Paola Caggiano
Rischio ambientale e prevenzione - La lezione dell'alluvione in Sardegna.
Rel. Riccardo Bedrone. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile, 2014
Abstract: |
Il territorio italiano è, da lungo tempo, particolarmente soggetto a fenomeni di dissesto di natura idrogeologica. I fattori che hanno determinato la particolare sensibilità a questo tipo di eventi sono molteplici e sono da ricercarsi nelle caratteristiche geologiche e in quelle geomorfologiche del territorio, oltre che nel tipo di clima che caratterizza la penisola. Inoltre, l’antropizzazione dei luoghi e la sempre crescente urbanizzazione ha causato un aumento degli elementi a rischio e al conseguente aumento dell’impatto che questo tipo di fenomeni provoca nei territori colpiti. Il tema, che si rivela essere sempre più delicato, ha portato ad una maggiore sensibilità che si rispecchia nel crescente numero delle analisi conoscitive riguardanti la pericolosità delle aree e il rischio da essa derivato. La tesi vuole approfondire il caso della Regione Sardegna, che è stata interessata, nel mese di novembre 2013, da un evento alluvionale che, per intensità ed estensione del territorio colpito, si inserisce tra i più volenti della storia recente dell’isola. A causa dei danni riportati, la Regione Sardegna sta tutt’ora affrontando il lungo processo di ricostruzione, particolarmente complesso e delicato. L’elaborato vuole quindi esaminare le cause e le circostanze che hanno determinato i disastrosi effetti dell’evento alluvionale, così come illustrati dai report immediatamente successivi e che, in molti casi, sono ancora irrisolti. In una prima fase, sono stati delineati i parametri ambientali, morfologici e culturali che caratterizzano il territorio sardo. L’estensione delle aree colpite, infatti, è particolarmente ampia e la loro stessa localizzazione ha portato all’interesse di zone che presentano, in alcuni casi, caratteristiche molto diverse. L’evento meteorologico, avvenuto nei giorni compresi tra il 15 e il 20 novembre, ha raggiunto il suo apice nella giornata del 18. Le analisi riguardanti i dati relativi ai cumulati di precipitazione illustrano come l’evento sia stato particolarmente intenso, costituendo in molte località un nuovo primato, che supera i record relativi ai cumulati di precipitazione registrati in occasione di eventi analoghi precedenti. I danni registrati sono stati ingenti, sia per quanto riguarda il patrimonio pubblico che quello privato e, soprattutto, in termini di vite umane. I territori comunali colpiti aumentarono progressivamente in seguito alle prime dichiarazioni, fino a raggiungere quota ottantadue. A livello regionale, vi sono diversi strumenti urbanistici di settore che disciplinano la gestione dell’uso del suolo, della risorsa idrica e la prevenzione del rischio idrogeologico, grazie ai quali è possibile acquisire maggiori informazioni, più o meno dettagliate, riguardo l’assetto del territorio regionale. Il Piano di Gestione del Distretto Idrografico della Sardegna definisce, classifica e determina la natura di ogni corpo idrico; il suo obiettivo principale è il mantenimento, qualora sia già definito, o il raggiungimento del buono stato ecologico e chimico per tutti i corpi idrici ricadenti nel territorio del Distretto Idrografico. Il Piano stralcio di bacino per l’Assetto Idrogeologico è lo strumento tecnico normativo il cui obiettivo è quello di definire e disciplinare le azioni che concorrono alla prevenzione del rischio idrogeologico. Esso assume come base le caratteristiche e le peculiarità del territorio oggetto di studio e delinea le norme d’uso e i limiti opportuni da seguire per la difesa e la valorizzazione del suolo. Il Piano Stralcio delle Fasce Fluviali è un Piano Territoriale di Settore, che disciplina le norme d’uso riguardanti le fasce fluviali da esso delimitate. Le azioni previste dal Piano garantiscono il raggiungimento degli obiettivi fondamentali previsti, ovvero la sicurezza idraulica e il corretto uso della risorsa idrica e del suolo. In seguito all’evento alluvionale di novembre 2013, diverse amministrazioni comunali hanno inoltrato all’Autorità di Bacino le perimetrazioni delle aree inondate. Il confronto tra i dati rilevati in seguito all’evento meteorologico e quanto previsto dalla normativa di settore ha determinato la definizione di nuove aree non ancora individuate dagli strumenti operativi. Il caso approfondito riguarda il Comune di Bitti, in Provincia di Nuoro. Il territorio comunale è stato profondamente segnato dall’evento alluvionale, che, oltre ad aver causato una vittima, ha compromesso l’agibilità e la sicurezza di intere parti del centro abitato. Bitti è uno dei paesi più colpiti dall’intenso evento meteorologico e il suo caso costituisce uno degli esempi più significativi di quanto è accaduto nei territori interessati. |
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Relators: | Riccardo Bedrone |
Publication type: | Printed |
Subjects: | G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GC Cartografia, topografia U Urbanistica > UA Analisi dei rischi |
Corso di laurea: | Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile |
Classe di laurea: | UNSPECIFIED |
Aziende collaboratrici: | UNSPECIFIED |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/3973 |
Chapters: | Introduzione 1. La Regione Autonoma della Sardegna 1.1. Il contesto territoriale 1.1.1. Inquadramento geologico 1.1.2. Inquadramento idrografico 1.1.3. Inquadramento climatico 1.1.4. L’ambiente antropico 1.2. Gli eventi alluvionali nel territorio della Regione Sardegna 1.2.1. Villagrande Strisaili 1.2.2. Capoterra 2. L’evento alluvionale di Novembre 2013: Cleopatra 2.1. Le condizioni meteorologiche 2.2. Il territorio coinvolto 2.3. Il dissesto idrogeologico 2.4. Gli interventi di somma urgenza 2.4.1. Il progetto SardSOS: emergenza meteo Sardegna 2013 3. La normativa vigente a livello regionale 3.1. Il Piano Paesaggistico Regionale 3.2. Il Piano di Gestione del Distretto Idrografico della Sardegna 3.3. Il Piano stralcio di Assetto Idrogeologico 3.4. Il Piano Stralcio Fasce Fluviali 4. L’evoluzione della normativa regionale 4.1. Lo stato attuale della pianificazione 4.2. La conformità degli strumenti urbanistici all’evento alluvionale 4.3. Le integrazioni e le varianti al Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico 4.3.1. La variante nei sub bacini n. 5 Posada - Cedrino e n. 6 Sud Orientale 5. Il caso del Comune di Bitti 5.1. Il contesto territoriale 5.1.1. Cenni storici 5.1.2. La morfologia 5.1.3. L’impianto urbano 5.1.4. L’andamento demografico 5.2. Il dissesto idrogeologico 5.3. Gli strumenti urbanistici 5.3.1. Inquadramento del territorio comunale da parte degli strumenti urbanistici di settore vigenti a livello regionale 5.3.2. Il Piano Urbanistico Provinciale 5.3.3. Il Programma di Fabbricazione Comunale e il Piano Particolareggiato del Centro Storico 5.3.4. Istituzione del parco naturale regionale di Tepilora Conclusione |
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