polito.it
Politecnico di Torino (logo)

Quo vadis? Analisi per l'orientamento e il wayfinding nei luoghi di cura.

Silvia Marello

Quo vadis? Analisi per l'orientamento e il wayfinding nei luoghi di cura.

Rel. Anna Marotta. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Architettura, 2012

Questa è la versione più aggiornata di questo documento.

Abstract:

Questa tesi nasce dalla volontà di proseguire un'esperienza intrapresa durante la carriera universitaria, riguardante per l'appunto l'orientamento all'interno dell'Ospedale pediatrico Regina Margherita, della quale, grazie anche all'entusiasmo della Prof. Anna Marotta, mi sono appassionata e ho cercato di renderla qualcosa di più concreto.

Nell'affrontare questo argomento, non mi sono posta con la presunzione di chi potesse dire qualcosa di nuovo o sensazionale, ma semplicemente volevo presentare un lavoro che fosse chiaro e di semplice lettura, ponendo l'attenzione su una tematica ancora troppo poco presa in considerazione nel nostro paese.

Il wayfinding, infatti, sia dal punto di vista teorico, che della sua applicazione all'interno degli spazi pubblici, in Italia è poco presente, ma affonda le sue radici nel mondo anglosassone. Molto frequentemente si sente parlare di umanizzazione degli ospedali, e spesso si fa riferimento a interventi di "abbellimento" delle strutture sanitarie, o nella migliore delle ipotesi a interventi che mirano a migliorare le condizioni in cui si trovano gli utenti. Proprio in considerazione di questo, mi sento di poter affermare che anche gli interventi mirati ad un progetto di wayfinding possono essere considerati interventi di umanizzazione. Se con wayfinding s'intende l'abilità di una persona di determinare mentalmente la sua posizione attraverso una rappresentazione dell'ambiente realizzata per mezzo di mappe cognitive, ossia la capacità di un individuo di raggiungere una destinazione, allora questi interventi sono anch'essi mirati, come quelli di umanizzazione, a rendere la struttura ospedaliera meno ostile per l'utenza, permettendole di comprenderla, riconoscersi in essa e quindi muoversi al suo interno senza rimanere disorientati.

Il titolo della tesi "Quo vadis?" mira proprio a evidenziare come l'orientamento non sia un problema secondario in nessuna di quelle strutture nelle quali è previsto un afflusso di persone, che non possiedono una precedente esperienza di quel luogo. Quando entriamo, infatti, per la prima volata in un ospedale, un museo, un aeroporto, un qualunque edifìcio pubblico, la prima domanda che ci poniamo è "dove vado?".

La valutazione dell'accoglienza o meno di una struttura, deriva, infatti, non solo dalla forma architettonica, dai colori, dalla luce, ma anche, e soprattutto, dalle sensazioni che essa trasmette all'utenza attraverso il sistema informativo. Se essa permette una chiara lettura di tutte le sue componenti, lasciando libero l'utente di muoversi al suo interno in piena autonomia, l'esperienza che l'utente avrà di essa sarà positiva. Al contrario una struttura viene percepita negativamente quando risulta ostile verso l'utente, perché non consente una sua chiara lettura, lasciando il visitatore al suo interno in balia di se stesso, senza punti di riferimento, o una via chiara da seguire.

Nella prima parte di questa tesi si è quindi cercato di esaminare il wayfinding da un punto di vista scientifico, analizzando le trattazioni presenti sul tema, per arrivare alla definizione, data da Arthur Passini, delle linee guida che è necessario seguire per un progetto di wayfinding. Sono infatti numerose le variabili che intervengono in un progetto di questo tipo, e particolare attenzione va posta all'utenza, alle sue esperienze e agli aspetti psicologici che li caratterizzano. Un sistema di wayfinding si basa, infatti, sulla capacità che gli individui hanno di interpretare e comprendere lo spazio che ci circonda, di ricavare da esso degli indizi che li agevolino nella redazione di mappe cognitive, volte alla determinazione del percorso da seguire al fine di raggiungere la destinazione desiderata.

Per descrivere l'orientamento spaziale, o per usare il più appropriato termine wayfinding, come spatial problem-solving bisogna includere un numero di abilità cognitive responsabili dei processi informativi, della presa di decisioni, e anche per la trasformazione delle decisioni in azioni comportamentali. Nessuna di queste abilità cognitive può essere cruciale per il successo o il fallimento nel cercare una destinazione. È indubbio quindi che, trattandosi di un processo cognitivo molto complesso, l'attenzione che i progettisti devono porre nei suoi confronti deve essere costante e sempre presente.

L'osservazione dell'evoluzione nel tempo delle strutture sanitarie permette di comprendere con quali criteri esse siano organizzate al loro interno e di constatare che, indubbiamente, una tipologia edilizia a padiglioni, rispetto ad una a torre, facilita notevolmente non solo lo studio di un progetto di wayfinding, ma anche l'orientamento al suo interno in assenza di un sistema informativo adeguato. Ciò grazie alla possibilità di reperire informazioni dall'ambiente circostante e quindi per l'utenza rimane più semplice crearsi una mappa mentale dell'ambiente.

Ciò che contraddistingue una struttura ospedaliera dalle altre strutture pubbliche, in cui è necessario un progetto di wayfinding, è l'utenza. Questa, infatti, presenta una condizione psicologica alterata, o per la presenza della malattia o per lo stress derivante dall'avere un caro ammalato, fattore che influenza in modo marcato la percezione che questi soggetti hanno dell'ambiente che li circonda e del sistema di orientamento presente nella struttura. La loro priorità è raggiungere la destinazione nel minore tempo possibile, senza preferibilmente essere dipendenti da terze persona che forniscano indicazioni.

A questo scopo si è cercato di individuare quali fossero i maggiori punti problematici all'interno di una struttura sanitaria, al fine di un adeguato progetto di wayfinding. I percorsi esterni unitamente ai parcheggi, l'atrio e i percorsi interni costituiscono, infatti, le tre fasi di avvicinamento e scoperta della struttura. Esse devono, oltre a rispondere a richieste di tipo unicamente funzionale, essere pensate in modo unitario e coerente, al fine di creare come un filo invisibile che conduce l'utente dalla sua posizione verso la destinazione, senza mai lasciarlo solo o renderlo incapace di muoversi.

Oltre ai sistemi segnaletici, sono moltissimi gli elementi che possono concorrere a determinare un progetto di wayfinding, il colore, l'illumuiazione, l'arredo, i materiali, le viste e l'arte, sono, infatti, componenti se volgiamo secondarie rispetto al pannello informativo, che non può mai mancare, ma che permettono di creare un progetto unitario che crei quel filo invisibile che accompagna l'utente all'interno della struttura.

I visitatori e i pazienti ambulatoriali, il cui contatto con l'ospedale è limitato nel tempo, giudicano l'adeguatezza e l'efficienza dell'intera struttura attraverso l'impressione ricevuta a livello di immagine degli spazi comuni, degli arredi e dei materiali. Il colore è quindi un elemento importante nella formulazione di questo giudizio e fondamentale per la riconoscibilità degli spazi e l'orientamento nei percorsi.

Il colore nei percorsi può assumere un forte valore di segno orientante soprattutto se integrato a un sistema segnaletico completo. In genere il sistema dei percorsi di un ospedale, anche se lineare, può risultare disorientante e confuso: gli spazi sono molto ampi, privi di arredo e di qualsiasi elemento di caratterizzazione, così da apparire da un lato sovradimensionati e dall'altro sotto utilizzati. Il colore può essere in questo caso usato come elemento di riqualificazione e caratterizzazione dell'ambiente, facilitando la riconoscibilità e l'orientamento.

In ospedale il contatto visivo con l'ambiente naturale ha un forte valore di distrazione dalla propria condizione di fragilità, richiamando l'attenzione su qualcosa che è posto, anche fisicamente, fuori da se stessi, dalla malattia dai luoghi di cura. In questo senso le viste su giardini e spazi attrezzati a verde rappresentano la possibilità di stabilire un'effettiva continuità con il mondo esterno, rassicurando l'individuo e stimolando la sensazione si appartenenza al ciclo naturale della vita, oltre a costituire dei punti di riferimento per l'orientamento all'interno della struttura.

Come vedremo, tra gli elementi che possono facilitare l'orientamento, vi è anche l'arte. L'inserimento di forme d'arte all'interno dell'ospedale oggi è considerata importante perché rende diversa la percezione dell'ambiente non solo per i malati, ma anche per chi vi lavora, sviluppando motivazione, coinvolgimento e senso di appartenenza. Al fine di un'efficace progettazione è importante che l'inserimento dell'arte all'interno dell'ospedale abbia inizio con un confronto integrato tra architetti e artisti. H ruolo dell'opera all'interno dello spazio architettonico, non si limita, infatti, all'umanizzazione dello spazio, ma rappresenta un modo efficace per facilitare l'orientamento e il riconoscimento dei luoghi, spesso uguali e ripetitivi.

La cosa importante è che qualora siano usati più elementi (arredo, materiali, colore, luce, viste, arte, segnaletica), questi devono essere coordinati tra di loro, e realizzati in modo coerente rispetto al sistema segnaletico, in caso contrario, non solo, non costituiscono un valore aggiunto per il sistema di wayfinding, ma possono determinare situazioni d'mcoerenza provocando disorientamento nell'utenza.

Dalle strutture sanitarie più in generale, nella terza parte di questa trattazione, si è passati ad analizzare le strutture pediatriche, ponendo particolare attenzione al bambino, principale utente di queste strutture. Si è quindi osservato come essi percepiscono lo spazio, l'ambiente ospedaliere, i colori e il loro rapporto con la condizione della malattia. Nel caso dei bambini è molto importante la scoperta degli ambienti attraverso esperienze multisensoriali. Contrariamente a quanto accade per gli adulti, per i quali l'atto del toccare è generalmente ritenuto sconveniente, per i bambini, specie per i più piccoli, la percezione attraverso il tatto rappresenta una modalità fondamentale di conoscenza dell'ambiente che li circonda, oltre a costituire un importante fattore per il loro benessere psicoemotivo. Ugualmente, l'inserimento di stimoli olfattivi e uditivi, all'interno delle strutture, oltre a determinare un'esperienza ludica della struttura da parte dei piccoli pazienti, distogliendo l'attenzione dalla loro condizione di malattia, contribuiscono a migliorarne la conoscenza e la percezione che essi hanno dell'ambiente che le circonda. A supporto e per confutare quanto detto sino ad ora, sono stati analizzati alcuni casi studio, che non si limitano all'ambiente ospedaliere, ma che spaziano nell'ambito degli edifici pubblici, nei quali l'attenzione per l'utente è stata posta in primo piano. Come nel caso delle basi teoriche, anche dal punto di vista della loro applicazione vediamo come in Italia questo tipo di attenzione, volta a migliorare l'orientamento degli individui all'interno degli spazi, non ha ancora preso molto piede. Per comprendere la complessità delle operazioni di wayfinding all'interno delle strutture ospedaliere, si consideri l'esempio riguardante l'orientamento negli aeroporti. L'utente medio che entra in una di queste strutture possiede una mappa mentale dell'ambiente, ovvero uno schema spaziale, costruito con l'esperienza, che gli consente in un certo qual modo di collocarsi e muoversi tra e varie aree. Il passeggero saprà, infatti, che in prossimità dell'ingresso troverà i banconi del check-in, cui seguiranno i controlli di sicurezza, per poi infine giungere agli imbarchi (gates). Gli aeroporti, infatti, presentano uno schema distributivo piuttosto comune, fatto di aree ben definite e step successivi. Al contrario, non esiste un layout generale che accomuna l'organizzazione degli ospedali. La mancanza di un layout comune negli ospedali comporta forti ripercussioni in relazione ai processi di wayfinding. Orientarsi in assenza di una mappa mentale di supporto fa sì che nel momento dell'ingresso in un ospedale l'ambiente risulti "poco familiare", con l'assenza o quasi di punti di riferimento psicologici per l'utente che aiutino la propria localizzazione e la ricerca della destinazione. A ciò vanno aggiunte le forti situazioni di stress cui sono soggetti pazienti, familiari o visitatori nel loro approcciarsi a una struttura sanitaria. La situazione è poi ancora più delicata se si tratta di strutture pediatriche, poiché si deve porre particolare attenzione ai bambini, che in alcuni casi si vedono costretti a crescere all'interno di queste strutture. Si è quindi infine proposto un progetto di wayfinding per l'Ospedale pediatrico Regina Margherita di Torino. A seguito di numerosi sopraluoghi effettuati su questa struttura è, infatti, emerso che sono numerose le problematiche che gravano su di essa dal punto di vista dell'orientamento, sia all'esterno sia al suo interno.

L'età dell'edificio, i numerosi interventi di adeguamento tecnologico e funzionale resi necessari durante gli anni, hanno portato questa struttura ad avere numerose incongruenze nel sistema informativo, se non addirittura mancanze in alcuni casi. La mia proposta di progetto si pone con l'obiettivo di creare un sistema che sia funzionale alla struttura ma allo stesso tempo renda l'ambiente più famigliare e meno ostile per l'utenza, con un'attenzione particolare volta ai bambini. Nel fare ciò, si è cercato di tenere anche in considerazione l'aspetto economico dell'intervento, in modo da consentire la sua possibile effettiva realizzazione. Ma, cosa più importante, l'intera tesi ha come obiettivo quello di porre l'attenzione su di un tema forse ancora troppo poco preso in considerazione, per il quale la figura dell'architetto può fornire un aiuto concreto e sostanziale.

Relatori: Anna Marotta
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: A Architettura > AG Edifici e attrezzature per la sanità e l'assistenza
A Architettura > AO Progettazione
Corso di laurea: Corso di laurea specialistica in Architettura
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/2568
Capitoli:

PREMESSA

PARTE PRIMA: PER UNA COMPRENSIONE DEL CONCETTO DI WAYFINDING

1_ COSA SONO ORIENTAMENTO SPAZIALE E WAYFINDING

1.1_ L'orientamento

1.2_ Mappe cognitive e orientamento

1.2.1_ Tipologia delle mappe

1.2.2_ Variabili intervenienti

1.2.3_ L'accuratezza

1.3_ Immagine e comportamento

1.3.1_ Processi e prodotti

1.3.2_ Orientamento spaziale in contrasto con wayfinding

1 A_ Orientamento spaziale e wayfinding: un processo cognitivo complesso

2 WAYFINDING: UN ATTO DI SPATIAL PROBLEM-SOLVING.

2.1_ Le unità e le strutture del wayfinding

2.1.1 Informazioni ambientali.

2.1.2_ Decisioni e comportamento spaziale.

2.2_ Il processo del wayfinding.

2.2.1_ Sviluppo dei piani decisionali.

2.2.2_ Piano di decisioni esecutive

2.2.3_ Elaborazione delle informazioni ambientali

2.3_ Orientamento spaziale nell'ambiente costruito

3_ LINEE GUIDA PER UN PROGETTO DI WAYFINDING.

3.1 Individuazione dello scopo del wayfinding

3.2_ Identificazione del profilo dell'utente

3.3_ Identificazione delle condizioni di wayfinding.

3.4_ Formulazione dei requisiti progettuali (problemi progettuali)

3.5_ Pianificazione di soluzioni di wayfinding

3.6_ Identificazione delle informazioni ambientali

3.7_ Sintesi, sistema informativo e posizione opzionale

PARTE SECONDA: IL WAYFINDING NELLE STRUTTURE SANITARIE

1_ STRUTTURE SANITARIE: UN SISTEMA NEL TEMPO

1.1 Innovazioni istituzionali

1.2_ Il processo di umanizzazione

2_ SANITÀ' E ASSISTENZA: IL QUADRO NORMATIVO DI SETTORE

2.1_ Il Sistema Sanitario Nazionale

2.1.1_ Il Decreto istitutivo

2.1.2 Il D.P.R. 14 gennaio 1997

2.1.3_Il D.C.R. 22 febbraio 2000 n. 616-3149

2.1.4_ Decreto Ministeriale 18 settembre 2002

2.2_ Principali riferimenti normativi

3_ L'AMBIENTE OSPEDALIERO

3.1_ La percezione dell'ambiente ospedaliero

3.2_ La malattia

3.3_ Il dolore

4 NODI PROBLEMATICI

4.1 I percorsi esterni/parcheggi

4.2_ L'atrio

4.3_ I precorsi interni

5 STRUMENTI CHE CONCORRONO AL PROGETTO DI WAYFINDIGN

5.1 _ Segnaletica

5.1.2_La segnaletica per l'handicap

5.2_ Colore

5.3_Illuminazione

5.4_ Arredo

5.5_ Materiali

5.6_ Viste

5.7 L'arte

PARTE TERZA: LE STRUTTURE PEDIATRICHE

1_ STRUTTURE PEDIATRICHE: UN SISTEMA NEL TEMPO

2.1_ La nascita e l'evoluzione dell'ospedale pediatrico nell'Ottocento

2.2_ L'ospedale pediatrico nel Novecento

2 PECULIARITÀ' DELLE STRUTTURE PEDIATRICHE.

3 IL BAMBINO

3.1_ La percezione dello spazio

3.2_ II bambino e la malattia.

3.311 bambino e l'ospedale: problemi psicologici e psicopatologici

3.4_La percezione del colore nel bambino.

4 ASPETTI PERCETTIVI E SENSORIALI.

4.1_ Stimoli tattili

4.2_ Stimoli olfattivi

PARTE QUARTA: CASI STUDIO

1 SISTEMI DI WAYFINDING NELLE STRUTTURE OSPEDALIERE

2_ CASI STUDIO.

2.1_ Aeroporti

2.1.1_ T5, Heathrow (London, UK)

2.2_ Edifici per l'istruzione

2.2.1_ National Zoo (Washington, USA)

2.2.2_ Jewish Children's Museum (Brooklyn, USA)

2.3_ Ospedali

2.3.1_ Kentish Town Health Centre (Londra, UK)

2.3.2_ St. Olav's Hospital (Trondheim, Norvegia)

2.3.3_ Ospedale San Lazzaro (Torino)

2.4_ Ospedali pediatrici

2.4.1_ Saint Francis Children's Hospital (Tulsa, Oklahoma)

2.4.2_ Phoenix Children's Hospital (Phoenix, Arizona, USA)

2.4.3_ Istituto Giannina Gaslini (Genova, Italia)

PARTE QUINTA: L'OSPEDALE EDIATRICO REGINA MARGHERITA

1_ RAGIONI DELLA SCELTA.

2_ ANALISI DELLO STATO ATTUALE / CRITICITÀ'

2.1_Il luogo

2.2_ Il sistema degli accessi viari.

2.3_ L'impianto architettonico

2.4_ Il sistema dei percorsi interni

2.5_ Conclusioni

3_LINEE GUIDA DEL METAPROGETTO

4_IL PROGETTO

5_CONCLUSIONI

ALLEGATO: SCHEDE FOTOGRAFICHE

BIBLIOGRAFIA TEMATICA

BIBLIOGRAFIA CRONOLOGICA

SITOGRAFIA

Bibliografia:

GJ. ROMANES, Menta! Evolution in Animal. With a Posthumous Essay on Instinct by

Charles Darwin, Kegan Paul, Londra 1883.

F.C. BARTLETT, Remembering, Cambridge University Press, Cambridge 1932

P. GRIFFIN, Topological Orientation, in Foundation of Psychology, E.G. Boring et ali., John Wile and Sons, New York 1948, pp. 380-386.

K. BOULDING, The image: Knowledge in Life and Society, University of Michigan Press, Am Arbor 1956.

G.A. MILLER, "The Magical Number Seven, Plus or Minus Two: Some Limits on Our Capacity for Processing Information", in Psycological Review, n. 63, 1956.

E.H. GOMBRICH, Art and illusion, Princeton University Press, Princeton 1960.

K. LYNCH, The image of the city, MIT Press, Cambridge, 1960. (trad. P. Ceccarelli (a cura

di), L'immagine della città, Marsilio, Venezia 2010).

G.A. MILLER, E. GALANTER, K. PRIBRAM, Plans and the Structure of Behavior, Holt, Rinehart and Winston, New York 1960 (traduzione a cura di R. LUCCIO, Piani e strutture del comportamento, Franco Angeli, Milano 1973).

F. BIRREN, Creative color, Van Nostrand Reinhold, New York 1961.

E.BONAVENTURA, Il problema psicologico dello spazio, F. Le Monnier, Firenze 1961.

F.BIRREN, Colour for interiors, Whitney Library of Design, New York 1963.

M.D. VERNON, La psicologia della percezione, Astrolabio, Roma 1963.

R.L. GREGORY, Occhio e cervello. La psicologia del vedere, Il Saggiatore, Milano 1966.

G. A. PUGNO, Colore funzionale ed architettura, (coll. Quaderni di Studio), Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura, Torino 1967.

R.N. SHEPARD, "Recognition Memory far Words, Sentences and Pictures", in Journal of Verbal Learning and Verbal Behavior, n. 6, 1967, pp. 156-163.

D. APPLEYARD, "Style and Methods of Structuring a City'", in Environment and Behavior, n. 2(1), 1970, pp. 100-118.

L.W. DOOB, Patterning of Time, Yale University Press, New Naven 1971.

R. HART, G. MOORE, The Development of Spatial Cognition, Piace Perception Research Report n.7, Clark University, Worcaster, Mass 1971.

M. FARNE, La percezione dello spazio visivo, Cappelli, Bologna 1972.

B.B. LLOYD, Perception and Cognition: A Cross Culture Perspective, Penguin, Harmondsworth 1972.

K. LYNCH, What Time is This Place?, MIT Press, Cambridge 1972.

J. PIAGET, La costruzione del reale nel bambino, La Nuova Italia, Firenze 1973.

J.T. FRASER, Of Time, Passion and Knowledge, George Braziller, New York 1975.

A.W. SIGEL, S.H. WHITE, "The Development of Spatial Representation of Large Scale Environment", in Advances in Childs Development and Behavior, n.10, 1975, pp. 9-55.

J. PIACET, B. INHELARD, A. SZEMISKA, La geometria spontanea nel bambino, Giunti e Barbera, Firenze 1976.

R.J. BECK, D. WOOD, "Comparative Transformation of Information from Urban Geographic Fields to Mental Maps", in Environmental and Behavior, n. 8(2), 1976, pp. 199

T.F. SAARINEN, Environmental Planning: Perception and Behavior, Houghton Miffìn, Boston 1976.

D. CANTER, The Psychology of Place, The Architectural Press, London 1977.

R. DOWNS, D. STEA, Maps in Minds: reflection on cognitive mapping, Harper and Row, New York 1977.

R. SOMMERS, The Mind's Eye: Imagery in Everyday Life, Delacorte Press, New York 1978.

L. MAFFEI, L. MECACCI, Dalla percezione alla psicologia, Mondadori, Milano 1979.

G.T. MOORE, "Knowing about Environmental Knowing: The Current State of Theory and Research on Environmental Cognition", in Environmental and Behavior, n. 11(1), 1979, pp. 33-70.

G. PETTER, B. GARAU, P. GARON, Il mondo del colore, Giunti Marzocco, Firenze 1979.

J. PIAGET, B. INHELARD, La rappresentazione dello spazio nel bambino, Giunti e Barbera, Firenze 1979.

C. CASATI, Ospedali: problema tecnico e psicologico, Hoepli, Milano 1980.

G.W. EVANS, "Environmental Cognition", in Psychological Bulletin, n. 88(2), 1980, pp. 256-287.

T. GÀLING, Environmental Orientation During Locomotion, Swedish Council for Building Research, Stockholm 1980.

R. PASSINI, "Wayfinding in Complex Building: An Environmental Analysis", in Environmental Systems, n.10, 1980, pp. 31-40.

G.W. EVANS, D.G. MARRERO, P.A. BURTLER, "Environmental Learning and Cognitive Mapping", in Environmental and Behavior, n.l3(l), 1981, pp. 83-104.

M. FARNE, Psicologia applicata. Gli anni della scuola materna, Signorelli, Milano 1981. G. KEPES, Il linguaggio della visione, Dedalo, Bari 1981.

P.W. THORNDYKE, iC Distance Estimation from Cognitive Maps", in Cognitive Psychology,n.l3(4), 1981, pp. 526-550.

F. BIRREN, Colore, Idea Libri, Milano 1982.

D. GIOVANNINI, P.E. RICCI BITTI, G. SARCHIELLI G. SPELTINI, Psicologia e salute, Zanichelli, 1982.

D. TALOZZI, Il colore e l'architetto, Università Studi Firenze, Firenze 1982.

M. BRUSATIN, Storia dei colori, Einaudi, Torino 1983.

J. CHANDU, Guarire con i colori, Atanor, Roma 1983.

W. GERBINA, La percezione, Il Mulino, Bologna 1983.

J. TORNQUIST, Colore-luce. Applicazioni basic design, Hoepli, Milano 1983.

M. MEJETTA, S. SPADA, Il colore. L'uso del colore nell'arredo contemporaneo, Electa, Milano 1984.

C. BOERI, Le dimensioni umane dell'ambiente. Appunti per una progettazione attenta alle esigenze fisiche epsichiche dell'uomo, Franco Angeli, Milano 1985.

C. NICOLINI, Il comportamento spaziale nei bambini da zero a tre anni, documento presentato al Simposio Internazionale "Rischio psichico e rischio sociale in età evolutiva", Trento 1985.

G. AXIA, La mente ecologica. La conoscenza dell'ambiente nel bambino, Giunti, Firenze 1986.

R. COLOMBARI, "Salute e spazio per l'infanzia", in Salute e territorio, n. 48, 1986.

B. HILLER, Space is the machine: a configurational theory of architecture, Cambridge University Press, Cambridge 1996.

W.P. JAMES, W. TATTON-BROWN, Hospitals, design and development, The Architectural Press, Londra 1986.

G. TAGLIASACCHI, R. ZANETTA, Progettazione del colore nell'ambiente costruito, Designers Riuniti, Torino 1986.

P. ACQUARELLI, "Rapporti e processi di ospedalizzazione in Tecnica Opstedaliera", n. 7-8, luglio 1987.

P. BELARDI, "Organizzazione urbana epedonalità", in Abacus, n.ll, 1987, pp. 26-38.

G. BRICARELLO, M. VAUDETTI, Dentro gli spazi, Celid, Torino 1987.

P. DONATI (a cura di), Manuale di sociologia sanitaria, La Nuova Italia Scientifica, Roma 1987.

S. VERDERBER, D. REUMAN, "Windows, views and health status in hospital therapeutic environments", in Journal of Architectural and Planning Research, n. 4, 1987, pp. 120-133.

W. WUCIUS, Principles of Color Design, Van Nostrand Reinhold, New York 1987 (trad. T. Manzoni (a cura di), Design del colore, Ikon editore, Milano 1990).

T. GARLING, A. BOOK, E. LINDBERG, "Spatial orientation and wayfinding in the designed environment: a conceptual analysis and some suggestions far postoccupancy evaluation", in Journal of Architectural and Planning Research, n.3, 1988, pp. 55-64.

H.J. SCHMIDT, G.K. BEAUSHAMP, "Adult-like odor preference and aversion in three-years-old children in Child Dev., n. 59(4), 1988.

S. BOCCADORO, in Ordine dei medici e degli odontodiatri di Firenze (a cura di), Toscana Medica, Arbe, Firenze, n. 11, 1989, p.25.

E. CARPENTER, "Wayfinding: design breakthrough or trendy buzzword?", in Print, n. 43, 1989, pp.92-163.

R. COLOMBARI, "Il paziente bambino", in Tecnica Ospedaliera, n. 4, 1989.

A. CINELLI, P. L. RUPI, In nome del colore. Uso e abuso dei colori in architettura, Alinea, Firenze 1989.

M. ELLEN, Mediterla couleur, Letemps Apprivoise, Parigi 1989.

G. WEISMAN, "Designing to orient the user", in Architecture: the AIA journal, n. 78, 1989, pp.113-119

R. COLOMBARI, "Il bambino, l'ospedale, il gioco", in Tecnica Ospedaliera, n. 11, 1990.

A. COX, P. GROVES, Hospital and health-care facilities: a design and development guide, Butterworth Architecture, Londra 1990.

D. NORMAN, The design ofeveryday things, Doubleday, 1990.

J. PEPONIS, C. ZIMGRING, Y.K. CHOY, "Finding the building in wayfinding", in Environment and Behavior, n. 22, 1990, pp. 555-590.

F. ROSSI PARODI, A. STOCCHETTI, L'architettura dell'ospedale, Alinea, Firenze 1990.

S. SAMBURSKY, G. SCHOLEM, H. CORBIN, Il sentimento del colore. L'esperienza cromatica come simbolo, cultura e scienza, Red Editori, Corno 1990.

C. ZIMRING, The cost of confusion: non-monetary and monetary cost of the Emory University Hospital wayfinding system, Geòrgia Institute of Technology, Atlanta 1990.

M. SALVADE, Architettura ospedaliera, Città Studi, Milano 1991.

D.A. ZELLNER, A.M. BARTOLI, R. ECKARD, "Influence of color on odor identification and liking ratings", in Am J Psycol, n. 104(4), Winter 1991, pp. 547-561.

P. ARTHUR, R. PASSINI, Wayfinding: People, sign and architecture, McGraw-Hill, New York 1992.

P. BELARDI, "Il disegno della forma urbana: orientamento e barriere psicologiche'", in Paramento, n. 193, 1992, pp. 80-81.

U. GALIMBERTI, Idee: il catalogo è questo, Feltrinelli, Milano 1992.

J. MALKIN, Hospital interior arehitecture. Creating halting environment far special patient population, Van Nostrand Reinhold, New York 1992.

R. PASSINI, Wayfinding in Arehitecture, Van Nostrand Reinhold, New York 1992.

R. STRINER, L'esperienza dei colori, Antroposofica, Milano 1992.

R. PALUMBO, Metaprogettazioneper l'edilizia ospedaliera, BE-MA, Milano 1993.

F. OZEL, "How Cognitive Factors Influence Wayfinding", in NFPA Journal, n. 87(3), May/June 1993, pp. 62-64, 66, 68.

G. GIGLI, Ospedali. Esperienze, progetti, normative, tecnologie, Gangemi, Roma 1994.

F. SPINELLI, E. BELLINI, P. BOCCI, R. FOSSATI, Lo spazio terapeutico. Un metodo per il progetto di umanizzazione degli spazi ospedalieri, Alinea, Firenze 1994.

P. BIANUCCI (a cura di), "I colori della vita", Atti del Convegno Internazionale (Torino 27-28 agosto 1995), La Stampa, Torino 1995.

F. BONELLI, Dei colori, Irsea, Milano 1995.

M. CERIANI, P. PARIETTI, L. VICINELLI, La diagnostica Luscher. I colori della nostra personalità, Astrolabio, Roma 1995.

A. COX, P. GROVES, Ospedali e strutture sanitarie, Dario Flaccovio, Palermo 1995.

A. GUARNIERI, "L 'articolo dei nuovi colori in Abitare, n. 345, nov. 1995, pp. 31-34.

M. VAUDETTI, Il linguaggio dello spazio, UTET, Torino 1995.

R. PASSINI; "Wayfinding design: logic, application and some thoughts on university", in Design Studies, n.17, 1996, pp. 319-331.

L. PEDIROTA, Colori. Simboli, archetipi e uso terapeutico, Edizioni Mediterranee, Roma 1996.

D. POTERI, "I colori inducono", in Modo, n. 176, dic. 1996, pp. 73-74.

P. OLIVERI, Il ruolo del colore nella percezione dell'ambiente, Tesi di Laurea della Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, rel. P. Bertolozzi, a.a. 1997-98, n. 5923.

J. A. VEITCH, "Revisiting the performance and mood effects of information about lighting andfluorescent lamp type", in Journal of Enviromental Psycology, n. 17, 1997, pp. 253-262.

G. EVANS, J.M. McCOY, "When buildings don't work: the role of architecture in human health", in Journal of Environmental Psychology, n.18, 1998, pp. 58-94.

A.M. GIOVENALE, Il progetto preliminare nell'edilizia ospedaliera. Uno strumento per l'innovazione, Kappa, Roma 1998.

G.L. ALLEN, Spatial abilities, cognitive maps and wayfinding, in R.G. Golledge (a cura di), Wayfinding behavior: cognitive mapping and other spatial processing, Johns Hopkins University Press, Baltimora 1999.

M.C. COOPER, M. BARNES, Healinggardens, John Wiley & Sons, New York 1999.

A. MAROTTA, Policroma. Dalle teorie comparate alla progettazione del colore, Celid, Torino, 1999.

E. VERNET-MAURY, O. ALAOUI-ISMAIL, A. DITTAMAR, G. DELHOMME, J. CHANEL, "Basic emotions induced by odorants: a new approach based on autonomic pattern results", in J Auton. Nerv. Syst, n. 15; 75(2-3), Febbraio 1999.

F. BIANCONI, Disegni dell'estraneità, in R. de Rubertis, A. Soletti, (a cura di), De vulgari architectura, indagine sui luoghi urbani irrisolti, Officina Edizioni, Roma 2000, pp. 132-134.

M. BORROW, T. PAYETTE, R. SKAGGS, R. KUBUS, J. THOMAS, Building types basics far healthcare facilities, John Wiley & Sons, USA 2000.

L. DALL'OLIO, L'architettura degli edifìci per la sanità, Manuale di progettazione architettonica diretto da G. ROSA, n.4, Officina Edizioni, Roma 2000.

F. FONTANA, G. LORENZETTI, L'architettura strategica delle aziende ospedaliere: un'analisi empirica, Franco Angeli, Milano 2000.

P. MELLO, L'ospedale ridefinito. Soluzioni e ipotesi a confronto, Alinea, Firenze 2000.

A. RIDENOUR, "New concepts far 21st century wayfinsing", in Health Facilities Management, n. 2, 2000.

J. STOUFFER, "Integrating human centered design principles in progressive health facilities", in Design & Health, 2000, pp. 258-292.

C. AGHEMO, M. FILIPPI, A. PELLEGRINO, Schede di illuminazione, estratto da Schede di Fisica Tecnica Ambientale, Politeko, Torino 2001.

R. DE RUBERTIS, M. CLEMENTE, Percezione e comunicazione visiva dell'architettura, Officina Edizioni, Roma 2001.

A.B. ARNELLI, A.S. DEVLIN, "Perceived quality of care: the influence of the waiting room environment", in Journal of Environmental Psychology, n. 22, 2002, pp. 345-360.

C. GIULIANO, Cromie per il benessere, Tesi di Laure del Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura, rel. A. Marotta, a.a. 2001-2002.

A. LAURIA, La comunicazione ambientale, in Paesaggio Urbano n.l, 2002.

D. FONDI, Architettura per la sanità. Forma, funzione, tecnologia, Kappa, Bologna 2002.

E. LICALZI, G. BELLINI, G. DEL BOCCA, Per una storia dell'architettura ospedaliera, Clup, Padova 2002.

S. NATOLI, L'esperienza del dolore. Le forme del patire nella cultura occidentale, Feltrinelli, Milano 2002.

J. CARPMAN, M. GRANT, Design the care, American Hospital Publishing, Chicago, 2003.

D. B. FONG, Illuminating thoughts, in "Health Facilitie Management", n. 16(7), 2003, pp. 24-29.

S. HAQ, S. GIROTTO, Ability and Intelligibility: wayfinding and environmental cognition in the designed environment, in Proceedings of the 4th International Space Syntax Symposium, Londra 2003.

A. LAURIA, Persone "reali" e progettazione dell'ambiente costruito. L'accessibilità come risorsa per la qualità ambientale, Maggioli, Repubblica di San Marino 2003.

D. NORMAN, Emotional design, Basic Book, 2003.

M. READ, "Use of color in Child Care Enviroments", in Early Childhood Educationel Journal, n. 30(4), Summer 2003, pp. 233-239.

B. TVESKY, "Structures of mental spaces: how people think about space", in Environmental and Behavior, n.35, 2003, pp. 66-80.

E. SEVERINO, Tecnica e architettura, Raffaello Cortina Editore, Milano 2003.

R. COOPER, R. SMITH, "Sign language", in Health Facilities Management, n. 17, 2004.

R.M. CORNING, "Using landscaping & exterior design elements to enhance campus wayfinding", in Health Facilities Management, 2004.

H. DALKE, P. J. LITTLEFAIR, D. L. LOE, Lighting and Colour far hospital design, The Stationnary Office, London 2004.

G. FILIPPAZZI, Un ospedale a misura di bambino. Esperienze e proposte, Franco Angeli, Milano 2004.

D. B. FONG, J. LOSNEGARD, "Lighting prescriptions. Balancing clinical and aesthetic needs in hospital spaces", in Health Facilities Management, n. 17(7), 2004, pp. 19-23.

G. GUERRA, Psicosociologia dell'ospedale. Analisi organizzativa e processi di cambiamento, Carocci, Roma 2004.

M. REDSHAW, Designingfor health: the impact of a new hospital environment on children, families and staff, The Stationery Office, Londra 2004.

T.H. THRALL, "Signage is only a small part of hospital's new wayfinding system", in Health Facilities Management, n.17, 2004, p.4.

R. ULRICH, C. ZIMRING, A. XIABO, J. ANJALI, R. CHOUDHARY, "The role of physical environment in the hospital of 2lst century: a once-in-a-lifetime opportunity", in The Center for Health Design, n. 9, 2004.

G. BERGER, Universal symbols in health care workbook, SEGD, Fresno 2005.

V. CAMMARATA, Tecnica ospedaliera ed edilizia sanitaria, Legislazione Tecnica, Roma 2005.

R. CANALINI, P. CECCARINI, E. STORANI, S. VON PRONDZINSKL Spazi incontro alla disabilità. Progettare gli ambienti di vita nelle pluriminorazioni sensoriali, Erickson, Treno 2005.

J.A. GILMOUR, "Hybridspace: constituting the hospital as a home for patients", in Nursing Inquiry, n. 13, 2005, pp. 16-20.

E. JACKMAUH, "Daylight, view and good circulation in hospital design", in Design & Health, 2005, pp. 245-258.

S. LANZAZI, A. TARTAGLIA (a cura di), Innovazione nel progetto ospedaliero. Politiche, strumenti, tecnologie, CLUP, Padova 2005.

F. TERRANOVA (a cura di), Edilizia per la sanità. Ospedali - Presidi medici e ambulatori - Strutture in regime residenziale, (serie PROGETTARE - Metodi. Tecniche. Norme. Realizzazioni), Utet, Milano 2005.

S. CAPOLONGO, Edilizia ospedaliera. Approcci metodologici e progettuali, Hoepli, Milano 2006.

R. DEL NORD (a cura di), Lo stress ambientale nel progetto dell 'ospedale pediatrico. Indirizzi tecnici e suggestioni architettoniche, Motta Architettura, Milano 2006.

A.M. GIOVENALE, Qualità degli spazi e prevenzione dello stress. Indirizzi tecnici per la progettazione del day hospital, Alinea Firenze 2006.

S. ZINGALE, Wayfinding e cognizione spaziale, Intervista di L. Melzani, Milano 2006.

BJ. HUELAT, Wayfinding: designing for understanding, in "The Center for Health Design", 2007.

A. VALLI, Natural Interaction with people, Chianti 2007.

AA. VV., Specialist clinics wayfinding guideline, Growth Solutions Group, Melbourne 2008.

F. BIANCONI, Nuovi Paesaggi. Rappresentare seconde nature, Morlacchi Edizioni, Perugia 2008.

A. DONNA BIANCO, Umanizzazione negli ospedali: questioni dì metodo, Rei. Anna Maretta e Fabrizio De Mitri, Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura II, Corso di Laurea in Architettura, 2008.

R. GUENTHER, G. VITTORI, Sustainable health care architecture, John Wiley & Sons, Hoboken 2008.

S. LATOUCHE, Breve trattato sulla decrescita serena, Bollati Boringhieri, Torino 2008.

L. MALFONA, "Nuovi modelli per l'ospedale contemporaneo", in L'industria delle costruzioni, n. 402, 2008, pp. 4-20.

P. SALMI, "Wayfinding design: hidden barriers to universa! access", in Implications, n. 5, 2008, pp. 1-6.

AA.VV., A wayfinding System far Auburn Memorial Hospital, Cornell University, New York 2009.

AA. VV., Wayfinding designprocess, Center for Inclusive Design and Environmental Access, Buffalo 2009.

E. CARATTIN, S. ZANUT, "I principi del Wayfinding: l'orientamento in emergenza", in Antincendio, n. 1, 2009.

R. COOPER, C. BERGER, "What's new in wayfinding?", in Health Facilities Management, n.10, 2009, pp. 23-27.

F. PHILIPPE, S. LECOURS, "Resilience and positive emotions: examining thè role of emotional memories", in Journal of Personality, n. 77, 2009, pp. 139-176.

B. RECHEL, S. WRIGHT, N. EDWARDS, B. DOWDESWELL, M. McKEE, Investing in hospitals of the future, World Health Organization, United Kingdom 2009.

S. SURRENTI, Hospital design and cultural diversity, in Proceedings ofCity of Futures '09: An international conference on globalism and urban change, Madrid 2009.

G. VANNETTI, G. TESELEANU, L. RENZULLI, Living, communìcating and curing: the therapeutic space history and modern principles of humanization, in Proceedings of the Scientific and Technological Innovations: National Experience and International Collaboration, Praga 2009.

S. HUNTER, "Architectural wayfinding", in Design Resources, Centre for Inclusive Design and Environmental Access, 2010.

S. VERDERBER, Innovation in Hospital Architecture, Routledge, New York 2010.

L.L. VIZZI, Una fiaba su misura. Riflessioni e proposte per l'ospedale pediatrico Burlo Garofalo di Trieste, http://issuu.com/lauralorapizzi/docs/su_misura, 2011.

SITOGRAFIA

http://www.ahmm.co.uk/projectDetails/19/Kentish-Town-Health-Centre

http://www.worldbuildingsdirectory.com/project.cfm?id=121

http://www. cnfsigns.com/pages/childrens_hospital_case_study_.html

http://moxdesign.com/architecture-design-of-phoenix-childrens-hospital-arizona.html

http://www.isuu.com

http://www.edscuola.it/archivio/norme/decreti/dprl40197.pdf

http://www.regione.piemonte.it/oopp/leggi/dcr616.htm

http ://www. edscuola. it/archivio/norme/decreti/dm 100_02 .html.

http://issuu.com/kevinchoy/docs/wayfinding

http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legislativo:1992-12-30;502

http://www.zerynthia.it/zerynthia.asp?id=40

http://www.scanner.it/arte/ospsantandreal694.php

Modifica (riservato agli operatori) Modifica (riservato agli operatori)