuro fruitore de progetto finito per non dimenticare nessun particolare da nessun punto di vista; la terza parte simula l’applicazione di una valutazione economica al progetto di Crowdmapping Mirafiori Sud e quindi più in generale di tutte le mappe partecipative che avranno il medesime scopo e modalità di utilizzo.

Relators: Francesca De Filippi, Cristina Coscia
Publication type: Printed
Subjects: A Architettura > AO Design
U Urbanistica > UK Pianificazione urbana
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile
Classe di laurea: UNSPECIFIED
Aziende collaboratrici: UNSPECIFIED
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/4264
Chapters:

RINGRAZIAMENTI

INTRODUZIONE

Capitolo 1 CROWDMAP: INTRODUZIONE LETTERARIA

3.1. Cos’è, come e quando nasce

3.2. Che informazioni possono contenere le crowdmap? E come possono essere utilizzate?

3.3. Cosa serve per realizzare una crowdmap?

3.4. Come sviluppare un progetto crowdmap

3.4.1. Come raccogliere dati

3.4.2. Quali sono i programmi più utilizzati per la creazione di una crowdmap

3.5. Quali progetti Crowdmap sono stati sviluppati sino ad oggi

Capitolo 2 MIRAFIORI SUD: PROGETTO DI CROWDMAPPING A TORINO

2.1. Mirafiori Sud: il quartiere che vuole rinascere

2.1.1. Il territorio

2.1.2. Le trasformazioni del quartiere

2.1.3. La popolazione

2.1.4. Fondazione della Comunità Mirafiori ONLUS

2.2. Crowdmapping Mirafiori Sud: Progetto pilota per un nuovo tipo di progettazione

2.2.1. Cos’è Crowdmapping Mirafiori Sud

2.2.2. Quando nasce

2.2.3. Chi sono i promotori

2.2.4. Chi sono i soggetti coinvolti

2.2.5. Quali sono state le tappe del progetto e le relative scadenze

2.2.6. Come funziona

2.2.7. Quali erano gli obiettivi preposti e quali sono stati raggiunti

2.3. Crowdmapping Mirafiori Sud: messa a regime del progetto

Capitolo 3 METODO DI VALUTAZIONE: COMMUNITY IMPACT ANALYSIS

3.6. Introduzione

3.7. Descrizione del progetto

3.7.1. Presentazione del processo generale in cui è inserito il piano

3.7.2. Struttura decisionale

3.7.3. Elementi del sistema

3.7.4. Individuazione dei gruppi di interesse

3.8. Analisi

3.8.1. Individuazione degli obiettivi e degli elementi del sistema

3.9. Valutazione qualitativa

3.9.1. Attribuzione degli effetti agli impatti e attribuzione ai diversi gruppi di interesse

3.9.2. Classificazione degli impatti

3.9.3. Attribuzione degli impatti sui diversi gruppi di interesse e sui relativi obiettivi specifici

3.9.4. Valutazione degli impatti

3.9.5. Rapporto di valutazioni: considerazioni conclusive

3.10. Verifica della sostenibilità della gestione

3.11. Conclusioni

CONCLUSIONI

GLOSSARIO

BIBLIOGRAFIA

SITOGRAFIA

Bibliography:

BIBLIOGRAFIA

Contin A., Paolini P., Salerno R., Innovative Technologies in Urban Mapping: Built Space and Mental Space, Springer, 2013

Gabellini P., Fare urbanistica. Esperienze, comunicazione, memoria. Carocci, Roma 2010 Garau C., Processi di Piano e Partecipazione, Gangemi Editore, 2013

Grillenzoni M., Grittani G., Estimo, teoria, procedure di valutazione, casi applicativi, Caderini, Bologna, 1994

Horita M., Koizumi H. (eds.), Innovations in Collaborative Urban Regeneration, Springer, 2009

Lichfield N., Community Impact Evaluation, UCL Press, London, 1996.

Lynch K., The image of the city.Massachussetts Institute of technology, it.ed. 2006

Magnaghi A., Scenari strategici. Visioni identitarie per il progetto di territorio, Alinea Editrice, Firenze 2007

Neuhaus F., Habitus and emergent spatio-temporal dimensions of the city, Springer, 2015 Parente C., Santamaria R., Sistemi Informativi Georiferiti, Giannini, Napoli 2004 Ratti C., Claudel M., architettura open source. Verso una progettazione aperta, Einaudi, 2014 Ratti C., Smart city, smart citizen. Meet the media guru, EGEA, 2013

SITOGRAFIA

http://docs.ushahidi.org/

http://www.healthmap.org

http://www.openstreetmap.org/stats/datastats.htm

http://irevolution.net

www.crowdmap.com

http://ec.europa.eu/

http://www.siforage.eu/

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