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La consistenza del limite: tracce e tracciati storici per un progetto di ricomposizione in piazza Bengasi

Francesca Cordero, Francesco Fiore

La consistenza del limite: tracce e tracciati storici per un progetto di ricomposizione in piazza Bengasi.

Rel. Massimo Camasso, Marco Simonetti. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per La Sostenibilità, 2013

Abstract:

« [...] La piazza è dunque una via larga, uno slargo all’interno della città, un luogo di mercato e di funzioni pubbliche. Spazio largo e sgombro, ma anche piatto, piano, posto al centro. La parola latina per indicare piazza era forum la cui probabile origine da foris, al di fuori, sembra ricordare l’origine di Roma, quando il luogo che sarebbe stato il foro, era posto nell’omonima valle, al di fuori dell’oppidum palatinum, la città più antica, che si trovava sulla collina. Il luogo largo del mercato e delle funzioni pubbliche era dunque in origine un luogo esterno, che poi sarebbe diventato centro della città. [...] Un significato connesso al termine forum e dunque foris (o la forma perduta fora) sarebbe quello di porta, in greco thyra, da cui anche il significato di vestibolo, cioè luogo di passaggio tra interno ed esterno. Ed anche a questa funzione di passaggio assolve la piazza, che é insieme interno ed esterno della città e perciò dunque luogo di passaggio dal privato al pubblico, dal personale al collettivo, dall’autoctono al forestiero, come avviene nei luoghi di mercato.»

Le piazze periferiche di recente sviluppo presentano caratteristiche diverse, che generano al loro interno forti contraddizioni. Lo spazio appare dilatato e troppo ampio per essere a misura d'uomo e, di conseguenza, la piazza perde quel ruolo originario di luogo di relazioni. Ciò che ne deriva è la frammentazione, la disomogeneità, la mancanza di unitarietà.

Piazza Bengasi si configura come porta di accesso alla città di Torino da sud, al confine con il Comune di Moncalieri ed in prossimità di Nichelino. L’ambito urbano di cui fa parte presenta tutta una serie di criticità irrisolte, tipiche delle barriere daziarie di Torino. Se da un lato la presenza della linea di confine tra i Comuni di Torino e Moncalieri crea non poche difficoltà di gestione dello spazio, dal momento che la piazza si trova sotto la giurisdizione di due diverse Amministrazioni Comunali; dall’altro, manca un segno che sottolinei il limite delle due realtà urbane e le rispettive porzioni di appartenenza. La piazza appare come una sorta di cerniera, uno spazio filtro, di passaggio da una realtà spaziale ad un’altra.

Dal confronto con le altre piazze periferiche sorte con l’ampliamento della cinta daziaria nel 1912, la presenza del confine con il Comune di Moncalieri emerge in modo esplicito come una peculiarità che contraddistingue piazza Bengasi. Piazza Caio Mario, piazza Omero piazza Massaua, piazza Cirene, piazza Stampalia, piazza Rebaudengo, piazza Derna e piazza Sofia pongono nelle vicinanze dei confini amministrativi, all’interno del territorio di Torino: esse, infatti, risultò ormai inglobate entro i confini comunali, anche se 1912 segnavano il limite della città.

La forma ad imbuto che distingue le antiche barriere è tipica della funzione daziaria - con lo spazio di dimensione maggiori ubicato verso l’esterno della città, per permetti di esplicare al meglio le attività connesse al dazio - come l’attraversamento di un’asse viario portante c conduce verso i territori extraurbani e altre direttrici diverse direzioni. In piazza Bengasi questa impostazione è ancora molto visibile: si distinguono chiaramente la confluenza delle vie Nizza, Vigliani e Corradino, si restringimento del perimetro nella zona sud, in territorio di Moncalieri.

La conformazione planimetrica non appare però definita da bordi precisi, da un lato per l’intersezione di grandi arterie di traffico, dall’altro per la vicinanza con antichi territori rurali, che in molti casi si caratterizza per un disegno urbanistico ancora incompleto.

La circolazione di veicoli in entrata e uscita dalla città congestiona fortemente la zona proprio a causa della funzione di collegamento con territori della cinta torinese che ricopre e per la vicinanza con la tangenziale sud e l’imbocco dell’autostrada. Inoltre l’assialità via Nizza, di fatto, divide la piazza in due parti sia il passaggio veicolare, sia per la difformità di funzioni che attualmente sono ospitate: il mercato da u parte, il parcheggio pubblico dall’altra. E’ proprio la compresenza di funzioni diverse al mattino (come traffico veicolare, il parcheggio, il mercato e la scuola) che questo spazio è spesso identificato come caotico in netta contrapposizione a ciò che avviene nelle ore pomeridiane e serali, durante le quali l’unico movimenti è rappresentato dal transito veicolare.

La piazza, occupata dal mercato al mattino, continuamente attraversata dal flusso di traffico veicola dopo le fasi di smontaggio dei banchi e di pulizia, piazza Bengasi non è più uno spazio di sosta, data mancanza di altre funzioni, ma diviene un semplice luogo di attraversamento per raggiungere altre mete. Si può affermare che la vocazione commerciale della piazza, le attribuisce, in qualche modo, un’identità: ciò non accade per le altre piazze daziarie pianificate nel 1912, le quali non si sono caratterizzate con funzioni alternative a quelle di snodi di traffico verso i territori extraurbani e la percezione che ne risulta è quella di grandi incroci di arterie stradali periferiche.

Una della principali evidenze relative all’ambito urbano di piazza Bengasi riguarda però la disomogeneità del tessuto urbano del suo intorno e dei fronti degli edifici che vi prospettano. Questo aspetto implica una difficile lettura dello spazio ed una perdita della sua identità e riconoscibilità: in mancanza del mercato la piazza si percepisce come un vuoto di grandi dimensioni, in contrapposizione ai pieni rappresentati dagli edifici di basso valore architettonico che ne definiscono il perimetro e dall’ex quartiere del dazio, il quale, oltre a testimoniare la memoria della cinta daziaria del 1912, non ricopre una funzione ben definita.

La riqualificazione di piazza Bengasi è in questi anni oggetto di dibattito per la Città di Torino ed è strettamente correlata al tema del prolungamento della metropolitana al confine con Moncalieri e dell’adeguamento del mercato alle normative igienico-sanitarie vigenti.

La scelta di questo tema, che si è mostrato da subito complesso e molto articolato, è stata dettata proprio dalla sua grande attualità: il 2012 è l’anno in cui il Comune di Torino procede con gli scavi per la realizzazione delle ultime due stazioni della metropolitana: stazione Italia ‘61 - Regione Piemonte e stazione Bengasi, con il conseguente spostamento temporaneo del mercato di piazza Bengasi in via Onorato Vigliani.

I lavori per la realizzazione della stazione Bengasi, la cui durata prevista è di circa tre anni, creano non pochi disagi ai residenti e ai fruitori della zona - con le modifiche alla viabilità per la perimetrazione dell’area di cantiere, l’incremento del traffico e lo spostamento del mercato - ma rappresentano soprattutto un’opportunità di rilancio e riqualificazione per l’intera area.

Data la grande complessità di questo ambito urbano, prima di procedere alla fase progettuale si è reso necessario un momento di studio approfondito ed analisi dello stato di fatto di piazza Bengasi e del suo intorno. In particolare ci si è concentrati sul tessuto urbano, gli edifici che lo compongono e le strade che ne definiscono gli isolati. Si sono effettuati dei sopralluoghi in diversi momenti della giornata, per osservare le mutazioni che avvengono e per vestir panni dei fruitori che quotidianamente affollano quei spazio. In seguito sono state compiute delle ricerca presso l'Archivio Storico e l’Archivio Edilizio della Città di Torino, l’Archivio Edilizio della Città di Moncalieri in relazione ai fabbricati presenti in piazza e prolungamenti delle vie che l’attraversano; a pari dai documenti archivistici è stato possibile restituire graficamente le piante del primo piano fuori terra e prospetti principali, ridisegnando una vasta porzione della zona. La schedatura che ne è derivata è intendersi come strumento di indagine delle relazioni spaziali tra gli ambienti pubblici e privati, ovvero grado di permeabilità dei fabbricati su strada rispetto ai cortili interni e allo spazio filtro dei negozi.

L’analisi delle principali carte storiche di Torino di seconda metà del XVIII secolo ad oggi, con particolare attenzione alla zona sud della città, si è rivelata i per comprendere al meglio le dinamiche che hanno influenzato lo sviluppo dell’ambito urbano oggetto di studio e la sua configurazione attuale. L’impianto della piazza, così come lo percepiamo attualmente piuttosto recente. La zona è stata esterna alla città di Torino fino al secolo scorso e pertanto caratterizzate un assetto rurale affiancato da un sistema di cascine l’insediamento dell’industria prima e la cinta daziaria dopo, hanno fornito un forte impulso al suo sviluppo.

La fase di masterplan è stata preceduta dalla definizione degli obiettivi progettuali e delle lii guida: la risoluzione delle criticità attuali della piazza, con l’innesto di nuove funzioni quali la metropolitana, il parcheggio interrato, è volta al recupero di un’idendità del sito, conservando, dove possibile, le peculiarità insite nella storia del luogo. La riplasmazione della piazza, definita sulla base degli studi precedenti da intendersi come il tentativo di fornire un metodo estendibile ad altri ambiti urbani, con peculiarità similari. Lo studio preliminare del luogo, dalle origini al giorno d’oggi, non è fine a sé stesso, diventa punto di partenza per la riconfigurazione d spazio. Grande rilevanza assumono quindi le tra storiche, intese come volumi, e i tracciati storici, ove la rete viaria: anche se non più presenti, lasciane segno sul territorio o nella memoria collettiva. In piazza Bengasi la cinta daziaria non ha solamente dato origine all’andamento anulare di via Vigliani, ma si è riflettuta nella definizione di tutto l’impianto viario circostante nella funzione del mercato sorta in seguito; momento storico di maggiore rilevanza per la piazza, è stata assunta come elemento unificatore del progetto, per una ricoomposizion di tale ambito urbano, esattamente cent'anni dopo.

Relatori: Massimo Camasso, Marco Simonetti
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: A Architettura > AO Progettazione
G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GG Piemonte
U Urbanistica > UN Storia dell'Urbanistica
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Per La Sostenibilità
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/3112
Capitoli:

Premessa

IL NODO DI PIAZZA BENGASI

Inquadramento storico

Inquadramento territoriale

STATO DI FATTO: SPUNTI E CRITICITA'

Il mercato e le sue dinamiche

I mercati di Torino: il caso di piazza Bengasi

La metropolitana

Il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile:

analisi e ricadute sull'area d'intervento

L’infrastruttura verde del Parco del Po torinese:

aree limitrofe a Piazza Bengasi

ORIENTAMENTI DI RICOMPOSIZIONE:

LINEE GUIDA E OBIETTIVI PROGETTUALI

L’intervento comunale

Metodologia di progetto

Lo sviluppo storico a partire dai riferimenti cartografici

L'approccio storico per la composizione architettonica sostenibile

IL PROGETTO

La progettazione urbana sostenibile: la piazza

Il parcheggio

Il mercato

L’ex quartiere del dazio

La progettazione architettonica sostenibile: l’edificio

La progettazione tecnologica: la certificazione energetica dell’edificio

CONCLUSIONI

BIBLIOGRAFIA

Cartografia

Tesi di Laurea

Normativa

Sitografia

TAVOLE

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