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OLYMPEKed: Beijing-Torino Design Studio 2008-Trasformazione di un sito olimpico in parco extraurbano

Francesca Diano

OLYMPEKed: Beijing-Torino Design Studio 2008-Trasformazione di un sito olimpico in parco extraurbano.

Rel. Pierre Alain Croset, Gustavo Ambrosini, Michele Bonino, Simonetta Pagliolico. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Architettura (Costruzione), 2009

Questa è la versione più aggiornata di questo documento.

Abstract:

Basato a Pechino il Workshop ha avuto come sfida quella di esplorare come il riuso Post-Olimpico degli impianti sportivi possa influenzare la trasformazione urbana dell'area e dell'intera città.

Obiettivi:

1. Analisi Urbana: uno studio analitico delle relazioni tra gli impianti e il futuro di essi.

2. Progettazione urbana. Progetti e proposte per gli impianti olimpici e delle aree limitrofe

3. Progettazione architettonica, Progetti e proposte per il riuso degli impianti e per interventi di nuovo utilizzo.

Sedici studenti (otto italiani e otto cinesi) sono stati divisi in quattro gruppi da quattro (due italiani e due cinesi in ciascun gruppo).

Il processo del Workshop, che è stato combinato con un brainstorming e base concettuale collettiva, si è poi sviluppato con un lavoro a distanza on-line.

I siti oggetto dell'analisi sono stati quattro e su ognuno di questi ogni gruppo ha portato a termine uno o più progetti. Nello specifico le aree erano:

1. Central Zone of Olympic Green

2. Beijing Workers' Stadium

3. Beijing Wukesong Sports Center

4. Shunyi Olympic Rowing-Canoeing Park

Lavorare a 8.000 km di distanza sullo stesso progetto ha comportato sicuramente adattamenti e un'organizzazione considerevole, anche in a causa del fatto che tra Torino e Pechino vi è un fuso orario di sei ore. I quattro gruppi di lavoro hanno dovuto così fare affidamento sulla rete internet con tutti i mezzi a disposizione.

Inizialmente, la permanenza tra Febbraio e Marzo di noi studenti italiani a Pechino, ha permesso di visitare in loco i siti di interesse, analizzandone gli spazi, la fruibilità e viabilità.

Questo ha inoltre consentito di produrre tutta la documentazione fotografica necessitata per il progetto. Con base alla Facoltà di Architettura Tsinghua i giorni successivi ai sopralluoghi è iniziata la fase di discussione e strategia.

I punti presi in considerazione sono stati numerosi poiché siti di progetto hanno tutti una valenza e un'importanza multipla che considera aspetti urbani e architettonici, ma anche e non di minore importanza simbolici, economici e storico/politici.

II Worker's Stadium ad esempio è un edifìcio simbolo dell'epoca Maoista che con la sua presenza monumentale racchiude in sé valenze e aspetti non trascurabili in prospettiva progettuale.

Il Parco Olimpico invece, con lo Stadio di Herzog e De Meuron e il Water Cube, sta assumendo una valenza simbolica fondamentale che porta quest'area ad un processo di caratterizzazione dell'epoca contemporanea in trasformazione e gli conferisce titolo di simbolo del nuovo benessere nascente.

Il brainstorming a Pechino è avvenuto sia singolarmente con i propri gruppi di lavoro sia a livello collettivo con i Tutors.

A distanza il lavoro è continuato nella maniera medesima ma con altri mezzi di comunicazione. Si è scelto di adottare una metologia che sfruttasse il blog, pubblicando periodicamente i progetti in sviluppo consultabili pubblicamente sia dagli appartenenti al Workshop che da tutta la rete.

La comunicazione è stata continuativa e si è sviluppata adottando strumentazioni di telefonia via-rete (Skype) e messaggeria on-line (Messenger, Gmail). Quasi quotidianamente i rispettivi appartenenti ai gruppi si sono informati dell'andamento e hanno preso decisioni collettive.

A chiusura del Workshop si può affermare che nonostante la distanza e l'appartenenza a culture e formazioni diverse, il grado comunicativo e collaborativo è stato soddisfacente, infatti solo in rare situazioni sono avvenute difficoltà e incomprensioni.

Importanti steps dell'intero processo sono state le molteplici video-conferenze tenutesi al Dipartimento SITI del Politecnico di Torino in collegamento diretto con la Facoltà Tsinghua di Beijing. La possibilità di comunicazione e organizzazione è stata implementata ulteriormente dalla possibilità di proiettare su grande schermo i progetti in sviluppo e di poterne avere un commento immediato da tutti i presenti.

Con l'arrivo degli studenti e dei Tutors cinesi a Pechino il lavoro ha potuto assumere una valenza più diretta ed efficiente. Gli ultimi 10 giorni sono stati di lavoro intenso per il completamento dei progetti e della preparazione della conferenza finale e della mostra al Castello del Valentino.

Relatori: Pierre Alain Croset, Gustavo Ambrosini, Michele Bonino, Simonetta Pagliolico
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: A Architettura > AO Progettazione
G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GD Estero
Corso di laurea: Corso di laurea specialistica in Architettura (Costruzione)
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/1452
Capitoli:

PARTE PRIMA

1.OLYMPEKed: Beijing - Torino Design Studio

1.1. il villaggio a Pechino

1.2. il lavoro

1.3. la mostra

2. OLYMPEKed: progetto

2.1. analisi del sito

2.2. progetto

PARTE SECONDA

3. Il giardino cinese e la sua influenza

3.1. introduzione

3.2. apporti della filosofìa orientale alla cultura dei giardini cinesi

3.2.1 confucianesimo

3.2.2 taoismo

3.2.3 buddismo

3.2.4 fusione delle tre tradizioni

3.3. il giardino cinese

3.3.1 scenari, tipologie di giardini, architetture, paesaggio preso a prestito

3.3.2 acqua, rocce

3.3.3 piante, suoni influenze del giardino cinese in occidente

3.4.influenze del giardino cinese in occidente

3.4.1 giardino inglese del 700

3.4.2 Carlo Scarpa

3.4.3 Richard Serra

3.5. Pei: un tentativo contemporaneo di fondere la cultura cinese e quella occidentale

3.6. conclusioni

4. Da sito olimpico a parco tradizionale

4.1. Introduzione

4.2. giardino in movimento

4.3. essenze

4.4. giardino da fermo

4.4.1 idea progettuale

4.4.2 gli edifìci

4.4.3 materiali

Note e bibliografìa

Tavole

Bibliografia:

M. Bussagli, Architettura orientale, vol. 2, Electa, Milano 1981

T. Coivano, Viaggio nel pittoresco: il giardino inglese tra arte e natura. Donzelli, Roma 1996

W. Carter, M. Pei : a profile in American architecture, Abrams, New York 1990

E. Cicelyn, Richard Serra - Napoli museo archeologico nazionale, Annali delle arti regione Campania, Napoli 2004

W. Chambers, A Dissertation on Orientai Gradening, London 1974

C. Congzhou, L'arte dei giardini cinesi Franco Muzzio editore, Trento 2002

F. Dal Co, Carlo Scarpa 1906-1978, Mondadori Electa, Milano 2006

R. Giovanardi, Carlo Scarpa e l'acqua. Cicero, Venezia 2006

P. Grimal, L'arte dei giardini, una breve storia, Donzelli, Roma 2005

R.S. Johnston, Scholar gardens of China : a study and analysis of the spatial design of the Chinese private garden, Cambridge University, Cambridge 1991

R. Krauss, L'informe:istruzioni per l'uso. Bruno Mondadori, Milano 2003

S. Los, Carlo Scarpa, Taschen, Koln 1994

E.T. Morris, The Gardens of China, Scribner, New York 1983

M. Paolillo, Il giardino cinese, una tradizione millenaria, Kepos, Milano 2000

E. Von Erdberg, Chinese Influence on European Graden Structure, Hacher Art Books, New York 1985

Riviste

GA, Cemetery Brion Vega

Casabella 2007, v.71, n.756, pp 110-111

The Plan 2009, n. 33

The Plan 2008, n. 29

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