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Proposta per un nuovo fronte acqueo alla Giudecca

Giorgia De Silva

Proposta per un nuovo fronte acqueo alla Giudecca.

Rel. Pierre Alain Croset, Agata Spaziante. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Architettura (Costruzione), 2012

Abstract:

"Venezia è un pesce. Guardala su una carta geografica... assomiglia a una sogliola colossale distesa sul fondo. Come mai questo animale prodigioso ha risalito l'Adriatico ed è venuto a rintanarsi proprio qui? Poteva scorrazzare ancora, fare scalo un po' dappertutto secondo l'estro; migrare, viaggiare, spassarsela come le è sempre piaciuto: questo fine settimana in Dalmazia, dopodomani a Istambul, l'estate prossima a Cipro. Se si è ancorata da queste parti un motivo ci deve essere... è dalla notte dei tempi che naviga... sulle squame le sono rimaste attaccate madreperle mediorientali, sabbia fenicia trasparente, molluschi greci, alghe bizantine. Un giorno però ha sentito tutto il gravare di queste scaglie, questi granelli e schegge accumulati sulla pelle un poco per volta; si è resa conto delle incrostazioni che si stava portando addosso. Le sue pinne sono diventate troppo pesanti. Ha deciso di risalire una volta per tutte in una delle insenature più a nord del Mediterraneo, la più tranquilla, la più riparata, e di riposare qui".

All'interno della tesi viene messo in primo piano il tema del recupero e della rigenerazione urbana. Al centro del discorso non si incontra la Venezia della storia dell'arte e delle opere più illustri, ma piuttosto la Venezia da gestire nel quotidiano, la città contemporanea e le sue difficoltà di continuare ad essere città viva e gloriosa. Le Corbusier la definì una "perfetta macchina funzionante" basata sul rigoroso equilibrio fra l'acqua e la terra. Più tardi "sono arrivati gli artisti; ma tutto era già regolato, inserito nell'ambiente, fatto dalla collaborazione di tutti".

L'intenzione a cui il progettista deve tendere è che questa nuova Venezia si faccia davvero, in modo tale che la città ritrovi una nuova centralità e "i fasti" di un tempo. La disciplina della "conservazione" che oggi include quella del recupero, il riuso industriale e la ricerca storica ad essa correlata, è di estrema importanza per agire in modo corretto sull'esistente e a maggior ragione in un contesto, come quello veneziano che a primo avviso sembra essere "intoccabile". Credo sia giusto segnare con mano la nostra epoca, però farlo con consapevolezza e senza essere bloccati, ma piuttosto incuriositi dai contesti con cui ci confrontiamo.

"così senza strade, senza veicoli... con le sue calli tortuose dove si formano capannelli di persone, dove le voci risuonano come nei corridoi di una casa, dove il passo umano si posa come a evitare gli spigoli del mobilio e le scarpe non si consumano mai, la città ha carattere di un immenso appartamento collettivo". Henry James nel Carteggio Aspern.

Il tema oggetto dell'intervento è una "piccola" area dell'isola della Giudecca che affaccia sulla laguna. Un area la cui vocazione è strettamente legata all'attività produttiva e su cui i miei colleghi di Venezia hanno avuto modo di ragionare e progettare. Proprio dalle idee del Workshop dello IUAV, sono arrivate le proposte per la creazione di un grande appartamento collettivo da cui prende avvio la tesi. La suggestione del luogo lascia senza respiro e gli studenti, i professori e i professionisti hanno messo in luce gli svariati problemi dei residenti che vivono in condizioni di sovraffollamento, in alloggi insufficienti, mal costruiti e precocemente deteriorati e verificato la prossimità con gli ex cantieri navali Lucchese, dove i capannoni dismessi e i materiali inutilizzati coperti d'edera non possono venire smantellati, data la presenza di materiali tossici nel sottosuolo. Dalla discussione emergono le vere carenze dell'area in oggetto e, più diffusamente, dell'isola della Giudecca. Spunti preziosi per gli studenti dei Workshop del professor Croset e del professor Kollhoff che, fin dall'inizio, si sono trovati a fronteggiare la necessità di rivitalizzare il quartiere, prestando attenzione alla dimensione artigianale e dei servizi, nonché alla possibilità di creare nuovi percorsi avanzando più volte l'idea di creare delle "Zattere bis" e nuovi spazi per la rimessa e l'ormeggio delle barche. Come ho già avuto modo di accennare, il filo conduttore del Workshop è la riqualificazione urbana. In questo ambito il tema del social housing potrebbe dunque essere una risposta all'accentuarsi del fabbisogno abitativo in Venezia, visto l'esodo dal centro storico di questi ultimi anni e l'emergenza per la crisi. Un modo per sostenere e integrare le proposte pubbliche e per rispondere a quella fascia di popolazione che non riesce ad accedere al mercato ma non è così povera per poter accede¬re all'edilizia popolare. O ancora a quei giovani che vivono in famiglia e non riescono a comprare casa.

È evidente che servono forme nuove, ed è per questa ragione che gli studenti hanno avuto modo di sperimentare nuovi modi di abitare. Da queste considerazioni, parte il progetto con cui mi sto confrontando alla Giudecca. A chiusura del saggio II infatti, mi sono posta alcune doman¬de a cui cercherò di dare risposta nel corso della tesi:

Che fare di questa striscia di terra che un tempo ospitava e in qualche modo ospita ancora industrie legate alla cantieristica navale? Come procedere? Come costruire un programma complesso e organizzare le nuove attività? Quali sono i costi e i benefici di un'operazione del genere? Chi sono gli attori?

Il lavoro insiste su una doppia realtà spesso contrastante: l'abitare sopra e il lavorare sotto, due visioni complementari che provano a convivere in uno stesso luogo con tutte le problematiche ad esse cor¬relate. L'obiettivo del mio lavoro è quello di rendere questa sperimen¬tazione i\ più possibile reaUzzabile attraverso la creazione di un pro¬gramma compiuto, dove il progetto riesca ad esprimere le necessità dell'area e verificare l'appartenenza alla specificità veneziana; non solo, come questione di linguaggio, ma anche e soprattutto come questione di esperienza spaziale, qualità di luce, senso di familiarità, intimità domestica, spazio pubblico e di vita vissuta. Il complesso residenziale di S. Eufemia sull'isola, da una parte vede l'obsolescenza degli appartamenti di edilizia popolare; dall'altra, un degrado sociale accentuato da una condizione di isolamento privo di sbocco verso la laguna e verso le aree adiacenti. L'aspetto importante in questo senso, è la sostenibilità sociale dell'intervento e quindi la par¬tecipazione attiva dei cittadini nella costruzione del processo e della disponibilità che la stessa cittadinanza dimostra di poter offrire alla società in senso più ampio del termine. Questa non è una questione nuova infatti nell'articolo 118 della Costituzione italiana, si introduce all'ultimo comma il principio di sussidiarietà orizzontale:

"Le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salvo che, per assicurarne l'esercizio unitario, siano conferite a Province, Città metro¬politane, Regioni e Stato, sulla base dei principi di sussidiarietà, diffe¬renziazione ed adeguatezza. I Comuni, le Province e le Città metropo¬litane sono titolari di funzioni amministrative proprie e di quelle conferi¬te con legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze. La legge statale disciplina forme di coordinamento fra Stato e Regioni nelle materie di cui alle lettere b) e h) del secondo comma dell'articolo 117, e disciplina inoltre forme di intesa e coordinamento nella materia della tutela dei beni culturali. Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l'autonomia iniziativa dei cittadini, singoli e associa¬ti, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del prin¬cipio dì sussidiarietà".

Il problema di base è quindi costruire una forte rete sociale, un sistema residenziale accessibile e accettabile in una visione che rinnovi il rap¬porto tra pubblico e privato e ponga al centro della questione l'obiettivo e non il denaro. Uhabitat infatti è degenerato, sia da un punto di vista sociale che ambientale, ci sono progetti solitari senza collegamenti con la città. Per questa ragione, usando anche il lavoro degli studenti ho svolto delle interviste mirate per aumentare il mio livello di conoscenza dell'area. Il contesto di intervento è stato analizzato attraverso un analisi SWOT. L'analisi è anche una base per la strutturazione del modello valutativo a cui è seguita l'individuazione delle strategie di intervento basate sulle interviste fatte. Il fine è stato quello di ela¬borare un programma unico, composto da piani d'azione specifici che individuano una graduatoria di importanza relativa agli ambiti funzionali proposti sulla base della loro rispondenza all'obiettivo globale, che è la reale vocazione dell'area. A questa fase segue poi, un analisi economica sintetica sul costo dell'intervento. In defi¬nitiva il tentativo è quello di rispondere il più possibile alle proble¬matiche che assillano le nostre città; il progetto complessivo per tutta l'area, un progetto urbano, che parte dal principio di densificazione e di miglioramento della qualità residenziale nel rispetto dell'esistente.

Relatori: Pierre Alain Croset, Agata Spaziante
Tipo di pubblicazione: A stampa
Numero di pagine: 171
Soggetti: A Architettura > AO Progettazione
R Restauro > RC Restauro urbano
Corso di laurea: Corso di laurea specialistica in Architettura (Costruzione)
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/2627
Capitoli:

Sommario

- Dalle idee di un Workshop dello IUAV, proposte per la creazione di un grande appartamento collettivo alla Giudecca

- La tesi: progettare per la "Serenissima"

- Nuovi scenari urbani per la città in un equilibrio difficile tra nuovo e antico: esperimenti di edilizia sociale (Social Housing) e rigene¬razione dello spazio costruito, fossilizzazione o rigenerazione?

- A proposito della Giudecca

- Progetti di recupero della Giudecca negli anni 80': primi esperi¬menti di edilizia sociale

- Progetto Giudecca anni '90: la rigenerazione dell'isola

- Il Programma Urban Italia a Venezia: "Apriamo i muri"

- Il dopo URBAN: le prospettive dello sviluppo urbano

- Introduzione al progetto

- Sopralluogo e prime considerazioni progettuali: in treno a Venezia

- Inchieste e interviste agli "attori" della Giudecca

- Costruzione di un modello urbano complesso

- Tre scenari di intervento

- Gli elementi del progetto

- Costi e ricavi dell'intervento

- Considerazioni critiche: la forma segue la funzione?

- Tavole di progetto

- Allegati

- Biblio-sitografia

Appendice

Saggio II: L'acqua come opportunità per la riapertura della città verso il mare

- Introduzione

- Le aree industriali diventano città vivibili: il patrimonio industriale e le problematiche derivanti dalla dismissione

- Riaprire la città al mare: il Waterfront tra sostenibilità e governance

- 1 vantaggi delle realtà d'acqua e gli ingredienti per un possibile rilancio strategico

- Alcuni casi studio: Amburgo, Barcellona e Genova

- Sviluppo del territorio e Waterfront risorse locali e eredità dello svi¬luppo industriale, le azioni di contesto già avviate in europa e in Italia

- L'importanza di una strategia e di una visione di insieme

- Procedere al progetto: alcune considerazioni critiche sul caso di Venezia e sul difficile rapporto tra città e acqua

- Conclusioni: verso un programma complesso

- Biblio-sitografia

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- POLITICA ARTIGIANA 01/10-09/10

- L'INDUSTRIA DELLE COSTRUZIONI rivista tecnica dell'Ance n° 422, Architettura Slovena, Edil stampa srl, novembre-dicembre 2011.

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