Francesca Carosso
Ipotesi di valorizzazione del 'paesaggio storico' tra Castel Gavone e Finalborgo.
Rel. Emanuele Romeo. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Architettura (Restauro E Valorizzazione), 2012
Abstract: |
Gli studi fatti sul Borgo, la sua storia, morfologia, gli edifici, l'aspetto urbanistico e gli anni di studio fatti sulla conservazione e valorizzazione dei Beni Culturali e Ambientali, mi ha fatto interessare moltissimo al Borgo e in particolare al Costei Gavone, che da questo aspetto regale e protetto all'intera cittadina. Il castello è il simbolo della città per tutti i Finalesi, ma per problemi di proprietà è rimasto chiuso e abbandonato per anni lasciando che la natura e i contadini si appropriassero di tutti i terreni, utilizzando le macerie per altre costruzioni e come terrazzamenti per le coltivazioni. Alla fine degli anni Novanta il ritrovato interesse per il Castello, ha fatto si che il Comune, al quale i privati avevano venduto il Castello e i terreni limitrofi, si impegnasse in un oneroso restauro per comunicare a tutti l'importanza aveva avuto il Marchesato di Finalborgo nei secoli precedenti per tutta l'Italia. Molti volontari hanno insistito per ripulire il castello dalle macerie e riportare un po' di storia del Marchesato Del Carretto nell'odierno. L'intervento, eseguito solo due anni fa, non ha migliorato le sorti del Castello: è stato messo in sicurezza e sono stati creati dei percorsi interni di visita, ma non è stato inserito all'interno di alcuna rete di monumenti che lo integrino col paesaggio circostante. L'impossibilità di inserimento gli è dovuta a causa della scarsa conoscenza che si ha della strada di collegamento tra Finalborgo e Castel Gavone e il castello rimane nuovamente chiuso al pubblico se non in occasione della rievocazione storica. L'obbiettivo della mia tesi è quello di valorizzare nuovamente questo castello restaurato tenendo conto del significato di fortezza e del ruolo che aveva dalla fondazione, e della metodologia di valorizzazione del paesaggio. Infatti, la storia, lo sviluppo economico, l'importanza di un paese sono legate oggi, come nel passato, all'efficienza dei suoi sistemi di comunicazione, sia interni che esterni; è indispensabile studiare, comprendendo le fasi storiche del costruito, pianificare e salvaguardare i centri storici per governare una trasformazione, che è una prerogativa inevitabile di qualsiasi città storica che mantenga un minimo di vitalità. Perché si possa valutare adeguato un intervento questo deve tenere in considerazione i rapporti intercorrenti tra le diverse strutture insediative del territorio comunale, con le condizioni geomorfologiche e di uso del suolo. Per comprendere l'edificio quindi non sono necessarie solo le fasi della sua vita, bensì l'inserimento di Ipotesi di valorizzazione del 'Paesaggio storico' tra Castel Gavone e Finalborgo tale costruzione in un più ampio quadro storico elencando finalità e ruolo e come ha caratterizzato la società nella sua interezza, prescindendo dalla conservazione degli oggetti. La protezione globale del patrimonio completerà la protezione puntuale dei monumenti e dei siti isolati; la conservazione della continuità storica dell'ambiente è indispensabile per la conservazione o la creazione di un ambiente che consenta all'uomo di trovare la propria identità e di provare un senso di appartenenza. Castel Gavone era la residenza dei Marchesi del Carretto, signori di uno stato che partiva da Finale Ligure arrivando a raggiungere le Langhe: rappresentava una discontinuità territoriale della Repubblica di Genova, e incrinava i commerci con la Riviera Ligure e i territori limitrofi (Piemonte e Lombardia). La storia del castello si intreccia con le vicende storiche prima del marchesato e poi dei successivi "padroni" della città. La fondazione avviene nell'ultima metà del XII secolo con una pianificazione territoriale messa in atto da un Del Carretto. Questa famiglia si consolidò su questo territorio per secoli. Castel Gavone è espressione del potere feudale dei Carretto, con la doppia funzione di residenza fortificata signorile e di epicentro del controllo territoriale. Il primo nucleo di Castel Gavone ha origine tra il 155 e il 188, fu ampliato nel 1217 e demolito la prima volta dai genovesi nel 1449, ma immediatamente riedificato da Giovanni I del Carretto nel 1451. Sotto la signoria carrettesca il castello divenne un vero e proprio baluardo e un'importante dimora signorile. Sul territorio italiano sono presenti ogni forma di fortificazione tra torri, casseforti e castelli, in particolare il tema e l'interessamento alle fortificazioni prettamente medievali nasce negli anni Settanta, con l'archeologia medievale, la geografia storica e il popolamento rurale. È importante sottolineare l'unicità della fortezza, perché riflette la storia dei suoi proprietari, che va conosciuta perfettamente se si vuole comprendere e contestualizzare il fenomeno. I Castelli erano dei rimodellamenti giuridici del territorio sul quale erano stati costruiti, e assieme a torri, fossati pieni d'acqua e palizzate facevano parte dell'apparato difensivo del territorio, seguendo precise necessità di sicurezza e non per la ricerca del prestigio delle famiglie che li edificavano o della Ipotesi di valorizzazione del 'Paesaggio storico' tra Castel Gavone e Finalborgo casata di appartenenza. La comunità scientifica e il mondo accademico stentano a riconoscere l'architettura fortificata medievale come architettura colta, tutto ciò a causa di alcune limitazioni, come studiare le fortificazioni e i castelli in rapporto a medesime costruzioni, senza inserirle nel contesto storico-culturale tecnico e religioso del tempo e il carattere tipologico unicamente militare; "anche queste architetture vanno intese come insieme di manufatti che costituiscono l'antropizzazione del territorio e la significazione del paesaggio" perché il patrimonio architettonico, da qualsiasi cosa sia formato, costituisce una testimonianza della storia e della sua importanza nella vita contemporanea. Per ottenere la tutela integrata è fondamentale anche l'interesse di chi popolo e vive il paesaggio, in particolare le nuove generazioni che ne assumeranno la responsabilità in futuro. Il controllo del territorio durante il Medioevo si concentrava a scala puntuale mediante luoghi costruiti e gestiti direttamente dal principe, non solo architettonicamente, ma proprio a scala più ampia e aggregativa, infatti si trovano spesso su alture per poter dominare tutto il territorio circostante. Il paesaggio che noi ci apprestiamo a conoscere e a valorizzare è fatto col tempo, è il risultato di un continuo adattarsi a nuovi stili di vita ed attività che lo attraversano, è un insieme di "luoghi della memoria", quindi per conservarlo bisogna sondare la memoria del territorio traendo spunti dal passato; "il paesaggio è un bene a prescindere dal valore che gli viene attribuito". Inoltre la tipologia di approccio ai paesaggi è sempre estetizzante quindi esclusiva di quei paesaggi con elevati valori estetici e culturali. Ma tutto il paesaggio è cultura, come espressione del "contesto di vita delle popolazioni". Avviando queste analisi si è concluso che per integrare il castello il primo passo era quello di recuperare il tracciato originale che conduce al Castello, via Beretta, così da ripristinare un solido collegamento tra Finalborgo e Castel Gavone e come passo successivo, individuare i percorsi già presenti nella zona del finalese, per poter includere anche il castello. Per un ulteriore step, importante è stata anche la lettura di alcuni punti della dichiarazione di Amsterdam in cui si afferma che il patrimonio architettonico costituisce il bene comune del nostro .continente e dato che tutti i problemi di conservazione sono comuni a tutta l'Europa debbono Ipotesi di valorizzazione del 'Paesaggio storico' tra Castel Gavone e Finalborgo essere affrontati in maniera coordinata, ed è compito del Consiglio d'Europa assicurare la coerenza della politica degli Stati membri e promuovere le loro solidarietà". Per questo si sono cercati itinerari di castelli presenti sul territorio europeo per valutare un circuito a scala più ampia in cui includere il nostro castello. Trovata l'affinità con il circuito dei Castelli della Loira e dei Castelli Catari in Francia e con i Castelli Valdostani e quelli Romani in Italia si è pensato ad un circuito di castelli del territorio di Savona. Il Savonese è ricco di emergenze fortificate che potrebbero essere facilmente collegate tra loro data la vicinanza e le facili connessioni sul territorio (L'Aurelia); infatti per un probabile circuito si sono privilegiata le fortezze sulla costa e che avessero un passato comune. Questa introduzione vuole esplicare la metodologia di lavoro adoperata per svolgere la tesi e per arrivare a importanti consapevolezze sul modo di interessarsi ad un monumento sperando che queste verranno ascoltate e capite da chi si occuperà finalmente del capolavoro che è Castel Gavone. |
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Relators: | Emanuele Romeo |
Publication type: | Printed |
Subjects: | R Restauro > RA Restauro Artchitettonico R Restauro > RC Restauro urbano |
Corso di laurea: | Corso di laurea specialistica in Architettura (Restauro E Valorizzazione) |
Classe di laurea: | UNSPECIFIED |
Aziende collaboratrici: | UNSPECIFIED |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/2599 |
Chapters: | Parte prima CONOSCERE L'ANALISI TERRITORIALE DI FINALE 1.1 Individuazione dell'area di Finale Ligure 1.2 Inquadramento territoriale dell'area di pertinenza di Finalborgo 2 BURGUM FINARII 2.1 La storia del Marchesato 2.2 Finalborgo: baluardo dalla fondazione 2.3 Castel Gavone. L'origine e lo sviluppo della prima carminata dei Marchesi Parte seconda CONSERVARE 3 ATTUALE SITUAZIONE DEI BENI 3.1 Lo stato di conservazione di Finalborgo Parte terza VALORIZZARE 3.2 Lo stato di conservazione del Castello 4 PROPOSTA PER LA CONCRETA VALORIZZAZIONE DEL CASTELLO 4.1 Conservare è valorizzare: la conservazione integrata 4.2 Sistemi di relazione 4.3 Il Castello in una rete locale, poi nei circuiti regionali esistenti. 4.4 Proposta per un circuito di castelli del savonese BIBLIOGRAFIA |
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