Joanna Maria Kwiatkowska
Mitigazione di incompatibilità dell'uso del suolo e dell'isola di calore nel quartiere marginalizzato di Karentina-Beirut : strategie di green urbanism e pavimentazione geotermale per promuovere la sostenibilità urbana.
Rel. Jean Marc Christian Tulliani, Aram Yeretzian. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile, 2014
Abstract: |
1.1. Rapida urbanizzazione dei paesi in via di sviluppo. La maggior parte dei paesi in via di sviluppo subisce le conseguenze della rapida espansione urbana. Il settore immobiliare spinge verso uno stile di vita moderno sul modello delle grandi metropoli Nordamericane. Il fenomeno di sprawl urbano che possiamo osservare in tutto il mondo varia da continente a continente. Sono famosi gli esempi di città Sudamericane come San Paolo (Brasile) o Guadalajara una città messicana dove in accordo con lo studio svolto da UN-HABITAT: State of the World Cities 2010/2011, tra il 1970 e il 2000 la superficie della città è cresciuta 1.5 volte più veloce della popolazione. La stessa tendenza avviene nelle città cinesi, la capitale e il più grande centro commerciale del Sud Africa- Johannesburg e IL Cairo, la capitale dell'Egitto. Secondo gli ultimi studi delle Nazioni Unite la popolazione mondiale aumenterà sostanzialmente fino a raggiungere tra 8.7 e 9.3 bilioni nel 2030. Ormai più della metà vive nei centri urbani e comunque tutti negli insediamenti dipendenti da industrie, servizi, infrastrutture, lavoro, veicoli e beni materiali. Gli insediamenti sulle coste sono particolarmente esposti al rischio, non solo per i previsti disastri legati ai cambiamenti climatici ma anche per il tasso di urbanizzazione più veloce, in particolare nei paesi in via di sviluppo. Nonostante solo il 2% della superficie terrestre sia urbanizzata, le città consumano fino al 75% delle risorse naturali.3 Un'adeguata strategia per lo sviluppo urbano e sociale dei paesi meno sviluppati riveste un ruolo fondamentale perii futuro dell’economia globale, la riduzione della povertà, la sostenibilità ambientale e il rispetto per i diritti umani. In epoca d’industrializzazione l'urbanizzazione è inevitabile ed è necessaria per la crescita economica dei paesi. Nonostante da una parte le città concentrino la povertà, dall'altra rappresentano il simbolo di speranza per la stessa popolazione povera di uscire da essa promettendo le opportunità di lavoro e una qualità di vita migliore. Negli ultimi anni il problema di espansione incontrollata delle megalopoli ha richiamato maggiormente l'attenzione. Tuttavia i problemi della crescita e della governance dei paesi più piccoli, di cui il capitale per offrire i servizi necessari e le capacità di pianificazione sono limitati, richiedono una maggiore considerazione. L’espansione di una città comporta tendenzialmente lo sviluppo di due modelli insediativi che contrastano tra di loro. Il primo è un insediamento informale e abusivo inabitato dai gruppi sociali a reddito più basso. La formazione spontanea di questi nuclei avviene nelle aree sub-urbane trascurando la regolazione urbana e le direttive per l’uso del suolo. Queste parti della città sono tendenzialmente prive di un'adeguata infrastruttura, servizi e trasporto pubblico. La limitata accessibilità, incrementa la segregazione delle comunità più povere dal resto della popolazione e promuove la comparsa delle patologie sociali. Il secondo tipo di sviluppo che caratterizza le aree periurbane è destinato alla classe sociale di reddito alto e medio. Questi insediamenti sono ben serviti da servizi sociali e commerciali e facilmente accessibili tramite trasporto privato ma non pubblico. La differenza di ricchezza e della qualità di vita tra le diverse parti di una città in sviluppo sono il risultato della povera governance e dell'inefficienza nella regolazione urbana. La pianificazione urbana mirata a massimizzare il profitto che trascura la regolazione urbana comporta gravi conseguenze ambientali e sociali. Le varie attività si mischiano tra di loro creando il problema d’incompatibilità nell'uso del suolo. Nelle zone dove i settori entrano in conflitto come nel caso dell’ industria e della residenza, si manifesta una serie di questioni legate a sicurezza, igiene ed emergenza ambientale. L'incompatibilità determina anche il conflitto nella circolazione veicolare privata e di servizio. Inoltre la separazione fisica di quartieri semi-industriali dal resto della città, concentra la popolazione a basso reddito e incrementa la marginalizzazione, la segregazione sociale e promuove lo sviluppo delle patologie sociali. L'urbanizzazione rapida e incontrollata comporta anche i problemi legati ai cambi climatici e al riscaldamento globale. La biodiversità e la quantità d’aree verdi nelle città sono drasticamente ridotte per rispondere alle necessità della crescente popolazione, la domanda immobiliare e la società dipendente dall'uso dei veicoli. Circa 30- 45 % delle superfici nelle città maggiori è coperta dalle superfici impermeabili di strade, parcheggi, marciapiedi ecc.I materiali artificiali dell’ambiente edificato come il calcestruzzo, il conglomerato bituminoso e il mattone assorbono e accumulano più energia solare rispetto alle superfici naturali, ciò spiega la più alta temperatura delle aree urbane rispetto alle limitrofi aree rurali. Questo effetto è conosciuto come isola di calore (UHI- Urban Heat Island). Le temperature troppo alte soprattutto nelle regioni calde incrementano il fabbisogno energetico degli edifici e dei veicoli, comportando un rischio per la salute e aumentando la velocità di deterioramento del manto stradale. Inoltre le superfici impermeabili impediscono un naturale ciclo idrico e durante le piogge intense il deflusso d’acqua in eccesso crea il problema degli allagamenti sempre più frequenti nelle nostre città. 1.2. Definizione delle problematiche di ricerca. La rapida crescita urbana di Beirut avviene in modo caotico e i quartieri popolari della città sono sempre più densi. In molte aree della città le regole di sicurezza degli edifici e igiene urbana sono trascurate, in particolare nei quartieri più poveri a uso misto. Essi sono caratterizzati dall’informalità e dalla scarsa qualità degli edifici residenziali e delle infrastrutture. Medawar rappresenta un esempio di un quartiere prevalentemente misto: semi-industriale e residenziale, ma ospita anche i servizi pubblici, commercio, uffici e stazioni militari. La zona che oggi include il porto commerciale era da sempre una parte della città di Beirut importante per la sua funzione di area produttiva e di servizio con forti radici manifatturiere. Nel 1831 nell'area è stato fondato l’ospedale di quarantine. In seguito si sono stabilite alcune industrie inquinanti di produzione del vetro, dei mattoni, degli immobili, della lavorazione della pelle e il mattatoio. Nel 1920 nel quartiere è stato fondato il campo per i rifugiati provenienti dall'Armenia, chiamato Karentina o Quarantina. L’espansione veloce del campo ha determinato il suo trasferimento tra il 1948 e 1975 nell’area adiacente di Bourj-Hammoud, mentre la zona di Medawar è diventata un’area di residenza popolare e temporanea per i nuovi gruppi di immigrati Curdi, Palestinesi, Siriani, Libanesi e altre minoranze etniche. La maggior parte di questa popolazione ha sofferto la disoccupazione e la povertà ed era attratta dalla vicinanza alla zona industriale che offriva un’opportunità di lavoro. Gli eventi drammatici avvenuti all’inizio della guerra civile nel 1975 e il massacro della popolazione di Karentina da parte della milizia Cristiana, hanno stigmatizzato il quartiere. L’intera area è dominata dal porto commerciale che delimita il quartiere da nord e da ovest. L’asse viario principale conducente verso il Downtown (Charles Hellou Avenue) limita il quartiere al sud, mentre ad est il fiume di Beirut stabilisce il confine naturale della Municipalità di Beirut. La parte del distretto di Medawar al nord di Charles Hellou ospita la sede della difesa civile dei pompieri, l'ospedale statale, e il più grande spazio per le fiere e gli eventi- Forum di Beirut. Inoltre vi sono presenti anche due famosi nightclub BOI8 e Life. In questo periodo l’area sperimenta un timido flusso di attività culturali legati all’espansione dell’adiacente quartiere creativo di Mar Mikhael. Tuttavia il Medawar è caratterizzato soprattutto dalla presenza della compagnia per la gestione dei rifiuti Municipali Sukleen & Sukomi e del mattatoio municipale. Esse insieme con gli altri esercizi industriali e il porto incidono sulla vita del quartiere e determinano la scarsa qualità dell'ambiente naturale e sociale. Gli edifici semi- industriali e commerciali occupano sopratutto la parte nord-est della zona e vanno a estendersi nelle aree di edilizia popolare. I punti critici si determinano la dove le industrie sono addiacenti alla residenza. Il nucleo residenziale localizzato a nord del quartiere, chiamato Arab Maslakh (il nome indica la relazione con il vecchio mattatoio di Karentina), confina con lo stabilimento di Sukomi per lo smaltimento dei rifiuti solidi. Gli edifici residenziali localizzati attorno al giardino pubblico di Karentina concentrano la popolazione più povera di maggioranza musulmana. Nonostante tutta la porzione nord- est del quartiere sia considerata industriale, vi sono localizzati pochi stabilimenti, mentre la gran parte dei lotti sono inutilizzati, caratterizzati dalle macerie degli edifici demoliti, e sono sfruttati come aree di parcheggio per i camion e aree di discariche spontanee per le industrie. La superficie del quartiere è coperta dalle pavimentazioni impermeabili per ospitare il traffico dei camion che necessitano un'adeguata infrastruttura ed estese aree per i parcheggi. Inoltre la continuità della rete stradale è interrotta dalla presenza delle stazioni militari che occupano le porzioni importanti del quartiere. Come risultato il quartiere ha una forma caotica e disorganizzata, difficilmente accessibile senza uso della macchina. Nonostante il mix funzionale sia una qualità positiva, senza una logica nella progettazione urbana le diverse attività entrano in conflitto tra di loro, portando a una serie di conseguenze indesiderabili dovute alla mancata organizzazione spaziale del settore industriale e residenziale. 1.3. Le conseguenze indesiderabili. Le problematiche legate alla presenza delle industrie e all'incompatibilità tra l’uso del suolo residenziale e industriale determinano una serie di conseguenze indesiderabili che si riflettono sulla qualità di vita e dell'ambiente naturale del quartiere. L’impatto delle industrie e il conflitto tra industria- residenza ha delle conseguenze a livello sociale, economico ed ambientale. 1.3.1. Le questioni sociali. Le mancanze nella gestione delle attività industriali e la logica nella pianificazione dell’uso del suolo comportano conseguenze per la salute umana e la qualità di vita. Il traffico dei camion pesanti delle industrie e del porto, l'inquinamento dell'aria e il rumore ad alti livelli sono pericolosi per la salute umana. L'alta concentrazione di N02 nell'aria, prodotto principale della combustione di carburanti fossili, (circa 58u5g/m3 nell'area urbana di Beirut) è particolarmente dannosa per la salute umana. L'esposizione degli abitanti a questo inquinante incrementa il rischio di cancro dei polmoni e altri problemi respiratori. Il generale rischio di problemi respiratori in Libano è più alto del 50% rispetto ai paesi europei. Il riscaldamento urbano dovuto all'accumulo di calore dalle strade e dai grossi lotti industriali pavimentati compromette il confort termico della zona, mettendo a rischio la salute soprattutto delle persone più sensibili come anziani e bambini. L'insufficienza della rete stradale è la causa del conflitto tra il traffico privato e quello di servizio. I camion parcheggiano lungo le strade residenziali e di fronte agli edifici privati. Il Medawar, delimitato dal porto da due grandi assi viari, è disconnesso dal resto della città. L’accessibilità pedonale è limitata a due ponti sopra Charles Hellou Avenue che lo collegano con il vicino quartiere di Mari Mikhael. La separazione spaziale del decadente spazio urbano e la negativa connotazione dell’area come il quartiere "sporco” sono i motivi principali per la migrazione della popolazione di Karentina. La concentrazione delle comunità povere e degli immigrati attratti dalla presenza delle industrie e dall'opportunità di lavoro incrementa il rischio di sviluppo delle patologie sociali. 1.3.2. L’impatto economico. Il Medawar è considerato dal settore immobiliare come un’area non interessante e di alto rischio per gli investimenti. La scarsa qualità dell’ambiente urbano non attrae gli investimenti del settore residenziale. Secondo le interviste svolte durante lo studio la causa maggiore per la stagnazione economica, nel quartiere è l’immagine generale dell’area dovuto alla presenza della compagnia per la gestione dei rifiuti Sukleen & Sukomi, alla vicinanza del mattatoio, al quartiere povero e alla storia dell'area (stazione di quarantine, campo armeno). La frammentazione delle industrie e la cattiva pianificazione della rete stradale comportano i problemi logistici e incrementano significativamente il costo del trasporto e del materiale per la costruzione e manutenzione delle infrastrutture. Inoltre il potenziale dei molti lotti lasciati inedificati e abbandonati non è sfruttato. Quanto detto ha un diretto impatto economico. Non da trascurare è anche la relazione tra l’inquinamento dovuto alle industrie e il crescente costo dell'assistenza sanitaria. Secondo Jad Chaaban, economista della facoltà d’Agricoltura e Scienze Alimentari at AUB l’inquinamento influenza il costo pubblico dell'assistenza sanitaria che può superare 10 milioni di dollari per anno. 1.3.3. L’impatto ambientale. Il settore industriale non cura la cautela dell’ambiente circostante, ciò mette a rischio l'ecosistema e l’ambiente di vita umano. Il fenomeno dell'UHI è uno dei gravi problemi della città di Beirut, che è accentuato nelle aree come quella di Medawar. I grossi lotti industriali e commerciali sono pavimentanti e in gran parte occupati dai parcheggi che accumulano una quantità di calore importante. Il calore rilasciato aumenta la temperatura dell’aria contribuendo ai cambiamenti climatici e all'aumento del fabbisogno energetico degli edifici e dei veicoli. Le zone industriali e semi- industriali ed il traffico legato alle loro attività sono una fonte d'inquinamento e contribuiscono alla pessima condizione dell'aria, dell'acqua e del suolo in tutta l'area metropolitana di Beirut. - L’aria Il livello dell’inquinamento dell'aria nella capitale è più elevato rispetto agli standard internazionali. Secondo gli studi svolti tra il 2008 e il 2010 dall’American University of Beirut e dalla San Joseph University in collaborazione con il National Council for Scientific Research (CNRS), circa il 93% della popolazione di Beirut è esposta all’inquinamento dell'aria. La quantità di N02 nell’aria è molto più elevata rispetto ai livelli stabiliti dalla World Healt Organisation (WHO) ed il suo valore aumenta ogni anno. Il numero delle particelle stimato varia tra 35 e 68u5g/m3 con una media di 53u/m3 mentre i limiti massimi stabilite dalla WHO sono pari a 40u5g/m3. L’uso dei carburanti fossili è anche la fonte del C02 responsabile del riscaldamento globale. Il quartiere di Medawa soffre anche del problema di cattivo odore dovuto agli animali che sono trasportati nelle navi e permangono nell'area adiacente al mattatoio. Questo accade soprattutto in presenza di venti provenienti dal nord- est. Fino a pochi anni fa la struttura temporanea del mattatoio non era adeguatamente attrezzata per garantire la sicurezza sanitaria e mancavano i sistemi basici per la ventilazione e controllo degli odori. I resti organici degli animali erano bruciati producendo fumi e odori che invadevano tutta la zona. -L’acqua Finora a Beirut non esiste nessun tipo di monitoraggio e controllo ambientale della qualità dell’acqua. Le condizioni del fiume di Beirut e del mare vicino alla costa sono state definite dalle agenzie ambientalistiche come disastrose. Di questo stato sono responsabili le industrie e la mancata regolazione. I residui degli stabilimenti produttivi e le acque reflue degli edifici, (fino pochi anni fa anche i resti organici dal mattatoio) sono semplicemente versati nel bacino del fiume e finiscono nel mare senza nessun trattamento di depurazione. La fonte dell'inquinamento dell'acqua è anche la discarica gestita da Sukleen. Il luogo per lo smaltimento dei rifiuti di Karentina ha una capacità di 1700 tonnellate al giorno mentre nel 2010 ha raggiunto 2300 tonnellate. La percentuale dei rifiuti solidi riciclati si aggira sui soli 6-7 % dei rifiuti totali. Le montagne d’immondizia dalla Karentina sono trasportate nei camion alla discarica nella valle di Metn Mountains in cui scorre il fiume di Beirut inquinando il fiume alla sua sorgente. L'impermeabilità delle superfici pavimentate contribuisce anche all' inquinamento delle acque, anche se in presenza di problemi gravi come quelli già definiti la sua rilevanza è minore. Le superfici delle strade, dei parcheggi, dei tetti e delle discariche industriali sono dilavate dalla pioggia. Il flusso d'acqua, le polveri ed altre sostanze tossiche in soluzione, entrano nella rete di canalizzazione e senza nessun trattamento finiscono nei corpi idrici. Inoltre l’acqua piovana che scorre sulle superfici riscaldate aumenta la temperatura dell'acqua, sbilanciando la stabilità termica dell’ecosistema acquatico. - Il suolo Le sostanze tossiche provenienti dai macchinari, dai rottami e dai rifiuti d’origine varia depositati direttamente sul suolo, insieme all’acqua della pioggia e all'umidità filtrano nel suolo. L'inquinamento del suolo è strettamente legato a quello dell'acqua che attraverso il drenaggio raggiunge le acque sotterranee. La tabella seguente rappresenta il sommario delle conseguenze indesiderabili sul piano sociale, economico e ambientale, dovute alla scadente gestione delle semi-industrie e all'inefficiente organizzazione spaziale dell'uso del suolo. Impatto Conseguenze indesiderabili Sociale Rischio per la salute umana; Riduzione del comfort termico; Conflitto tra il traffico privato e di servizio; Insufficiente accessibilità; Marginalizzazione sociale. • Area di rischio per gli investimenti; • Alto costo del trasporto e delle infrastrutture; Economico • Non sfruttato potenziale dei lotti vuoti; • Aumento del costo d’assistenza sanitaria. • Effetto dell'UHI • Inquinamento: Ambientale aria acqua suolo La tesi adotta un approccio olistico sulle problematiche del quartiere di Medawar quali; l'inadeguata organizzazione dello spazio urbano e il conflitto tra il settore industriale e residenziale. Il mio approccio come progettista non era quello di dare la priorità a una delle attività perché entrambe, industria e residenza hanno forti radici nella zona e offrono un'opportunità economica, come l'occupazione e il lavoro. Dal punto di vista dello sviluppo sostenibile il progetto della tesi ha l’obiettivo di sperimentare la possibilità di coesistenza tra industria e residenza mantenendo l‘uso misto del suolo e nello stesso tempo di mitigare i problemi ambientali. Considerando le peculiarità dell'ambiente geopolitico e sociale, il progetto sfida l'opportunità di raggiungere gli obiettivi attraverso l'ingerenza minima nell’esistente. Questo principio garantisce la sostenibilità economica e la fattibilità dell'intervento e nello stesso tempo rispetta la comunità, il suo stile di vita e le sue tradizioni. A tal fine sono andata a studiare la teoria e i principi del Green Urbanism che costituiscono il quadro teorico della tesi. Il concetto, sviluppato alla fine degli anni 90’ dalla scuola europea di architetti e pianificatori, ha l'obiettivo di utilizzare il design urbano come strumento per creare un ambiente benefico per l'uomo ed ecosistema naturale. La teoria del Green Urbanism è strutturata in quindici principi, elencati in seguito che interagiscono tra di loro e affermano la sostenibilità sociale, economico ed ambientale: - Città e contesto climatico; - Energia rinnovabile; - Limitazione dei rifiuti solidi; - Gestione dell’acqua e del riciclo; - Aumento degli spazi verdi e della biodiversità; - Eco- mobilità e trasporto pubblico; - Uso dei materiali locali; - Densificazione e intensificazione degli spazi esistenti; - Sistemi di costruzione low- energy; - Quartieri a uso misto; - Produzione locale del cibo; - Comunità unita e identità culturale; - Governance urbana sostenibile; - Educazione e promozione di crescita sostenibile; - Strategie sostenibili per i paesi in via di sviluppo. Come architetto e progettista ho affrontato questi principi concentrandomi sulle questioni che si rivolgono strettamente alle qualità fisiche dello spazio urbano. Il progetto della tesi si concentra sul potenziamento dell'uso misto del suolo, e la rivalutazione dei materiali e delle tecnologie applicate per la pavimentazione. Considero questi come gli elementi primari su cui agire per raggiungere l’obiettivi della tesi e mitigare i problemi legati aH'incompatibilità dell'uso del suolo e all'isola di calore. La tesi adotta la pianificazione urbana come strumento per promuovere i cambiamenti sociali, economici e ambientali a lungo termine e indirizzare il futuro del quartiere verso lo sviluppo sostenibile. 1.5. Metodologia e limiti della ricerca. La raccolta dei dati negli ambienti difficili caratterizzata a volte dalla illeggibilità richieda una metodologia particolare e la sensibilità del ricercatore. La documentazione sul quartiere, se esistente, è spesso incompleta, non aggiornata o difficilmente accessibile. In presenza di queste condizioni lo studio del quartiere esige un esteso lavoro sul campo per determinare e verificare qualità essenziali come: uso del suolo, rete stradale e accessibilità, proprietà dei terreni, stato dell’edificato, prezzo del suolo e popolazione. Le peculiarità deH’ambiente sociale e la situazione politica richiedono l'elaborazione di un'adeguata metodologia per la raccolta e l’analisi dei dati. I limiti della ricerca stanno nella mancanza della documentazione, nella barriera linguistica e nelle differenze culturali che deve affrontare un ricercatore straniero. La metodologia di ricerca sviluppata nel caso della tesi include la ricerca sistematica e il lavoro sul campo, entrambi eseguiti dal punto di vista della sostenibilità urbana. La strategia per la raccolta dei dati impiega tre linee d'investigazione principali secondo il tipo dei dati da raccogliere. La prima linea d’indagine è il lavoro nel campo che serve per costruire un database delle informazioni sull'area di studio. Questa fase implica basicamente l'osservazione (partecipata e non partecipata), la documentazione fotografica, la mappatura, le interviste della popolazione, dei proprietari degli stabilimenti commerciali e industriali più importanti (Sukleen & Sukomi, SIDUL, Sleep Comfort), dei piccoli commercianti, delle organizzazioni non governative esistenti nel quartiere (Centro Medico- sociale Maroniteje degli investitori interessati nel quartiere (Cedar Environmental). In questa fase ho raccolto le informazioni principali quali: - i landmark presenti in Medawar e la valutazione della loro importanza su scala locale del distretto, della città, e su scala nazionale; - l'uso del suolo e degli edifici; - lo stato degli edifici; - la rete stradale e l'accessibilità; - lo stato della pavimentazione; - le caratteristiche della comunità locale. La strategia per la raccolta dei dati è relativamente flessibile e meno strutturata; ciò permette l’accesso alle informazioni da varie fonti. La seconda linea d’investigazione risiede nella ricerca delle fonti bibliografiche e nella documentazione che riguarda il quartiere di Medawar, proveniente da fonti ufficiali come la Municipalità di Beirut, gli studi svolti dalle università e le informazioni sulle riviste online. Questa fase permette di valutare la disponibilità, l’accessibilità e la qualità delle informazioni esistenti i cui risultati includono: - raccolta delle mappe storiche ed elaborati scritti sulla storia e sullo sviluppo urbano dell’area di studio; - regolamentazione urbano esistente; - studi sulla popolazione; - investimenti attuali; - progetti futuri. Nella seconda parte della ricerca bibliografica mi sono concentrata sullo studio delle fonti internazionali sul tema del Green Urbanism e sull'influenza della pavimentazione nell'attenuare l’effetto dell'isola di calore e infine costruire un quadro teorico e definire le linee guida per l’intervento. La terza linea d’investigazione include l’identificazione dei casi studio e di altri esempi di applicazione della teoria del sviluppo urbano sostenibile e cool pavements. Particolarmente rilevanti sono gli esempi provenienti dello stesso ambiente geo-culturale che tuttavia sono limitati. Questa fase ha lo scopo di tracciare una logica comune dietro il progetto sostenibile, definire i limiti e valutare la fattibilità dell'applicazione di strategie sostenibili nell'area di studio. Le tre linee d’investigazione non sono separate nel tempo ma correlate e spesso sovrapposte. 1.5.1. Analisi dei dati. La metodologia per la raccolta dei dati e la loro successiva analisi è composta da tre fasi. 1. La raccolta dei dati sullo stato di fatto di Medawar; 2. La raccolta dei dati sul concetto teorico di Green Urbanista e ruolo della pavimentazione nella mitigazione dell'UHI; 3. Analisi critica e valutazione dei dati raccolti e definizione delle strategie urbane. Ogni fase impiega almeno una delle tre linee d’investigazione tra le quali: il lavoro sul campo, la ricerca bibliografica, e il caso studio. Il metodo di ricerca delle strategie combinate risponde meglio alla complessità delle problematiche e permette una comprensione distica dell’area di studio. La prima fase dello studio impiega la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi provenienti dalle fonti bibliografiche, dai documenti ufficiali e dalle statistiche, supportate dall’esteso lavoro sul campo. Il risultato di questa fase è la costituzione di un database delle informazioni su scala locale di Medawar e su scala nazionale del Libano. Questa fase include: - la zonizzazione e il piano regolatore vigente; - la proprietà del terreno; - le statistiche sulla popolazione: il numero degli abitanti, la nazionalità, l’occupazione, lo status sociale, la religione e le frazioni politiche, la qualità della vita; - gli studi urbani storici; - le pubblicazioni e gli studi sulla qualità e i rischi ambientali; - la regolamentazione nazionale sulle industrie; - le dinamiche di mercato; - i progetti futuri; - a rete di stakeholders; - la mappatura di aspetti quali: i landmark presenti in Medawar e la valutazione della loro importanza su scala locale del distretto, della città, nazionale; l'uso del suolo e degli edifici; lo stato degli edifici; la rete stradale e l’accessibilità; lo stato della pavimentazione; le caratteristiche della comunità locale. La fase successiva si basa sulla seconda linea d’investigazione cioè la ricerca bibliografica. Ho studiato il concetto generale di Green Urbanism e della forma urbana sostenibile. In presenza di numerose pubblicazioni sulla tema della sostenibilità urbana ho dedicato particolare attenzione al significato dello sviluppo sostenibile in un contesto locale e nazionale del Medio-Oriente. Infine sono rappresentati brevemente i tre casi studio: due provenienti dall’esperienza locale e uno internazionale. La parte teorica include inoltre lo studio del fenomeno dell'isola di calore, del suo impatto ambientale e delle tecniche di mitigazione del problema. In particolare è stata analizzata la funzione delle pavimentazioni e le strategie di cool pavements. L'analisi dei sistemi delle pavimentazioni che hanno lo scopo di limitare l'effetto dell'UHI è concentrata sulla tecnologia della pavimentazione geotermale, sui principi di funzionamento e sui risultati degli esperimenti svolti dall'American University of Beirut. Alla fine di questa seconda fase ho definito i collegamenti tra la teoria del Green Urbanism e le strategie di cool pavements con le problematiche di Medawar. La terza fase dello studio include la suddivisione e l'analisi dei dati raccolti in relazione ai concetti teorici. Il modo in cui i dati sono stati analizzati segue la logica della raccolta dei dati ed è induttivo (bottom-down) nella prima parte e deduttivo in seguito (bottom-up). Sono passata dall'analisi dello stato di fatto e del contesto problematico di Medawar alla teoria del Green Urbanism e delle pavimentazioni fredde per determinare l’area dell'intervento ( su due scale urbane), le linee guida e le strategie urbane. In seguito (la logica bottom-up) alla definizione del quadro strategico ho proceduto con l’elaborazione della proposta progettuale e del masterplan. 1.6. Importanza della tesi. La ricerca svolta durante lo sviluppo della tesi ha portato alla definizione delle problematiche principali del distretto di Medawar che limitano lo sviluppo dell’area e compromettono la vivibilità. L’obiettivo delle analisi è di concepire le radici di questi problemi e avere una conoscenza olistica sulle dinamiche economiche, sociali e ambientali. L'importanza della tesi risiede nella determinazione dei fattori critici e nella proposta di un'alternativa sostenibile. Il progetto di masterplan considera un equo sviluppo del quartiere in rispetto del carattere esistente e le necessità su scala sia locale sia della città di Beirut. Il Progetto è mirato alla mitigazione dei problemi dell'incompatibilità d'uso del suolo e del riscaldamento urbano, approcciati dal punto di vista dello sviluppo sostenibile. Il metodo di approfondimento delle questioni critiche indicato dalla tesi è diverso dalle soluzioni standard applicate negli ambienti urbani di Beirut. L’intervento proposto mette in vista le incertezze trascurate da molti stakeholders locali, ed è un esempio di recupero urbano eseguito con una logica che garantisce un miglioramento (delle qualità economiche, sociali e ambientali) a lungo termine. Il progetto offre l’opportunità di consolidare il quartiere esistente potenziando i vantaggi provenienti dal mix funzionale e sociale. L’intervento risponde anche alla domanda degli organi governativi della Municipalità di Beirut proponendo una visione alternativa per il distretto decadente e offre una scelta di sviluppo diversa da quella determinata dalle dinamiche di mercato. Per massimizzare la fattibilità e sostenibilità economica la proposta progettuale è fondata su strategie semplici e conservative per raggiungere gli obiettivi. L’insieme delle strategie elaborate può inoltre essere considerato dagli organi governativi come una linea guida da adottare in altri quartieri di Beirut. |
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Relators: | Jean Marc Christian Tulliani, Aram Yeretzian |
Publication type: | Printed |
Subjects: | U Urbanistica > UK Pianificazione urbana U Urbanistica > UL PVS Paesi in via di sviluppo |
Corso di laurea: | Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile |
Classe di laurea: | UNSPECIFIED |
Aziende collaboratrici: | UNSPECIFIED |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/3656 |
Chapters: | PREMESSA I. INTRODUZIONE I.1. Rapida urbanizzazione dei paesi in via di sviluppo I.2. Definizione delle problematiche di ricerca I.3. Le conseguenze indesiderabili I.3.1. Le questioni sociali I.3.2. L’impatto economico I.3.3. L’impatto ambientale I.4. L'approccio e gli obiettivi della tesi I.5. Metodologia e limiti della ricerca I.5.1. Analisi dei dati I.6. Importanza della tesi
II. INQUADRAMENTO GENERALE E EVOLUZIONE URBANA II.1. Libano, tra l'oriente e l’occidente II.1 .1. La divisione amministrativa II.1.2. Il clima II.1.3. Il Mosaico culturale II.2. Significato dello studio dell'evoluzione urbana II.3. L’evoluzione urbana di Beirut e l'impatto della pianificazione urbana II.3.1. Il Mandato Francese, 1920-1946 II.3.2. La Prima Repubblica, 1943-1975 II.4.3. La Guerra Civile, 1975- 1991 II.3.4. La ricostruzione post- bellica II.3.5. Conclusione III. QUADRO DEMOGRAFICO E SOCIALE III.1. Popolazione III.2. Le condizioni di vita e il problema della povertà III.2.1. La questione dei rifugiati III.3. Struttura confessionale IV. DEFINIZIONE DELL'AREA DI STUDIO IV.1. Le origini e la formazione del quartiere di Medawar IV.2. Analisi dello stato di fatto IV.2.1. L’inquadramento generale e i landmarks IV.2.2. Il Piano Regolatore e l’uso del suolo IV.2.3. L’Accessibilità e la rete infrastrutturale IV.2.4. La proprietà del suolo e gli stakeholders IV.2.5. Il costo del terreno IV.2.6. La comunità IV.3. Residenza: slums ed edilizia popolare IV.4. Industria: grado d'incompatibilità IV.5. L’effetto isola di calore IV:5.1 limiti e l’opportunità IV.5.1. Le dinamiche del mercato IV.5.2. Progetti futuri IV.5.3. Conclusione V. QUADRO TEORICO V.l. Definizione di sviluppo e forma urbana sostenibili V.2. I principi del Green Urbanism 2.1. Contesto climatico e ambiente locale V.2.2. Energia rinnovabile e riduzione delle emissioni V.2.3. Città a rifiuti zero V.2.4. Acqua V.2.5. Verde urbano e biodiversità V.2.6. Trasporto sostenibile e spazi pubblici V.2.7. Materiali locali e tecnologie sostenibili V.2.8. Densità urbana e rivalutazione dei quartieri esistenti V.2.9. Uso delle tecnologie di costruzione passive ed edifici sostenibili V.2.10. Uso misto e vivibilità del quartiere V.2.11. Produzione locale del cibo e sicurezza alimentare V.2.12. Identità del luogo V.2.13. Miglioramento della governance a livello locale V.2.14. Educazione ecologica e ricerca V.2.15. Sviluppo delle strategie per le economie emergenti V.6. La sostenibilità in Libano e nel Medio Oriente V.6.1. La sostenibilità nella legislazione nazionale libanese V.7. Casi studio V.7.1. Il Campus Universitario dell'American University of Beirut V.7.2. Zona di Vardavard, Teheran 7.3. Solar City, Linz 8. Conclusione RUOLO AMBIENTALE DELLE PAVIMENTAZIONI VI.Interazione pavimento-ambiente e modello di microclima locale VI.2. Bilancio energetico nel sistema pavimento-ambiente 2.1.Conduzione e accumulo del calore Vl.2.2. Convezione termica nel pavimento Vl.2.3. Irraggiamento dal pavimento Vl.2.4. Fattore di ombreggiamento della superficie del pavimento Vl.2.5. Evaporazione dal Pavimento VI.2.6. Ritlettanza solare (albedo) Vl.2.7. Calore Antropogenico VI.3. Definizione di comfort termico esterno VI.4. Impatto dell'isola di calore Vl.4.1. Impatto ambientale Vl.4.2. Impatto sociale 4.3. Impatto economico V.4.4. Conclusione 5. Strategie per la mitigazione dell'effetto dell'UHI VII:STRATEGIE DI COOL PAVEMENTS VII.1. Pavimentazioni tradizionali VII.1.1. Pavimentazioni storiche VII. 1.2. Pavimentazioni moderne VII.2. Pavimentazioni flessibili e semirigide tume Vll.2.2. Bitumi modificati Vll.2.3.uminoso VII.2.4. Caratteristiche delle strutture f5. Controllo ezionamento e applicazioni VII.3. Pavimentruzzi stradali Vll.3.2. Additivi Vll.3.3. Confezio Vlrutture rigide VII.4. La valutazione delazioni moderne VII.4.1. Il costo e la vita utile remissi stradale e il riscaldamento urbano VII.I.4.6. Conclusione VII.5. Le strategie di eco/ pavements Vll.5.1. L’ effetto sul risparmio energetico Vll.5.2. Conclusione VII.6. Pavimentazioni speciali per la riduzione dell’isola di calore VII.6.1. Pavimentazioni permeabili VII.6.2. Pavimenti a ritenzione di acqua VII.6.3. Conglomerati colorati Vll.6.4. La gestione dell'acqua nelle aree urbane Vll.6.5. La questione dell'albedo VII.7. La pavimentazione geotermale VII.7.1. La base teorica VII.7.2. La sperimentazione del modello VII.7.3. La riduzione della temperatura del pavimento VII.7.4. La sostenibilità economica VII.7.5. Conclusione VIII. SVILUPPO DEL MASTERPLAN VIII. 1. Definizione delle strategie urbane VIII. 1.1. La pianificazione e il trasporto VIII. 1.2. L’ energia e i materiali VIII. 1.3. L'acqua e la biodiversità Vili..1.4. Conclusione BIBLOGRAFIA ALLEGATI TAVOLE DI PROGETTO Tavola 1 - Inquadramento Generale Tavola 2 - Contesto Problematico Tavola 3 - Quadro Storico ed Evoluzione Urbana Tavola 4 - Analisi dello Stato di Fatto Tavola 5 - Isola di Calore e Pavimentazione Urbana Tavola 6 - Strategie di Design Urbno Tavola 7 - Pavimentazione Geotermale Tavola 8 - Pianificazione e Trasporto Tavola 9 - Energia, Materiali, Acqua e Biodiversità Tavola 10- Pavimentazione Esterna del Blocco Resid |
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