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Ecomusei quale futuro : un approccio innovativo attraverso il caso guida del villaggio Leumann

Serena Musicò , Elisa Tarditi

Ecomusei quale futuro : un approccio innovativo attraverso il caso guida del villaggio Leumann.

Rel. Laura Antonietta Guardamagna, Cristina Coscia. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio, 2014

Abstract:

La storia lascia le proprie tracce sulla terra in modo caotico: il che rende stimolante ad emozionante ritrovarle. Sono lì e aspettano di essere comprese e discusse. La storia è generosa, offre - ad archeologi, linguisti medievali, fotografi, costruttori, studiosi di antichità romane, amanti del paesaggio, narratori, persone che fanno pic-nic, conducenti di trattori, esperti di storia orale ed appassionati botanici - l'occasione di cucire fra loro le storie che in parte si sovrappongono, così come la possibilità di dare un senso alle altre. Se proviamo a vedere il territorio come una nostra creazione, ossia come l'evoluzione che risulta da una serie di contatti tra cultura e natura, noteremo allora che il territorio è in grado di aiutarci a mettere insieme migliaia di racconti che nessuno ha mai scritto: scene e tratti di vite quotidiane, sforzi per trovare l'acqua, vincere la pietra, trattenere la marea, aiutare i vicini, sopravvivere alle malattie.

Territorio, sono tanti sentieri ramificati che legano indissolubilmente ma impercettibilmente paesaggio, comunità e vita vissuta, in cui sono disperse e nascoste le tracce della nostra intera esistenza. Territorio sono le nostre radici, uno spazio in cui uomini e terra tornano ad essere un tutt'uno; in cui le storie costituiscono di nuovo quella ricchezza inalienabile ed intangibile per mezzo delle parole, ossigeno attraverso il quale i saperi e le tradizioni popolari possono essere tramandate senza perdersi nell'oblio della tecnologia. Territorio è patrimonio culturale allo stato puro, quella preziosa, pura e rara reliquia che racchiude la memoria collettiva di quei luoghi, che conserva i ricordi, che fa battere ancora i cuori di quella comunità che, fino ad oggi, l'ha conservata, custodita e difesa.

La frammentazione sociale e politica dei paesaggi piemontesi, unificata solo dallo sviluppo industriale, la rapidità e l'ampiezza delle trasformazioni tecnologiche a fronte di

un'incessante globalizzazione economico e culturale e, soprattutto, la standardizzazione massificata dei prodotti locali, sta minacciando ormai da decenni interi territori e le società rurali ad essi associate, interrompendo drasticamente la trasmissione delle conoscenze necessarie al loro mantenimento, salvaguardia e valorizzazione. Il concetto odierno di paesaggio, che lo interpreta come il risultato dell'integrazione nello spazio e nel tempo di fattori economici, sociali ed ambientali, valorizza il suo ruolo di "risorsa" complessa che appartiene a tutto il paese e non soltanto al mondo rurale.

Da un punto di vista generale si può affermare che tutto quello che è in grado di soddisfare bisogni è una risorsa e che ogni risorsa, se scarsa, diverrà un bene economico e assumerà un valore che potrà essere espresso monetariamente; promozione, catalogazione, conservazione: si tratta di operazioni che non possono risolversi nella semplice apposizione di vincoli, spesso inefficaci rispetto ad un paesaggio intrinsecamente dinamico, che richiede invece azioni integrate in grado di coinvolgere apparati di tutela e forze produttive. La Regione Piemonte è stata all'avanguardia (almeno per l'aspetto normativo) per i risultati di una politica che ha visto fiorire proprio in base a una legge regionale3 una rete ecomuseale tra le più ricche e complesse d'Italia; se il paesaggio, con le sue memorie, colture e culture, saperi e sapori tradizionali, può essere in qualche modo considerato un'eredità culturale, merita di essere preservato, tramandato e valorizzato.

In una società che si sta deterritorializzando, quindi, è noto come l'ecomuseo sia nato per ricostruire il rapporto con il territorio e la sua cultura, in un dialogo continuo. Il patrimonio diviene, in maniera viva e partecipata, risorsa della comunità e strumento per lo sviluppo del territorio stesso.

Tradizionalmente per bene culturale, s'intende "ogni testimonianza materiale avente valore di civiltà"4. Il Villaggio Leumann non è solamente un bene culturale, ma un'eredità storica vera e propria, un agglomerato di racconti e tradizioni. L'esperienza che ci lascia alle spalle è straordinaria ed intricata quanto la trama di un tessuto, i cui fili s'intrecciano nel vissuto degli operai e nella grande umanità che trasuda da ogni angolo del seminato, disegnando così un abito unico ed inimitabile cucito a misura di imprenditoria, comunità e territorio.

Il nostro progetto incomincia da qui. Tuttavia, prima di illustrare la struttura del lavoro, non possiamo esimerci dal raccontare in breve come ci siamo approcciate al mondo degli ecomusei in generale, com'è iniziata la collaborazione tra noi e la Regione Piemonte fino ad arrivare a studiare, analizzare e fare nostro il caso studio dell'Ecomuseo Villaggio Leumann di Collegno.

Il tirocinio curriculare di duecentocinquanta ore, previsto dal Politecnico di Torino per conseguire il titolo finale, è stato da noi svolto negli uffici della Regione Piemonte, più precisamente nella sede del Laboratorio Ecomusei, in Via Giolitti 36, presso il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino; nostra coordinatrice e tutor aziendale, nonché direttrice del museo, la Dott.ssa Patrizia Picchi responsabile del settore Musei e Patrimonio Culturale, sotto la Direzione Cultura, Turismo e Sport. Il Laboratorio Ecomusei si pone come consulente degli ecomusei istituiti ed è elemento di sostegno all'attività della Regione Piemonte. Tra i suoi obiettivi, vi è quello di sviluppare iniziative di coinvolgimento delle realtà locali, occupandosi del supporto tecnico e del coordinamento degli ecomusei che fanno parte del sistema regionale.

Il Laboratorio mette in comunicazione le realtà ecomuseali con gli uffici regionali di riferimento e svolge attività di informazione per tutti gli interessati: studiosi e tesisti, docenti

universitari, facoltà (tra cui prima fra tutte il Politecnico di Torino), ricercatori, organizzatori di eventi, giornalisti e coordinatori degli ecomusei delle altre regioni italiane e straniere nonché Enti pubblici ed associazioni.

Ma, che cos'è un Ecomuseo? Banalmente, navigando in rete, un ecomuseo viene definite come "un territorio caratterizzato da ambienti di vita tradizionali, patrimonio naturalistico e storico-artistico particolarmente rilevanti e degni di tutela, restauro e valorizzazione". C ancora, "un patto con il quale la comunità si prende cura di un territorio".È infatti attraverso la tutela del territorio da parte delle singole comunità e nella valorizzazione delle proprie diversità, che queste si rafforzano e trovano un coagulante nella coscienza nazionale. I concetti di territorio, ambiente e paesaggio sono stati oggetto di un intensa attività di riflessione; dato per assodato che il territorio storico può essere recuperato solo se torna ad essere il paesaggio da abitare, si rende necessario uno strumento di valorizzazione che sia anche un progetto di sviluppo futuro. Ecco che gli ecomusei si inquadrano in un progetto capace di mettere in moto una relazione attiva e produttiva tra fattori sociali, ecologici e biologici legata ad un progetto di vita e non di semplice sfruttamento turistico. Rinnovando pratiche di vita e di lavoro, rivitalizzando saperi tradizionali, partendo dalla comunità e coinvolgendo la scuola si innesca un percorso partecipativo. I tratti distintivi dell'ecomuseo incorporano infatti elementi geografici, paesaggistici e ambientali assieme ad elementi patrimoniali, materiali e immateriali, come architettura, pratiche di lavoro, produzioni locali, lingua, tradizioni enologiche e gastronomiche. L'ecomuseo diventa una chiave di lettura del territorio e quindi anche uno strumento di qualificazione degli elementi che concorrono alla definizione identitaria di un luogo. Un laboratorio dove salvaguardare il passato, ma soprattutto progettare un futuro con la partecipazione attiva e il coinvolgimento della comunità locale. La Regione Piemonte è stata la prima sull'esempio del modello francese a dotarsi di una legge sugli ecomusei, contribuendo allo scambio e alle consulenze all'estero a scopo promozionale. Con apposita legge istitutiva, infatti, ha disciplinato una normativa in materia di ecomusei diventando così un esempio di inquadramento giuridico a livello nazionale.

Con la L.R. n. 31 del 14 marzo 1995 e successiva integrazione L.R. n. 23 del 17 agosto 1998, promuove l'istituzione di ecomusei sul territorio piemontese con l'obiettivo di ricostruire, testimoniare e valorizzare la memoria storica, la vita, la cultura materiale e le relazioni fra ambiente naturale e ambiente antropizzato. L'ecomuseo è dunque considerato come espressione della cultura di un territorio nella sua globalità, strumento per il suo recupero, rilancio e valorizzazione.8

Gli obiettivi e le principali attività svolte nel percorso di tirocinio sono state l'analisi storica dei venticinque ecomusei istituiti dalla Regione Piemonte; il censimento dei materiali d'archivio contenuti in ciascun faldone relativo ad ogni ecomuseo; l'analisi quadro-normativo relativa alle tematiche ecomuseali affini ed, infine, la creazione di un file Excel di consultazione per avere un quadro sinottico dei contenuti d'archivio.

Durante questi mesi, abbiamo anche partecipato alle missioni organizzate dalla Regione Piemonte, sopralluoghi e missioni itineranti sui differenti ecomusei e territori piemontesi, per verificarne sia l'operatività, sia le diverse attività locali, i musei, il patrimonio demo-etno-antropologico che le modalità d'impiego delle risorse economiche, denunciate all'interno del Piano Attività stanziate dalla Regione Piemonte, ricevute annualmente dal momento dell'istituzione.

Tra il 10 e rii giugno 2013, abbiamo preso parte all'Inventario Partecipativo, seminario su catalogazione e valorizzazione del patrimonio locale, tenutosi a Gemona del Friuli (UD) e promosso dall'Ecomuseo delle Acque del Gemonese con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e aventi il patrocinio del Comune di Gemona del Friuli e del GAL Open Leader. Durante le due giornate, si è discusso prevalentemente della catalogazione partecipata, del coinvolgimento delle popolazioni locali nella gestione e valorizzazione del loro patrimonio e degli strumenti per la catalogazione, ovvero le mappe di comunità. Esse, infatti, permettono, di aiutare i residenti a inventariare il proprio patrimonio e comprendere la vocazione dello stesso territorio; da qui è più facile sfruttare le risorse insite nel contesto e mettere in campo azioni che portino ad un più preciso e mirato sviluppo locale.

Si è inoltre focalizzata l'attenzione sull’inventario partecipativo, un processo che coinvolge direttamente le istituzioni pubbliche, la comunità e le organizzazioni della società civile; la partecipazione è un fenomeno di consapevolezza che consiste nel riconoscimento del valore del patrimonio da parte di ciascun individuo come cittadino, ma anche come membro di una comunità.

Sono intervenuti Hugues de Varine, Roberta Tucci, Luigi Maria Di Corato, Giuliana Ferrara, Roger Desbiolles, Alessandra Micoli, Graga Felipe, René Binette, Lia Zola, Andrea Rossi, Raul Dal Santo e Maurizio Tondolo.

Nelle giornate dal 6 al 9 settembre 2013, inoltre, l'ecomuseo di Argenta (FE) in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, la Provincia di Ferrara, l'Amministrazione

espositiva Arti e Sapori degli Ecomusei, all'interno della quale ogni realtà ecomuseale poteva

proporsi dando visibilità al proprio territorio, alle proprie tradizioni e tipicità.

La Rete Ecomusei della Regione Piemonte (REP) ha partecipato a tale manifestazione, il cui

pieghevole per la promozione dei territori/ecomusei piemontesi e la locandina divulgativa,

sono stati realizzati da noi.

La nostra collaborazione con la Regione Piemonte, nonostante la conclusione del tirocinio, è poi proseguita con l'esperienza della tesi in quanto, nei mesi di ricerca, ci siamo appoggiate operativamente alla sede del Laboratorio continuando così le missioni nei diversi ecomusei. Tesi, che ha preso avvio nel momento in cui abbiamo iniziato a studiare gli ecomusei provinciali, quelli privi cioè del conferimento d'istituzione da parte della Regione.

La Provincia di Torino ha avviato nel 1995 il Progetto Cultura Materiale volto alla creazione di

una rete ecomuseale che fa cardine sul riconoscimento identitario di una comunità con il

proprio territorio affinché vengano attivati degli interventi di valorizzazione a partire dalle

specificità locali, costruendo una propria coscienza per contenere gli effetti delle influenze globali, pur mantenendo vivo un confronto dialettico con le altre comunità. La Rete Ecomuseale della Provincia di Torino, che comprende ecomusei dislocati in tutto il territorio provinciale, si articola su quattro grandi filiere tematiche: Le vie del Tessile, Memorie di Acqua e di Terra, Suolo e Sottosuolo e II Tempo dell'Industria. A completare la rete partecipano anche i Musei demo-etno-antropologici uniformemente distribuiti sul territorio e che testimoniano k attività contadine e montanare del periodo preindustriale. Gli ecomusei del "Tessile", in particolar modo, sono memoria storica di un'industria che è stata per molti comuni della Provincia una delle attività economiche più radicate e produttive e che nel tempo ha coinvolto milioni di persone e ha lasciato segni indelebili e tangibili su tutto il territorio.

Ed è proprio all'interno di questa filiera che ci ha colpito in modo particolare l'Ecomuseo del Villaggio Leumann.

Essendo una di noi due residente a Collegno e volendo quindi approfondire l'argomento, ci siamo imbattute nel materiale d'archivio del Laboratorio Ecomusei, in particolar modo nella sezione dedicata ai documenti di tutti quegli ecomusei che, seppur non avendo ottenuto il riconoscimento da parte della Regione Piemonte, avevano ugualmente provato a presentare la propria candidatura.

Sin dal 1997 la città di Collegno, proprietaria del Villaggio Leumann dal 1976, è stata inserita nel progetto Cultura Materiale della Provincia di Torino con il recupero e la valorizzazione del Villaggio Leumann. Sono state promosse azioni di salvaguardia e tutela sia degli edifici pubblici sia di quelli privati. Nel mese di marzo del 1999 l'Amministrazione Comunale, con la delibera "Progetto integrato di valorizzazione del Villaggio Leumann", ne ha definito il valore artistico e culturale. Nel mese di ottobre 2004 l'Amministrazione Comunale, con atto deliberativo, istituiva l'Ecomuseo del Villaggio Leumann. In data 23 dicembre 2004, con prot. n. 61176, il Comune di Collegno ha presentato alla Regione Piemonte - Settore Pianificazione Aree Protette - il format relativo al riconoscimento regionale che purtroppo non è andato a buon fine, nonostante nel febbraio 2007 l'istruttoria si sia conclusa positivamente.

Il 13 gennaio 2010, infine, il Comune di Collegno presenta un ultimo sollecito affinché l'iter per l'istituzione dell'Ecomuseo Villaggio Leumann, ai sensi dell'art. 2 della L.R. 31/1995, abbia un esito positivo.

Il nostro intento, progetto ed obiettivo primario, è proprio quello di ripartire da questo punto, rafforzando, modificando, aggiornando e riproponendo, a dieci anni di distanza, la candidatura attraverso la compilazione del format, necessaria al conferimento da parte dell'Ente preposto del riconoscimento regionale.

La nostra tesi si articolerà quindi in una prima parte introduttiva dedicata agli ecomusei in senso lato, al loro approccio all'estero con esempi europei ed internazionali; alla normativa vigente in Italia, in particolare, in materia ecomuseale, aprendo una parentesi di confronto tra le criticità e le lacune che sussistono non solo sul territorio, ma anche a livello legislativo nelle singole regioni. Un capitolo sarà poi dedicato interamente al Piemonte, facendo un focus sulle nostre leggi regionali sul patrimonio culturale materiale, immateriale e sul paesaggio fino ad arrivare all'approfondimento sui venticinque ecomusei regionali e i trenta facenti parte della provincia di Torino. Entrando nel vivo del nostro caso studio, dapprima verrà inserito un cappello introduttivo su quelli che sono i villaggi operai e di come, questi, si sono insediati a livello architettonico, economico e sociale aH'interno degli stabilimenti industriali tra Ottocento e Novecento.

Successivamente si passerà ad analizzare storicamente il Villaggio Leumann: Collegno tra industria, imprenditoria e tradizione con annesse idee illuminate di Napoleone Leumann; la famiglia Leumann, il cotonificio e la tintoria; l'architettura liberty, Pietro Fenoglio e l'istituzione di igiene, di educazione e di previdenza; le politiche sociali, economiche e commerciali tra imprenditore ed operai; il Villaggio Leumann dura».te le guerre.

Dopodiché svilupperemo il progetto vero e proprio, che consisterà nell'analisi del Villaggio a livello urbanistico, architettonico e compositivo, delle differenti tipologie abitative e dei servizi industriali, con relativi interventi di manutenzione, restauro ed arredo urbano.

Seguirà poi una ricerca sulle politiche strategiche in atto e future nell'Area Metropolitana di Torino (AMT), in chiave di pianificazione strategica e marketing territoriale, fino ad arrivare ad una scelta del bacino d'utenza - adibito ristretto del Patto Territoriale Zona Ovest. Da questo studio e, in particolare dall'analisi SWOT, emergeranno le tematiche sensibili e le processuali che daranno avvio non solo alla valutazione secondo gli standard museali dei venticinque ecomusei regionali, ma anche alla rivisitazione del progetto in chiave critica dell'Ecomuseo Leumann secondo il concetto di sviluppo locale.

Come già accennato si passerà, infine, alla ricompilazione del format vero e proprio che, attraverso l'ausilio delle linee guida, con le dovute migliorie e innovazioni, si ripercorrerà l'iter di candidatura già presentato nell'anno 2007 dal Comune di Collegno, così da riavviare l'iter procedurale per l'istituzione del Villaggio Leumann da Ecomuseo provinciale a Ecomuseo regionale.

La compartecipazione e la sinergia tra il Politecnico di Torino, la Regione Piemonte, la Rete Ecomusei Piemonte, la Provincia di Torino, il Comune di Collegno e l'Associazione Amici della Scuola Leumann, sono state fondamentali per la riuscita di questa tesi di laurea che speriamo vivamente non rimanga soltanto un progetto sulla carta.

Le realtà ecomuseali, per la complessità dei territori in cui nascono, devono cercare di elaborare, insieme ai principali attori coinvolti, un metodo adatto al proprio contesto e agli obiettivi da perseguire.

È indispensabile, quindi, far riemergere e salvaguardare le ricchezze paesaggistiche, architettoniche e culturali, da cui è fortemente caratterizzata la nostra penisola italiana, attraverso tutta una serie di politiche sociali, territoriali ed economiche di cui l'Ecomuseo, senza ombra di dubbi, può fungere da fulcro e protagonista per poter incrementare ed avviare un intelligente, sensibile e unicum progetto di sviluppo locale.

Relatori: Laura Antonietta Guardamagna, Cristina Coscia
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: ST Storia > STN Storia
T Tecnica e tecnologia delle costruzioni > TC Protezione degli edifici
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/3986
Capitoli:

Indice

Abstract

1. Ecomusei

2. Gli ecomusei e il loro sviluppo nel mondo

2.1 Per un censimento degli ecomusei nell'Europa centro-occidentale

3. Sistemi normativi ed amministrativi degli ecomusei

3.1 L'attuale legislazione dei beni culturali ed ambientali della Regione Piemonte

4. Il sistema ecomuseale della Regione Piemonte

5. Il sistema ecomuseale della Provincia di Torino

6. I villaggi operai: un excursus per casi-studio

7. Leumann: storia di un imprenditore e di un villaggio operaio

8. Ragionamenti strategici per l'individuazione di uno scenario di valutazione

8.1 II caso del Villaggio Leumann, da Ecomuseo provinciale a Ecomuseo regionale

9. Conclusioni: linee guida, potenzialità future e criticità

10. Bibliografia

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Riferimenti legislativi intenzazionali

Convenzione UNESCO, 1972. "Convenzione riguardante la Protezione sul piano mondiale del Patrimonio culturale e naturale dell'umanità".

Raccomandazione UNESCO, 1989. "Raccomandazione sulla Salvaguardia della Cultura e del Folklore".

Convenzione UNESCO, 2002. "Budapest Declaration on World Heritage".

Convenzione UNESCO, 2003. "Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale".

Dichiarazione UNESCO, 2004. "The Yamato Declaration on Integrated Approaches for Safeguarding Tangible and Intangible Cultural Heritage".

Convenzione UNESCO, 2005. "Convenzione sulla protezione e la promozione delle diversità delle espressioni culturali".

Carta ICOMOS, 2007. "Carta ICOMOS per l'interpretazione e la presentazione dei siti patrimonio culturale detta Carta di Ename".

Riferimenti legislativi europei

Convenzione europea, 1954. "European cultural convention".

Convenzione europea, 1985. "Convenzione di Salvaguardia per il Patrimonio Architettonico d'Europa".

Carta europea, 1985. "European charter of locai self-government'.

Convenzione europea, 1992. "The General Conference of thè United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization".

Convenzione europea, 1992. "Convenzione europea per la protezione del patrimonio archeologico".

Convenzione internazionale, 1998. "Convenzione sull'accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia ambientale".

Convenzione europea, 2000. "Convenzione europea del paesaggio".

Direttiva europea, 2001. "Direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001 concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente".

Risoluzione europea, 2001. "Risoluzione sulla "Qualità architettonica dell'ambiente rurale e urbano" del Consiglio dell'Unione Europea n. 13437/2000".

Convenzione europea, 2005. "Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sul valore dell'eredità culturale per la società".

Decisione di esecuzione della Commissione 28 novembre 2007. "Decisione di esecuzione della Commissione che approva la revisione del programma di sviluppo rurale della Regione Piemonte per il periodo di programmazione 2007-2013 e modifica la decisione della Commissione C (2007) 5944 del 28 novembre 2007 recante approvazione del programma di sviluppo rurale”.

Decisione di esecuzione della Commissione 29 novembre 2007. "Decisione C(2007) 5716 del 29.11.2007, il Programma operativo Alcotra (Alpi Latine Cooperazione Transfrontaliera)".

Decisione di esecuzione della Commissione 20 dicembre 2007. "Decisione C(2007)6556 del 20 dicembre 2007, il Programma Operativo Italia-Svizzera".

Regolamento europeo, 2013. "Regolamento (UE) N. 1305/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e che abroga il regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio".

Riferimenti legislativi nazionali

Legge 11 giugno 1922, n. 778. "Per la tutela delle bellezze naturali e degli immobili di particolare interesse storico”.

Legge 29 giugno 1939, n. 1497. "Protezione delle bellezze naturali".

"Costituzione della Repubblica Italiana", 1947.

Legge 26 aprile 1964, n. 310. "Costituzione di una commissione d'indagine per la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico, archeologico, ardel paesaggio".

Legge 28 febbraio 1985, n. 47. "Norme in materia di controllo dell'attività urbanistico-edilizia, sanzioni, recupero e sanatoria delle opere abusive”.

Legge 8 agosto 1985, n. 431. "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 giugno 1985, n. 312 , recante disposizioni urgenti per la tutela delle zone di particolare interesse ambientale”.

Legge 12 luglio 1999, n. 237. "Istituzione del Centro per la documentazione e la valorizzazione delle arti contemporanee e di nuovi musei, nonché modifiche alla normativa sui beni culturali ed interventi a favore delle attività culturali"

Decreto Legislativo 29 ottobre 1999, n. 490. "Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, a norma dell'articolo 1 della legge 8 ottobre, n. 352".

Disegno di legge 3 aprile 2009 n. 2867. "Legge quadro sulla qualità architettonica”.

Legge 24 dicembre 2003, n. 378. "Disposizioni per la tutela e la valorizzazione dell'architettura rurale".

Delibera 25 luglio 2003, n. 26. "Regionalizzazione dei patti territoriali e coordinamento Governo, Regioni e Province Autonome per i contratti di programma".

Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42. "Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137".

Decreto 6 ottobre 2005. "Individuazione delle diverse tipologie di architettura rurale presenti sul territorio nazionale e definizione dei criteri tecnico-scientifici per la realizzazione degli interventi, ai sensi della legge 24 dicembre 2003, n. 378, recante disposizioni perla tutela e la valorizzazione della architettura rurale”.

Legge 9 gennaio 2006, n. 14. "Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea sul paesaggio, fatta a Firenze il 20 ottobre 2000".

Legge 20 febbraio 2006, n. 77. "Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella "lista del patrimonio mondiale", posti sotto la tutela dell'UNESCO".

Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152. "Norme in materia ambientale".

Disegno di legge 10 luglio 2008, n. 902. "Disegno di legge d'iniziativa della Senatrice Poli Bortone comunicato alla presidenza il 10 luglio 2008".

Proposta di Legge n. 2804 presentata il 14 ottobre 2009. "Legge quadro sugli ecomusei".

Decreto del Presidente della Repubblica 9 luglio 2010, n. 139. "Regolamento recante procedimento semplificato di autorizzazione paesaggistica per gli interventi di lieve entità, a norma dell'articolo 146, comma 9, del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e successive modificazioni".

Riferimenti legislativi della Regione Piemonte

Legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56. "(Testo coordinato) Tutela ed uso del suolo".

Legge regionale 9 gennaio 1978, n. 4. "Modifiche alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56".

Legge regionale 20 maggio 1980, n. 50. "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56. Tutela ed uso del suolo".

Legge regionale 6 dicembre 1984, n. 61. "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 56/77 e successive modificazioni".

Legge regionale 31 gennaio 1985, n. 8. "Legge di correzione degli errori materiali e di mancato coordinamento della L.R. 56/77, così come modificata dalle leggi regionali 50/80 e 17/82, e della legge regionale 61/84".

Legge regionale 3 aprile 1989, n. 20. "Norme in materia di tutela di beni culturali, ambientali e paesistici".

Legge regionale 27 dicembre 1991, n. 70. "Modifica della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 e successive modificazioni ed integrazioni su "Tutela ed uso del suolo"”.

Legge regionale 18 giugno 1992, n. 28. "Ordinamento delle Comunità Montane".

Legge regionale 10 novembre 1994, n. 45. "Norme in materia di pianificazione del territorio: modifiche alla L.R. 5 dicembre 1977, n. 56 e successive modifiche ed integrazioni e alle LL.RR. 16 marzo 1989, n. 16 e 3 aprile 1989, n. 20".

Legge regionale 14 marzo 1995, n. 35. "Individuazione, tutela e valorizzazione dei beni culturali architettonici nell'

Legge regionale 14 marzo 1995, n. 31. modif. con legge regionale 17 agosu 1998, n. 23. "Istituzione degli ecomusei del Piemonte".

Legge regionale 3 aprile 1995, n. 50. "Tutela e valorizzazione degli alberi monumentali, di alto pregio naturalistico e storico, del Piemonte".

Legge regionale 9 aprile 1996, n. 18. "Programmi integrati di riqualificazione urbanistica, edilizia ed ambientale in attuazione dell1 articolo 16 della legge 17 febbraio 1992, n. 179".

Legge regionale 14 dicembre 1998, n. 40. "Disposizioni concernenti la compatibilità ambientale e le procedure di valutazione".

Direttiva europea 27 giugno 2001. "Direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001 - Valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente".

Legge regionale 10 novembre 2004, n. 33. "Disposizioni regionali per l'attuazione della sanatoria edilizia".

Legge regionale statutaria del 4 marzo 2005 n. 1. "Statuto della Regione".

Legge regionale 16 gennaio 2006, n. 2. "Norme per la valorizzazione delle costruzioni in terra cruda".

Comunicato dell'Assessore alle Politiche Territoriali, 27 giugno 2007. "Accordo sottoscritto dalla Regione Piemonte con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, in attuazione dell'art. 3 del DPCM12 dicembre 2005".

Deliberazione della Giunta Regionale 9 giugno 2008, n. 12-8931. "D.lgs. 152/2006 e s.m.i. "Norme in materia ambientale". Primi indirizzi operativi per l'applicazione delle procedure in materia di Valutazione ambientale strategica di piani e programmi".

Protocollo d'intesa., 28 marzo 2008. "Protocollo d'intesa tra la Regione Piemonte e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ai sensi dell'art. 132 del Dlgs 42/2004 e s.m.i. - 28 marzo 2008".

Legge regionale 16 giugno 2008, n. 14. "Norme per la valorizzazione del paesaggio".

Disciplinare di attuazione, 11 luglio 2008. "Disciplinare di attuazione del protocollo di intesa fra Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Regione Piemonte".

Legge regionale 1 dicembre 2008, n. 32. "Provvedimenti urgenti di adeguamento al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. <2 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell' articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137)".

Legge regionale 14 luglio 2009, n. 20. “Snellimento delle procedure in materia di edilizia ed urbanistica".

Legge regionale 29 giugno 2009, n. 19. "Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità".

Deliberazione della Giunta Regionale 4 Agosto 2009, n. 53-11975. "Legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 e successive modifiche e integrazioni. Adozione del Piano Paesaggistico Regionale".

Legge regionale 21 ottobre 2010, n. 23. "Valorizzazione e conservazione dei massi erratici di alto pregio paesaggistico, naturalistico e storico".

Deliberazione del Consiglio Regionale 21 Luglio 2011, n. 22-29783. "Approvazione del piano territoriale regionale ai sensi dell'articolo 7 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo)".

Legge regionale 25 marzo 2013, n. 13. "Modifiche alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo) e ad altre disposizioni regionali in materia di urbanistica ed edilizia". Legge regionale 12 agosto 2013, n. 17. "Disposizioni collegate alla manovra finanziaria per Tanno 2013".

Direttiva Dirigenziale. 6 agosto 2014, n. 242. "Reg (CE) n. 1698/05 - PSR 2007/2013 della Regione Piemonte - Misura 323 Azione 1 Tipologia b) - Approvazione della quarta proposta di liquidazione anticipi".

Riferimenti legislativi degli ecomusei in Italia

Legge regionale 14 marzo 1995, n. 31. modif. con legge regionale 17 agosto 1998, n. 23. "Istituzione degli ecomusei del Piemonte”.

Legge provinciale 9 novembre 2000, n. 13. "Istituzione degli ecomusei per la valorizzazione della cultura e delle tradizioni locali".

Legge regionale 20 settembre 2006, n. 14. "Norme in materia di beni culturali, istituti e luoghi della cultura".

Legge regionale 20 giugno 2006, n. 10. "Istituzione degli Ecomusei li Venezia Giulia".

Legge Regionale 12 luglio 2007, n. 13. "Riconoscimento degli ecomusei per la valorizzazione della cultura e delle tradizioni locali ai fini ambientali, paesaggistici, culturali, turistici ed economici".

Legge regionale 14 dicembre 2007, n. 34. "Promozione e disciplina degli ecomusei".

Legge regionale 28 aprile 2008, n. 11. "Istituzione di ecomusei in Molise".

Legge regionale 25 febbraio 2010, n. 21. "Testo unico delle disposizioni in materia di beni, istituti e attività culturali".

Legge regionale 6 luglio 2011, n. 15. "Istituzione degli ecomusei della Puglia".

Legge regionale 10 agosto 2012, n. 30. "Istituzione, disciplina e promozione degli ecomusei". Legge regionale 4 dicembre 2012, n. 62. "Istituzione di ecomusei in Calabria".

Legge regionale 2 luglio 2014, n. 16. "Istituzione degli Ecomusei della Sicilia".

Documento conclusivo. Catania, 12 - 13 ottobre 2007. "Carta di Catania".

Documento conclusivo. Biella, 9-12 ottobre 2003. "Incontro Nazionale Ecomusei".

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