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La pianificazione urbanistica di Roma : dal nuovo piano regolatore generale del 2008 ad una contradditoria gestione operativa / Matteo Grifantini ; rel. Carlo Alberto Barbieri

Matteo Grifantini

La pianificazione urbanistica di Roma : dal nuovo piano regolatore generale del 2008 ad una contradditoria gestione operativa / Matteo Grifantini ; rel. Carlo Alberto Barbieri.

Rel. Carlo Alberto Barbieri. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Pianificazione Territoriale, Urbanistica E Paesaggistico-Ambientale, 2013

Abstract:

La tesi svolta è stata scritta con l'obiettivo di studiare e analizzare il Nuovo Piano Regolatore di Roma (NPRG) del 2008 e di valutarne la sua attuazione. Nella prima parte della tesi è stato sviluppato un necessario lavoro di studio dei piani urbanistici che hanno operato su Roma, con lo scopo di mettere in evidenza le principali scelte, contenute nei piani, che ne hanno originato la forma. Questa prima parte copre un arco temporale che va dal 1870 al 1993. Dato un arco temporale cosi ampio, sono stati evidenziati i momenti, che a mio avviso, hanno inciso di più sulla formazione della città e sulla sua storia urbanistica. A questo scopo è stata studiata la struttura dei Piani del 1873, 1883, 1909,1931 e del 1962. Partendo da questa base storica è stato analizzato il NPRG. L'analisi è partita dal percorso di formazione del NPRG, perché momento che ha rappresentato una svolta dell’urbanistica romana. Essa veniva da anni bui, in cui la speculazione edilizia, l'abusivismo galoppante e la mala-amministrazione la facevano da padrone. Erano gli anni di Vittorio Sbardella , detto "lo squalo", padrone incontrastato della De romana e di una buona parte di Roma. Con le elezioni del 1993 tutto cambia. Francesco Rutelli viene eletto sindaco e in campagna elettorale presentò un programma in cui compariva l’obiettivo di dotare Roma di un nuovo piano urbanistico. Sono gli anni in cui l'urbanistica romana, ma anche nazionale, vive di un nuovo paradigma riformatore, creatosi attraverso le proposte di riforma urbanistica portate avanti dall’lNU. Si comincia a redigere il piano credendo che, prima o poi, arriveranno le riforme urbanistiche, se non a livello nazionale, almeno a quello regionale. Speranza che durante il percorso di formazione del piano si affievolisce, fino a crollare definitivamente, quando la Regione Lazio approva una nuova legge urbanistica che ribadisce la vecchia impostazione della L.1150 del 423. 11 piano non potrà essere di nuova impostazione, non potrà, cioè, essere diviso in due componenti: Piano strutturale e Piano operativo. Capitolo chiuso. Ma la nuova urbanistica romana non ci sta. E trova forme e modi per tentare di innovare il NPRG operando nella legalità della legge regionale. Individua all’interno del piano una parte più strutturale ed una più operativa, attraverso espedienti amministrativi. Sceglie con forza di puntare sui nuovi programmi complessi, ricorrendo spesso all'utilizzo dei programmi integrati e del progetto urbano per risolvere i problemi più rilevanti della città. Fa largo uso della perequazione urbanistica, che diventa la modalità ordinaria per l'acquisizione delle aree necessarie alla collettività. Se da una parte si porta avanti il piano, dall’altra si comincia ad attuarlo ancora prima che vengaadottato. E' il planning by doing , ovvero il pianificar facendo. Su questa base viene definito uno schema generale di riferimento, il posterplan, su cui sono stati avviati progetti urbanistici considerati strategici per la nuova urbanistica romana. Si, perché i cittadini di alcune parti della città non potevano più sopportare di abitare in certe condizioni. Quartieri degradati, spogli, privi di servizi e legalità e a volte privi persino delle opere di urbanizzazione primaria. Bisognava restituire subito dignità a quei quartieri e ai suoi abitanti. Bisognava fare in modo che si sentissero parte di Roma. Bisognava, dunque, avviare immediatamente alcuni progetti strategici. Sulla base di questo, nel 1997 viene approvato il Piano delle Certezze, ovvero una variante generale al vecchio piano del 1962, con lo scopo di rendere operanti da subito i nuovi indirizzi contenuti nel posteplan. Nel frattempo continua il processo di formazione del piano che verrà adottato nel Marzo del 2003 e approvato nel Febbraio del 2008.

Qualcosa, però, cambia tra l’adozione e l'approvazione. Cambiano le previsioni di edificabilità, ad esempio, che arrivano a toccare i 70 milioni di metri cubi. Troppi dicono alcuni. Residuo del vecchio piano rispondono gli altri. E si accende lo scontro tra due correnti: quella riformatrice e quella massimalista. I primi che effettivamente stavano redigendo il piano attraverso l’utilizzo dei nuovi dettami riformatori, gli altri che si opponevano con veemenza al modo di operare dei riformisti, accusati spesso di essere troppo vicini alle posizioni neoliberiste. Troppe volte le posizioni degli uni e degli altri sono state prese per seguire dettami ideologici, più che basate sulla verifica dei fatti. Nel 2008 si arriva, tra forti polemiche, all’approvazione del NPRG. Roma dopo 40 anni potrà regolare il suo sviluppo con nuovo piano. Nel frattempo il Comune di Roma cambia colore. Viene eletto, per la prima volta, un esponente del centro- destra, Gianni Alemanno3. E, proprio quando il piano dovrebbe cominciare ad essere attuato, qualcosa si inceppa. L’attuazione avviene con il contagocce e quando avviene, spesso, non vengono rispettate le previsioni.

In conclusione, quello che con questa tesi ho cercato di fare è stato mettere in fila i fatti e poi tentare di esprimere un giudizio. Chiedersi il perché è stata presa una determinata scelta e quale era il contesto in cui fu presa. Chiedersi se esistevano altre soluzioni e se queste fossero state migliori. Giudicare se le scelte fatte hanno portato un miglioramento complessivo della città o ad un suo peggioramento. Ma anche verificare, una volta approvato il piano, se la sua gestione operativa è stata coerente con quanto pianificato. Verificare se gli errori commessi sono stati errori isolati o fanno parte di una consuetudine. Insomma, analizzare approfonditamente tutti gli aspetti principali del piano, dalla formazione alla sua operatività, in modo da poter tracciare i giusti parametri per una corretta valutazione. Per arrivare a quest’obiettivo, oltre allo studio del piano e dei suoi strumenti di attuazione, sono stati analizzati casi concreti che mettono in evidenza i limiti e i vantaggi di tali strumenti. Infime si è voluta concludere questa tesi delineando le possibili prospettive future, in relazione al sistema della mobilità e alla creazione della futura Città metropolitana. Già, perché Roma e la sua storia stanno per vivere un'altra svolta. Entro il 28 Febbraio del 2014 si costituirà la Città Metropolitana di Roma. E allora era giusto concludere questa tesi delineando, con un filo di ottimismo, ciò che potrebbe essere Roma in futuro, o meglio, ciò che potrebbe essere la futura Roma Capitale Metropolitana .

Relators: Carlo Alberto Barbieri
Publication type: Printed
Subjects: U Urbanistica > UK Pianificazione urbana
U Urbanistica > UN Storia dell'Urbanistica
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Pianificazione Territoriale, Urbanistica E Paesaggistico-Ambientale
Classe di laurea: UNSPECIFIED
Aziende collaboratrici: UNSPECIFIED
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/3325
Chapters:

1. LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA ROMANA DAL 1871 AL 1993

1.1 Piani post-unitari (1871-1909)

1.2 Piano Regolatore del 1931

1.3 Piano Regolatore Generale del 1962-1965

2. LA NUOVA URBANISTICA 1993-2008 - IL PERCORSO DI FORMAZIONE DEL NPRG

2.1 Una nuova cultura urbanistica a Roma

2.2 La prima stagione del Piano: Indirizzi generali e struttura

2.3 11 Piano delle Certezze

2.4 L’era Veltroni

2.5 L’adozione e l'approvazione del Nuovo Piano Regolatore Generale

3. NUOVO PIANO REGOLATORE GENERALE - LA STRUTTURA

3.1 La dimensione strutturale

3.2 Quadro Metropolitano

3.3 II sistema ambientale

3.3.1 La rete ecologica

3.4 II Sistema della mobilità

3.5 Modello policentrico - Sistema delle centralità direzionali

3.6 II Sistema insediativo: dalla concezione di Centro storico alla Città Storica

4. NUOVO PIANO REGOLATORE GENERALE - OPERATIVITÀ’

4.1 La dimensione operativa

4.2 Attuazione: dai piani di recupero tradizionali ai nuovi programmi complessi

4.4 Progetto Urbano

4.4 Gli standard urbanistici

4.5 Criteri e modalità di perequazione

5. IL PIANO DISATTESO

5.1 II problema della mobilità

5.1.2 II caso della metro C

5.2 II problema delle centralità

5.3 Centro storico: soffocato e deturpato

5.4 straordinarietà, piano casa e deroghe: come non attuare il piano

5.5 Patrimonio pubblico dismesso

5.6 Roma Capitale e la non attuazione della Città Metropolitana

6. CASI ESEMPLARI DEI SUCCESSI E DEGLI INSUCCESSI DEL PIANO

6.1 Centralità Urbana "Bufalotta-Porta di Roma"

6.2 Centralità Urbana "Ostiense-Marconi”

6.3 Programma di Recuperp Urbano "Valle Aurelia

7. CONCLUSIONI

7.1 La cura del ferro oggi e domani

7.2 Verso la Città metropolitana?

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Documentari visionati

• Marta Francocci, Mi chiamo città - Roma: Centro storico, tappa fissa, 2012

• Marta Francocci, Mi chiamo città - Roma: fuga metropolitana, 2012;

• Marta Francocci, Mi chiamo città - Roma: 1 conti di casa, 2012;

• Marta Francocci, Rai News, Mi chiamo città - Roma: il grande piano, 2012;

• Milena Gabanelli, Rai Tre, Report: Romanzo Capitale, 2013;

• Valeria Coiante, RaiEdu, Crash: Roma città infinita, 2012.

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