polito.it
Politecnico di Torino (logo)

Nuovi spazi per dare senso al tempo nella casa circondariale Lorusso e Cutugno di Torino.

Samuele Angelini, Noemi Tacconi

Nuovi spazi per dare senso al tempo nella casa circondariale Lorusso e Cutugno di Torino.

Rel. Elena Vigliocco, Cesare Burdese. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Architettura (Restauro E Valorizzazione), 2011

Questa è la versione più aggiornata di questo documento.

Abstract:

Quasi tutte le persone di fronte alla nostra idea di fare una tesi sulle carceri ci chiedevano: "perché proprio le carceri?". A tutti sembrava qualcosa di strano, perfino assurdo; molti amici che, come noi, studiano architettura, erano molto interessati ma comunque stupiti. La risposta che ci viene spontanea è: "perché no?" All'inizio ci sembrava quasi strano, poi abbiamo capito che la reazione di stupore della maggior parte delle persone era "normale". Il fatto è che il sistema penitenziario è un servizio pubblico, un servizio rivolto alla società ma che la società mette ai margini. Quanto è vero il bisogno di sicurezza che la maggior parte delle persone hanno, tanto lo è il bisogno di lavarsi la coscienza. Il carcere è un luogo dove si chiudono i cattivi; un posto dove chiudiamo chi ha sbagliato non solo perché è giusto che paghi per l'errore commesso, ma anche perché questo ci fa sentire più tranquilli. Il carcere è un luogo dove rinchiudiamo le nostre paure; e poi cerchiamo di dimenticarle.

Il carcere moderno è nato nel XVIII secolo anche per il bisogno sociale di eliminare le punizioni di piazza. Come se questo costituisse una diminuzione della violenza e non solo un modo di cancellarla dalla propria vista, continuando a praticarla sotto altre forme. Il concetto, sotto certi aspetti è, rimasto lo stesso.

Il fatto che i nostri interlocutori fossero stupiti del nostro interesse per tale argomento rappresenta appunto la marginalità del carcere all'interno della società e delle nostre menti.

Arrivati alla fine del nostro ciclo di studi in Architettura ci siamo posti la domanda di quale sia davvero il nostro ruolo nel mondo. La risposta che ci siamo dati è che dobbiamo interpretare il ruolo di architetti come professionisti al servizio dei bisogni della società. Non progettiamo per noi stessi, ma per la collettività.

Molteplici sono i bisogni della società e numerosi gli edifici ad essa destinati: biblioteche, scuole, municipi, ospedali... Non ha senso stilare una classifica, sarebbe come arrogarsi il diritto dì dire che una persona vale più di un'altra. Ci siamo avvicinati al tema del carcere quasi per caso, abbiamo capito quanto fosse complicato e quanti i problemi che lo caratterizzano, abbiamo capito quanta umanità ci graviti attorno. Così abbiamo iniziato a studiarlo: trovando molta bibliografia storica ma poche ricerche sul carcere contemporaneo, specialmente in lìngua italiana, ci siamo resi conto che è un argomento poco studiato, soprattutto dal punto di vista architettonico. Abbiamo scoperto che sono troppo pochi gli architetti che se ne occupano, ma abbiamo avuto la fortuna che uno di questi fosse torinese. Lo abbiamo incontrato e abbiamo deciso di fare nostra questa sfida.

In un primo momento ci siamo interrogati sul significato della parola carcere, e cercando la sua etimologìa abbiamo appreso che questo nome deriva dal latino Carcer, eris, che significa sbarre del circo1. Curioso pensare che chi veniva in-carcerato era messo in un luogo che poteva ricordare una gabbia per bestie. Forse non si aveva solo la somiglianza del luogo in cui venivano tenuti i due soggetti, ma probabilmente anche la condizione del detenuto era paragonata a quella di una belva in gabbia. Oggi il termine è ancora usato per definire il luogo di detenzione, ma per fortuna ì principi alla base del concetto di pena, previsti dalla legge, non rispecchiano più l’etimologia del termine.

Addentrandoci poi concretamente nello studio del tema abbiamo scoperto che le problematiche che riguardano il mondo carcerario sono molteplici e diversificate. Esistono difficoltà proprie del sistema penitenziario nel suo insieme, spesso dovute alla sua stessa organizzazione, e sulle quali risulta difficile intervenire e che sovente, a onor del vero, e senza volersi deresponsabilizzare, non competono agli architetti.

Altri problemi riguardano i singoli carceri nella loro organizzazione sia amministrativa sia spaziale: impossibile e sbagliato sarebbe generalizzare questo tipo di difficoltà, perché ogni istituto richiede delle valutazioni particolari e specifiche volte a capire quali siano i problemi, quali le loro cause e quali i possibili interventi risolutori. Tutt'altro che semplice, ma strettamente necessario, è calarsi nella realtà carceraria, comprenderne le dinamiche, capire che chi non ci è stato non sa cosa significhi, quali siano le privazioni che mortificano l'esistenza di chi dentro ci vive, ma anche dì chi ci lavora, quali siano le piccole cose che vengono sottratte e che allontanano dalla famiglia e dal mondo libero, che erodono l'umanità delle persone e che se non si è abbastanza forti, rischiano di annientarla.

Bisogna provare ad essere un detenuto, un agente, un assistente sociale, un volontario; bisogna pensare come chi la prigione la vive, da diversi punti di vista, e provare a sentire ciò che loro provano: solo così si può arrivare a capire cos'è il carcere. E solo entrando nelle sue dinamiche, nelle sue problematiche, solo capendo che le scale di valori non sono le stesse di quelle utilizzate "fuori", si può provare a dare il proprio contributo per migliorarlo e soprattutto per migliorare la vita

di tutte le persone che dentro quel mondo stanno. Noi ci abbiamo provato. Siamo consapevoli che la nostra non può che essere una visione parziale; le nostre misere frequentazioni del carcere non ci hanno dì certo insegnato che cosa esso sia. Al massimo possono avercene dato un'idea. Forse non esiste un modo per capire il carcere, perché non ne esiste uno solo. Esistono tanti carceri quante le persone che lo popolano, detenuti, agenti, psicologi, volontari, cappellani. Avremmo voluto conoscerlo di più; ci abbiamo provato ma non è stato possibile. Avremmo voluto trascorre un'intera giornata dentro, magari anche una notte, vivendola da detenuti, da agenti e da addetti al trattamento. Avremmo voluto fare un colloquio con un detenuto, facendo lo stesso percorso che fanno i suoi familiari ed amici venendo da fuori, vivendo le stesse attese, le stesse perquisizioni, certo non le stesse tensioni; il legame affettivo cambia senza dubbio la situazione. Avremmo voluto trascorrere un'ora d'aria in una di quelle vasche di cemento dove nelle giornate grigie si perde l'orientamento e, forse, anche il senso stesso dell'aria. Il Direttore non ha potuto accogliere le nostre richieste, anche per ragioni di sicurezza. E ci ha chiesto se pensavamo che avrebbe fatto la differenza. Un giorno dentro, ci disse, non può certo bastare per conoscere il carcere. Come detto prima, ne esistono un'infinità. Non solo per la molteplicità di persone che lo vivono, ma anche per il tempo: in carcere i giorni possono sembrare tutti uguali e tutti diversi. Uguali nella routine, diversi nell'animo, in quella lenta ma progressiva modificazione di ciò che consideriamo la realtà, la normalità. Fa quasi spavento come il cervello dell'uomo arrivi, col tempo, a considerare certe cose normali. Non avendo potuto sperimentare appieno sulla nostra pelle cosa sia il carcere, anche se per un solo giorno e in maniera attenuata, abbiamo cercato altri metodi per entrare nelle sue trame e comprenderne le dinamiche, almeno un po'. Abbiamo stilato dei questionar! a risposta multipla per detenuti, agenti e visitatori, facendo una certa fatica sia a trovare delle domande intelligenti sia a proporre delle possibili risposte sensate e che potessero dare dei risultati da utilizzare concretamente sono le cose che davvero potrebbero cambiare la vita di chi ci è dentro, accettare che non tutto può essere risolto dagli architetti e che quindi è inutile disperdere energie in progetti irrealizzabili o inconcludenti. Capire la differenza fra la vita fuori è quella dentro è necessario per entrare nell'ordine di valori di una realtà completamente diversa, per individuarne le priorità ed iniziare ad agire pensando ad interventi che non devono per forza essere sconvolgenti, ma che riescano, invece, anche nel loro piccolo, ad essere concreti ed utili, che riescano a fare, almeno un po', la differenza.

Relatori: Elena Vigliocco, Cesare Burdese
Tipo di pubblicazione: A stampa
Numero di pagine: 409
Soggetti: A Architettura > AG Edifici e attrezzature per la sanità e l'assistenza
A Architettura > AO Progettazione
Corso di laurea: Corso di laurea specialistica in Architettura (Restauro E Valorizzazione)
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: Cesare Burdese Architetto
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/2375
Capitoli:

1.INTRODUZIONE

2.IL MONDO PENITENZIARIO

2.1La questione dell'edilizia penitenziaria in Italia: inquadramento delle problematiche

2.2Il dibattito architettonico nella progettazione carceraria dal secondo dopoguerra ad oggi

2.3Gli architetti e la progettazione del carcere

2.4Analisi casi studio stranieri

3.IL CASO DI TORINO: LA CASA CIRCONDARIALE LORUSSO E CUTUGNO

3.1Evoluzione dell'istituto penitenziario di Torino dalla costruzione ad oggi

3.2Articolazione della struttura

3.3Analisi delle attività che si svolgono al suo interno

4. VIVERE IL CARCERE

4.1II carcere come "casa"

4.2II carcere come luogo di lavoro

4.3II carcere come luogo di visita

5. CONSIDERAZIONI SULL'ISTITUTO

5.1 Criticità

5.2 Individuazione degli ambiti d'intervento

6. PROGETTO

7.CONCLUSIONI

APPENDICE

A.STORIA DEL CARCERE

A.lNascita della necessità di imprigionare e primeforme di costrizione

A.2 Nascita del carcere moderno

A.3 I primitivi modelli penitenziari

B.IL CARCERE IN ITALIA

B.lLa cultura dell'ordinamento penale in Italia

B.2Analisi degli schemi tipologici

B.3Le Nuove: il vecchio carcere di Torino

BIBLIOGRAFIA

RIFERIMENTI ICONOGRAFICI RINGRAZIAMENTI

Bibliografia:

APPROCCIO STORICO-ARCHITETTONICO XVII-XIX SECOLO

LIBRI

Antonelli Livio (a cura di), Carceri, carcerieri, carcerati: dall'antico regime all'Ottocento : seminario di studi, Castello Visconti di San Vito, Somma Lombardo, 14-15 dicembre 2001, Rubbettino, Soveria Mannelli 2006

Dubbini Renzo, Architettura delle prigioni: i luoghi e il tempo della punizione (1700-1880), Franco Angeli, Milano 1986

Foucault Michel, Perrot Michelle (a cura di), Bentham. Panoptìcon: ovvero la casa d'ispezione, Marsilio, Venezia 1983

Ignatieff Michel, Le origini del penitenziario, Mondadori, 1982

Dubbini Renzo, Carcere e architettura in Italia nel XIX secolo, in Morachiello Paolo, Teyssot Georges, Le macchine imperfette. Architettura, programma, istituzioni, nel XIX secolo, atti del convegno [organizzato dal] Dipartimento di analisi critica e storica, Venezia, ottobre 1977, Officina Edizioni, Roma 1980, pp.218- 244

Comoli Mandracci Vera, Il carcere per la società del Sette-Ottocento, Comoli Mandracci Vera, Lupo Giovanni Maria (a cura di), Centro Studi Piemontesi, Torino 1974

Comoli Mandracci Vera, Il carcere giudiziario di Torino detto "Le Nuove" , Comoli Mandracci Vera, Lupo Giovanni Maria ( a cura di), Centro Studi Piemontesi, Torino 1974

Neppi Modona Guido, Carcere e società civile, in Romano Ruggiero, Vivanti Corrado, Storia d'Italia, voi. V/2 Documenti, Einaudi, Torino 1973, pp. 1903-1998.

RIVISTE

Jacob Robert, La formazione storica dell'architettura giudiziaria, in «Zodiac: rivista internazionale di architettura», n.14 1995, Edizioni di Comunità, Milano, pp. 31-44

TESI

Ferrugiari Anna, le trasformazioni dell'edilizia penitenziaria e il dibattito sulle riforme carcerarie. Le carceri "Le Nuove": l'esempio tipologico e la conservazione, Tesi di Laurea, rel. Micaela Viglino Davico, Simonetta Pagliolico, Facoltà di Architettura, Politecnico di Torino, a.a. 2001-2002

APPROCCIO STORICO-ARCHITETTONICO XX-XXI SECOLO

LIBRI

Fairweather Leslie, McConville Sean, Prison Architecture. Policy, Design and Experience, Architectural Press, Oxford 2000

Moneo Rafael, La solitudine degli edifici e altri scritti: questioni introno all'architettura, Casiraghi Andrea, Vitale Daniele (a cura), Allemandi, Torino 1999

Spens lona, Architecture of incarceration, ed. Academy, Londra 1994 Bellini Federico, Mario Ridolfi, Laterza, Bari 1993

Michelucci Giovanni, Un fossile chiamato carcere. Scritti sul carcere, Marcetti Corrado, Solimano Nicola (a cura di ), Angelo Pontecorboli editore, Firenze 1993

Michelucci Giovanni, Intervista sulla Nuova Città, Brunetti Fabrizio (a cura di ), Laterza, Bari 1981

Cappelletto Marco, Lombroso Anna (a cura di), Carcere e società, Marsilio eidtori, Venezia 1976

Di Gennaro Giuseppe (United Nations Social defence research institute), Prison architecture: an international survey of representative closed institutions and analysis ofcurrent trends in prison design, The Architectural press, Londra 1975

Johnston Norman, The human cage: a brief history of prison architecture, thè American Foundation Incorporated Institute of Carceration, Philadelphia 1973

Ricci Aldo, Salierno Giulio, Il carcere in Italia, Einaudi, Torino 1971

Lenci Sergio, Un' esperienza di progettazione nel carcere giudiziario di Roma Rebibbia, [S.l. : s.n.], 1967

Lugli Leonardo, Giovanni Miche/ucci. Il pensiero e le opere, Patron, Bologna 1966

RIVISTE

Del carcere, numero monografico de La Nuova città, Vili serie 2004-2005, n.8-9-10 ottobre 2005, edizioni Polistampa, Firenze

Scarcella Leonardo, Di Croce Daniela, Gli spazi della pena nei modelli architettonici, in «Rassegna penitenziaria e criminologica», fascicolo 1/3 2001, pp. 341-379

L'architettura delle prigioni, numero monografico de La Nuova città, VII serie 1998-2000, n.2-3 maggio-dicembre, 1998, edizioni Polistampa, Firenze

Muratore Giorgio, Le nuove carceri di Nuoro, in «Controspazio», Architettura di Mario Ridolf/2, n. 3 novembre 1974, pp. 44-49

Portoghesi Paolo, Le carceri di Nuoro, in «L'Architettura - Cronache e Storia», n. 102, aprile 1964, pp. 869- 879

Ridolfi Mario, Progetto per le carceri giudiziarie di Nuoro, in «Casabella-continuità», n. 225, marzo 1959, pp. 25-35

TESI

Coi Elisa, La progettazione di un sistema complesso. L'istituto penitenziario : analisi e osservazioni sui luoghi dell'umanizzazione della pena, Tesi di Laurea, rel. Emilia Garda, correl. Cesare Burdese, Facoltà di Ingegneria, Politecnico di Torino, a.a. 2009-2010

Davico Antonella, Il contributo del movimento moderno al dibattito sull'edilizia penitenziaria in Italia, rel. Emilia Garda, correl. Cesare Burdese, Facoltà di Ingegneria I, Politecnico di Torino, a.a. 2009-2010

Gabellini Filippo, La città dell'attesa. Un carcere trattamentale per la società contemporanea, Tesi di Laurea, rel. Matteo Agnoletto, correl. Ing. Giada Gasparini, Facoltà di Architettura, Università di Bolgna, a.a. 2009-2010

Giampaolo Vincenzo, La rappresentatività pubblica statuale nello sviluppo dell'architettura carceraria: indagine sul rapporto tra meccanismi punitivi e tipologia architettonica, Tesi di Laurea, rel. Carlo Quintelli, coord. Piergiorgio Tosoni, Facoltà di Architettura, Politecnico di Torino, a.a. 2005-2006

Gaj Tripiano Walter, Modelli spaziali nella riforma dell' ordinamento penitenziario italiano : progetto di casa di reclusione a sicurezza attenuata sita in Torino, Tesi di Laurea, rel. Ugo Mesturino, correl. Cesare Burdese, Facoltà di Architettura, Politecnico di Torino, a.a. 1993-1994

La Delfa Campione Gaetano, L' architetto e gli spazi della pena : proposta di carcere a sicurezza attenuata, il carcere "possibile", rel. Ugo Mesturino, correl. Cesare Burdese, Facoltà di Architettura, Politecnico di Torino, a.a. 1993-1994

Mari Roberta, L'architetto e gli spazi della pena : ruolo e contributi in Italia dal dopoguerra ad oggi, Tesi di Laurea, rel. Ugo Mesturino, correl. Cesare Burdese, Facoltà di Architettura, Politecnico di Torino, a.a. 1993-1994

Parola David, Il carcere di massima sicurezza : finalità della pena e coerenza spaziale, Tesi di Laurea, rel. Ugo Mesturino, correl. Cesare Burdese, Facoltà di Architettura, Politecnico di Torino, a.a. 1994-1995

Rolland Fausto, Lo riforma dell' ordinamento penitenziario e riorganizzazione delle strutture edilizie, Tesi di Laurea, rel. Ugo Mesturino, correl. Cesare Burdese, Facoltà di Architettura, Politecnico di Torino, a.a. 1990-1991

RELAZIONI

Burdese Cesare, L'ultimo concorso per nuove tipologie edilizie penitenziarie e la forma urbana, relazione al seminario Architettura versus Edilizia. Quali spazi per la pena seconda la costituzione?, Roma, 2-3 dicembre 2010

Marcetti Corrado, L'edilizia penitenziaria dopo la riforma del 1975, relazione al seminario Architettura versus Edilizia. Quali spazi per la pena seconda la costituzione?, Roma, 2-3 dicembre 2010

Burdese Cesare, Le cattive pratiche tra presente e futuro, relazione al seminario Gli spazi della pena e l'architettura del carcere, Giardino degli Incontri di Sollicciano, Firenze, 13 giugno 2009

Marcetti Corrado, L'edilizia che non c'è, relazione al seminario Gli spazi della pena e l'architettura del carcere, Giardino degli Incontri di Sollicciano, Firenze, 13 giugno 2009

Palma Mauro, Due modelli a confronto: il carcere responsabilizzante e il carcere paternalista, relazione al seminario Gli spazi della pena e l'architettura del carcere, Giardino degli Incontri di Sollicciano, Firenze, 13 giugno 2009

APPROCCIO POLITICO-FILOSOFICO

LIBRI

Beccarìa Cesare, Dei delitti e delle pene, Universale Economica Feltrinelli, Milano 2007

Santoro Emiiio, Carcere e società liberale, Giappicheiii editore, Torino 2004

Morrone Adriano, Il trattamento penitenziario e le alternative alla detenzione, CEDAM, Padova 2003

Elster Jon, Giustizia locale. Come le istituzioni assegnano i beni scarsi e gli oneri necessari, Feltrinelli, Milano 1992

Mario Gozzini, Carcere perché carcere come. Italia 1975-1987, edizioni Cultura della pace, Fiesole 1988

Invernizzi Irene, Il carcere come scuola di rivoluzione, Einaudi, Torino 1973

RIVISTE

Carceri : esperienze e documenti, in II ponte: rivista mensile diretta da Piero Calamandrei, La Nuova Italia, Firenze 1949

RELAZIONI

Il carcere: sorvegliare e punire, IX sessione di Criminalia, Le settimane della politica, III Edizione, Facoltà di Scienze Politiche, Università degli Studi di Torino, Torino 21-25 febbraio 2011

APPROCCIO PSICO-SOCIALE

LIBRI

Castellano Lucia, Stasio Donatella, Diritti e castighi. Storie di umanità cancellata in carcere, il Saggiatore, Milano 2009

De Vito Christian G., Camosci e girachiavi: storia del carcere in Italia, 1943-2007, Laterza, Bari 2009

Buffa Pietro, I detentori della pena: alla ricerca dei meccanismi di cambiamento delle prassi penitenziarie, EGA, Torino 2006

Ripoli Mariangela, Carcere risocializzazione diritti, a cura di Isabele Fanlo Cortes, Maria Laura Tasso, Giappichelli editore, Torino, 2006

Anastasia Stefano, Patrie galere: viaggio nell'Italia dietro le sbarre, Carocci, Roma 2005

Ferrario Giampiero, Campostrini Francesca, Polli Claudia, Psicologia e carcere. Le misure alternative tra psicologia cllnica e giuridica, Franco Angeli, Milano 2005

Zamperini Adriano, Prigioni della niente: relazioni di oppressione e resistenza, Einaudi, Torino 2004 Anastasia Stefano, Gonella Patrizio (a cura di), Inchiesta sulle carceri italiane, Carocci editore, Roma 2Q02 Gonin Daniel, Il corpo incarcerato, edizioni Gruppo Abele, Torino 1994 Gallo Ermanno, Il carcere immateriale: la detenzione come fabbrica di handicap, Sonda 1989

Gallo Ermanno, Ruggiero Vincenzo, Il carcere in Europa: trattamento e risocialìzzazione, recupero e annientamento, modelli pedagogici e architettonici nella "galera europea", Bertani, Verona 1983

Foucault Michel, Sorvegliare e punire. Nascita della prigione, Einaudi, Torino 1976

RIVISTE

Buffa Pietro, Caro direttore le scrivo. La pena tra afflizione e giustizia, in Atti del convegno II carcere: memoria e presente, Rassegna penitenziaria e criminologica, n. 1, 2004

MauceriEmanuela, Pedagogia e contesto penitenziario: alcune riflessionisulsignificatoe il ruolo dell'educazione in prigione, in «Rassegna penitenziaria e criminologica», fascicolo 1/3 2001, pp. 295-327

Raciti Annamaria, Le attività lavorative svolte durante l'esecuzione di pene privative della libertà personale, in «Rassegna penitenziaria e criminologica», fascicolo 1/3 2001, pp. 265-293

TESI

Bertino Paola, Caudera Mariangela, Carcere e devianza minorile: i nuovi spazi della pena, Tesi di Laurea, rel. Ugo Mesturino, correl. Cesare Burdese, Facoltà di Architettura, Politecnico di Torino, a.a. 1993-1994

Marengo Carla, Tallone Milena, Il carcere: la qualità ambientale della vita in carcere, rel. Ugo Mesturino, correl. Cesare Burdese, Facoltà di Architettura, Politecnico di Torino, a.a. 1991-1992

RELAZIONI

Incontrare papà in carcere: "percorsi e approdi" una proposta progettuale per spazi e tempi del colloquio a misura di bambino, Report finale. Aprile 2008 a cura di Margherita Gallina, Letizia Miglioli (Provincia di Milano), Alessandro Balducci, Antonella Bruzzese, Pietro Lembi e Roberto Manuelli (Politecnico di Milano -DIAP), Paola Tentoni (Fondazione l'Aliante)

Roselli Licia, seminario Stimoli per un più ampio ReSPIRO,intervento al seminario Un ReS.P.I.R.O. per l'inclusione, Bologna, 21 novembre 2008

APPROCCIO LEGISLATIVO

LIBRI

Fiori Massimo (a cura di), Il nuovo codice penale e di procedura penale, CxT Serie Mìnus, Roma 1999

Amato Nicolo, Diritto, delitto, carcere, Giuffre, Milano 1987

Festa Roberto, Elementi di diritto penitenziario, L'ordinamento penitenziario e l'organizzazione degli istituti di prevenzione e pena, Simone, Napoli 1980

RELAZIONI

Comitato Internazionale Programmazione Economica, Unità Tecnica Finanza di Progetto, Edilizia penitenziaria. Analisi di settore, Estratto dalla relazione annuale dell'Unità Tecnica Finanza di Progetto, 30 gennaio 2002

RIFERIMENTI NORMATIVI

Ordinanza 19 marzo 2010, n. 3861, Piano Carceri, 29 giugno 2010

Raccomandazione R (2006) del Consiglio d'Europa.

Criteri per la progettazione di un istituto penitenziario, Ministero della Giustizia, Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, Direzione Generale delle Risorse Materiali, dei Beni e dei Servizi, Ottobre 2003

Legge 8 marzo 2001, n. 40, Misure alternative alla detenzione a tutela del rapporto tra detenute e figli minori

Legge 23 dicembre 2000, n. 388, Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello stato (legge finanziaria 2001)

D. P. R. 30 giugno 2000, n. 230, Regolamento penitenziario.

Legge 22 giugno 2000, n.193, Norme per favorire l'attività lavorativa dei detenuti.

D. LGS. 21 maggio 2000, n. 146, Adeguamento delle strutture e degli organici dell'Amministrazione penitenziaria e dell'Ufficio centrale per la giustizia minorile, nonché istituzione dei ruoli direttivi ordinario e speciale del Corpo di polizia penitenziaria, a norma dell'articolo 12 della legge 28 luglio 1999, n. 266

D. LGS. 22 giugno 1999, n. 230, Riordino della medicina penitenziaria a norma dell'articolo 5, della legge Legge 30 novembre 1998, n. 419

Legge 12 luglio 1999, n.231, cautelari nei confronti dei soggetti affetti da AIDS conclamata o da grave deficienza immunitaria o da altra malattia particolarmente grave

Legge 27 maggio 1998, n. 165, Modifiche all'articolo 656 del codice di procedura penale ed alla legge 26

Legge 26 luglio 1975, n. 354, e successive modificazioni

Legge 15 dicembre 1990, n.395, Ordinamento del Corpo di polizia penitenziaria.

Legge 10 ottobre 1986, n.663, "Legge Gozzini"

Legge 26 luglio 1975, n.354, Norme sull'Ordinamento Penitenziario e sull'esecuzione delle misure privative e limitative della libertà.

Risoluzione del Consiglio Economico Sociale dell'Onu, 31 luglio 1957, n. G63. Regole sugli standard minimi dei prigionieri.

Costituzione, 1 gennaio 1948 Legge 1 giugno 1939, n.1084

Modifica (riservato agli operatori) Modifica (riservato agli operatori)