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L'allestimento scenico : progetto per una scenografia : La Cenerentola di Rossini

Marta Mazzarino

L'allestimento scenico : progetto per una scenografia : La Cenerentola di Rossini.

Rel. Roberto Monaco, Valentina Donato, Attilio Piovano. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile, 2014

Abstract:

La presente tesi costituisce il naturale proseguimento del percorso formativo iniziato durante la laurea triennale in Architettura per il progetto, durante la quale ho avuto la possibilità di frequentare il workshop “Musica, Architettura, Teatro” curato dal Politecnico di Torino, Il Facoltà di Architettura e dalla Fondazione Teatro Regio di Torino, con l’organizzazione e il coordinamento di Roberto Monaco e Attilio Piovano. Si è trattato di sette conferenze durante le quali diversi professionisti hanno spiegato i complessi meccanismi legati agli aspetti organizzativi, culturali e gestionali relativi al mondo del teatro. Tutti gli interventi sono stati determinanti per capire quante e quali siano le interazioni tra l’architettura e il mondo dell’arte, della musica e del teatro.

Frequentando le lezioni del workshop è scaturito in me il desiderio di approfondire la conoscenza del teatro, e soprattutto di capire in quali modi un architetto possa lavorare al suo interno.

Ho quindi avuto la possibilità di effettuare il tirocinio formativo presso il Teatro Regio di Torino, seguendo per qualche settimana il lavoro di Claudia Boasso, responsabile delle scenografie del Teatro Regio e di tutti gli eccellenti professionisti che hanno contribuito alla realizzazione e messa in scena de I Vespri Siciliani, con la regia di Davide Livermore, diretta da Gianandrea Noseda. Questa celebre opera di Giuseppe Verdi ha aperto i festeggiamenti del 150° anniversario dell’unità d’Italia il 17 marzo 2011.

Da quanto appreso durante tale esperienza formativa è emerso come ogni opera che va in scena sia un’opera lirica e al tempo stesso un’opera di architettura contemporanea data dalla sincronia di tre contributi: il lavoro del regista, dello scenografo e del direttore degli allestimenti (apparato tecnico del teatro). Le tre figure professionali collaborano dal momento in cui viene affidata loro una nuova opera da realizzare, apportando il proprio bagaglio culturale di esperienza, creatività e professionalità.

In seguito all’esperienza di tirocinio ho redatto la tesi dal titolo «Il progetto architettonico per il teatro: iter compositivo e organizzativo di un allestimento scenico. Il caso studio del Teatro Regio di Torino». La tesi è il risultato delle esperienze vissute e delle conoscenze apprese durante il tirocinio, e rappresenta una sorta di sintesi di tutto il lavoro che un architetto svolge in un teatro per la buona riuscita di una messa in scena.

Due anni dopo, durante il corso di laurea magistrale in Architettura per il progetto sostenibile, ho avuto la possibilità di frequentare il workshop “Architettura, Scenografia e Musica”, organizzato dal Politecnico di Torino in collaborazione con la Fondazione Teatro Regio di Torino. Tale workshop ha costituito una sorta di mix interdisciplinare tra

la progettazione architettonica, la storia del teatro musicale e la realizzazione di scenografie con riferimenti agli aspetti socio economici ed estetici, con particolare riguardo al versante progettuale architettonico. Si è trattato di un’esperienza formativa durante la quale abbiamo potuto sperimentare concretamente il significato della progettazione di una scenografia, a partire dalla realizzazione dei primi bozzetti di scena, per arrivare alla creazione di veri e propri campioni della scenografia progettata a livello esecutivo. Ho così potuto constatare come l’ideazione di una scenografia sia il risultato di una progettazione esecutiva e architettonica accurata, composta da schemi e tecnologie tipiche del teatro, diverse quindi da quelle abituali, che si sono quindi dovute acquisire man mano.

La scenografia ha da sempre uno strettissimo legame con l’architettura, perciò non la si può considerare una disciplina a se stante, ma un insieme di conoscenze specialistiche che determina un preciso modo di fare architettonico, della scienza della progettazione dello spazio e della forma. L’evoluzione della scenografia è legata tanto a quella della rappresentazione drammatica quanto al tema della rappresentazione spaziale, e già dai primi anni del Novecento lo scenografo da decoratore diviene costruttore scenografico. Sappiamo infatti che le prime scenografie erano dipinte su teli, ancora oggi conservati nel repertorio di molti teatri. Sino ad alcuni decenni fa non era l’architettura ad influenzare la scenografia, soprattutto nel teatro d’opera, bensì la pittura.

Oggi invece la progettazione di una scena è a tutti gli effetti una progettazione architettonica in quanto la scenografia acquista una nuova spazialità. Lo scenografo inventa l’immagine scenica, ma deve fare i conti con l’effimero, perché qualsiasi realizzazione nasce per vivere nel contesto dell’evento, dello spettacolo il cui successo è fatto di molte componenti.

Ha senso parlare di rapporto tra scenografia e architettura in quanto entrambe hanno come obiettivo la creazione di uno spazio; lo spazio scenografico è lo spazio illusorio della rappresentazione, che viene costruito secondo regole compositive che ritroviamo all’interno della disciplina architettonica, servendosi di alcuni suoi strumenti tipici come la definizione planimetrica o il controllo dei dettagli.

La scenografia non può quindi rappresentare una manifestazione artistica a se stante.

Gli architetti oggi contribuiscono con la loro cultura alla definizione di uno spazio stimolante seppur effimero, concretizzando l’unione tra le più alte forme d’arte: architettura e musica, architettura e letteratura, architettura e pittura.

Oggi l’architetto deve diventare sempre più esperto di semantica visuale, ed è qui che risiede essenzialmente il lavoro dello scenografo, che richiede prerequisiti tecnologici sempre più ampi. Il designer si deve confrontare con nuovi materiali, l’architetto con gli

infiniti stimoli visivi del mondo contemporaneo, lo scenografo con entrambe affrontando sempre nuove regie. Può non entrare nel merito di conoscenze specifiche, ma deve conoscere la semantica visuale, le possibilità e il potenziale espressivo di tutti i mezzi di comunicazione.

L’opera destinata a tale studio nel corso del workshop è stata L’italiana in Algeri di Gioacchino Rossini. La professoressa Valentina Donato ha accompagnato gli studenti nell’iter compositivo e progettuale delle varie scenografie, il supporto per la parte prettamente scenografica è stato fornito da Claudia Boasso, responsabile delle scenografie del Teatro Regio. Il Professor Attilio Piovano ha invece dedicato diverse lezioni all’approfondimento delle tematiche musicali, al fine di aiutare gli studenti a contestualizzare al meglio le proprie scelte progettuali.

La presente tesi si pone quindi come la naturale conclusione di un simile percorso di studi, che ha visto dialogare costantemente le discipline della progettazione architettonica con il mondo del teatro e della produzione scenografica.

Terminata questa premessa che vuole essere anche un trait d’union tra la tesi triennale e la magistrale, dedico le prossime pagine alla spiegazione del percorso creativo e progettuale svolto per l’ideazione della scenografia per La Cenerentola di Gioacchino Rossini.

Relatori: Roberto Monaco, Valentina Donato, Attilio Piovano
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: A Architettura > AB Architettura degli interni
A Architettura > AO Progettazione
S Scienze e Scienze Applicate > SA Acustica
S Scienze e Scienze Applicate > SJ Illuminotecnica
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/3576
Capitoli:

1. Introduzione

2. Iter progettuale:

3. Le scene, i costumi

4. Dossier tecnico

5. La Cenerentola di Gioacchino Rossini

6. Bibliografia

7. Ringraziamenti

a) Tavole di progetto: piante, prospetti, sezioni

b) Allegato: book dei costumi di scena

Bibliografia:

D. Abbado, A. Calbi, S. Milesi, a cura di, Architettura e teatro: spazio, progetto e arti sceniche, Milano, Il saggiatore 2007.

R. Capucci, La ricerca della regalità. Catalogo della mostra (Venaria Reale 23 marzo- 8 settembre 2013), Allemandi, 2013.

C. Casini, L’Ottocento II, Storia della musica a cura della società italiana di Musicologia, EDT, 1978.

G. Copelli, Manuale pratico di scenotecnica. Le macchine teatrali, Pàtron, 2006.

P. Daverio, li museo immaginato, Rizzoli, 2011.

M. Gallina, Organizzare teatro, Produzione, distribuzione, gestione nel sistema italiano, FrancoAngeli, 2001.

B. Mello, Trattato di scenotecnica, De Agostini, 2009.

P. Mioli, Dizionario di musica classica, BUR, 2005.

A. Pistoiesi, G.A. Rossi, Omaggio all’Italia, Mondadori, 2004 L.

Rognoni, Invito all’ascolto di Rosssini, Mursia, 1986.

M.l. Vesco, Architetture senza fondamenta, Palermo, Gratili 2004.

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