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Produzione/Protezione. Un differente sguardo ai territori distrettuale tra imprese e associazionismo

Francesca Matilde Porcari

Produzione/Protezione. Un differente sguardo ai territori distrettuale tra imprese e associazionismo.

Rel. Anna Maria Cristina Bianchetti. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città, 2019

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Abstract:

“C’è stato un periodo irripetibile – scriveva nel 2004 Edmondo Berselli – in cui da Piacenza a Rimini una moltitudine di cristiani ha costruito il modello emiliano. Naturalmente non sapevano neppure che cosa fosse il modello poi divenuto così celebre”[1]. Quel modello è stato oggetto di innumerevoli studi e oggi possiamo dire vi sia sufficiente consenso su (almeno) due suoi tratti caratterizzanti. Da un lato il successo economico registrato da indicatori quali: crescita del PIL, record di esportazioni, flussi di investimento, innovazione e ricerca applicata. Un successo legato alla forma distrettuale (dei diciotto “cluster di impresa” ritrovati da Michael Porter[2] nel suo celebre Viaggio in Italia alla fine degli anni 80, ben otto erano in Emilia). Dall’altro lato, la capacità di attecchire in queste terre e in queste comunità di esperienze del vivere civile, di aiuto reciproco, accoglienza, inclusione, associazionismo. Oggi messe alla prova dalla questione demografica e migratoria che qui come altrove, in Italia, muta lo scenario di sfondo delle politiche del lavoro e del terzo settore. Un ambito sostenuto da una sensibilità diffusa che lo allontana da charity, beneficienza, occasionalità. Produzione e protezione rimangono due potenti snodi di quel modello emiliano che la crisi della politica, la crisi economica e la crisi demografica, continuano a rimodellare. Questa ricerca non può e non intende ricostruire dinamiche complesse, da altri meglio indagate. Più limitatamente prova ad osservare come i due piani di lettura del modello emiliano, si poggiano al suolo. Osserva i territori delle imprese manifatturiere e i territori delle reti associative e del welfare istituzionale. E per fare questo si riferisce ad una città chiave del modello emiliano: Parma, cuore del distretto alimentare. L’insieme delle esplorazioni cartografiche pone alcuni quesiti: che relazioni vi sono tra i territori dell’impresa e i territori dell’associazionismo, al di là della consolidata tradizione emiliana della responsabilità sociale di impresa? Cos’è oggi il volontariato di impresa? Ovvero cosa altro fanno le imprese (e come), quando toccano temi di solidarietà sociale? Quali effetti di contaminazione si danno nei processi che sembrano crescere gli uni dagli altri? Chi promuove e chi sostiene le iniziative di solidarietà, posto il ruolo cruciale che sempre hanno le fondazioni bancarie? Come avviene una mediazione che è linguistica, oltre che di interessi e valori? Scopo della ricerca è provare a mettere in luce qualche tratto di questo “terreno di mezzo” tra economia e solidarietà associativa. Ovvero qualche tratto nell’attuale evoluzione del modello distrettuale. [1] Edmondo Berselli, Quel gran pezzo dell’Emilia, Mondadori, Milano, 2004. [2] Michael Porter, Il vantaggio competitivo delle nazioni, 1990.

Relatori: Anna Maria Cristina Bianchetti
Anno accademico: 2018/19
Tipo di pubblicazione: Elettronica
Numero di pagine: 152
Soggetti: A Architettura > AO Progettazione
A Architettura > AP Rilievo architettonico
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città
Classe di laurea: Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-04 - ARCHITETTURA E INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/10111
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