Claudia Argiolas
Douar Doum : un'altra povertà : ipotesi di riqualificazione urbana e architettonica di un quartiere povero,urbano e moderno.
Rel. Pierre Alain Croset. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Architettura (Costruzione), 2011
Abstract: |
La società moderna ha fatto sì che l'uomo, i mezzi di produzione e quindi i suoi prodotti, venissero universalizzati, portando al fenomeno della globalizzazione. L'architettura dipende strettamente dalla società e dalla storia, e si muove di pari passo con I' universalizzazione, portando alla standardizzazione architettonica, che generalmente non tiene conto del luogo e dall'eredità derivante dal suo patrimonio culturale. Provate a costruire un terrazzo, stesse dimensioni e caratteristiche, in Danimarca, in Marocco e in Giappone. Probabilmente il danese lo chiuderà e lo userà saltuariamente, il giapponese cercherà di integrarlo il più possibile con l'interno - o meglio di integrare l'interno all'esterno -, e il marocchino ci dormirà e ci vivrà la maggior parte del tempo. "Gli architetti non capiscono che, a seconda dei punti del globo in cui si trovano, hanno a che fare non soltanto con dei bisogni di spazio diversi, ma con delle concezioni differenti, che complicano ancora i modelli micro culturali e le differenti variazioni?" Queste le parole di Colette Petonnet nel suo saggio "Spazio, distanza e dimensione in una società musulmana" Come gli altri paesi del Magreb, il Marocco ha conosciuto uno sviluppo urbano molto importante, condizionato da grandi mutazioni politiche ed economiche che ne hanno sconvolto anche la morfologia urbana e architettonica. In meno di un secolo, si è trovato a dover fronteggiare un problema come quello del fenomeno delle bidonville, senza riuscire, ancora, a trovare una valida soluzione. "A questo stato di cose, i poteri politici rispondono con una stessa attitudine antiscientifica e repressiva: cattiva conoscenza o ignoranza dei gruppi etnici; distruzione dei vecchi quartieri senza le giuste precauzioni, rialloggiamento obbligato, realizzazione di un'urbanistica a scacchiera, onerosa e standard." In molti casi la classe dirigente ha cercato di applicare un modello urbano di stampo europeo su una parte di popolazione abituata a vivere in zone rurali con caratteristiche tipologiche tradizionali, in altri casi, si è cercato di essere più vicini agli abitanti, ma adottando soluzioni a carattere temporaneo. Entrambe le soluzioni hanno determinato disagi, creato problemi, si è arrivati a costruire in modo generalizzato nient'altro che tuguri. Non intendo denunciare a priori tutto ciò che arriva dalla cultura occidentale - di cui faccio parte - o di esaltare la tradizione di una società che ha vissuto vicende storiche e politiche tali da modificarne la cultura oltre che il tessuto urbano e territoriale. Lo scopo è invece di confrontarmi con una cultura e con dei valori sociali diversi da quelli occidentali, e di studiare un metodo d'intervento e di produzione architettonica rispondente alle esigenze contemporanee, rispettando tuttavia l'autenticità marocchina. Attraverso lo studio di un quartiere particolare della periferia di Rabat, pur caratterizzato da gravi problemi ma grande esempio di autorganizzazione fuori dal controllo statale, cercherò di analizzare, nella misura del possibile, il grado di adattamento sociale e fisico di una popolazione caratterizzata dal fatto di vivere in un nuovo tipo di società, colpita da un nuovo tipo di povertà. Il quartiere Douar Doum, che cercherò di analizzare in tutte le sue forme, è una delle poche bidonville auto-costruite con materiale stabile fino a tre, quattro piani fuori terra, che sfugge alla pianificazione a scacchiera data dalla municipalità, ma che, allo stesso tempo, è stato luogo di alcuni tentativi statali di regolarizzazione e di riqualificazione. |
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Relators: | Pierre Alain Croset |
Publication type: | Printed |
Subjects: | A Architettura > AH Buildings and equipment for the home G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GD Estero U Urbanistica > UL PVS Paesi in via di sviluppo |
Corso di laurea: | Corso di laurea specialistica in Architettura (Costruzione) |
Classe di laurea: | UNSPECIFIED |
Aziende collaboratrici: | UNSPECIFIED |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/2166 |
Chapters: | 1. Introduzione l.l. Obiettivi 1.2. Scelta del progetto 1.3. Procedimento adottato 2. L'evoluzione urbana e architettonica: generalità 2.1. Periodo precoloniale 2.2. Periodo coloniale 2.3. Periodo postcoloniale 2.4. La ZEP e l'operazione DOUM 76 3. Le bidonvilles oggi 3.1. Una testimonianza dal vivo in una delle bidonville di Sale: Sehb el kayed 4. Le bidonvilles e il nuovo povero: analisi socio-antropologica generale 4.1. La nozione di percorso: spazio e tempo islamico 4.2. La nozione di intimità a livello sociale e personale 4.3. L'importanza di alcuni elementi naturali 4.4. La percezione sensoriale 5. La Douar Doum: analisi socio-antropologica particolare 5.1. La Douar Doum: introduzione storica 5.2. La Douar Doum: anni 70 5.3. La Douar Doum: oggi 6. Lo spazio vissuto nella Douar Doum: anni 70 6.1. Oust ed Dar e Bit Khzin: il patio e gli spazi intercalari 6.2. Bit el Ma: lo spazio dell'acqua 6.3. Mattebakh: la cucina 6.4. Il Biot e la Sala 6.5. Considerazioni 7. Lo spazio vissuto nella Douar Doum: oggi 7.1. Il patio coperto e gli spazi intercalari 7.2. Lo spazio dell'acqua: il bagno 7.3. La cucina 7.4. La stanza e il Salone 8. Conclusione socio-antropologica 9. Interviste 10. Analisi dello sviluppo progettuale 10.1. Riqualifica urbana 10.2. Riqualifica architettonica 11.Conclusioni 12.Bibliografia |
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