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Lungo il Sangone: approcci per la progettazione di un sistema parchi

Irene Casalicchio, Valentina Frigeri

Lungo il Sangone: approcci per la progettazione di un sistema parchi.

Rel. Laura Sasso, Giovanna Cordato. Politecnico di Torino, Corso di laurea in Architettura, 2006

Abstract:

L'avvio di forme sinergiche di collaborazione tra più soggetti e di definizione approfondita delle criticità territoriali rappresentano due fattori indispensabili e strategici per garantire un governo del territorio razionale e sostenibile.

Si delinea in tal modo un quadro conoscitivo di riferimento sulla base del quale sono stati concentrati, da parte di soggetti pubblici e privati presenti sul territorio, opportuni interventi di riqualificazione dell'intera asta del torrente Sangone.

la pianificazione degli interventi di riqualificazione non solo rappresenta uno strumento per il recupero ambientale, ma costituisce, anche, l'avvio di un processo di valorizzazione finalizzato alla promozione e allo sviluppo territoriale.

Attraverso progetti e proposte, si è cercato di raggiungere una visione comune di una risorsa che, solo se gestita in modo sinergico, può rappresentare una reale opportunità di sviluppo in ambito territoriale, ambientale e locale.

Nell'ambito territoriale della Provincia di Torino, il torrente Sangone rappresenta uno dei corpi idrici maggiormente compromessi. In special modo si evidenzia una differenza sostanziale tra la sezione montana del torrente, caratterizzata da una vocazione turistica, e la sezione a valle, più compromessa, in cui sono localizzati i comprensori irrigui più estesi e si sono sviluppati i maggiori centri urbani ed insediamenti industriali. la specificità dell'area ha portato, nell'anno 2001, ad avviare un lavoro di indagine sul territorio, riguardante la situazione ambientale del torrente in collaborazione tra Provincia di Torino e l'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente del Piemonte (ARPA). Il campo di indagine ha interessato prima il tratto compreso tra Sangano e la confluenza del torrente nel fiume Po, e poi è stato esteso a monte di Sangano fino a Forno di Coazze. Da questo progetto di indagine è emerso che deve essere data priorità ad interventi di riqualificazione utili a migliorare la fruizione turistico-ambientale del torrente e delle aree perifluviali. E' condivisa infatti la convinzione che solo attraverso la fruizione ambientale dell'area è possibile restituire al torrente il ruolo di elemento essenziale del territorio e creare intorno a questo maggiore responsabilità e volontà di collaborazione per un suo miglioramento continuo.

"Tipico della sua natura torrentizia, il Sangone scorre verso Torino con portate d'acqua fortemente discontinue a seconda del _ratto o delle diverse stagioni. Gran parte del suo corso è caratterizzato dalle secche, causate dagli importanti prelievi. idrici, ma anche dovute alla particolare conformazione carsica del suo letto: le esigue quantità d'acqua scorrono infatti nel sottosuolo per riaffiorare in piccoli sporadici specchi d'acqua tra i ciottoli e la vegetazione"1 .

L'area tutelata si presenta fortemente disomogenea nella sua qualità ambientale e nei suoi paesaggi.

Le vedute montane tra Coazze e Giaveno fanno respirare la mente, aprendosi in spazi intensamente verdi contrastati da bagliori azzurri e bianchi delle acque; le antiche fabbriche, vecchi cotonifici e cartiere dismesse sono ormai parte integrante della natura: le ciminiere ricoperte di edere cambiano colore di stagione in stagione, regalando immagini verdi, gialle e rosse. Le sponde del torrente Sangone conservano la loro naturalità montana ricche di boschi e animali selvatici. A Coazze le cascate che il torrente intona sono presenti per un lungo tratto e vi è inoltre un'intera area dedicata alla raccolta dei funghi "real boulej" posta sotto tutela dalla Comunità Montana e dalla Regione Piemonte. Discendendo verso Giaveno, all'allargarsi del letto del fiume, si perde un poco il carattere di ruscello riscontrato in precedenza, ma si può godere sempre di spazi boschivi con pozze d'acqua che il Sangone forma cautamente, dando la possibilità ai fruitori del luogo di poter fare della balneazione, come nei tempi già antichi era possibile lungo tutto il letto del Torrente. Le iniziative del comune di Giaveno poco coinvolgono il Sangone, se non per scopi di ammodernamento resi necessari dalle alluvioni, come il nuovo ponte con lunghi tiranti in acciaio. Ecco che si scorge il primo impatto poco positivo dell'uomo sulla natura: stravolgere invece di valorizzare, degradare al posto di conservare. Questo è solo l'inizio della storia, scendendo con la dolcezza del torrente, lasciando la parte montana, ci si ritrova in un contesto impossibile: Trana e Sangano sono Comuni industrializzati, il torrente è solo una componente utile all'economia dell'uomo e a quasi null'altro. La tristezza delle discariche abusive, la noncuranza delle sterpaglie, l"inaccessibilità alle rive se non in modo pericoloso, ci portano da un sogno delizioso ad una realtà straziante.

1 REGIONE PIEMONTE, AAVV., Progetto Corona Verde: pianificazione strategica e governance, Rapporto intermedio, Allegato A3. Settore Pianificazione aree protette; Dipartimento Interateneo Territorio, Politecnico di Torino e Università degli Studi, Aprile 2006, pag. 6.

I panorami aperti dei territori agricoli tra Bruino e Rivalta, lasciano presto lo spazio a margini urbani degradati, spesso occupati da cave, orti urbani o stabilimenti industriali. Ma non tutto è compromesso: è ancora possibile individuare lembi di territorio che conservano quasi intatto il loro fascino naturale. A valle di Beinasco, e in particolare nei pressi di Nichelino, solo pochi lembi di fascia fluviale conservano ancora i caratteri naturali di un torrente che un tempo era meta privilegiata per le gite di molti torinesi e che nei secoli scorsi era l'affaccio dell' antica residenza sabauda di Mirafiori.

Oltre Nichelino il Sangone assume quasi l'aspetto di un "canale urbano". Il regime delle acque aumenta e le alte arginature in pietra lo separano dai margini edificati.

In corrispondenza delle Vallere confluisce nel Po. I saliceti ne accompagnano l'ultimo tratto in cui le sponde naturali, che digradano in lame sabbiose livellate, risultano ormai quasi pianeggianti.

Se si guarda oggi il luogo dove il Sangone si stringe fra l'edificato, è difficile immaginare quanto questo corso d'acqua fosse importante per le domeniche al fiume dei torinesi.

Non vi è più traccia, infatti, delle cabine ordinate e delle sabbie bianche che rendevano il Lido Vallere un luogo di grande attrazione.

Sulla destra, l'area del Parco delle Vallere costituisce con il Po un lembo di divagazione fluviale, dove i vasti paesaggi aperti consentono all'occhio un'ampia visuale sulla collina. Ma subito oltre la sponda, sulla sinistra orografica, si attestarono concessionarie d'auto e piccole fabbriche, fino all'impianto di captazione della SMAT che, costruito sull'area che negli anni '50 costituiva l'isola di divisione tra il Sangone e il Po, ha determinato la deviazione di quest'ultimo verso il Fioccardo e ne ha rettificato, arretrandolo, il percorso.

Questo destino di corso d'acqua chiuso dentro fa città si protrae attraverso i confini comunali, spesso alternati fra una sponda e l'altra, di Moncalieri, Nichelino e Torino.

Dalle ex Fonderie Limone, oggi una delle sedi del Teatro Stabile, prosegue verso monte dritto fra sponde erette di recente contro le alluvioni e muri di case che sembrano scivolare nell'acqua. In questo tratto, tuttavia, alcuni lembi di verde si fanno largo fino al Parco del Boschetto di Nichelino, sulla destra orografica, dove si apre un ampio spazio, dalle dimensioni simili al parco delle Valle re, che definisce un'oasi naturale sul limitare del denso edificato di Nichelino. Un nome quanto mai evocativo: ricorda i momenti di svago di casa Savoia che, poco distante, eresse la palazzina di Caccia di Stupinigi e che proprio lungo il Sangone insediò i giardini della residenza di Mirafiori. Il Boschetto, un parco urbano con forte disegno naturale, è oggi divenuto di proprietà comunale ed è oggetto di un importante intervento di riqualificazione, teso a valorizzare ed attrezzare questo lembo di Sangone caratterizzato da un paesaggio davvero originale, quasi di savana, con le robinie dalle chiome appiattite che fanno dimenticare, anche qui come a Vallere, la città che sorge poco oltre.

Sull'altra sponda si erge il terrazzo, occupato da orti urbani e da altre attività incompatibili con la fascia fluviale, su cui sovrasta il mausoleo della Bela Rosin, recentemente recuperato, e il nuovo Parco Colonnetti, a fianco di via Artom: ieri periferia dimenticata, oggi oggetto di piani di recupero urbano, dove l'ambiente rappresenta un elemento centrale.

Da questo punto in poi il paesaggio fluviale del Sangone soccombe di fronte all'incalzare di due dominanti del paesaggio periurbano: le reti viabilistiche e i capannoni industriali.

Lungo Strada del Drosso, sulla sinistra orografica, la sequenza di piccoli e grandi impianti industriali, inframmezzati da estese aree ad orti urbani (fenomeno sociale qui particolarmente esteso) prelude all'avanzare delle reti viarie, che dominano incontrastate sia a livello visivo sia a livello uditivo. La tangenziale di Torino, con l'innesto della Autostrada Torino-Pinerolo e l'immenso quadrifoglio collegato, pare voler soffocare quella serie di terrazzi digradanti che testimoniano la storia geologica del Sangone, anche se occupati quasi interamente da edificati. È il caso, ad esempio, del comune di

Borgaretto, che determina uno spostamento dell'area protetta proprio contro la sponda destra orografica.

Anche qui, nonostante tutto, riemerge un pezzo di storia. Il complesso del Castello del Drosso, ancora presente con le sue aree agricole circostanti, assume le vesti di una roccaforte del paesaggio agrario circostante il Sangone che ancora oggi, a partire da questo punto, segna con particolare evidenza la sponda sinistra orografica nei Comuni di Rivalta, Torino e Orbassano.

Il fiume viene nuovamente stretto tra l'edificato di Beinasco, che occupa l'intero suo territorio comunale, e l'asse costruito che conduce ad Orbassano: l'area protetta viene così ridotta ad un istmo, che di qui in poi, finalmente, raggiunge l'ampia area agricola presso Rivalta. Ma ancora un'intrusione si profila dall'alto: la piastra del SITO, infatti, preannuncia nuovi interventi viabilistici e un nuovo ponte di attraversamento del Sangone verso Orbassano mentre, sulla sinistra orografica, domina ancora la schiera di capannoni industriali.

Restano comunque aperte, fra piccole e vecchie depressioni di cava ed un'agricoltura a tratti degradata, le superfici del paesaggio periurbano agrario che consentono finalmente di cogliere il profilo delle Alpi e, più vicino, del Monte San Giorgio di Piossasco a Sud-Ovest. Dopo l'alluvione dell'ottobre 2000 gli interventi di regimazione e sistemazione idraulica, ispirati ai nuovi principi del Piano dell'Autorità di bacino, hanno qui consentito al Sangone di divagare liberamente, con sponde riqualificate e porzioni di parchi fluviali urbani; il Parco lIenya Giusti, con il Centro di Educazione ambientale di Orbassano, e gli interventi di riqualificazione di cave, quali l'area di Cave Sangone, sono esempi di azioni di recupero, difficili, ma che anche in questo contesto segnano un cambiamento di tendenza.

In questa zona sorge anche uno dei nodi di recupero ambientale di più complessa soluzione: gli impianti industriali dell'Orna e della Chimica Industriale, due passività ambientali divenute però oggi sito di bonifica di interesse regionale e che sono state oggetto di una forte azione anche a livello comunale. Queste aree, una volta recuperate, saranno un ulteriore segnale di cambiamento ed il loro recupero potrà rappresentare un modello di riferimento per restituire a questo territorio una dignità come luogo di vita e come paesaggio. D'altronde, proprio sulla sponda opposta del Sangone, fra Rivalta e Bruino al di sotto dei primi rilievi del sistema collinare morenico che si protende verso Rivoli, sembra si sia voluto conservare un lembo di paesaggio agrario di fascia fluviale storico, a ricordo ed esempio di un riferimento di paesaggio da ricostruire.

Fra le Cascine Boccardo, Tavella e Rifoglietto si apre un paesaggio rurale quasi intonso, con filari di salici, gelsi, rogge e sentieri che dalla piana salgono al bosco, con castagni al posto di sole robinie e percorsi storici antichi che ci parlano di vie di passaggio importanti, con un guado in acciottolato ancora conservato sul Sangone, dal quale si giunge sino al Castello medioevale nel centro di Rivalta, in un borgo che conserva intatta la memoria del passato.

E' questa una connotazione di tutti i centri che costeggiano il corso del Sangone e che posseggono una tradizione e una storia: piccoli e significativi centri storici, circondati da una vasta schiera di edificato che sembra aver cancellato la loro storia, ma che, se opportunamente raccordati fra di loro mantenendo vivi e liberi i percorsi di collegamento, possono ancora fornire una qualità ambientale non del tutto persa.

Un territorio fluviale originale, in particolare per la sua straordinaria vicinanza al bacino montano che lo alimenta e ai rilievi morenici valsusini, che in passato era ritenuto luogo fertile per la produzione agricola e ideale per lo svago "fuori porta", è oggi, uno dei nodi del paesaggio peri urbano da riqualificare.

I piccoli, ma significativi lembi di territorio dove si sono salvati quei paesaggi aperti, dal Rifoglietto alle Vallere, passando per il Castello del Drosso, sono ancora quella spina dorsale di base che può dare al Sangone un futuro di corso d'acqua vocato al loisir. Affinché questo si realizzi, tuttavia, va affrontato, in primis, l'antico tema dello sfruttamento idrico, che canali e bealere gestite con criteri non moderni rendono ormai non più accettabile: è necessario e improrogabile, pertanto, sottoscrivere un "contratto per il fiume", per ridargli vita e dignità2.

Bisogna inevitabilmente legare questo discorso all'intorno del fiume, localmente e puntualmente, trattando come argomento principale i parchi che si affacciano sulle rive del Sangone: alcuni sono stati recuperati e trasformati in oasi, altri sono in via di sviluppo, altri ancora non esistono nel modo più assoluto. Essendo il Torrente un unicum, la conseguenza immediata è che anche i suoi parchi devono essere tali, collegati tra loro di modo che sia la continuità il carattere predominante per ridare vita alla naturalità una volta presente nel territorio e perché l'uomo ne possa godere in piena libertà e responsabilità. L'unico progetto per ora in via di attuazione, che rispecchia questo modo di pensare, sono le piste ciclabili, in parte della Provincia di Torino e della Regione Piemonte ed in parte delle Greenway. Questa viabilità alternativa consente di costeggiare quasi tutto il Sangone, lasciandolo per brevi tratti. Nonostante ciò, la resa non è sufficiente, perché non integrale, in quanto la parte più ricca di attrezzature corrisponde all'area urbana e semirurale. La constatazione principale è quella di una disomogeneità nella trattazione del Torrente, con una predilezione per le aree più vicine al torinese, per dar ancora più lustro alla città. Questa motivazione fa diventare tutte le aspettative pallide e prive di speranze, è necessario, se non fondamentale, concertare, incentivare e lavorare in modo integrato e sinergico su tutto il fronte, senza avere la tendenza a privilegiare delle parti al posto di altre, poiché l'essenza di un ambiente unico nel suo genere possa esistere.

Relatori: Laura Sasso, Giovanna Cordato
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GH Scienze Ambientali
U Urbanistica > UF Parchi
G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GG Piemonte
Corso di laurea: Corso di laurea in Architettura
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/885
Capitoli:

INTRODUZIONE

1. SANGONE. COSA?

1.1 Inquadramento territoriale

1.2 La Comunità Montana Vai Sangone

1.2.1 Coazze

Tavola 1

1.2.2 Giaveno

Tavola 2

1.2.3 Trana

Tavola 3

1.2.4 Sangano

Tavola 4

1.3 L'ente Parco Po

1.3.1 Bruino

Tavola 5

1.3.2 Orbassano

Tavola 6

1.3.3 Rivalta di Torino

Tavola 7

1.3.4 Beinasco

Tavola 8

1.3.5 Nichelino

Tavola 9

1.3.6 Torino

Tavola 10

1.3.7 Moncalieri

2. PERCORSO FOTOGRAFICO

2.1 Introduzione

2.2 Coazze

2.3 Giaveno

2.4 Trana

2.5 Sangano

2.6 Bruino

Tavola 1

2.7 Orbassano

Tavola 2

2.8 Rivalta di Torino, frazione Pasta

Tavola 3

2.9 Beinasco

Tavola 4

2.10 Nichelino

Tavola 5

2.11 Torino

Tavola 6

3. SANGONE. COME?

3.1 Gli strumenti di pianificazione

3.1.1 Il Piano Territoriale Regionale

Stralcio del Piano Territoriale Regionale

3.1.2 Il Piano Territoriale di Coordinamento.

Stralcio del Piano Territoriale di Coordinamento

3.1.3 I Piani di settore

3.1.3.1 Il Piano di Bacino del Po

Stralcio del Piano di Bacino del Po

3.1.3.2 Il Progetto Territoriale Operativo del Po

Stralcio del Progetto Territoriale Operativo del Po

3.1.3.3 Il Piano di Area del Parco Fluviale del Po - in particolare Area stralcio Torrente Sangone

3.2 Le progettualità

3.2.1 Il Programma di Sviluppo Locale �per lo sviluppo del Sistema

unitario di fruizione e gestione del territorio del Parco

fluviale del Po - tratto torinese:

piano di azioni coordinate per la costituzione di un soggetto

gestore del Sistema e per il miglioramento delle infrastrutture

territoriali ed ambientali delle aree del corridoio fluviale

del Po fra gli ambiti di Corona Verde e della Confluenza Dora

Baltea-Po�

3.2.2 Misure a regìa regionale: DOCUP 2000-2006 Asse 3 sviluppo

locale e valorizzazione del territorio

3.2.2.1 Misura 3.1.a �Progetto Integrato di sviluppo socio economico

di Area�

3.2.2.2 Misura 3.1.b �Sistema della Corona Verde�

3.3 Progetti

3.3.1 Torino Città d'Acque

3.4 Attori

3.4.1 Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale

3.4.2 Ente Parco Po

3.4.3 Agenzia per lo Sviluppo del Sud-Ovest di Torino

3.4.4 Comune di Torino, Provincia di Torino e Regione Piemonte

3.4.5 Patto Territoriale del Sangone

4. I PROGETTI DEI COMUNI

4.1 Bruino

4.1.1 Progetto di riqualificazione naturalistica della fascia fluviale su sponda destra del Torrente Sangone: relazione tecnica

4.1.2 DOCUP Obiettivo 2 Linea di Intervento 3.1b Sistema della Corona

Verde

Tavola 1

4.2 Orbassano : Parco fluviale del Sangone, progetto esecutivo delle

aree di proprietà pubblica: relazione tecnica

Tavola 2

4.3 Rivalta di Torino fraz. Pasta: DOCUP Obiettivo 2 Linea di Intervento 3.1b

Sistema della Corona Verde Tavola 3

4.4 Beinasco

4.4.1 Parco Sangone lotto 1 - Sistema della Corona Verde 4.4.2 Area

PA 223 e Area F

Tavola 4

4.5 Nichelino: Area del Bischetto - Sistema della Corona Verde

Tavola 5

4.6 Torino: Parco Sangone Lotto 2 - Torino Città d'Acque, Tavola 6

5. IL CONCETTO DI GREENWAYS

5.1 Il significato di �percorso verde� e l'originalità dell'idea

5.2 Origini storiche e riferimenti culturali

5.3 Le visioni Americane ed Europee

5.3.1 Il �significato americano� di Greenway.

5.3.2 Il concetto di Greenway in Europa

5.4 Caratteri, tipologie e funzioni dei percorsi verdi

5.5 Le Greenways in fase di attuazione sul Sangone

5.5.1 Analisi del tracciato

6. ESEMPI DI PROGETTAZIONE DI PARCHI

6.1 I cunei verdi

6.1.1 Il Regionalpark Rhein-Main e l'Emscher Landschaftspark

6.1.2 De Groen Hart della Randstad olandese

6.1.3 Il cuore verde del Texas: l'acqua e la pianificazione di scenari nella regione di Austin e di San Antonio.

6.2 Alcune esperienze di cinture verdi in Europa

6.2.1 La ceinture verte de la métropole parisienne

6.2.2 Die Frankfurt GruunGurtel

6.2.3 GrunGurtel und Grunzuge fur Munchen.

6.2.4 In breve: due esperienze spagnole

6.2.5 l'approccio italiano all'idea di cintura verde

6.2.6 Milano: una cintura verde "di fatto" per l'area metropolitana

6.2.7 Torino: Corona Verde, uno strumento di valorizzazione del

paesaggio

6.2.8 Napoli: il parco regionale metropolitano delle colline

6.2.9 Roma: la "ruota verde", un'immagine accattivante

6.2.10 Novara: l'idea di cintura verde nel Piano Regolatore

6.2.11 Ravenna: la cintura verde, l'idea in attuazione

6.3 Tutela della aree agricole

6.3.1 Torino: il Parco per la Tangenziale Verde, un possibile modello

di gestione per la tutela delle aree agricole periurbane

7. SANGONE. PERCHÈ? OBIETTIVI E CONCLUSIONI

7.1 Sostenibilità: un termine, molti significati

7.2 Filosofia e riflessioni sulle Greenways

7.3 Criticità e valenze lungo il Sangone

7.4 Idea di unicu

7.5 Criticità puntual

7.6 Elementi utili per un approccio progettuale

7.7 Le prospettive di sviluppo dell'idea: un approccio metodologico

per la realizzazione dei sistemi di parchi

7.8 Soluzioni prospettate

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI E SITI INTERNET CONSULTATI

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