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Progetto di riconversione del Palazzo del ghiaccio a Limone Piemonte

Barbara Arciuolo

Progetto di riconversione del Palazzo del ghiaccio a Limone Piemonte.

Rel. Paolo Mellano. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Architettura, 2009

Abstract:

Secondo il piano topografico predisposto in occasione del censimento del 1981 il territorio comunale risulta suddiviso in quattro "frazioni geografiche": Limone, Limonetto, Cima della Fascia e Rocca dell'Abisso, di cui le ultime due completamente disabitate. Bisogna risalire ai primi decenni del secolo per trovare l'inizio della vicenda che ha portato Limone ad essere la stazione turistica che è oggi. Tra le due guerre molti nobili e borghesi benestanti hanno fatto di Limone la loro residenza estiva. Negli stessi anni, accanto alla clientela residenziale, nasce l'industria alberghiera gestita da imprenditori locali; sono limonesi infatti i proprietari dei primi alberghi: Hotel de la Posta, Excelsior, Principe, Limone, Europa. Sempre a questo periodo, come già detto precedentemente, risale la costruzione dei primi impianti di risalita: nell'autunno del 1936 viene realizzata per iniziativa dei proprietari del Rifugio Tre Amis una slittovia che, partendo dalle vicinanze della Gallerìa del Colle di Tenda, giunge a Cima Gherra: è questo il primo di una serie di impianti che con l'andar del tempo sorgeranno per valorizzare Limone. L'agricoltura di autoconsumo costituiva la base economica della popolazione locale, già però interessata alle attività commerciali, rese ancor più interessanti dall'afflusso turistico. La situazione è precipitata però con l'arrivo della guerra: questa ha provocato un grave depauperamento della base umana, con intere classi non tornate alle loro case, e solo più vecchi, donne e bambini nelle baite. In queste condizioni, senza alcun serio e organico aiuto esterno, senza una chiara politica sociale e territoriale, l'economia dell'alpe è crollata.

La seconda guerra mondiale e poi la rinascita industriale modificano l'assetto economico, ma Limone non è ancora attrezzato per raccogliere le masse, anzi, la guerra ha distrutto la ferrovia, slegando così il paese dai suoi numerosi emigrati sulla costa azzurra francese, spezzando traumaticamente preesistenti rapporti. I terreni che non si aveva più la forza e l'interesse di coltivare avevano acquistato un certo valore, e potevano servire per la costruzione di palazzi. Questo disegno, ovviamente, non fu immediatamente chiaro ai primi venditori che cedettero i loro terreni per le costruzioni; poi, gradatamente, i proprietari terrieri acquistarono coscienza del valore della loro terra, che era l'ultima cosa che possedevano. Quelli che vendettero più tardi furono più furbi e più informati dei primi, e intanto si era messa in moto una macchina colossale che per vari anni fu guardata con rispetto perché si chiamava espansione edilizia. Per soddisfare esigenze che parevano perfino sociali, fu necessario costruire sempre di più, ovunque. Il consumismo elevato a potenza è la religione del periodo, e Limone diventa una delle cattedrali di questo modo di pensare. A metà degli anni cinquanta le ville passano in secondo piano: al loro posto ecco apparire in scena i palazzi, blocchi di cemento generalmente a sei - otto piani di altezza. Si inizia dal concentrico per poi espandersi qua e là a macchia d'olio. Di servizi in questo periodo non si parla, si costruisce ovunque senza acquedotti, fognature, strade: l'importante è costruire, vendere, costruire nuovamente. Gli operatori e gli imprenditori non cambiano i loro nomi, ma le società si. Ogni qual volta si costruisce uno stabile si costituisce una società, che si scioglie al termine dell'operazione: è questa la prassi più ricorrente.

Il centro storico assume, in questo periodo, un nuovo ruolo: le cantine, le stalle e i piani terreni vengono in parte trasformate in negozi; assume una nuova veste commerciale, mentre non viene ancora presa in considerazione la possibilità di uso delle abitazioni esistenti come seconda casa. Ora si guarda ai palazzi, agli alloggi serviti da moderni ascensori, riscaldati con impianto centralizzato, dotati di tutti i comfort, e non alle casette con la stufa a legna. Le abitazioni esistenti sono usate dai residenti, molti sono i locali utilizzati per svolgere attività di piccolo artigianato, altri sono usati come ricovero per animali.

Attorno agli anni sessanta si assiste a una leggera modificazione degli esterni: i progettisti e gli imprenditori cercano di trasformare il palazzo di otto piani in chalet di montagna, appiccicando qua e là travi di legno senza alcuna funzione strutturale, cercando in qualche modo di abbellire quelli che molti non hanno esitato a definire "mostri della speculazione". Il taglio medio degli alloggi di questo periodo è di tre vani più servizi. Limone in questo periodo, pur avendo valenti imprenditori edili e capaci artigiani, non dispone però di quegli ingenti capitali necessari o della mentalità per investire capitali posseduti, ed ecco che giungono le varie immobiliari con il loro seguito di imprese, operai, artigiani. Comprati i diritti di proprietà, costruiscono, vendono e, come se non bastasse, se ne vanno lasciando i limonesi soli a sbrogliare la matassa dei problemi che hanno creato. E' questo il periodo del boom economico, dove la seconda casa è vista come punto di arrivo per molte categorie di persone. Il 1968 è l'anno più critico in cui maggiormente ì costruttori si sono affannati per edificare: è il periodo che va dall'approvazione della legge ponte fino alla sua effettiva entrata in vigore. La legge ponte infatti, con le sue numerose limitazioni riguardanti gli indici di costruzione e sollecitando la formazione degli strumenti urbanistici comunali, non avrebbe più permesso "un così sfacciato disordine urbanistico. Interessante è notare che nel periodo sopracitato vengono rilasciati ben 9023 vani in zone prive di urbanizzazione primaria e secondaria. E' da sottolineare che al 1975 la strumentazione urbanistica comunale è ancora quella del 1928 (regolamento edilizio), e il paese è ormai saturo. Dal 1978 non viene rilasciata alcuna concessione per nuove costruzioni. Il 1980 è però l'anno di crisi: l'attività edilizia riguardante nuove costruzioni è di fatto totalmente bloccata, sono solamente due i cantieri in cui si lavora. Ecco allora entrare in scena il centro storico: si adocchiano i fienili e le vecchie case abbandonate ormai da anni. Generalmente si richiede al Sindaco la concessione per rifare il tetto, poi si "impacchetta" la casa, la si demolisce procedendo per pezzi e la si ricostruisce ex novo. Questi stabili generalmente hanno prezzi alti dopo la loro ristrutturazione, mentre inizialmente il loro valore era solamente dato dalla posizione. Nasce così un nuovo mercato con caratteristiche abbastanza anomale. Altra tendenza in atto è quella che vede la trasformazione di ville in condomini: generalmente vengono suddivise in minialloggi che vengono immessi sul mercato. Quindi, poiché non vengono rilasciate nuove concessioni per la costruzione di abitazioni, in attesa del piano regolatore, gli operatori del settore si rivolgono al recupero delle abitazioni nel centro storico generalmente con fini speculativi.

Bisogna ancora sottolineare che, mentre negli anni cinquanta il taglio medio degli alloggi era di tre vani più servizi, attorno agli anni sessanta si è passati ai due vani e poi al monolocale. Con oltre 16000 vani costruiti Limone ha chiuso il capitolo sulla crescita edilizia non regolamentata, sicuramente perché la normativa attuale lo ha imposto, ma anche perché si è capito che continuare cosi non è più possibile. Limone è il classico esempio di uno sviluppo incontrollato, modello logico di un certo tipo di impostazione della società.

Relators: Paolo Mellano
Publication type: Printed
Subjects: A Architettura > AO Design
A Architettura > AF Buildings and equipment for leisure, social activities, sport
Corso di laurea: Corso di laurea specialistica in Architettura
Classe di laurea: UNSPECIFIED
Aziende collaboratrici: UNSPECIFIED
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/1365
Chapters:

PARTE PRIMA - L'AREA DI INTERVENTO E LO STATO DI FATTO

1. Quadro conoscitivo

1.1 Inquadramento storico: Limone Piemonte

1.2 Sviluppo edilizio di Limone Piemonte

2. Il Palazzo del ghiaccio

2.1 La vicenda del Palazzo del ghiaccio

2.2 Descrizione dello stato attuale dell'edificio

2.3 Prescrizioni di piano

PARTE SECONDA - IL PROGETTO

3. Analisi delle tipologie del progetto

3.1 Terme e centri benessere

3.2 L'ambiente piscina

3.3 Le strutture alberghiere

4. Il progetto

4.1 Motivazione scelta

4.2 Relazione illustrativa di progetto

5. Allegati tecnici

5.1 Chiusure perimetrali trasparenti

5.1.1 Facciata sud centro benessere

5.1.2 Vetri albergo

5.1.3 Porte finestre albergo

5.2 Sistemazione interna

5.2.1 Partizionamento interno spogliatoi centro benessere

5.3 Sistemazione esterna 5.3.1 Ascensore inclinato

5.4 Fotovoltaico

5.4.1 Pannelli solari a film sottile

5.4.2 Elementi fotovoltaici nella chiusura perimetrale trasparente

5.5 Isolamento termico

5.5.1 Taglio termico dei balconi

5.5.2 Isolanti naturali

6. Bibliografìa

7. Tavole

Bibliography:

Libri a stampa

E. BARTOLUCCI, Progettare la piscina. Pianificazione, tipologia,

tecnologie, normativa, Firenze, Alinea, 1999

F. BRUNA, P. MELLANO (a cura di L. Molinari e A. Isola),

Bruna&Mellano: architetture nel paesaggio, Milano, Skira, 2006

F. CIPULLO, E. FAROLDI, M. PILAR VETTORI Terme e

architetture: progetti, tecnologie, strategie per una moderna cultura

termale, Santarcangelo di Romagna, Maggioli, 2007

A. DE ROSSI, Architettura alpina moderna in Piemonte e Valle

d'Aosta, Torino, Aìlemandi, 2005

M. GALINDO, Ice àrchitecture, Berlin, Braun, 2008

A. GOTTFRIED, L'edilizia turistica e alberghiera (Quaderni del

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U. LATINA, M. C. TORRICELLI (a cura di), Edilizia per il turismo e la

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L. ZEVI (a cura di), 1/ nuovissimo manuale dell'architetto, Roma,

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Tesi

G. GIUSTETTI, D. GROS, Terme di Valdieri, rei. E. Moncalvo, C.

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P. DUTTO, Uso delle risorse ambientali nei centri turistici: il caso di

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Siti internet

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http://www.pilkington.com

http://www.regione.piemonte.it

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http://www.soema.it

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