polito.it
Politecnico di Torino (logo)

Progettare la preesistenza : il caso degli spazi residui nei contesti storici : considerazioni e proposte per l’isolato Santa Maria a Torino

Federica Tota

Progettare la preesistenza : il caso degli spazi residui nei contesti storici : considerazioni e proposte per l’isolato Santa Maria a Torino.

Rel. Marco Bosio, Carla Bartolozzi. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile, 2014

Abstract:

INTRODUZIONE:

I centri storici delle nostre città sono spesso caratterizzati da un tessuto edilizio denso di antica formazione e da numerose stratificazioni. Costituiscono, infatti, una buona parte del nostro patrimonio storico-culturale. L’ultimo conflitto mondiale ha avuto conseguenze devastanti anche per il tessuto architettonico italiano. Le città sono state fortemente danneggiate dai bombardamenti che hanno portato alla distruzione di interi isolati, senza risparmiare i centri storici. Nella maggior parte dei casi, vi è stata una successiva ricostruzione com’era dov’era, guidata dalla forte volontà di superare gli eventi drammatici della guerra. In alcuni casi, però, non è stata attuata. Le aree non ricostruite sono spesso accomunate da una situazione precaria e non definita. Infatti, sono numerosi i casi di resti di parte dell’isolato distrutto che sono stati poi abbandonati per le loro condizioni di precarietà e divenuti quindi oggetto del degrado dovuto al disuso. Inoltre, lo spazio che era occupato dall’edificato distrutto rimane quasi sempre vuoto. Questa situazione non definita dello spazio porta ad un suo uso improprio. Infatti, spesso viene utilizzato negli anni successivi come area di sosta. Si sono così generati all’interno delle nostre città degli spazi residui. Dagli anni Ottanta del Novecento si è visto un rinnovato interesse per questi casi. Infatti, vi sono numerosi esempi in cui l’amministrazione comunale è intervenuta su queste aree prevedendo la loro risistemazione. Spesso questi interventi hanno comportato la ricostruzione dell’edificato, in maniera più o meno filologica e relazionandosi in modo differente con la preesistenza e con il tessuto edilizio circostante.

E’ stato riscontrato un caso analogo a quelli sopra descritti nel centro storico di Torino. In particolare, l’area in questione risulta uno spazio residuo che si pone tra il vuoto dovuto alla perdita dell’edificato preesistente a seguito dei bombardamenti e alla successiva

costruzione di un nuovo edifìcio. Questo spazio è oggi definito come piazza. Nonostante l’area sia stata oggetto di una serie di interventi inerenti la sistemazione urbanistica e il recupero degli edifici superstiti dell’isolato, questi non si sono relazionati con la preesistenza ormai perduta. Infatti, le tracce dell’edificato originario sono scomparse quasi del tutto. L’obiettivo che si è posto consiste nel riprogettare questo spazio residuo sulla base dell’antico tessuto edilizio che faceva parte dell’isolato. Il nuovo intervento si configura come una strategia per definire l’uso dello spazio residuo e ridare alla città la testimonianza dell’antico edificato.

Il caso preso in esame si colloca nel centro storico di Torino, in particolare nell’Isolato Santa Maria di Piazza, in corrispondenza dell’attuale piazza Andrea Viglongo, nel tratto di via Stampatori prospiciente la suddetta piazza e in un tratto di via Santa Maria.

Quest’area originariamente si configurava in maniera molto differente rispetto alla situazione attuale. Infatti, era caratterizzata da un tessuto edilizio maggiormente denso e da fronti strada uniformi che delimitavano l’isolato.

A seguito dei bombardamenti aerei durante la Seconda Guerra Mondiale, l’isolato ha perso parte del proprio edificato. Questo evento ha provocato una grave perdita per il patrimonio edilizio cittadino, poiché gli edifici distrutti si configuravano all’interno dell’edificato risalente al XVII-XVIII secolo. La mancanza di una documentazione esaustiva su tali edifici comporta una parziale perdita della loro testimonianza storico-architettonica.

Gli interventi successivi che hanno interessato tale area non hanno tenuto in considerazione il valore culturale della preesistenza. Infatti, quelli riguardanti sia la sistemazione urbanistica che edilizia, non presentano tracce o segni che siano riconducibili all'edificato originario. Oltretutto, è mancata una adeguata progettazione degli spazi vuoti che si sono formati in seguito agli eventi prima di distruzione e poi di costruzione di un nuovo edificio (1956). Quest’ultimo ha infatti occupato parte del sedime dall’antico edificato, senza relazionarsi con la preesistenza e con il tessuto edilizio circostante.

L’intervento proposto vuole contrastare la progressiva perdita delle varie stratificazioni che si sono succedute in questa area, unitamente all'obiettivo di migliorarne la fruizione, in modo da realizzare un luogo di incontro e di aggregazione.

Innanzitutto, sono state condotte ricerche storiche riguardanti lo sviluppo dell’isolato, con particolare riferimento alla parte andata distrutta e a ciò che è sopravvissuto. Si è così venuti a conoscenza dell’impianto architettonico originario dell’edificato. La scarsità di informazioni non ha permesso di avere una visione completa della parte di isolato perduta. Tramite documentazione fotografica ed elaborazioni planimetriche è stato possibile avere una conoscenza sommaria su come l’edificato si presentasse originariamente. L’edificio di via Stampatori n° 5 rappresenta la testimonianza più vicina riguardo alle caratteristiche piano-volumetriche degli edifici distrutti, in quanto questi erano contigui. Pertanto, è stata posta particolare attenzione allo sviluppo storico architettonico di tale edificio.

Intraprendendo questo studio, si è sentita l’esigenza di volgere l’attenzione ad altri casi analoghi, sia per quanto riguarda la tipologia di tessuto edilizio, sia per gli avvenimenti che hanno portato alla loro distruzione. Sono stati così selezionati diversi casi-studio sul territorio nazionale: per ciascuno è stato analizzato il rapporto che il nuovo intervento ha instaurato con la preesistenza. Questo ha permesso di analizzare criticamente i diversi approcci metodologici adottati, tenendo in considerazione i caratteri ritenuti maggiormente significativi durante la progettazione del nuovo intervento.

Dato l’obiettivo di relazionare il nuovo intervento al contesto attuale, sono state intraprese diverse analisi riguardo allo stato di fatto dell’edificato circostanti all’area oggetto di studio. In particolare, è stata affrontata una analisi riguardo alla pavimentazione attuale e quella storica. E’ stata elaborata una mappatura sui materiali impiegati e alla loro dislocazione. Inoltre, sono state riportate le differenti quote presenti tra marciapiedi e l’asse carrabile delle vie. Attraverso la documentazione fotografica, è stato possibile conoscere la tipologia e i materiali della pavimentazione di inizio Novecento.

Un'ulteriore analisi ha riguardato il fronte su strada degli edifici. In particolare, sono stati evidenziati i pieni e vuoti in facciata, specificando il tipo di aperture presenti. Da questa elaborazione è stato possibile conoscere i passaggi e i flussi pedonali che si instaurano nella zona.

A questa serie di elaborazioni, che hanno riguardato anche le zone limitrofe, è seguita una analisi più specifica alla zona interessata dal nuovo intervento. In particolare, sono state evidenziate le caratteristiche connotanti la zona, quali il piano quotato della pavimentazione, la suddivisione delle proprietà, gli ingressi principali dell’edificato e la circolazione carrabile. La definizione dello stato di fatto ha permesso in seguito di evidenziare la strategia principale che è stata adottata per riprogettare l’area. Questa ha consistito nel riproporre l’antico edificato prevedendo una nuova pavimentazione. Questa è connotata dai diversi caratteri degli originari edifici, quali gli antichi ingressi, l’antico perimetro e le originarie lottizzazioni interne. Inoltre, la ri-progettazione è stata mediata con i caratteri attuali che connotano l’area, come le attività presenti, gli ingressi all’edificato, la pavimentazione attuale e la libera accessibilità. Infine, l’intervento proposto è stato analizzato analogamente a quanto avvenuto per i precedenti casi-studio. Questa analisi comparata permette di poter confrontare questo nuovo intervento con i diversi altri casi individuati in Italia.

Successivamente, è stato illustrato il progetto riguardo alla nuova sistemazione della pavimentazione, con particolare riferimento al nuovo piano quotato, ai diversi materiali impiegati e alla disposizione delle aree.

Il progetto prevede inoltre la nuova costruzione di una parte dell’edificato preesistente. La destinazione d’uso di questa parte di nuovo intervento riguarda un servizio molto importante per i cittadini e mancante nel centro storico di Torino: un centro per l'infanzia. In particolare, è rivolto a bambini non ancora in età per accedere all'asilo nido. Data la fascia di età e dato il numero di bambini a cui è rivolto il servizio, il nuovo edificio si configura come micronido.

Relators: Marco Bosio, Carla Bartolozzi
Publication type: Printed
Subjects: A Architettura > AH Buildings and equipment for the home
A Architettura > AO Design
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile
Classe di laurea: UNSPECIFIED
Aziende collaboratrici: UNSPECIFIED
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/3850
Chapters:

INDICE:

1. Introduzione

2. Sviluppo storico-urbanistico dell’Isolato Santa Maria di Piazza

3. Edifici di interesse storico-architettonico nell’Isolato Santa

4. Maria di Piazza e in prossimità

5. Sviluppo storico-edilizio dell’edificio via Stampatori n°5

6. Casi-studio: nuovo intervento su lotti distrutti da bombardamenti

-Mercato rionale, Napoli

-Borgo San Michele, Pisa

-Facoltà di Architettura, Genova

-Isolato Santo Stefano,Torino

-Piazzetta Toscano, Cosenza

-Scuola elementare, Genova

-Piazza CelestinoV, Isernia

7.Analisi della pavimentazione attuale e storica

8.Analisi delle aperture attuali

9.Situazione attuale di piazza Viglongo e tratto di via Stampatori prospiciente

10.Strategia del nuovo intervento

11.Caratteri del nuovo intervento

12. Analisi del nuovo intervento come caso-studio

13. Progetto della nuova sistemazione della pavimentazione

13.1. Allegati:

-Planimetria Pavimentazione

-Sezione longitudinale

-Sezione trasversale

14. Progetto del nuovo edificio

14.1.Allegati:

-Pianta piano terra

-Pianta piano copertura

-Prospetto Ovest

-Prospetto Sud

-Prospetto Est

-Sezione longitudinale

-Sezione trasversale

-Particolare di facciata

-Elaborazione grafica del nuovo intervento

Conclusioni

Bibliografia

Sitografia

Bibliography:

BIBLIOGRAFIA:

-Istituto di Architettura tecnica del Politecnico di Torino, Forma urbana ed architettonica nella Torino barocca (dalle premesse classiche alle conclusioni neoclassiche), Unione tipografico - Editrice torinese, Torino, 1968.

-A. Passoni (a cura di), Torino anni ’20. 104 fotografie di Mario Gabinio, Editoriale Valentino, Torino, 1974.

-V. Comoli Mandracci, La capitale per uno stato: Torino, studi di storia urbanistica, Celid, Torino, 1983.

-V. Comoli Mandracci, Torino, Editori Laterza, Roma, 1983.

-Dipartimento Casa-Città del Politecnico di Torino, Beni culturali ambientali nel comune di Torino, Torino, 1984.

-A. Magnaghi, P. Tosoni, La città smentita. Torino: ricerca tipologica in ambiti urbani di interesse storico, Designers Riuniti Editori, Torino, 1988.

-A. Magnaghi (a cura di), Torino. Mappa concettuale della città antica, in Atti e rassegna tecnica, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino, Ottobre/Dicembre 1992.

-Politecnico di Torino - Dipartimento di Ingegneria dei Sistemi Edilizi e Territoriali, P Scarzella (a cura di), Torino nell’Ottocento e nel Novecento. Ampliamenti e trasformazioni entro la cerchia dei corsi napoleonici, Celid, Torino, 1995.

-M. Carmassi, Pisa. Ricostruzione di San Michele in Borgo, Il Poligrafo, Padova, 2005.

-Arch. Silvio Capoferro, Progetto preliminare dei lavori di ripavimentazione di Piazza Celestino V e sistemazione dei relativi sottoservizi, Isernia, 2006.

-M. Clarelli, Casi di studio italiani. I nuovi scenari urbani (1980-2008), in Architettura contemporanea in contesti storici italiani, Università di Napoli “Federico II”, Dottorato di ricerca in Conservazione dei Beni architettonici, Napoli, 2008.

-G. De Martino, L’edificio allo stato di rudere: aspetti teorici e metodologici, in E. Romeo (a cura di), Il monumento e la sua conservazione, Celid, Torino, 2008.

-M. A. Giusti, R. Tamborrino (a cura di), Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006), Allemandi, Torino, 2008.

-M. Costa, Psicologia ambientale e architettonica. Come l’ambiente e l’architettura influenzano la mente e il comportamento, Franco Angeli, Milano, 2009.

SITOGRAFIA:

-Europaconcorsi, Piazza Toscano: lavorare con la storia, Cosenza, http://europaconcorsi.com/projects/l557l-Marcello-Guido-Piazza-Toscano-Lavorare-Con-La-Storia,

-Europaconcorsi, Isolato Santo Stefano, Torino, http://europaconcorsi.com/projects/l3299-lsolarchitetti-Franco-Fusari-Isolato-Santo-Stefano

-Europaconcorsi, Scuola di Piazza delle Erbe, Genova, http://europaconcorsi.com/projects/262589,

Tables:

Tavola di inquadramento storico:

-Tavola di sviluppo storico edificio via stampatori n°5

-Tavola di analisi casi-studio

-Tavola di analisi pavimentazione attuale e storica

-Tavola di analisi aperture: pieni e vuoti in facciata

-Tavola di analisi della situazione attuale e della strategia di progetto

-Tavola di analisi dei caratteri del nuovo intervento

-Tavola di progetto della nuova pavimentazione

-Tavola di progetto del nuovo edificio: pianta piano terra e piano copertura

-Tavola di progetto del nuovo edificio: prospetti

-Tavola di progetto del nuovo edificio: sezioni e particolare di facciata

Modify record (reserved for operators) Modify record (reserved for operators)