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QUESTIONI DI GIUSTIZIA E PIANIFICAZIONE URBANA. UN APPROCCIO COLLABORATIVO ALLA RIGENERAZIONE NELLA CITTÀ DI TARANTO.

Sara Cavaliere

QUESTIONI DI GIUSTIZIA E PIANIFICAZIONE URBANA. UN APPROCCIO COLLABORATIVO ALLA RIGENERAZIONE NELLA CITTÀ DI TARANTO.

Rel. Emanuela Saporito, Daniela Ciaffi, Antonella Carella. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile, 2019

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Abstract:

Nei dibattiti urbani contemporanei prende sempre più piede il tema della giustizia in relazione alle scelte di pianificazione del pubblico. Al punto che, oggi più che mai, la teoria della democrazia è messa a dura prova. La tesi si propone, infatti, partendo da quelli che sono i principi di giustizia, che hanno portato alla produzione della città contemporanea, profondamente frammentata, non solo dal punto di vista sociale, economico e dunque anche spaziale, ma anche sul piano ambientale, tanto da gravare sulla salute e sul benessere stesso della città e dei suoi abitanti. Viene posta particolare attenzione ai temi della politica e del conflitto e, soprattutto, alla loro stretta interdipendenza, capace di produrre ingiustizia ma nello stesso tempo innovazione. Diversi sono infatti gli esempi riportati di città ex industriali che, da una condizione di intrasformabilità, hanno riposto nella politica e nel conflitto la speranza e l’occasione di una rigenerazione urbana, che fosse il più integrata possibile nel territorio e nella società. Nei casi studio analizzati vengono infatti evidenziati i processi, siano essi avviati in una logica bottom-up o top-down, che hanno permesso un riscatto della città, facendo attenzione agli attori coinvolti, appartenenti alla sfera politica come a quella sociale. La città come espressione della società che la abita e la costruisce, questo è il pensiero su cui si articola l’intera ricerca. È stata scelta la città di Taranto come campo di analisi, caso emblematico fra le città vittime di ingiustizia urbana a livello spaziale, ambientale e sociale. Una città colonizzata, immobilizzata e delusa, che crede di essere priva di identità. Il ruolo strategico che le è stato riconosciuto all’interno dei disegni nazionali, se non addirittura mondiali, ha comportato non poche difficoltà dovute soprattutto alle scelte impartite “dall’alto”, a scapito delle dinamiche locali. Viene così proposta una lettura delle risorse che il territorio offre, ponendo attenzione alle potenzialità e non solo alle criticità. Le risorse di cui si parla non si limitano solo ai beni materiali, ma anche immateriali, come le risorse sociali. Viene così proposto un processo di rigenerazione in innovazione sociale che, partendo dal Terzo Settore e stakeholder potenti, non per forza appartenenti alla scala locale, agisce indirettamente sullo spazio. Ascoltando gli stessi attori locali, che primi fra tutti hanno a cuore la propria città, si è arrivati alla conclusione che: in una città contemporanea in cui a regnare sono il conflitto e l’imprevedibilità, i processi di rigenerazione a cui si è sempre stati abituati non bastano più. La società, con le sue forme di auto-organizzazione, potrebbe quindi portare al ripensamento del concetto stesso di progetto urbano, in cui lo stesso ruolo del progettista non si limiterebbe alla costruzione di scenari, ma farebbe da accompagnamento alla comunità e avvierebbe processi di apprendimento per le istituzioni. In questo modo, non sarà più gli spazi a determinare gli usi, ma gli usi a determinare gli spazi.

Relatori: Emanuela Saporito, Daniela Ciaffi, Antonella Carella
Anno accademico: 2018/19
Tipo di pubblicazione: Elettronica
Numero di pagine: 190
Soggetti:
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile
Classe di laurea: Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-04 - ARCHITETTURA E INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/11770
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