Francesco Siviglia
È possibile contenere il consumo di suolo in Italia? Un confronto tra Italia e Germania.
Rel. Carlo Alberto Barbieri. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Pianificazione Territoriale, Urbanistica E Ambientale, 2012
Abstract: |
Questa tesi di laurea nasce dal desiderio di rispondere a una domanda: perché in Italia si continua a costruire incessantemente? È possibile contenere quello che in gergo tecnico viene chiamato "consumo di suolo"? Per rispondere a questi interrogativi è stato necessario svolgere numerose analisi sulle tendenze in atto, al fine di comprendere quali siano le dinamiche che stanno alla base di questo fenomeno. Si è tentato di dare una risposta analizzando dati di tipo demografico, economico, finanziario, fiscale, ma anche prendendo in esame e confrontando i sistemi politici, amministrativi, pianificatori di un paese come la Germania, che da anni ha attivato politiche di riduzione del consumo di suolo, confrontandoli con quelli italiani. Tutto ciò per capire se sia possibile contenere il fenomeno e a che modello ispirarsi. Negli ultimi anni in Italia si è assistito a una incessante e sempre crescente attività edilizia: centinaia di migliaia di ettari di suolo libero sono stati lottizzati, trasformati per ospitare nuove abitazioni, nuove infrastrutture, nuovi centri logistici e commerciali. Il fenomeno è particolarmente rilevante nell'area della pianura padana, dove il continuum edificato e urbanizzato ha portato gli studiosi a coniare termini come la megalopoli padana, territorio della metropolizzazione o del metropolizzato. Da Novara a Venezia, percorrendo la A4, si assiste ad un incessante sequenza di città, di ogni dimensione, senza soluzione di continuità: case, bassi fabbricati, villette a schiera, centri commerciali, centri per la logistica, etc. Dalla foto satellitare si individuano, oltre alle maggiori conurbazioni delle grandi città (Roma, Milano, Napoli, Torino, Firenze, Palermo, Bari), anche elementi "lineari" che seguono le grandi direttrici di traffico: la A4, per l'appunto, la Al nel tracciato emiliano e la A14 Da Bologna sino alle coste abruzzesi, la vai d'Arno e la A10 da Livorno a Ventimiglia, oltre che la A18 Messina - Catania - Gela e la A20 Messina - Palermo. Impressionanti la conurbazioni milanese e napoletana: la prima si estende sull'asse est-ovest da Novara a Brescia e sull'asse nord sud da Corno a Pavia, la seconda arriva a inglobare Salerno, Eboli, Caserta, Benevento e Avellino. Particolare la situazione del Veneto, dove l'assenza di un polo dominante ha portato ad una espansione urbana basata sul policentrismo, anche in questo caso senza soluzione di continuità. Anche la Puglia presenta un'alta concentrazione di territorio urbanizzato: sono facilmente riconoscibili la conurbazione di Bari, il Salento e l'area Tarantina. In Italia si possono individuare due fasi del consumo di suolo: la prima avviene dal secondo dopoguerra fino agli anni '80 e corrisponde al periodo della ricostruzione e allo sviluppo economico del paese; in questa fase la causa principale era la necessità di fornire una casa ad una popolazione in forte crescita demografica: in questo periodo i territori maggiormente interessati dal fenomeno erano le grandi città e i loro sobborghi. I problemi, di tipo economico-politico, erano la speculazione edilizia e l'abusivismo. La seconda fase del consumo di suolo prende piede a partire dai primi anni '90 e ha delle caratteristiche che si possono riassumere come segue: - È causato principalmente dall'azione combinata della legge 142/1990, che sancisce l'autonomia degli enti locali, e dal progressivo decremento dei trasferimenti statali a regioni e comuni. In sintesi questi due fattori hanno provocato il fatto che i comuni abbiano sempre meno risorse da parte dello stato e sempre maggiori competenze e funzioni, così i fondi derivanti dai permessi di costruire e dall'ICI diventano l'unica entrata direttamente manovrabile dalle amministrazioni comunali. - Per quanto appena espresso, in questa fase il consumo di suolo riguarda indistintamente tutto il territorio nazionale, poiché non è causato da reali esigenze abitative e non è collegato alle tradizionali dinamiche di agglomerazione urbana: oggi il consumo di suolo sembra essere un affare non solo per proprietari fondiari e investitori, ma anche per le amministrazioni comunali stesse. Detto questo non è difficile comprendere come il fenomeno del consumo di suolo sia diventato negli ultimi anni di centrale importanza, divenendo problema estremamente rilevante nell'ambito del governo del territorio. Il tema si intreccia con numerose discipline, dalla sociologia all'ecologia, passando per l'economia e la politica. La locuzione "consumo di suolo" infatti rimanda per definizione al modello di sviluppo di tipo capitalista, che trova nel consumo sempre maggiore delle risorse una delle sue ragioni d'essere. Il fatto, poi, che la risorsa consumata sia il suolo pone l'attenzione su problemi di tipo ecologico ed economico. Le amministrazioni non riescono a impedire la sua trasformazione e, anzi, continuano a concedere diritti edificatori: questo atteggiamento fa emergere "nuovi" problemi, di tipo amministrativo, politico, e fiscale. Si tratta dunque di un campo molto ampio e trasversale, in cui risulta difficile districarsi. Fatta questa premessa, l'obiettivo di questa tesi di laurea è molto semplice: dopo aver analizzato le cause del consumo di suolo e averne messo in luce le drastiche conseguenze su molti aspetti, quello ambientale su tutti, si intende comprendere quali aspetti del sistema amministrativo e fiscale italiano siano da modificare per arrivare a un modello che possa garantire al tempo stesso la tutela dei suoli non ancora edificati e la "sopravvivenza" finanziaria dei comuni. Per il raggiungimento di questo obiettivo, il metodo utilizzato è quello della comparazione con il sistema amministrativo e pianificatorio tedesco. Si è scelto questo approccio perché da anni in Germania sono state attivate efficienti politiche di riduzione del consumo di suolo e perché questo stato ha caratteristiche amministrativi, culturali, economiche in parte simili a quelle italiane. In tal senso è stato molto utile lo svolgimento di un tirocinio svolto a Berlino, che ha permesso di conoscere la realtà tedesca in modo approfondito e di studiarne il sistema pianificatorio e fiscale. |
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Relators: | Carlo Alberto Barbieri |
Publication type: | Printed |
Number of Pages: | 92 |
Subjects: | U Urbanistica > UA Analisi dei rischi U Urbanistica > UJ Pianificazione rurale U Urbanistica > UK Pianificazione urbana |
Corso di laurea: | Corso di laurea specialistica in Pianificazione Territoriale, Urbanistica E Ambientale |
Classe di laurea: | UNSPECIFIED |
Aziende collaboratrici: | UNSPECIFIED |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/2613 |
Chapters: | Introduzione 1. Inquadramento del problema 1.1 Cosa si intende per “consumo del suolo” 1.2 Perché il consumo del suolo è considerato un problema? 1.3 Perché l’urbanistica deve occuparsi del problema? 1.4 Le dimensioni del consumo di suolo in Italia 1.5 Il circolo vizioso della città diffusa 1.6 I vantaggi della città compatta 1.7 Le cause del fenomeno 1.7.1 La globalizzazione 1.7.2 La crescita demografica 1.7.3 L’innalzamento dei livelli di reddito 1.7.4 Cause di natura finanziaria 1.7.5 Cause di natura culturale 1.7.6 La disaggregazione dei nuclei familiari 1.7.6.1 Il numero dei nuclei familiari 1.7.6.2 Separazioni e divorzi 1.7.7 Cause di natura amministrativa 1.7.8 Cause di natura politico-decisionale 1.7.9 Ulteriori considerazioni 2. Comparazione tra Italia e Germania 2.1 Perché proprio la Germania? 2.2 Confronto tra Italia e Germania 2.3 Italia – Sistema politico-amministrativo 2.4 Germania – Sistema politico-amministrativo 2.5 Italia – Sistema pianificatorio 2.6 Germania - Sistema pianificatorio 2.7 Confronto tra i sistemi fiscali dei due Paesi 2.8 Confronto tra la spesa pubblica dei due Paesi 2.9 Le politiche di controllo del consumo di suolo in Germania 2.9.1 L’importanza degli obiettivi delle politiche sui suoli per le attività del governo federale, dei Länder e dei Comuni 2.9.2 Livello federale – Bund 2.9.3 Livello regionale – Länder 2.9.4 Livello comunale – Gemeinde 2.9.5 Gestione sostenibile dell’uso del suolo 2.9.6 I risultati ottenuti dalla politica 30 ha/tag ziel 2.10 Le politiche del controllo del consumo del suolo in Italia 2.10.1 Il PGT di Cassinetta di Lugagnano 2.10.2 Il PTCP2 della Provincia di Torino 3. Conclusioni 3.1 Indicazioni ottenute dalle analisi effettuate 3.2 Analisi SWOT 3.3 Commento dell’analisi SWOT Bibliografia |
Bibliography: | Volumi consultati A cura di S. Pareglio et al. (2010) Centro di ricerca sui consumi di suolo, Rapporto 2010, Roma Crosetti A., Police A., Spasiano M.(2007) Diritto urbanistico e dei lavori pubblici, Torino M. Pallante (2011) La decrescita felice. Roma Camagni R. (2011) Principi di economia urbana e territoriale, Roma M. Giudice, F. Minucci (2010) Il consumo di suolo in Italia, Analisi e proposte per un governo sostenibile del territorio, Milano Merton R. e altri {20O2) Viaggi e avventure della Serendipity, Bologna Camagni R. (2011) Principi di economia urbana e territoriale, Roma Auge M. (1993) Nonluoghi. Introduzione a una antropologia della surmodernità, Milano Roderick Stackelberg (1999) Hitler's Germany: origins, interpretations, legacies, Routledge AA. VV. (1996), Enciclopedia generale, Novara Pahl Weber et al. (2006) The Structure of Government and Administration and Planning Systei in thè Federai Republic of Germany, Berlino Ricolfi L. (2010) Il sacco del nord. Saggio sulla giustizia territoriale, Milano Stella G. e Rizzo S. (2011) Vandali. L'assalto alle bellezze d'Italia, Milano Documenti e riviste consultati Pileri P. Consumo di suolo consumo di futuro, in Urbanistica, n. 138/2009 KòtterT. (2009) Land policies against against urban sprawl in Germany, Bonn A cura di Zanchini et al. Legambiente (2010), dossier "Un'altra casa" European Environment Agency, Urban sprawl in Europe. The ignored challenge, Eea Report n. 10/2006 Commission of the European Community (2006), Proposai for a directive ofthe European Parliament and the council establishing aframeworkfor the protection ofsoil and amending Directive 2004/35/EC, Bruxelles Andrew Hacker (1957) American Politicai Science Review, Washington Gunther Bachmann (2005) Das «Ziel-30-ha» in der Nachhaltigkeitsstrategie Deutschlands: Ein Schritt zur modernen Urbanitàt, Nachhaltigkeitsrat, Berlino AA. VV (2005) Flàchenverbrauch und Bodenbewusstsein - Nationale Strategie und lokale Umsetzung, Berlin Malburg-Graf B. et al. (2006)Strategies and instruments to limit excessive land use in Germany - a proposal to the German Council for Sustainable Development, Stoccarda Frisch G. (2010) Germania. Nuovi "percorsi" sul suolo, Camerino Bock S. et al. (2011) Nachhaltiges Flàchenmanagement - Ein Handbuchfur die Praxis, Berlino |
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