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Open Innovation nel settore fintech = Open Innovation in the fintech sector

Giovanni Arigliani

Open Innovation nel settore fintech = Open Innovation in the fintech sector.

Rel. Giuseppe Scellato. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Ingegneria Gestionale, 2020

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Abstract:

Si presenta un focus su come i principali gruppi bancari europei stanno provando ad oggi a rimanere a passo con le innovazioni sia tecnologiche che di business model che si stanno affacciando sul mondo banking; in particolare, vengono esaminati i rapporti tra i grandi gruppi e le startup. Queste tipologie di imprese hanno ovviamente delle caratteristiche completamente diverse tra loro, i grandi gruppi hanno una grande disponibilità di capitale e servono un vastissimo numero di clienti in tutto il mondo utilizzando un modello di business standard o quanto meno non troppo diverso da quello dei propri peer, le startup hanno invece grande agilità di movimento, sono quindi disposte a sperimentare nuove soluzioni di cui sono portatrici e hanno bisogno di fondi e canali di distribuzione per testare e validare la propria value proposition. Queste due tipologie di imprese possono quindi potenzialmente avere caratteristiche complementari tra loro e una loro collaborazione può velocizzare l’affermarsi di nuove tecnologie e aumentare i servizi per i consumatori. Volendo semplificare la situazione che si va ad analizzare di seguito nel dettaglio è chiaro che gli incubents sono numericamente pochi e con grandi disponibilità economiche, mentre le startup operanti nel mondo fintech sono molto numerose, ciò porta a trovarsi in una situazione in cui le grandi banche parlano con tante startup e hanno la possibilità di lottare l’una con l’altra per trovare il miglior canale per fare scouting ed essere pionieri delle tecnologie e dei business model che domani si andranno ad affermare, con i relativi vantaggi che ciò comporta. Di seguito si analizzano quindi le diverse strategie usate dai gruppi bancari grazie alle dichiarazioni presenti ei piani strategici aziendali e in altre dichiarazioni pubbliche pubblicate sui propri siti internet. L’analisi proposta si è focalizzata su tre principali strumenti usati dalle grandi banche per entrare in comunicazione e sostenere le startup che offrono soluzioni innovative o potenzialmente disruptive, quali acceleratori / incubatori gestiti direttamente dalla corporate, acceleratori di grandi dimensioni che grazie al supporto delle corporate riescono a diventare aggregatori si startup innovativi, quali ad esempio Tech Stars e Plug &play e Corporate Venture Capital che compiono investimenti diretti nella startup strategicamente interessante per il gruppo in questione. Un ulteriore modo usato dalle corporate per incentivare l’innovazione fuori dai propri confini aziendale è anche quello di finanziare Venture Capital indipendenti che a loro volta investono in startup che un domani potrebbero essere interessanti per la corporate, questa catena però non è facilmente percorribile perché le informazioni pubbliche sono spesso parziali. Un ulteriore aspetto che si è investigato riguarda la territorialità degli investimenti, è interessante capire in quali parti del mondo si sta sviluppando un ecosistema più fertile per le fintech e per comprendere se le banche esaminate, tutte europee, stanno giocando o meno un ruolo importante nell’incentivare lo sviluppo tecnologico in loco. Il numero di investimenti in startup è invece indicativo per meglio comprendere quali sono i trend all’interno del mondo bancario e capire se questo sistema si sta progressivamente aprendo ad un paradigma di innovazione aperto.

Relatori: Giuseppe Scellato
Anno accademico: 2019/20
Tipo di pubblicazione: Elettronica
Numero di pagine: 83
Soggetti:
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Ingegneria Gestionale
Classe di laurea: Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-31 - INGEGNERIA GESTIONALE
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/13949
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