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Due scuole di architettura. Valparaiso,Zurigo e un'idea progettuale

Elisabetta Maniga

Due scuole di architettura. Valparaiso,Zurigo e un'idea progettuale.

Rel. Marco Trisciuoglio. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città, 2014

Questa è la versione più aggiornata di questo documento.

Abstract:

A metà strada tra il centro di Valparaiso e quello di Vifia del Mar, in Cile, si trova il "Cerro"Recreo. E' un colle composto per la maggior parte da case in legno e ville padronali, popolato per la maggior parte da famiglie e anziani e, come in tutto il Cile, da numerosi cani randagi. Ha un piccolo centro con le botteghe e la farmacia, un parco giochi per i bambini e due scuole primarie.

La vista da Recreo, come da tutti i 41 colli circostanti, si estende sull'oceano pacifico ed è delimitata a destra dalle alte dune di sabbia dorata di Con Con, e a sinistra dalla schiena del promontorio oltre il quale esplode, come una macchia di colore, Valparaiso.

Tra le ville che occupano il bordo più basso di Recreo ce n'è una, completamente bianca e con grandi finestre, che si sviluppa in numerosi padiglioni, evidentemente costruiti in tempi diversi rispetto alla struttura principale. La villa è la sede della Escuela de Arquitectura y Design di Valparaiso, E [AD].

Le aule in cui si tengono le lezioni non sono dotate di banchi, ma c'è sempre un sovrannumero di sedie, e anche quando la classe è al completo ne rimangono sempre alcune impilate l'una sull'altra in un angolo della classe. Ci sono inoltre, appese, delle grandi lavagne nere, che portano sempre i segni delle lezioni precedenti o di quelle imminenti; Raramente si tratta di formule, e sono in genere una serie di parole non sempre connesse tra loro, o disegni che possono ritrarre un paesaggio, uno schema su come strutturare il layout di un taccuino, o la sagoma di una persona seduta.

Le lezioni di progettazione, tenute da uno o più docenti e dai rispettivi assistenti, hanno una durata definita giorno per giorno (possono essere venti minuti come tre ore), e trattano temi progettuali non facilmente riconducibili alle tradizionali lezioni dell'Università: l'osservazione nel disegno, l'atto di soffermarsi, la contemplazione, l'ospitalità.

Ogni mercoledì mattina l'intera scuola raggiunge la Città Aperta, un terreno con poche e insolite case, in cui si svolgono due corsi fondamentali nella storia della Scuola (e di cui si parlerà più avanti), Cultura del Corpo e il "Taller de Ame-reida" Quest'ultimo corso è sempre stato tenuto In principio da Alberto Cruz (1917-2013), architetto e fondatore della Scuola, ex- docente di Composizione alla Facultad de Arquitectura de la Universidad Católica de Chile, Santiago. Quando Cruz faceva il suo ingresso, avvicinandosi lentamente alla sedie lasciata libera per lui, il brusio che poco prima aveva animato la lezione si affievoliva, e gli ultimi passi che faceva prima di sedersi erano accompagnati da un silenzio sospeso.

Per dieci mesi, da Febbraio a Dicembre 2012, ho frequentato, grazie a una borsa di studio ottenuta tramite il programma di Intercambio, la Scuola di Architettura e Design della Pontifica Universidad Católica di Valparariso (PUCV).

Con grande stupore e in breve tempo, ho compreso che il Politecnico di Torino mi aveva offerto la possibilità di trascorrere l'ultimo anno dei miei studi in una Scuola di Architettura e Poesia.

Una delle particolarità della Scuola risiede nel metodo dell'insegnamento, chiamato "observación".

La observación si compone di diversi passaggi: dall'osservazione della realtà - che si traduce nel disegnare dal vero il luogo in cui si fa il progetto - alla generazione della forma architettonica - che rappresenta l'insieme dei pregi e delle azioni pertinenti al luogo.

Da più di sessantanni la E[ad] vive in una dimensione propria dell'architettura con l'intento di ricercarne il vero significato e di donarla alla collettività.

In questa affermazione sono raccolti tre dei principi portanti su cui verte l' educazione della Scuola: l'attitudine all'indagine continua, l'idea dell'architettura come dono e l'idea di una collettività come destinatario.

L'esperienza cilena non si è limitata solamente a mettere in discussione le mie capacità, conseguenza molto costruttiva nella dinamica del viaggio; Ha sollevato tante domande in merito alla pratica dell'architettura, alla figura professionale, all'etica nel mestiere nonché in merito all'apprendimento, al metodo e all'insegnamento come veicolo di educazione e di formazione della persona, non solamente del professionista. Queste domande si sono tradotte nella volontà di approfondire lo studio sulla Scuola di Valparaiso, in particolare sul metodo di insegnamento e sulle lezioni fondamentali che la scuola della E[ad] trasmette agli studenti del primo anno.

E' sorto spontaneo decidere di approcciare lo studio attraverso un lavoro di confronto con un istituto che presentasse un background completamente diverso da quello della scuola cilena, e in cui fosse evidente la presenza di un metodo di insegnamento.

La ricerca della seconda scuola è stata guidata quindi dall'intenzione di far emergere due diverse tipologie di metodo, per capire dove e quali fossero le differenze. La scelta è ricaduta sul Politecnico Federale di Zurigo in cui il primo anno del corso di Architettura è diretto da Marc Angèlil, docente di Urban Design, che ha pubblicato nel 2008 un manuale, Deviations, Designing Architecture2, in cui spiega il metodo di insegnamento che utilizza con i propri studenti per sviluppare in loro il pensiero critico.

Il corso si compone di 24 lezioni (12 per il semestre autunnale, 12 per il semestre primaverile ) durante le quali gli studenti sono stimolati ad aumentare le proprie capacità critiche. Il metodo proposto da Marc Angèlil porta gli studenti ad una continua rivalutazione e rielaborazione del loro lavoro, attraverso il confronto con le procedure proposte.

Una volta che ho scelto di fare un confronto tra l'E[ad] e l'ETH ho deciso di contattare Marc Angèlil.

Trovarlo è stato un caso fortuito. Un incontro casuale con uno studente di Architettura mi ha chiarito che Marc Angèlil non corrispondeva all'immagine del professore con un orario di ricevimento studenti predefinito, con il quale dilungarmi; Marc Angèlil infatti somiglia più a una star benvoluta da tutti, studenti, collaboratori e inservienti, ma poco presente per via dei suoi molteplici impegni internazionali.

Per poterlo incrociare sono andata ad ascoltare una conferenza sulle periferie di Baltimora che aveva luogo nella sede distaccata dell'ETH in cui, temporaneamente, causa lavori in corso nella sede centrale, si trova il dipartimento di Urban Design. Qui, un suo assistente mi ha comunicato che difficilmente Marc Angèlil avrebbe dedicato il suo tempo a me - il lavoro da insegnante è uno dei tanti che porta avanti tra Zurigo e Los Angeles e sarebbe partito dopo due giorni - e che avrei potuto provare a fermarlo dopo la conferenza, alla quale avrebbe assistito.

Così ho fatto. Dopo aver superato la doppia fila di assistenti e simpatizzanti sono riuscita a presentarmi e a raccontargli della mia tesi - di cui si ricordava per via di una mail scritta tempo prima a cui non aveva trovato il tempo di rispondere - e, dopo avermi gentilmente detto che non aveva tempo a disposizione per via di un "meeting" che sarebbe iniziato nei successivi dieci minuti, ha radunato la sua squadra e mi ha chiesto di seguirli dentro un ascensore per raggiungere il suo ufficio: uno studio grande come una classe per 50 studenti, con terrazza longitudinale, una ventina di tavoli con altri assistenti al lavoro, tre pareti ricoperte di libri e una libreria sua da cui ha estratto tre testi, che mi avrebbe lasciato e in cui avrei trovato tutto il necessario per capire il metodo e il suo lavoro. Negli ultimi secondi disponibili, si è scusato di non poter proporre un incontro nei giorni successivi (per via di un volo a Los Angeles che l'avrebbe tenuto fuori dall'Europa per un tempo indefinito in quel momento), e ha chiesto di Torino, raccontando di quanto gli piacesse il cioccolato.

Poi mi ha salutata augurandomi buona fortuna e raccomandandomi di andare ad assaggiare i cioccolati della Confetteria di fronte alla stazione di Porta Nuova. Così, nel giro di dieci minuti, ho conosciuto Marc Angèlil, la sua frenesia, i suoi modi informali e la sua capacità di fare la star benvoluta da tutti.

LA STRUTTURA

Con questa tesi si vuole quindi approfondire la ricerca su due metodi utilizzati in due scuole agli antipodi, dal punto di vista geografico e didattico, che si propongono di educare dei futuri architetti e, prima ancora, degli individui.

Il lavoro è stato svolto inizialmente leggendo i testi di Alberto Cruz, raccolti negli archivi della Scuola e quelli di Marc Angèlil.

Contemporaneamente ho letto il libro L'Architetto Genera-lista3, nella raccolta dei Quaderni dell'Accademia di Architettura di Mendrisio, curato da Christoph Frank e Bruno Pedretti, che è risultato essere di grande importanza nell'estensione dei ragionamenti, per la ricchezza di contenuto

in merito all'insegnamento della disciplina architettonica nell'ultimo secolo e dell'evoluzione della figura professionale.

A questo testo viene dedicato il primo capitolo del mio lavoro, I quaderni di Mendrisio, sottolineando l'importanza data al saggio di Stefano Francesco Musso - attualmente professore ordinario di Restauro Architettonico nell'Universi-tà di Genova, nonché membro della EAAE (European Asso-

ciation for Architectural Education) - intitolato L'umanesimo salverà l'architettura? Le tradizioni generai iste alla luce degli indirizzi europei. Di questo saggio ho conservato in particolare l'attenzione riposta nella necessità di riportare l'uomo al centro degli interessi progettuali dell'architetto - una figura attualmente scomposta in tanti specialisti della disciplina - e l'invito a promuovere un'educazione che miri, in primo luogo, a fornire agli studenti, prima delle risposte, gli strumenti per poter conoscere, aumentando l'attitudine a porre delle domande, a ragionare e ad aumentare il proprio spirito critico e autocritico.

Il secondo capitolo, Nel contesto, vuole essere una panoramica sulle scuole e sulle università di architettura esistenti. La rivista Domus, sotto la direzione di Nicola Di Battista da Settembre 2013, ha dedicato ogni mese un articolo a una scuola diversa esponendo, (secondo la presentazione data dai rettori delle Università stesse), gli obiettivi formativi e i punti di forza del Massachussets Institute of Technology, dell' Università di Waterloo (Canada), della Design Academy Eindhoven, della Arkitektur- og designh0gskolen, AHO (Scuola di Oslo, con cui ho avuto il piacere di collaborare nella costruzione di una catenaria antisismica in mattoni secondo il metodo tridimensionale di Antoni Gaudi, per uno studio svolto dalla ricercatrice Defne Sunguroglu Hensel, svolto alla Città Aperta nell'Aprile 2012), della Bezalel Academy (Gerusalemme), del College of Architecture deH'lllinois Institute of Academy, della Facultade de Arquitectura Uni-versidade do Porto. Inoltre la lettura del saggio di Li Xiadong and Chong Keng Hua, Implications of Chinese architectural education in contemporary Chinese architecture, e della tesi di Laurea Specialistica in Costruzioni al Politecnico di Torino di Irina Belkina, La composizione nel processo di elaborazione dell'idea architettonica: le avanguardie razionaliste russe e gli esercizi di N. Ladovsky, ha permesso di offrire un piccola cornice allo scenario cinese e alla Ural State Academy di Yekaterinburg.

Nel terzo capitolo, Due storie, si danno, separatamente, i profili della Escuela de Arquitectura y Design di Valparaiso e della Eidgenössische Technische Hochschule di Zurigo, raccogliendo le informazioni sotto tre macro categorie: [la storia], [la teoria (la poetica)] e [la didattica].

Il quarto capitolo, Per il primo anno, si sviluppa in due parti: una dedicata allo svolgimento del metodo della "observaciòn" e agli studi propedeutici per il Laboratorio di Progettazione nella E[ad];

L'altra dedicata alla schematizzazione dei ventiquattro esercizi di Marc Angèlil.

Entrambi gli studi sono presentati in modo da mostrare le peculiarità dei due approcci: nel caso della scuola Cilena vengono mostrate le lavagne su cui avvengono le lezioni, si delineano le consegne, le finalità e le dimostrazioni del lavoro eseguito dagli allievi; Nel caso della classe di Marc Angèlil si schematizzano il processo del lavoro richiesto e i suggerimenti (personalità, film, opere letterarie, brani musicali) con i quali elaborare la consegna.

Nel quinta parte della tesi, denominata Inconclusi perchè oltre alle mie considerazioni finali contiene le (non) conclu-sioni, vengono messi a confronto i due approcci analizzati approfondendo il senso di ogni esercitazione.

L'obiettivo è di far emergere le lezioni principali impartite al primo anno, e le peculiarità di entrambi gli approcci. In ultimo si raccontano per quali ragioni i due metodi, apparentemente molto distanti, sono in realtà legati da un forte legame di parentela - tra l'impeto nascente della scuola di Valparaiso e l'approccio di Marc Angèlil - che sorge nella [storia], attraversa la [teoria] e sfocia nella [didattica]. Nell'ultimo atto di questo lavoro, Bibliografia ragionata, vengono presentati i testi principali che mi hanno consentito di articolare l'intero ragionamento.

Senza queste fonti, sarebbe stato difficile inoltre mettere da parte la curiosità preponderante di capire quale dei due metodi fosse il migliore ai fini di educare un architetto. Riconoscendo pertanto la complessità del tema della formazione e dell'educazione, e non volendo cadere nell'errore di poter

rispondere con semplicità a una domanda tanto complessa, questo studio non si propone di dare un giudizio inerente la correttezza dei metodi o la loro efficacia.

Si auspica invece di sollevare delle riflessioni e delle ricerche future in merito ai metodi, in particolare a quelli in cui il processo per raggiungere i concetti è più formativo dei concetti stessi.

Relatori: Marco Trisciuoglio
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: SS Scienze Sociali ed economiche > SSA Antropologia culturale
SS Scienze Sociali ed economiche > SSB Educazione
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/3741
Capitoli:

INDICE

SUI PERCHÉ

I QUADERNI DI MENDRISIO

NEL CONTESTO

DUE STORIE.

LA ESCUELA DE ARCQUITECTURA Y DESIGN DI VALPARAISO

La storia

La poetica

La Ciudad Abierta

La travesía

La poesia e gli atti poetici

La didattica

I ritmi

Studiare architettura alla Ead

II primo anno

La Observación

DUE STORIE,

LA EIDGENDSSISCHE TECHNISCHE HOCHSCHULE 01 ZURIGO

La storia

La teoria

Marc Angèlil

Texas Rangers

Architectural Association

La didattica

I ritmi

Studiare architettura alla ETH

II primo anno

PER IL PRIMO ANNO, E[AD]

Premessa

Fare un croqui

Formulare l'afirmaciòn

Formulare l’acto

Individuare Te,r.e.

Definire la forma

Il Taller Inicial

Il Taller de Construcción

La Travesía

PER IL PRIMO ANNO, ETH

Premessa

Il laboratorio

Spazio

Programma

Tecnologia

Contesto

Forma

INCONCLUSI

BIBLIOGRAFIA RAGIONATA

Bibliografia:

BIBLIOGRAFIA

Poiché questo lavoro tratta di due metodi d'insegnamento, e poiché una tesi dì laurea è, a sua volta, un processo di apprendimento, mi sono esercitata nel visualizzare il mio lavoro come l'insieme di una serie di passaggi.

La tesi, d'altronde, è un processo di apprendimento che: ha un inizio; è nutrito da ragionamenti e concetti più antichi che ne influenzano il corso; ha uno sviluppo concreto.

Per questo ho deciso di ordinare le fonti della mia tesi secondo le medesime categorie utilizzate per inquadrare la scuola cilena e la scuola svizzera: Storia, Teoria e Didattica

Fanno parte della categoria Storia i testi da cui sono cominciati i ragionamenti di questo progetto di tesi e che hanno fatto crescere la curiosità sul tema dell’educazione e del metodo. In particolare si fa riferimento a:

ALVARO SIZA, Antonio Angelillo (a cura di), Scritti di architettura, Skira editore spa, Milano, 1997

MASSIMO ALFIERI, La Ciuciaci Abierta, una architettura fatta in comune, una comunità di architetti, Editrice Librerie Dedalo, Roma, 2000

MARCO TRISCIUOGLIO, Scatola di Montaggio, L'architettura, gli elementi della composi/ione e le ragioni costruttive della forma, Carocci editore, Roma, 2008

BRUNO MUNARI, Da cosa nasce cosa, appunti per una metodologia progettuale, Editori Laterza, Bari, 2009

WIM VAN DEN BERG, John Hejdu's teaching by osmosis in ANTONELLA GALLO (a cura di), The Clinic of Dissection of Art, Marsilio, Venezia, 2012

CHRISTOPH FRANK, BRUNO PEDRETTI (a cura di), L'architetto Generalista, Mendrisio Academy Press |SilvanaEditoriale, Milano, 2013

Nella sezione dedicata alla Teoria, sono raccolti invece i testi che hanno arricchito le riflessioni in merito all'Architettura, alle Scuole e alla figura dell'architetto nella società. Oltre agli articoli della rivista Domus, specificati nella bibliografia, si menzionano:

SPIRO KOSTOF, The Architect. Chapters in thè History ofthe Profession, Oxfort University Press, New York, 1977

ROBERTO GABETTI, Introduzione alle presenti difficoltà dell'architettura in PIO LUIGI BRUSASCO, Architettura antimoderna. La resistibile ascesa della nuova accademia, Alinea Editrice, Firenze, 1984

FRÉDÉRIC SEITZ, Une entreprise d'idee. L'École spéciale d'architecture, 1865-1939, Picard, Parigi, 1995

ROBERTO GABETTI, Sisto Giriodi (a cura di), Imparare l'Architettura. Scritti scelti sul sapere architettonico, Umberto Allemandi & C., Torino, 1997

GIORGIO GRASSI, Un parere sulla scuola e sulle condizioni del nostro lavoro (1989) in Scrìtti Scelti 1965-1999, Franco Angeli, Milano, 2000

MARCO TRISCIUOGUO, Il muratore e il latino, introduzica, Agit Beinasco, Torino, 2000

Della cae tutti i testi indispensabili per poter sviluppareto tra il primtettura e Design di Valparaíso e il primign di Marc Angèlil, non solamente quelli cartacei mpresorafico di Jose Vial Armstrong http://wiki.Hi-stórico_José_Vial. Tra i testi fondamentali Manificuela de Arquitectura UCV, Santiago, 1971

la Observación en Arquitectura, Taller de Investigaciones Graf

GODOFREDO IOMMI, Eneida-Amereida, Taller de Investigaciones Graficas, Viña del Mar, 1982

GODOFREDO IOMMI, ALBERTO CRUZ, La Ciudad Abierta: de la Utopia al Espejismo, Revista Universitaria n.9 PUCCH, Santiago, 1983

MARC ANGÉLIL, Inchoate, an experiment in architecturaleduca-tion, Liat Uziyel, Zurigo, 2003

MARC ANGÉLIL, Textbuch, architecture und entwurf l& II, Herbst, Zurigo, 2004

ALBERTO CRUZ (a cura di), Amereida, Volumen Primero, E[ad] Taller de Ediciones, Valparaíso, 2006

MARC ANGÉLIL, DIRK HEBEL, Deviations, Designinh Architecture, Birkhäuser, Verlag AG, Berlino, 2008

BRETT STEELE (a cura di), AA Book: Projects Review 2010, Kari Rittenbach, London, 2010

ALBERTO CRUZ, "Cooperativa Amereida Chile" in Zodiac, n. 8, Edizioni Abitare, 1992, pp.189-193

GIANCARLO DE CARLO, "L'Utopia di Ritoque" in Spazio e Società, n. 66, Gangemi ETON JULLIAN, "La strada che non è una sue, Cile" in Spazio e Società, n. 66, Gangemi Editore,CE 353, Editrice Segesta, 1996, pp.82-87

Olparaisodizioni, 1997, pp. 22-31

MARÍA BERRÍOS, "Arquitecra invisibles y poesia de la acción", Esposizione tenuta al Museo Nacional Centro de Arte, Desvíos de la deriva Experiencias, travesías y morfologías, Madrid, 2010,

5 maggio - 23 agosto

GODOFREDO IOMMI, Manifiesto del 15 de Junio de 1967, Escuela de Arquitectura UCV, Santiago, 1971 SPIRO KOSTOF, The Architect. Chapters in thè History of thè Profession, Oxfort University Press, New York, 1977 ALBERTO CRUZ, Estudio acerca de la Observación en Arquitectura, Taller de Investigaciones Graficas, Viña del Mar, 1982 GODOFREDO IOMMI, Eneida-Amereida, Taller de Investigaciones Graficas, Viña del Mar, 1982

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GIORGIO GRASSI, Un parere sulla scuola e sulle condizioni del nostro lavoro (1989) in Scritti Scelti 1965-1999, Franco Angeli, Milano, 2000

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MARC ANGÉLIL, Textbuch, architecture und entwurf l& II, Herbst, Zurigo, 2004

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MARC ANGÉLIL, DIRK HEBEL, Deviations, Designinh Architecture, Birkhàuser, Verlag AG, Berlino, 2008

FRANCO LA CECLA, Contro L'Architettura, Bollati Boringhieri editore s.r.l, Torino, 2008

MARCO TRISCIUOGLIO, Scatola di Montaggio, L'architettura, gli elementi della composizione e le ragioni costruttive della forma, Carocci editore, Roma, 2008

BRUNO MUNARI, Da cosa nasce cosa, appunti per una metodologia progettuale, Editori Laterza, Bari, 2009 BRETT STEELE (a cura di), AA Book: Projects Review 2010, Kari Rittenbach, London, 2010

WIM VAN DEN BERG, John Hejdu's teaching by osmosis in ANTONELLA GALLO (a cura di), The Clinic of Dissection of Art, Marsilio, Venezia, 2012

CHRISTOPH FRANK, BRUNO PEDRETTI (a cura di), L'architetto Generalista, Mendrisio Academy Press|SilvanaEditoriale, Milano, 2013

ALBERTO CRUZ, "Cooperativa Amereida Chile" in Zodiac, n. 8, Edizioni Abitare, 1992, pp.189-193

GIANCARLO DE CARLO, "L'Utopia di Ritoque" in Spazio e Società, n. 66, Gangemi Editore, 1994, 24-25

ANN PENDLETON JULLIAN, "La strada che non è una strada e la Città aperta di Ritoque, Cile" in Spazio e Società, n. 66, Gangemi Editore, 1994, 26-40

RODRIGO PEREZ DE ARCE, "Ciudad Abierta" in Abitare, n. 353, Editrice Segesta, 1996, pp.82-87

OPEN CITY GROUP, "Città Aperta, Valparaiso, Cile" in Domus, n. 789, Domus Edizioni, 1997, pp. 22-31

LI XIADONG, CHONG KENG HUA, "Implications of Chinese architectural education in contemporary Chinese architecture" in The Journal of Architecture, Volume 8, n.3, Oxfordshire, Taylor & Francis Group, 2003, 303-320

MARIA BERRIOS, "Arquitectura invisibles y poesia de la acción", Esposizione tenuta al Museo Nacional Centro de Arte, Desvíos de la deriva Experiencias, travesías y morfologías, Madrid, 2010, 5 maggio - 23 agosto

WIEL ARETS, "Illinois Institute of Technology" in Domus, n.976, Domus Edizioni, 2014, pp. 10-15

NICOLA DI BATTISTA, "La responsabilità dell'architetto" in Domus, n.977, Domus Edizioni, 2014, X-XI

NICOLA DI BATTISTA, "Ancora sulle responsabilità Domus Edizioni, 2014, X-XI

NICOLA DI BATTISTA, "Un nuovo punto di vista per l'architettura" in Domus, n.979, Domus Edizioni, 2014, X-XI

NICOLA DI BATTISTA, "La critica di Architettura in Domus" in Domus, n.980, Domus Edizioni, 2014, X-XI NICOLA DI BATTISTA, "Contro il Formalismo" in Domus, n.981, Domus Edizioni, 2014, X-XI NICOLA DI BATTISTA, "Per l'Architettura" in Domus, n.982, Domus Edizioni, 2014, X-XI

CARLOS GUIMARÁES, "Facoltà di Architettura dell'Università di Porto" in Domus, n.982, Domus Edizioni, 2014, pp.10-15

ERIC HALDENBY, LORENZO PIGNATTI, "University of Waterloo School of Architecture at Cambridge, Canada" in Domus, n.977, Domus Edizioni, 2014, pp. 10-15

PIETRO MONTANI, "Che cosa può insegnare un maestro? in Domus, n.978, Domus Edizioni, 2014, pp.10-15

KARL OTTO ELLEFSEN, "The Oslo school of Architecture and Design" in Domus, n.980, Domus Edizioni, 2014, pp.10-15

HAIM PARNAS, "Bezalel Academy of Arts and Design" in Domus, n.979, Domus Edizioni, 2014, pp.10-15

JOSEPH RYKWERT, "Ma la critica architettonica conta qualcosa?" in Domus, n.979, Domus Edizioni, 2014, pp. 10-15

NADER TEHRANI, "MIT School of Architecture and Planning" in Domus, n.978, Domus Edizioni, 2014, pp.10-15

THOMAS WIDDERSHOVEN, "Design Academy Eindhoven" in Domus, n.981, Domus Edizioni, 2014, pp.10-15

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