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Senza una dimora. Strategie di adattamento alla vita di strada, percezioni spaziali e soluzioni abitative proposte

Enrico Aimone Ottone Ludovico Barale

Senza una dimora. Strategie di adattamento alla vita di strada, percezioni spaziali e soluzioni abitative proposte.

Rel. Elisabetta Forni. Politecnico di Torino, Corso di laurea in Architettura, 2007

Abstract:

Tesi sui senza dimora in Italia e a Torino, nella mia Facoltà, fino ad oggi non se ne sono viste. Eppure questa problematica oltre ad essere attuale, ci tocca da vicino, come società, come persone. Basta leggere alcuni titoli dei giornali per capire che il fenomeno è sotto gli occhi di tutti: "Stura, sotto il ponte dove osano i disperati", diceva un articolo tratto dal quotidiano La Stampa, oppure "Favelas d'Italia; nei gironi infernali dove casa e diritti non esistono" titolava il settimanale Panorama all'inizio del 2007. Molti nomi vengono dati a queste persone: barbone, clochard, senza dimora, homeless. Nella maggior parte dei casi tendiamo ad evitarli, allontanando il nostro sguardo da quella parte di Mondo, evitando il problema, perché non tocca di certo a noi risolverlo; sarà poi compito di qualcun altro. Non tutti, fortunatamente, ragionano così. I volontari e le istituzioni cercano, per esempio, di portare un po' di sollievo a queste persone: con un pasto caldo, con una doccia, con un posto letto. Ma nonostante tutto continuiamo a vederli per strada, ogni giorno, incuranti del clima e dei nostri commenti. Li troviamo sul sagrato di una chiesa o su un marciapiede a chiedere l'elemosina, oppure li vediamo mentre si riposano su una panchina in un parco. Di notte invece, non è difficile incontrarli mentre dormono dentro un sacco a pelo appoggiato su un cartone. Questa è l'immagine che ci danno, ma che cosa si nasconde dietro? Che cosa li ha spinti a vivere per la strada? Perché non riescono ad uscire da quella condizione? Quali sono le soluzioni abitative che vengono utilizzate per dormire in strada e quali quelle proposte dagli Architetti? Che cosa si può fare, concretamente, per aiutarli? Queste le principali domande che mi hanno spinto ad approfondire un tema così spinoso e controverso. Una delle maggiori curiosità, era poi quella di capire come un senza dimora potesse vivere, all'interno di uno spazio pubblico, una dimensione privata. Le persone sono solite svolgere alcune delle principali attività in luoghi privati: il lavarsi e il dormire fanno, per esempio, parte del nostro quotidiano. Difficilmente però riusciremmo a farle in una strada, in una piazza, sotto gli occhi di tutti. Il senza dimora invece è obbligato a compiere queste azioni in pubblico, è obbligato a togliere quei tabù mentali che la società di oggi ci impone. Questa Tesi si pone diversi obbiettivi: innanzitutto quello di identificare e capire come si possa diventare un senza dimora; successivamente verranno analizzati i dati sulla situazione italiana e di Torino; si cercherà poi di capire le politiche sociali adottate dalle amministrazioni pubbliche e infine verranno studiate le soluzione abitative proposte dai senza dimora e dagli Architetti per il ricovero notturno in strada.

Dormire per strada, come vedremo, presenta infatti non poche difficoltà. La scelta del luogo è importante per poter riposare al sicuro, sia dagli eventi meteorologici, che dai malintenzionati. Il senza dimora deve poi trovare delle soluzioni abitative provvisorie (in grado cioè di essere montate e smontate in tempi celeri) che lo riparino, per esempio, dal freddo nei mesi invernali. In tutto questo gli Architetti, progettisti per antonomasia, che cosa stanno facendo, quali soluzioni propongono?

Qualsiasi progetto ha un committente, reale o presunto, di solito si tratta di una persona disposta a spendere dei soldi in cambio di un luogo dove vivere, o dove produrre altri beni o servizi. In questo caso però, il committente sarà una persona senza soldi (o con una disponibilità molto limitata), che vive gli spazi privati negli spazi pubblici, con una costante mobilità all'interno della città in cui vive. Non tutti i senza dimora accettano infatti le condizioni delle strutture assistenziali, promosse dalle amministrazioni pubbliche. Il tempo trascorso in strada modifica profondamente le abitudini e la visione di queste persone. A volte viene preferita la strada, libera da vincoli e costrizioni, ad un sicuro posto letto in un dormitorio. Lo scopo di questo studio è quello di capire quali soluzioni abitative possano inserirsi tra quelle proposte dalle istituzioni e quelle costruite dai senza dimora. Le prime risultano molto spesso "invivibili" per una persona abituata alla libertà della strada; le seconde invece, inadatte, perché poco confortevoli e protettive. L'Architettura può e deve "dare una mano" a queste persone. Può perché sono molte le idee che possono essere applicate alla vita di strada. Deve perché le città di oggi si stanno chiudendo sempre più in loro stesse, escludendo gli scambi sociali tra le persone, creando enormi corridoi di passaggio. Nell'individualismo di oggi l'uomo pensa di aver trovato una nuova chiave di vita e non vede che è un enorme sbaglio per tutti. I senza dimora, considerati da molti un anello debole, un rifiuto della società, ci guardano da una diversa prospettiva. Con il loro camminare indeciso, vivono la città con regole e ritmi a noi sconosciuti. E anziché guardarli costantemente dall'alto verso il basso, potremmo per una volta provare a sederci come loro e scoprire insoliti punti di vista e percepire nuove e dure realtà.

Relatori: Elisabetta Forni
Tipo di pubblicazione: A stampa
Numero di pagine: 186
Soggetti: A Architettura > AO Progettazione
SS Scienze Sociali ed economiche > SSG Sociologia
SS Scienze Sociali ed economiche > SSF Scienze sociali
Corso di laurea: Corso di laurea in Architettura
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/984
Capitoli:

INTRODUZIONE

CAPITOLO 1 Carriera di Homeless

1.1 Premessa: definizione di Homeless - senza dimora

1.2 Gli Homeless e la storia

1.3 Gli Homeless oggi, vita di un "nuovo " senza dimora

1.4 Homelessness e condizione femminile

1.5 Giovani Homeless

CAPITOLO 2 Dati sulla situazione sociale dei senza dimora in Italia e a Torino

2.1 Premessa: le indagini

2.2 L'ampiezza del fenomeno dei senza dimora in Italia

2.3 Caratteristiche dei senza dimora in Italia

2.4 Risposte istituzionali ai bisogni dei senza dimora

2.5 Dati su Torino

CAPITOLO 3 Politiche sociali

3.1 Il circuito dell'assistenza

3.2 Politiche sociali a Torino, l'assistenza e i servizi

3.2.1 Emergenza freddo

3.3 Assistenza rifiutata per scelta

CAPITOLO 4 Processi di modellamento dello spazio pubblico e privato nella vita dei senza dimora

4.1 Politiche di esclusione urbana e strategie di sopravvivenza nello spazio pubblico

4.2 Strategie di adattamento alla vita di strada: la violazione dei tabù

4.3 Spazi interstiziali

4.4 Le Panchine

CAPITOLO 5 Esempi di soluzione individuale

5.1 Senza una dimora

5.2 Homeless a Torino, esempi fotografici

5.2.1 Giornali

5.2.2 Cartone n°1

5.2. 3 Cartone n°2

5.2.4 Materiali Misti

5.2.5 Roulotte a spinta

5.2.6 Roulotte sull'acqua

5.3 Osservazioni personali

CAPITOLO 6 Soluzioni proposte dagli Architetti

6.1 Less: strategie alternative dell'abitare, mostra Pac di Milano

6.1.1 Michael Rakowitz

6.1.2 Krzysztof Wodiczko

6.1.3 N55

6.1.4 Lucy Orta

6.1.5 Drè Wapenaar

6.1.6 Andrea Zittel

6.1.7 Marjetica Potrc

6.1.8 Maria Papadimitriou

6.2 Architettura e homeless house

6.2.1 Donald MacDonald

6.2.2 Martìn Ruiz De Azùa

6.2.3 Briggs

6.2.4 Richard J. L. Martin

6.2.5 Sean Godsell Architects

6.2.6 Michael Hoenes

6.2.7 Po.D

6.2.8 Openoffice & Copenhagenoffice

6.2.9 Quechua

6.2.10 APH

6.3 Osservazioni personali

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

APPENDICE

- Case di Accoglienza Notturna di Bassa Soglia

- Accompagnamenti

- Call Center

- Ambulatorio Socio Sanitario

- Boa Urbana Mobile

- Educativa territoriale di strada

- Strutture di primo e secondo livello

- Funzione degli accompagnamenti nelle strutture di autonomia

- Tipologie di strutture:

Le case di ospitalità di primo livello Le case di ospitalità residenziali

Le convivenze guidate

Gli alloggi di risocializzazione

- Capienza delle strutture presenti sul territorio e della loro dislocazione

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