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Riqualificazione di un quartiere informale di Istanbul : il Gecekondu di Armutlu

Gianluca Discalzi

Riqualificazione di un quartiere informale di Istanbul : il Gecekondu di Armutlu.

Rel. Matteo Robiglio. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Architettura (Costruzione), 2012

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Abstract:

Istanbul è oggi la seconda città globale europea, seconda solo a Londra; vicino al Bosforo è paragonabile a Venezia, appena ci si allontana dall'acqua è come una qualsiasi metropoli che sta subendo il brutale trauma della rapida urbanizzazione. È una città composta da molti strati che corrono sotto le fondamenta degli edifici, frutto di oltre due millenni di storia che l'hanno vista capitale di tre imperi. Plasmata dai resti di diverse civiltà, greca, romana, bizantina, veneziana e ottomana, ha chiese ortodosse, moschee sunnite e sinagoghe, antiche fortificazioni e palazzi; ma allo stesso tempo ha anche una desolata periferia di cemento, di straordinario squallore e senza radici, abitata da slums che lottano per sopravvivere alla vita cittadina.

È una città in cui l'urbanizzazione è iniziata negli anni '50 portando le fasce più povere degli abitanti della campagna turca verso la città ricca di possibilità e tolleranza verso le altre fedi ed etnie; ma è una città in cui 3500 rom, discendenti di una comunità che ha vissuto nel quartiere di Sulukule all'ombra delle mura bizantine per secoli, vengono sistematicamente trasferiti fuori dalla metropoli per far spazio alla modernizzazione e alla rendita fondiaria.

Istanbul è il motore della Turchia, sta guidando il paese verso le nuove potenze economiche Brasile, Russia, India e Cina: centro economico tra l'Europa e l'Asia, ha saputo approfittare del crollo del mondo sovietico e oggi il Bosforo si riempie giorno e notte di un flusso continuo di petroliere e navi da carico. È la base per gli architetti, le imprese di costruzione, le agenzie di pubblicità e le banche che stanno ridisegnando il Kazakistan, l'Azerbaigian e l'Ucraina.

È il passaporto della Turchia per l'Unione Europea e si vede come parte di un gruppo di città su un asse che da Dubai a San Pietroburgo. La sua dimensione geografica e demografica la rende la più grande città d'Europa, anche se una sua parte si trova in Asia, dove un terzo dei suoi cittadini vivono. Se è vero che nel quartiere europeo di Levent, uno dei quartieri degli affari di Istanbul, dove risiedono le banche principali, è possibile trovare facsimili di ristoranti cinesi di Londra e mega centri commerciali, è altrettanto vero che Istanbul è anche un luogo di insediamenti in cui i migranti curdi dalle aree rurali dell'Anatolia badano alle greggi di pecore all'ombra di grattacieli residenziali prefabbricati in calcestruzzo.

È una città come nessun altra e tuttavia è una città che ha cose in comune con molte altre città, anche se non sempre lo riconosce. Mentre la popolazione del Cairo è raddoppiato, la popolazione di Istanbul, come Lagos, è quadruplicato dal 1980. Istanbul è la patria di quasi 13 milioni di persone, governata da una giurisdizione unitaria di recente creazione, che ha visto superficie della città quasi triplicarsi in poco tempo da circa 1.800 km² a 5.300 km². Anche adesso, attira ancora altri 1,5 milioni di lavoratori ogni giorno, che portano la sua popolazione nelle ore di punta a 15 milioni.

In un contesto nazionale di forte squilibrio in cui il PIL delle regioni più povere è solo il 20% di quello delle aree più ricche del paese, non è sorprendente il fatto che Istanbul sia diventata una calamita per i poveri delle campagne. La migrazione interna della Turchia ha contribuito a rendere le disuguaglianze della città ancora più aspre negli ultimi anni e ha dato il via al problema casa che il programma TOKI sta tentando di risolvere.

È una città di cui si riconoscono le grandi potenzialità e si cerca di convenirle in ambiziosi progetti: il terzo ponte, l'idea di creare due centri separati in modo da permettere alle due sezioni di funzionare meglio, di cui, quello sul lato asiatico, a Kartal, si sta formando nelle sue fasi iniziali da un masterplan preparato da Zaha Hadid. Istanbul inoltre ha investito pesantemente nella sua infrastruttura: un nuovo sistema di metropolitana sta gradualmente prendendo forma, i tram sono stati rivitalizzati ed è stato costruito un nuovo tunnel ferroviario sotto il Bosforo.

La più importante città turca ha quindi problemi a livello urbano come ogni grande metropoli in espansione, ma ha dalla sua parte l'energia e le potenzialità per risolverli e diventare a città globale al pari delle più importanti città mondiali.

Percirca 2.500 anni, Istanbul si è sviluppato e ri-sviluppato su se stessa, creando una città di molteplici strati, a volte complementari, a volte dissonanti, in risposta alla sua topografia verticale e alle varie tipologie di terreno, lungo entrambi i lati dello Stretto del Bosforo. In seguito alla decisione di rendere Ankara la capitale nazionale nel 1923, la popolazione di Istanbul è scesa

per ritoccare quota 1 milione non prima del 1950. Da allora, la popolazione è cresciuta di dodici volte, creando una città di nuove tipologie, densità e nuove geografie urbane. La rapida urbanizzazione ha portato con sé la sfida di combinare la pianificazione integrata con una attenta considerazione sia gli elementi della tradizione, sia le risorse naturali. La costruzione di due ponti sul Bosforo offerto l'opportunità di integrare ulteriormente i due continenti, ma anche permesso uno sviluppo residenziale - sia informale che formale - senza precedenti.

Istanbul è una città piena di intrecci e il grafico nella pagina precedente illustra la complessità di alcune di questi incastri tra le varie tipologie urbane insediamenti informali e gated communities) con le risorse naturali vitali della città, i monumenti storici e spazi verdi.

Di seguito sono riportati alcuni dati significativi per capire meglio che tipo di città è e sta diventando Istanbul.

- incremento della popolazione del 1000% dal 1950: il più alto delle 78 metropoli del OECD

- 12.7 milioni di abitanti nell'area governata dall'IMM (Istanbul Metropolitan Municipality), oltre 15 milioni nella regione metropolitana.

- Tasso migratorio netto tallentato da 10.76% del 1990 al 0,2% nel 2008

- Principale immigrazione interna dal Mar Nero e dalle regioni centro e sud-orientali dell'Anatolia

- La più alta densità d'Europa: 68,602 abitanti/km² di picco e 20,116 abitanti/km² nelle aree centrali

- 27% del PIL nazionale e 38% della produzione industriale di tutta la Turchia

- più del 50% delle uscite dei servizi nazionali e 40% delle tasse di entrata dello stato arrivano dall'area metropolitana di Istanbul

- 50% di produttività superiore alla media nazionale.

- 60% del totale degli scambi della Turchia passa attraverso Istanbul.

- 11,2% il tasso di disoccupazione nel 2008.

- 60% della popolazione lavora nel settore dei servizi; 30 % della lavora in modo informale.

- 37% della popolazione lavora nel settore manifatturiero, producendo l'8O % delle esportazioni della città.

- 50% delle abitazioni è, o era informale.

- 99% della popolazione ha accesso ai servizi comunali.

- 6,4 m² di spazio verde a persona in provincia, rispetto a 26,9 m² di Londra, New York 29.1 m² e di Stoccolma 87,5 m², ma solo 1 m² di spazio verde a persona all'interno del centro abitato.

- 2,72 tonnellate di emissioni di carbonio e 383 kg di rifiuti prodotti per persona all'anno. 2,267 kWh di energia elettrica e 56.575 litri di acqua consumati per persona all'anno.

- 138,5 autovetture ogni 1.000 persone a Istanbul, il 45% della popolazione si sposta a piedi; 48 minuti tempo medio di percorrenza pendolare.

Relators: Matteo Robiglio
Publication type: Printed
Subjects: R Restauro > RC Restauro urbano
U Urbanistica > UK Pianificazione urbana
Corso di laurea: Corso di laurea specialistica in Architettura (Costruzione)
Classe di laurea: UNSPECIFIED
Aziende collaboratrici: UNSPECIFIED
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/2710
Chapters:

01 Introduzione

02 Breve storia della modernizzazione di Istanbul

03 Il fenomeno dei gecekondu

01 1940-1960 prima generazione di gecekondu

02 La crescita del gecekondu e il ruolo della comunità

03 Le relazioni economiche e sociali tra il fenomeno del gecekondu e la città formale durante la sua espansione e consolidamento tra il 1960 e il 1980

04 Dagli anni '80 alla situazione contemporanea

05 Riflessioni conclusive

04 TOKI agenzia per lo sviluppo abitativo

01 Un nuovo approccio verso il problema casa: l'Agenzia per lo Sviluppo Abitativo TOKI

02 Il meccanismo tecnico e finanziario

03 Interventi realizzati: i problemi

03.01 Ilquartiere di Tarlabasi

03.02 Il quartiere di Sulukule

03.03 Il quartiere di Ayazma

04 Riflessioni conclusive

05 Istanbul attraverso gli studi di Urban Age

01 Densità e tessuto urbano

02 Mobilità e trasporti

03 Sondaggi: qualità della vita e fattori ambientali

06 I progetti alternativi

01 Il progetto per Sulukule

01.01 Obiettivi della pianificazione

01.02 Criteri di progettazione

01.03 Aree verdi

01.04 Aree commerciali

01.05 Edifici pubblici

07 Armutlu

01 Sviluppo e storia

02 Intorno di Armutlu

03 Studio dell'area

04 Ipotesi di intervento preliminari

04.01 Small scale big change

04.02 Housing improvement

04.03 Il parco

04.04 Masterplan

05 Strategie progettuali

05.01 Residenziale

05.02 Residenziale/Slum

05.03 Aree commerciali/Aree libere

05.01 Aree verdi

06 Riflessioni conclusive

08 Armutlu 2.0

01 Masterplan

02 Green Passage

03 High Density

04 Low Density

05 Upgrade

06 Riflessioni conclusive

Bibliografia e sitografia

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