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Carlo Promis tra Torino e Roma: i taccuini di viaggio 1828-1836 = Carlo Promis between Turin and Rome: the travel notebooks 1828-1836

Giorgio Nepote Vesin

Carlo Promis tra Torino e Roma: i taccuini di viaggio 1828-1836 = Carlo Promis between Turin and Rome: the travel notebooks 1828-1836.

Rel. Vilma Fasoli. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città, 2021

Abstract:

L’obiettivo della tesi è quello di ricomporre le tappe del Grand Tour compiuto da Carlo Promis in centro Italia tra il 1828 e il 1836, al fine di ricostruire le reti e i contatti culturali che avrebbero contribuito al completamento della sua formazione. Condotte con la collaborazione del Laboratorio di Storia e Beni culturali del dipartimento DIST di questo Politecnico, le prime fasi del lavoro hanno riguardato la catalogazione di 21 quaderni, suddivisi in 16 taccuini di viaggio e 5 atlanti, conservati presso il Fondo Promis della Biblioteca Reale di Torino. Gli schizzi di rilievo e i disegni costituiscono un corpus documentario eterogeneo, che è stato qui approfondito cercando di dirimere i problemi di datazione legati alla quasi totale assenza di annotazioni cronologiche autografe. Ponendo in relazione gli scarsi appunti manoscritti riportati nei taccuini, con gli schizzi di rilievo e con le tavole riportate in bella copia e confrontandole quindi con i contenuti della corrispondenza epistolare e con le successive pubblicazioni a stampa di Promis, si è cercato sia di ricostruire la cronologia del suo soggiorno romano, sia di individuare i tracciati degli itinerari percorsi, sia di verificarne la corrispondenza con le annotazioni contenute nei disegni. Dallo studio è emerso come nel corso degli anni romani Promis abbia maturato la consapevolezza dell’incompletezza della propria formazione e soprattutto del provincialismo di Torino, la cui cultura architettonica era ancora legata alla stagione neoclassica di Ferdinando Bonsignore e di Giuseppe Talucchi. Fondamentale in questo processo il contatto con l'ambiente romano dei pensionnaires dell’Accademia di Francia e con alcune figure della scuola filologica tedesca che gravitavano intorno al neonato Instituto di Corrispondenza archeologica. Determinante emerge, più che l’influenza del compatriota Luigi Canina, aspetto questo già indagato in studi precedenti, quella dell’archeologo Antonio Nibby del quale seguirà i corsi all’Archiginnasio Romano, apprendendo i principi del rigore metodologico nelle indagini e della conoscenza diretta e approfondita dell’architettura e dei luoghi. Abbandonando le sfide delle ipotesi ricostruttive care ai pensionnaires, con questo rigore si misurerà con la conoscenza dell’”antico” avvicinandosi via via all’architettura medievale fino a quella del tardo Cinquecento romano. Questi aspetti segneranno la sua carriera piemontese, sia in ambito accademico che istituzionale, da quello che lo vedrà impegnato nel ruolo di archeologo di Corte a quello che, come architetto e urbanista, negli anni centrali dell’Ottocento aprirà e amplierà i repertori della stagione eclettica sabauda.

Relatori: Vilma Fasoli
Anno accademico: 2021/22
Tipo di pubblicazione: Elettronica
Numero di pagine: 282
Informazioni aggiuntive: Tesi secretata. Fulltext non presente
Soggetti:
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città
Classe di laurea: Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-04 - ARCHITETTURA E INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/19824
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