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Il degrado dei materiali lapidei naturali: confronto fra soluzioni consolidanti e contestualizzazione dei requisiti dell’intervento di consolidamento tramite l’analisi critica di casi studio = Natural stones decay: Comparison between consolidation solutions and contextualization of the conservation requirements through critical analysis of case histories

Martina Avenoso

Il degrado dei materiali lapidei naturali: confronto fra soluzioni consolidanti e contestualizzazione dei requisiti dell’intervento di consolidamento tramite l’analisi critica di casi studio = Natural stones decay: Comparison between consolidation solutions and contextualization of the conservation requirements through critical analysis of case histories.

Rel. Paola Palmero, Monica Naretto. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio, 2021

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Abstract:

Sin dall’antichità, le pietre naturali sono state ampiamente utilizzate come materiale da costruzione in tutto il mondo, sia con funzioni strutturali che ornamentali. In origine, l’utilizzo di pietre calcaree, arenarie, graniti o marmi era strettamente legato alla loro disponibilità sul territorio locale ed alla facilità di estrazione. Grazie all’innovazione tecnologica si ha la possibilità di caratterizzarle in base alla loro origine geologica ed alla loro natura mineralogica per ottenerne un impiego efficace e durabile. La conoscenza delle proprietà intrinseche della pietra, dei meccanismi di degrado cui è soggetta ed il rapporto con le sollecitazioni ambientali è fondamentale qualora si debba intervenire nella valorizzazione e conservazione del patrimonio architettonico storico tramite un intervento di restauro coerente con i principi di compatibilità, efficacia e durabilità. I principali meccanismi di degrado che si manifestano sulla pietra sono: biodeterioramento, croste nere ed azione di inquinanti, fenomeni di degrado legati alla presenza di umidità. Particolare attenzione, nell’intervento di conservazione, è rivolta all’operazione di consolidamento: quando il materiale lapideo naturale mostra evidenti ed estese forme di decoesione, disgregazione e disomogeneità strutturale è necessario intervenire con l’impregnazione profonda di un prodotto consolidante in grado di ristabilire l’equilibrio, la resistenza meccanica e la coesione al materiale. Numerosi sono i prodotti utilizzati e sperimentati nel corso dei decenni. A partire da queste considerazioni sviluppate mediante il riferimento a un aggiornato stato dell’arte, si procede nella tesi all’analisi di casi studio sulla base di fonti bibliografiche, riguardanti tre classi di prodotti maggiormente utilizzati e documentati nell’intervento di consolidamento: inorganici (quale l’idrossido di calcio), metallo-organici (quale il silicato di etile) e polimerici (quali le resine acriliche) contemplando gli aggiornamenti sul loro impiego nel corso dei decenni. Per valutarli criticamente, si contestualizzano i principi del restauro attraverso la lettura critica dei casi studio; la scelta del miglior prodotto consolidante è guidata dalla necessità di ottenere l’intervento più efficacie, compatibile e duraturo possibile, ovvero sostenibile in termini culturali. Questo lavoro di tesi ha, dunque, l’obiettivo di analizzare l’articolazione del dibattito attorno al tema del restauro dei materiali lapidei naturali, sia nell’ambito teorico-scientifico che pratico sottolineando proprio il divario che spesso emerge fra questi due contributi. L’analisi di casi studio di interventi di consolidamento permette di comprendere la complessità e le scelte alla base di un progetto di conservazione tenendo presente che ogni caso è unico, caratterizzato da diversità nell’utilizzo di materiali, dei fenomeni di degrado coinvolti, dalle condizioni ambientali cui è esposto il manufatto, dalla presenza di interventi precedentemente realizzati. Non esiste una formula universalmente valida e definibile a priori ma l’obiettivo comune di ciascun intervento rimane il raggiungimento dei requisiti di efficacia, compatibilità e durabilità nel rispetto della testimonianza storica e culturale che rappresenta il manufatto stesso. Si elabora, infine, una sintesi di tutte le analisi effettuate, con la proposta d’intervento sul basamento della facciata marmorea della Basilica dell’Assunta del Sacro Monte di Varallo Sesia.

Relatori: Paola Palmero, Monica Naretto
Anno accademico: 2020/21
Tipo di pubblicazione: Elettronica
Numero di pagine: 211
Soggetti:
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio
Classe di laurea: Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-04 - ARCHITETTURA E INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/17172
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