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MEF : proposta progettuale per il nuovo Museo Ettore Fico a Torino

Giulia Mondino

MEF : proposta progettuale per il nuovo Museo Ettore Fico a Torino.

Rel. Paolo Mellano, Yvonne Besser. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Architettura, 2012

Abstract:

Il progetto per il nuovo Museo Ettore Fico si pone come fase progettuale e conclusiva di tre esperienze appartenenti ad ambiti diversi e avvenute in momenti differenti in questi ultimi due anni: l'analisi teorica delle recenti tendenze museali e museografiche, lo studio approfondito del percorso artistico del pittore Ettore Fico e, infine, la partecipazione al workshop "Vetri, immagine e innovazione" tenutosi presso il Castello del Valentino a settembre 2011.

Il progetto, quindi, nasce da una ricerca teorica iniziata qualche anno fa assieme al Professor Agostino Magnaghi riguardante le principali trasformazioni concettuali, tipologiche e formali che hanno interessato il "museo" dalla nascita del collezionismo fino al giorno d'oggi.

L’espressione Musei extra moenia, diventata poi titolo stesso dell'intera ricerca, ben racchiudeva lo spirito delle principali tendenze museali degli ultimi decenni.

Come ho cercato di mettere in evidenza nel capitolo 2, nel corso dei secoli, infatti, si è assistito alla negazione della sua morfologia concreta, alle sue trasformazioni per assecondare la fruizione, alla sua invasione del territorio circostante, all'esternazione del suo contenuto.

Il museo è un fenomeno in continua evoluzione, in continua co-evoluzione con il territorio che lo ospita. E' diventato un concetto difficile da delineare, da definire in cui le funzioni didattiche e conservative che lo avevano caratterizzato alla nascita non sono più di esclusiva e primaria importanza.

Musei fuori dalle mura, appunto. Musei che vanno oltre gli spazi tradizionali che erano stati loro attribuiti, musei che trascendono la visione quasi sacrale delle loro sale, musei che non imbalsamano la realtà ma si adattano allo spirito e alle necessità del proprio tempo, musei che si liberano dalla loro condizione di "semplice" museo come emblema culturale.

Il Museo Ettore Fico sorge proprio fuori da quelle mura, ormai labili ed immaginarie, che separano il centro dalla periferia. Il progetto è allo stesso tempo causa e conseguenza di tutta una serie di grandi trasformazioni -analizzate meglio nel capitolo 1- che interesseranno nei prossimi ventanni questa porzione di città, la cui frammentazione morfologica, tipica delle aree industriali dismesse, implica, in pri-mis, un'assenza d'identità specifica.

L'idea sociologica e territoriale che sta alla base di questo progetto di riconversione viene ben messa in evidenza nel libro "Industriai chic, Reconverting spaces" da M. Tagliaferri secondo la quale ".. .in termini sociali, riadattare le costruzioni in disuso consente di rivitalizzare un'area cittadina e di realizzare nuovi nuclei di riqualificazione urbana che diventano importanti punti di attrazione. La riconversione di un vecchio edificio industriale, in prospettiva futura, consente di migliorare la qualità della vita degli abitanti di un quartiere o di un intero centro urbano, e di salvaguardare, allo stesso tempo, una parte importante della memoria della città”.

Citando invece le parole del critico A. Emiliani il Museo Ettore Fico si colloca all'interno della terza età dei musei "che è quella della sua leadership nella riabilitazione e nella stessa gestione di interi quartieri, di aree di profonda simbologia artistica e di eccezionali valori ormai incarnati in quelle vecchie mura".

La cultura è diventata quindi strategia di intervento e catalizzatore di progetti di valorizzazione dei sedimenti storici presenti nel territorio.

Apartire da questi studi teorici si è delineata un'ipotesi di progetto architettonico caratterizzato dalla riconversione di unex-fabbrica di cavi elettrici sita in via Cigna in museo d'arte contemporanea.

La scelta di dedicare un intero museo al pittore Ettore Fico nasce da un rinnovato interesse post mortem nei confronti delle sue opere ed è conseguenza di un accordo, strategico e finanziario, tra la Fondazione che porta attualmente il suo nome e il Comune di Torino. La città ed il museo vengono quindi visti come elementi singoli in costante evoluzione, ma soprattutto come soggetti di un processo co-evolutivo mirato all'accrescimento reciproco".

Ciò che ha reso particolarmente stimolante l'iter progettuale è stata la collaborazione con il dott. A. Busto, futuro direttore del museo. Il dialogo con quest'ultimo mi ha permesso infatti di ricercare soluzioni puntuali che rispondessero a tutta una serie di esigenze espositive concrete.

Le disposizioni spaziali, le scelte illuminotecniche, le tipologie degli spazi espositivi, nei limiti delle imposizioni date dalla normativa in vigore, sono proprio conseguenza di un dialogo concreto ed accrescitivo che si è svolto all'inizio del progetto.

Il capitolo finale di questa tesi riguarda invece il progetto artistico per la grande vetrata est dell'edificio, realizzato nel mese di settembre durante il workshop "Vetri, immagine ed innovazione". Tale workshop, nato dalla collaborazione tra LABA&A - Laboratorio Arte&Architettura (Politecnico di Torino e Accademia Albertina di Belle Arti, Torino) e l'azienda tedesca Derix Glasstudios mirava, a partire da differenti casi studio collocati nella zona nord della città di Torino, alla valorizzazione dell'architettura delle facciate nel riuso post industriale, nel rispetto del tipo e della struttura originale, attraverso interventi incentrati sulle aperture.

Riassumendo l'idea progettuale approfondita meglio nel capitolo 5 di questa tesi, il progetto della nuova vetrata nasce da una serie di riflessioni sulla qualità della luce negli ambienti museali. Viste le notevoli dimensioni, la vetrata non deve influire negativamente sulla fruizione degli spazi interni, alterando la visibilità nelle sale espositive: da qui, l'idea di utilizzare il bianco (nelle sue variabili trasparente, opaco e opale) come cromia predominante in grado di mantenere un'adeguata luminanza nell'arco di tutta la giornata.

Parallelamente a queste riflessioni di carattere più tecnico, ho cercato di portare avanti un'idea artistica che trovasse le radici nelle opere dello stesso Ettore Fico indagando alcuni temi che hanno prevalentemente caratterizzato la sua produzione: giardini, vegetazione e glicini. Nasce così la volontà di evolvere questo tema tramite una progressiva "smaterializzazione" dell'immagine, un'astrazione del soggetto, una rielaborazione di un aspetto tanto quotidiano quanto complicato. Nel mese di novembre il progetto è stato selezionato da una giuria composta da professori e professionisti appartenenti ad ambiti differenti dandomi la possibilità di essere ospitata a dicembre presso la bottega tedesca Derix per dirigere l'elaborazione del bozzetto della mia idea progettuale.

Relatori: Paolo Mellano, Yvonne Besser
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: A Architettura > AO Progettazione
P Personaggi > PF Pittori
Corso di laurea: Corso di laurea specialistica in Architettura
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/2727
Capitoli:

INTRODUZIONE

1. CAPITOLO I: ANALISI

1.1 Introduzione

1.2 Torino: da città industriale a capitale della cultura e dell'arte

1.3 Cenni storici

1.4 Via cigna

2. CAPITOLO II: MUSEOLOGIA

2.1 Introduzione

2.2 Il museo: rivoluzioni concettuali ed architettoniche

2.3 Nuova fruizione museale

2.4 Servizi aggiuntivi

2.5 Ubicazione museale

3. CAPITOLO III: ETTORE FICO

3.1 Introduzione

3.2 Ettore Fico: la vita e le opere

3.3 Ex sicme: da fabbrica a museo

4.CAPITOLO IV: IL PROGETTO

4.1 Introduzione

4.2 Stato di fatto

4.3 Il progetto

-manica principale

-blocco secondario

5.CAPITOLO V:LA VETRATA

5.1 Introduzione

5.2 Il workshop :vetri immagine& innovazione

5.3 Collocazione interver

5.4 La vetrata: concept

5.5 La vetrata: il progetto

CONCLUSIONE

Bibliografia:

• M.TAGLIAFERRI, Industriai chic: Reconverting spaces, Ed.Gribaudo, Savigliano (Cn) 2006

• A.EMILIANI, Museo, città e campagna: metodo, storia e profitto, in N.SAVARESE, P.A.VALENTINO (a cura di), Progettare il passato. Centri storici minori e valori ambientali diffusi, Associazione Civita Progetti Museali Editore, Roma 1994

• L.BASSO PERESSUT, Le forme del museo diffuso: esperienze progettuali e di ricerca in area lombarda, in V.MINUCCIANI (a cura di), II museo fuori dal museo: il territorio e la comunicazione museale, Edizioni Lybra Immagine, Milano 2002

• DAL POZZOLO, GRON, MAGNAGHI, Tra città e museo, itinerari, incroci, convergenze, Name, Torino 2006

• R. MASPOLI, M. SACCOMAN-DI, Y. BESSER (a cura di), Vetri Immagine&Innovazione. Il vetro come espressione creativa nella riqualificazione delle architetture post industriali, De Ferrari, Genova 2012

• S. GREUB, T.GREUB (a cura di), Catalogo: Musei nel XXI secolo: idee, progetti, edifici, Sidra, Roma 2004

• J. M. MONTANER, J. OLIVERAS, Musei dell'ultima generazione, Hoepli, Milano 1988

• S.BERTUGLIA, F.BERTUGLIA, A.MAGNAGHI, Il museo tra reale e virtuale, Editori Riuniti, Roma 1999

• K.SCHUBERT, Museo. Storia di un'idea, II Saggiatore, Milano 2004

• GEORGES-HENRI RIVIERE, La museologie selon G.H.Rivière. Cours de museologie, texte et temoignages, Dunod, Paris 1989

• S.BERTUGLIA,F:BERTUGLIA, A.MAGNAGHI, II museo tra reale e virtuale, Editori Riuniti, Roma 1999

• A.BUSTO, Ettore Fico: Opere inedite dal 1935 al 2004, Edizioni Marcovaldo,Cuneo 2008

• F.DE BARTOLOMEIS, Ettore Fico. Diario di segni dal 1943 al 1991, in Archivi di Arte e Cultura Piemontesi, Umberto Allemandi&C, Torino, 1992

• A.MISTRANGELO (a cura di), Ettore Fico. I colori del tempo, catalogo della mostra, Torino 2004

• B.QUARANTA, P.P.BENEDETTO, Ettore Fico. Opere dal 1958 al 2000, catalogo della mostra, Torino 2001

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