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Diagrammare i processi di trasformazione : il caso dei centri storici di Torino e Istanbul

Federica Puddu, Denise Vilardi

Diagrammare i processi di trasformazione : il caso dei centri storici di Torino e Istanbul.

Rel. Giovanni Durbiano, Davide Bardini. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città, 2015

Abstract:

INTRODUZIONE

Italia e Turchia, pur avendo entrambe una storia gloriosa alle spalle, hanno sviluppato nel corso degli ultimi secoli un diverso atteggiamento culturale rispetto alla conservazione fisica del proprio patrimonio storico-architettonico. L'Italia, nonostante le difficoltà ad accreditarsi in ambito scientifico internazionale, è considerata patria della cultura del restauro mentre la Turchia, soltanto da pochi anni, ha sviluppato un'attenzione specifica per la conservazione tanto da incentivare, complice una straordinaria condizione economica positiva, trasformazioni dei siti monumentali e tessuti urbani storici, con volumi di opere, di cosiddetto "restauro", di gran lunga maggiori rispetto all'Italia.

Partendo da quanto precedentemente affermato muoveremo le considerazioni per ampliare e dunque argomentare l'asimmetria della rilevanza scientifica e culturale del restauro tra i due paesi in oggetto: Italia e Turchia. È bene fin da principio esplicitare la natura della ricerche che non troverà il suo specifico nella teoria del restauro quanto nella riflessione sull'epistemologia dell'architettura come sovrastruttura sociale della cultura d'appartenenza.

Il lavoro quindi utilizza le differenti teorie del restauro, sviluppate nei due diversi contesti culturali, Italia e Turchia, nell'ambito più specifico del centro storico, al fine di valutare "sul campo" la teoria del progetto e di conseguenza la sua legittimazione sociale.

Da statistiche UNESCO , sul patrimonio mondiale culturale e naturale, emerge come la Turchia presenti sul proprio territorio nazionale 13 siti facente parte della lista sovrannazionale mentre sono ben 50 quelli presenti sul territorio italiano.

Da uno studio preliminare, ma comparato sulle politiche di conservazione e tutela dei beni culturali dei due paesi, si comprende chiaramente la diversità della linea d'approccio turca, che nonostante sia un paese in pieno sviluppo, ha in passato abbandonato e consentito la distruzione di buona parte dei suoi beni. Per comprendere il motivo di queste dinamiche abbiamo studiato lo sviluppo della pratica del restauro in entrambi i paesi e mostrato attraverso un'analisi, il più possibile documentale, il percorso culturale e legislativo che ha portato questi due paesi ad effettuare determinate scelte.

Date queste premesse, il primo capitolo approfondisce lo scenario culturale di entrambi i paesi in specifici momenti storici definendo, per quanto possibile, il contesto politico-sociale ed intellettuale caratterizzante. Abbiamo voluto analizzare i momenti significativi che hanno portato allo studio ed alla presa in considerazione della necessità di una cultura del restauro in determinati range temporali.

Il lasso di tempo scelto per la Turchia si inserisce tra la fine dell'impero Ottomano ad oggi: in questo spettro cronologico avvennero e continuano a verificarsi i più significativi cambiamenti politici del paese che determinarono una fioritura culturale ed una consapevolezza dei propri beni monumentali ed altresì una ferma volontà ad assicurarli ai posteri attraverso l'impostazione di una linea di restauro e mantenimento.

Per quanto riguarda l'Italia, la nostra analisi, comincia un ventennio più tardi, al tramonto della Seconda Guerra Mondiale che aveva tragicamente lasciato dietro di sé una lunga scia di distruzione ben tangibile e visibile ponendo una non semplice questione: la ricostruzione.

Tale scelta è stata presa per riuscire a creare un confronto temporale e teorico adeguato tra i paesi, focalizzandolo sulla presa in considerazione e ricostruzione di aree cittadine a carattere storico, che nella metà del XX secolo si trovavano in condizioni di avanzato degrado, fisico e sociale. Questo in Italia era principalmente causato dai vuoti lasciati dai bombardamenti e da una mancata elaborazione a livello normativo ed amministrativo di piani per la salvaguardia di quelle aree identificate come: «...gli insediamenti umani le cui strutture, unitarie o frammentarie, anche se parzialmente trasformate nel tempo, siano state costituite nel passato o, tra quelle successive, quelle eventuali aventi particolare valore di testimonianza storica o spiccate qualità urbanistiche o architettoniche».

In Turchia, che non fu coinvolta nei bombardamenti del conflitto mondiale, il decadimento era da imputare alla totale assenza di organi competenti e di atti legislativi indirizzati al sostentamento sociale ed urbano di zone che avevano costituito i primi nuclei cittadini e non rappresentavano più in quel momento i fulcri per uno sviluppo indirizzato ad una visione di città moderna e proiettata al futuro.

Da questo punto di partenza, abbiamo affrontato un percorso metodologico di catalogazione e analisi della produzione documentale, internazionale e dei due differenti stati, che col tempo ha definito la nozione di "conservazione", riguardante nello specifico la creazione fisica e sociale del concetto di centro storico.

Questa indagine porrà le basi per calarsi in due differenti realtà di evoluzione urbana di Italia e Turchia: il centro storico di Torino ed il suo Quadrilatero Romano, nello specifico l'area delle Porte Palatine, e la penisola storica del Corno D'oro di Istanbul con il quartiere di Suleymaniye. Il secondo capitolo consiste in una descrizione della storia legislativa fondamentale dei due paesi nell'ambito del mantenimento e del restauro dei beni monumentali e delle influenze documentali tra gli stessi e l'ambito internazionale al fine di comprendere le dinamiche culturali che guidano l'evoluzione della conservazione. Per rendere più agevole l'analisi, è stata redatta una tabella cronologica, dal 1869 ad oggi, dei principali documenti internazionali e nazionali, italiani e turchi, con il relativo contenuto.

Le elaborazioni dei primi due capitoli, che pongono le basi informative e documentali per l'analisi finalizzata alle possibili sovrapposizioni e influenze tra i due diversi contesti, vengono inserite in un grafico temporale che permette di porre a confronto immediato le diverse realtà, implementandolo ad ogni step della ricerca per mostrare complicazioni successive dello stesso sistema.

Il terzo capitolo si concentra sull'osservazione e sull'argomentazione delle micro-relazioni riscontrate all'interno dei documenti che, una volta inserite nel diagramma, ci hanno permesso di rendere noti i legami puntuali tra le diverse testimonianze. Sono stati individuati quindi i principi e le disposizioni fondamentali inserite in ogni carta e legislazione che furono utilizzate o meno per la stesura delle normative principali adoperate nella formazione dell'apparato legislativo caratterizzante il tema della conservazione per le tre realtà.

Questa analisi approfondita ci ha permesso di individuare i momenti in cui si rivolse maggiormente l'attenzione a diversi ambiti della conservazione, rappresentati nel diagramma attraverso fasce di diversi colori e lunghezza. Le diverse stringhe percorrono il diagramma orizzontalmente per tutte e tre le realtà, modificando la loro lunghezza in relazione all'attenzione che i documenti rivolgono ad un determinato ambito. Il diagramma a questo punto mostra le relazioni tra i diversi documenti e viene implementato a partire dal quarto capitolo con l'inserimento dei due casi studio. In questa parte vengono analizzati inizialmente gli step che hanno influito nella trasformazione dell'area delle Porte Palatine e del quartiere turco di Suleymaniye. Successivamente sono state analizzate le mosse strategiche che hanno portato al cambiamento dell'area delle Porte Palatine ed è stata effettuata un'analisi urbana della situazione attuale di Suleymaniye con il fine di unire i due studi e comprendere le possibili azioni da effettuare per l'attuazione della trasformazione del quartiere turco. In questo capitolo il diagramma che percorre tutta la tesi viene nuovamente implementato con l'inserimento dei processi di trasformazione di entrambi i casi e delle azioni che hanno condotto ad un esito positivo la vision torinese.

Relatori: Giovanni Durbiano, Davide Bardini
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: R Restauro > RC Restauro urbano
R Restauro > RD Tecniche del restauro
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/4245
Capitoli:

Indice

INTRODUZIONE

1. EVOLUZIONE DELLA CONSERVAZIONE DEL CENTRO STORICO TRA ITALIA E TURCHIA

1.1 Inquadramento teorico-culturale

1.2 L'attenzione per il centro storico

1.3.1 II caso di Torino

1.3.2 II caso di Istanbul

2. DOCUMENTI E CORRELAZIONI

2.1 Analisi dei meccanismi istituzionali turchi

2.2 Sviluppi legislativi per una pratica del restauro

2.3 Centro Storico e sviluppi legislativi

2.4 Influenze documentali

3. INDAGINE SULLE RELAZIONI

3.1 Studio diagrammatico delle deviazioni

3.2 Evoluzione degli ambiti tipologici di attenzione nelle diverse realtà legislative nazionali

4. Analisi e confronto tra i casi studio

4.1 Analisi del caso studio torinese: area delle Porte Palatine

4.2 Analisi del caso studio anatolico: quartiere di Suleymaniye

4.4 Analisi della trasformazione dell'area delle Porte Palatine

4.4.1 Le mosse progettuali

4.5 Analisi urbana del quartiere di Suleymaniye: stato di fatto e possibili evoluzioni

4.5.1 Spazio urbano e assi di comunicazione

4.5.2 II piano di sviluppo

4.5.3 Ipotesi di strategie progettuali per il quartiere di Suleymaniye

Bibliografia:

NOTA BIBLIOGRAFICA

TEORIE E DIBATTITI SULLA CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI IN ITALIA.

Sono stati considerati i testi degli esponenti più rappresentativi che hanno alimentato il dibattito culturale sul restauro del secondo dopoguerra. Per comprendere le basi teoriche su cui si fonda il concetto di restauro critico, elaborato da R. Pane, R. Bonelli e C. Brandi, è importante prendere in considerazione il testo di Benedetto Croce che ruota attorno allo studio dell'estetica dell'immagine e dell'arte. Le teorie sviluppate da questi studiosi concentrano le maggiori discussioni sullo sviluppo della pratica del restauro in Italia, ed anche le attuali teorie fanno sempre riferimento a quel momento di fermento culturale. Per questa ragione la maggior parte dei testi presi in considerazione (riportanti l'excursus storico della cultura del restauro) ha pubblicazione posteriore alla seconda metà degli anni '90, tranne quei testi, scritti da Pane, Bonelli e Brandi, che ci permettono di capire il pensiero diretto degli stessi. Per comprendere i diversi punti di vista si potrebbero suddividere ulteriormente i libri in base al focus sugli esponenti che gli autori ci offrono. Ad esempio il testo di G.Carbonara (che spazia, nel racconto della storia del restauro, dalle teorie ottocentesche a quelle attuali) ruota attorno al pensiero di Cesare Brandi e lo utilizza come fil rouge per addentrarsi nella spiegazione teorica di studiosi a lui collegati e delle varie teorie sviluppate. Differentemente S. Casiello considera centralmente il pensiero di Roberto Pane, pur descrivendo sempre l'avvicendamento temporale e teorico dei diversi esponenti. Nei testi che parlano maggiormente delle teorie attuali, come ad esempio quello di M.P. Sette o di Dezzi Bardeschi, Torsello e Dalla Costa, è comunque chiaro il rimando ai fondatori del restauro critico nel suddividere i teorici odierni in sostenitori della teoria di Brandi o di quella di Pane. Suddivisione sottolineata dallo schema concettuale da noi realizzato che sintetizza il contenuto di questo ambito. Questo ampio studio temporale serve a comprendere le dinamiche che in poco più di mezzo secolo hanno delineato l'attuale concezione della pratica del restauro nel nostro paese.

CROCE, BENEDETTO, Estetico come scienza dell'espressione e linguistica generale, Laterza & Figli, Bari 1958.

PANE, ROBERTO, Città antiche edilizia nuova, ESI, Napoli 1959.

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TEORIE E DIBATTITI SULLA CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI IN ITALIA.

Nel confronto coevo con il dibattito sul restauro italiano, quello turco è certamente di molto sottodimensionato. Le informazioni più significative sono state estrapolate da saggi inseriti in testi più ampi che affrontano, in generale, lo sviluppo architettonico del paese, elaborati da studiosi di storia dell'arte e architettonica turca non esperti in materia di restauro ma che la affrontano in modo sommario o comunque da profani del settore. Ad esempio C. L. Arseven, pur avendo reso un apporto significativo alla restituzione dettagliata delle opere turche, ha inserito nei suoi scritti delle indicazioni metodologiche per il mantenimento delle opere stesse, ma non ha mai integrato la descrizione con un approfondito utilizzo di tecniche di conservazione elaborate e condivise da una comunità di esperti. D'altra parte ci sono pervenuti scritti ed articoli di giornali più elaborati, sviluppati da autori per lo più stranieri che hanno deciso di dedicarsi allo studio dell'architettura turca come A. Gabriel, architetto e archeologo francese. Nel suo “Restauration des monuments Historiques Turks", utilizza la sua conoscenza "occidentale" della pratica di conservazione per elaborare delle indicazioni rispetto alle azioni da compiere in ambito legislativo da parte dello Stato turco. Infine molti altri testi utilizzati contengono analisi di attività restaurative in loco dalle quali si sono desunte le principali linee guida da seguire in questo ambito.

GABRIEL, ALBERT L., Restauration des monuments Historiques Turks, in Vakiflar Dergisi n.l, Ankara 1938.

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DOCUMENTI PER LO SVILUPPO LEGISLATIVO SULLA CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI.

Il tema dell'analisi legislativa in ambito di conservazione riguarda soprattutto la ricerca, lo studio e la catalogazione, per tipologia ed influenza, di ogni atto scritto e documento che con la propria esistenza ha dato un contributo allo sviluppo nazionale ed internazionale della regolamentazione di un atto restaurativo. Si è cercato quindi di individuare i testi nei quali fossero inserite le Indicazioni sui cambiamenti politico-amministrati e di determinare le correlazioni tra le varie documentazioni, elaborandole anche da scritti i quali, per volontà dichiarata, si concentravano sulla spiegazione di un metodo restaurativo nell'atto pratico, inserendo ovviamente indicazioni legislative.

PETRONCELLI, ELVIRA, Pianificazione territoriale: principi e fondamenti, Liguori, Napoli 2002.

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http://www.wipo.int/wipolex/en/details.jsp?id=11396

http://www.wipo.int/wipolex/en/details.jsp?id=10971

http://www.restoraturk.com/index.php

DIBATTITI INTERNAZIONALI SULLA CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI E LORO RELAZIONI CON LA LEGISLAZIONE TURCA.

il legame tra l'ambito normativo a livello internazionale e quello a livello statale turco è più stretto rispetto alle indicazioni letterarie prodotte fino ad oggi, soprattutto dal versante della Turchia. I testi selezionati, tutti di recente stesura, indicano e fanno comprendere il rapporto che esiste tra le manovre politico-amministrative turche e quelle, antecedenti, a livello soprattutto europeo. Particolarmente significativi sono gli interventi dei rappresentanti della Turchia al Congresso internazionale tenutosi a Venezia nel 1964 (unica documentazione precedente al 2000) che ci permettono di cogliere il loro pensiero in relazione ad un contesto multiculturale e di un auspicato sviluppo di cooperazione e scambio di idee e metodologie in ambito conservativo, tra stati.

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http://www.restoraturk.com/index.php

STUDIO DELLA DOCUMENTALITÀ

II nostro studio si basa in partenza sulla teoria della documentala e sull'analisi del collettivo. Per approfondire gli argomenti abbiamo utilizzato le teorizzazioni in ambito filosofico e sociologico di Maurizio Ferraris e Bruno Latour, con una commistione di ontologia ed epistemologia.

La teoria del filosofo italiano approfondisce il ruolo dei documenti nell'ambito della realtà conferendogli una posizione centrale all'interno della sfera degli oggetti sociali, distinti dagli oggetti fisici ed ideali. Queste azioni documentali per entrare nella sfera epistemologica devono essere condivise nello spazio del collettivo, che definisce la natura dell'uomo secondo Latour.

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JACQUES, DERRIDA, La scrittura e la differenza, Einaudi, Torino 1971.

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FERRARIS, MAURIZIO, Documentalità. Perché è necessario lasciar tracce, Laterza, Roma 2009.

LATOUR,BRUNO, Cogitamus. Sei lettere sull'umanesimo scientifico, Il Mulino, Ferrara 2013.

COSTRUZIONE DEL CONCETTO DI CENTRO STORICO.

La tematica del centro storico, fil rouge della tesi, viene affrontata in entrambi i paesi a partire dalla ricerca della sua definizione attraverso una costruzione sociale condivisa. Studiato l'argomento sia dal punto di vista dei dibattiti che della legislazione è stata elaborata la successione degli eventi che portato le due città, Torino e Istanbul, a subire evoluzioni urbanistiche e identitarie. Si possono suddividere in due macro categorie quelli utilizzati per l'evoluzione architettonica e di forma e quelli utilizzati come supporto per lo studio sociale che porta a due costruzioni della città quella fisica e quella del senso comune.

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INDAGINE DEI CASI STUDIO

Per entrambi i casi studio sono state studiate le tappe progettuali che hanno condotto al processo di trasformazione dei due quartieri. Oltre a questa prima analisi per l'area di Suleymaniye è stato studiato l'assetto urbano con l'aiuto del sito comunale.

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