Indagine sperimentale sulla durabilità di aggregati fini provenienti da rifiuti di costruzione e demolizione attivati per via alcalina. = Experimental investigation on the durability of alkali-activated construction and demolition waste fine aggregates.

Negli ultimi anni è cresciuta sempre di più l’attenzione nei riguardi della sostenibilità ambientale. Le politiche attuali tendono infatti ad incentivare il recupero ed il riutilizzo dei rifiuti, con l’obiettivo di ridurre lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali. Recenti studi hanno dimostrato che gli aggregati da CDW (Construction and Demolition Waste) stabilizzati attraverso l’attivazione alcalina dei fini stessi, possono essere considerati una valida alternativa per la realizzazione di strati di pavimentazione stradali non legati. In questo modo, l’aggregato da CDW non svolge più solo la funzione di inerte, ma anche quello di legante dell’intera miscela. In letteratura, la durabilità di leganti alternativi ottenuti dall'attivazione alcalina dei fini da CDW non è ancora stata ampiamente approfondita. Pertanto, l’obiettivo principale della sperimentazione, riguarda lo studio della durabilità dei fini da CDW attivati alcalinamente quando sottoposti a fenomeni di degrado (degrado per immersione in acqua, per effetto dei sali disgelanti e per cicli di gelo/disgelo). La frazione dei fini analizzata è quella avente granulometria inferiore a 0,125 mm. Lo studio è stato inoltre effettuato sulle quattro costituenti fondamentali dei CDW (calcestruzzo riciclato RC, conglomerato bituminoso fresato RA, laterizi e piastrelle BT, aggregati naturali NA) e sulle due frazioni indifferenziate UND1 ed UND2 (costituita da RC, RA, BT e NA in uguali proporzioni in massa). Tramite l’analisi XRF è stata eseguita una caratterizzazione chimica preliminare per verificare la presenza di componenti allumino-silicatiche, le quali sono necessarie per il processo di geopolimerizzazione. Le miscele sono state ottenute adottando un rapporto liquido solido pari a 0,4 ed impiegando una soluzione composta dal 20% da idrossido di sodio (NaOH) e dall’80% da silicato di sodio (Na2SiO3). I campioni prodotti sono stati sottoposti ad un diverso trattamento termico in fase di maturazione (20°C o 80°C) e dopo 28 giorni sono stati sottoposti ai processi di degrado precedentemente descritti. Successivamente i campioni sono stati sottoposti a test di flessione su tre punti e di compressione semplice. Gli effetti del degrado sono stati analizzati attraverso la variazione delle proprietà meccaniche tra i campioni degradati e quelli di riferimento (non sottoposti ad alcun degrado). I test meccanici hanno dimostrato che il degrado per immersione in acqua e per immersione in una soluzione di cloruro di calcio comportano effetti che dipendono dal trattamento termico a cui sono stati sottoposti i campioni. I campioni trattati termicamente a 20°C hanno riportato valori di resistenza piuttosto simili a quelli ottenuti dai rispettivi campioni non sottoposti a degrado. I campioni trattati termicamente ad 80°C hanno invece riportato delle riduzioni di resistenza anche del 90% (NA e RA) rispetto a quelle ottenute dai campioni di riferimento (non degradati). Il degrado per effetto dei cicli di gelo/disgelo non sembra invece aver comportato particolari conseguenze negative sui campioni.