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La Spina di Torino : scelte amministrative ed interessi privati

Francesco Laria

La Spina di Torino : scelte amministrative ed interessi privati.

Rel. Riccardo Bedrone. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Architettura, 2012

Abstract:

1.1 Le ragioni della ricerca

La ricerca nasce dalla volontà di comprendere e analizzare le trasformazioni che Torino ha subito negli ultimi decenni e lo strumento che ne ha gestito e accompagnato l'evoluzione cioè il PRGC, per poter valutare quali esiti si sono ottenuti dopo anni di decisioni delle amministrazioni Comunali, di pareri tecnici e di (scarsa) partecipazione dei cittadini, sulla Spina centrale e soprattutto la Spina 3.

Torino come città industriale negli ultimi decenni ha avuto un cambiamento radicale, il suo dinamismo economico e sociale è strettamente legato allo stesso tessuto urbano, regolato dal Piano che ne è uno dei fattori stessi di trasformazione della realtà torinese.

La città ha sostituito e sta cercando tutt'ora, di riempire le aree industriali dismesse con riqualificazioni di non poca entità. In questa ottica è importante analizzarne i cambiamenti, conoscere come siano avvenuti, quali siano in atto e quali in progetto.

Il Piano regolatore ha anche una funzione economica e socio-culturale che viene regolata dagli organi politici dell'Amministrazione; ma gli investitori privati hanno un ruolo non indifferente nel suo mutamento, ed in questa prospettiva è interessante analizzare come tutte le parti attive della società, in ambito urbanistico, abbiano contribuito alla produzione dei risultati che vengono analizzati e presi in considerazione sia sotto il punto di vista sociale che architettonico ed urbanistico.

La tesi vuole verificare il livelli di soddisfazione non solo delle figure tecniche e degli esperti in materia, dal punto di vista urbanistico, architettonico e storico ma anche le considerazioni delle figure "esterne" al processo attivo di realizzazione degli interventi su grandi porzioni di città - come i cittadini ed i comitati spontanei - che risultano coloro che "vivono" il cambiamento.

A tal fine, la tesi analizza, in una prima parte, gli strumenti che hanno strutturato la trasformazione del territorio, cioè PRGC redatto nel 1995 dallo studio Gregotti e Cagnardi, su incarico del Comune di Torino, secondo il concetto che ha guidato gli autori nell' immaginare la trasformazione futura.

Nella seconda parte, vengono analizzate le trasformazioni che più hanno interessato Torino, cioè la Spina centrale ed in particolare la Spina 3, per poter comprendere l'entità delle problematiche affrontate dai progettisti in fase di realizzazione, e come si siano raggiunti i risultati.

La qualità della progettazione è un tema di non poca importanza e come tale vengono raccolte la opinioni sui risultati ottenuti, positivi o negativi che siano. Le imprese ed gli operatori privati locali hanno avuto un ruolo importante nella trasformazione, come anche l'Amministrazione comunale; viene quindi analizzato il peso delle loro operazioni immobiliari nel cambiamento di una città, che aveva puntato sul piano per avviare un mutamento non solo fisico ma anche economico e sociale.

Dopo una raccolta e una disanima dei pareri si analizzano il grado di soddisfazione e le problematiche ancora "vive", considerando sia gli osservatori "esperti" in materia sia i comitati spontanei, dove è la popolazione che giudica il vero stato di vivibilità soprattutto di Spina 3, oggetto di molte polemiche.

A prescindere dagli esiti della trasformazione urbanistica che Torino ha affrontato, si cerca di analizzare dapprima le radici stesse di questo cambiamento, dalle intenzioni originarie del 1995, per poterne comprendere il concepimento sulla base delle esigenze che si erano privilegiate in vista di un futuro post-industriale e diverso dallo sviluppo tradizionale di una città prevalentemente industriale. Il mutamento che il Piano regolatore prevedeva dapprima e ha regolato parzialmente dopo, va oltre ad un risultato urbanistico - architettonico: ha delle ripercussioni sociali, con la formazione di "gruppi spontanei" sia nella fase sua elaborazione che dopo, nella sua attuazione "parziale", definita così poiché subentra la logica dell'urbanistica contrattata che modifica lo stesso orientamento del Piano regolatore.

Successivamente vengono esposti i problemi che i cittadini e i comitati lamentano, soprattutto della Spina 3, che è oggetto di numerose polemiche, poiché vivono in prima persona un mutamento tanto radicale quanto insoddisfacente di un'area di estensione pari 1.170.000 mq.

Delle problematiche esplicitate, si cercano in un'altra fase le cause, ma soprattutto il riscontro con l'opinione dei tecnici.

L'Amministrazione e le società immobiliari partecipi sia nella gestione che nell'operatività della riqualificazione hanno operato in modo molto incisivo nell'ottica dell'urbanistica contrattata, stipulando contratti e inducendo a modificare il Piano regolatore. In questa chiave di lettura si guarda a come gli investitori privati abbiano inciso in una produzione architettonica che non sembra essere di qualità e nella realizzazione di un tessuto urbano che si era consolidato nella diffusione delle industrie che hanno fatto la storia di Torino.

Relatori: Riccardo Bedrone
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GG Piemonte
U Urbanistica > UK Pianificazione urbana
Corso di laurea: Corso di laurea specialistica in Architettura
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/2864
Capitoli:

1. INTRODUZIONE

1.1 Le ragioni della ricerca

2 IL PIANO REGOLATORE DI TORINO

2.1 Brevi cenni storici

2.2 II piano attuale

2.2.1 Le aeree normative e le zone

2.2.2 Le tavole di piano

2.2.3 Gli allegati tecnici

2.2.4 Le norme di attuazione

2.3 I programmi complessi

3 LE RADICI DELLE GRANDI TRASFORMAZIONI

3.1 Le problematiche

3.1.1 Le strutture pubbliche

3.1.2 La viabilità

3.1.3 II sistema urbano

3.1.4 Le abitazioni

3.1.5 II trattamento delle aree industriali

3.2 Dati quantitativi e riepilogo

3.2.1 La Spina 1

3.2.2 La Spina 2

3.2.3 La Spina 3

3.2.4 La Spina 4

4 GLI ASPETTI SOCIALI

4.1 La partecipazione: modelli teorici

4.2 I sistemi di partecipazione

4.3 II rifiuto della partecipazione

5 L'OPINIONE DEI CITTADINI

5.11 comitati cittadini agli albori del piano

5.2 II comitato Parco dora

5.2.1 Le problematiche rilevate

6 LE OPINIONI DEGLI OSSERVATORI QUALIFICATI

6.1 Augusto Cagnardi

6.2 Jean Pierre Buffi

6.3 Franco Corsico

6.4 Mario Viano

6.5 Carlo Olmo

6.6 Raffaele Radicioni

6.7 Enrico Bettini

6.8 Vezio De Lucia

6.9 Francesco Indovina

6.10 Guido Montanari

6.11 Ilario Cursaro

6.12 Gastone Guerrini

6.13 Carlo Alberto Barbieri

7 IL QUADRO GENERALE

7.1 Le imprese, i costruttori e la rendita fondiaria

7.2 La mancata qualità

7.3 II legame tra politica scelte urbanistiche

7.4 Pregi e difetti

7.4.1 Le volumetrie

7.4.2 La qualità urbana

7.4.3 Le opere pubbliche e le opere private

7.5 Gli aspetti positivi della trasformazione

8 CONCLUSIONI

9 ALLEGATI

10 BIBLIOGRAFIA

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