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"I colori di San Benigno"

Emma De Paoli

"I colori di San Benigno".

Rel. Giovanni Brino. Politecnico di Torino, NON SPECIFICATO, 2005

Abstract:

II centro storico di San Benigno è caratterizzato da una mancanza di ordine nelle facciate a cui un piano del colore e Regolamento dei materiale dovrebbe sopperire. Infatti sin ora le attenzioni sui colori e sui materiali delle facciate sono state circoscritte all'area del Ricetto, l'area che si sviluppa intorno all'abbazia di Fruttuaria e che fungeva da rifugio (da Receptus= Rifugio) in caso di bisogno.

Quest' area dunque è stata oggetto di un piano del colore che salvaguarda i colori della tradizione di San Benigno canavese.

Le facciate del centro storico invece mancano di omogeneità e di autenticità rispetto ai colori della tradizione. Qui negli ultimi decenni, soprattutto a partire dagli anni 50 del Novecento, le facciate sono state restaurate senza un criterio formale e secondo il gusto dei singoli cittadini, provocando la perdita di un'identità storica dei colori e dei materiali. Alcuni interventi pur non seguendo i dettami degli antichi Regolamenti non deturpano l'immagine del centro storico, altri invece rappresentano una vera e propria "violenza estetica".

L'indagine per il rilevamento dei colori storici è stata effettuata attraverso il prelevamento di campioni sul luogo.

Successivamente per ogni facciata è stata effettuata una schedatura che raccoglie tutti gli elementi presenti sulla facciata, i materiali e i colori. Siccome le facciate sono state

tinteggiate più volte nel corso degli anni, nelle schede sono stati riportati tutti gli strati classificati in base alla loro profondità.

In seguito, tenendo in considerazione anche la tavolozza dei colori, elemento che permette di raccogliere i principali colori storici(tinte a calce) del centro storico di San Benigno, è stata effettuata un'ipotesi di progetto di restauro per le facciate.

Per ogni facciata sono state inserite le foto che testimoniano lo stato di fatto dei fabbricati e che, dove possibile, è stato confrontato mediante foto storiche con la condizione originaria, le schede e i disegni di progetto in scala 1:100.

Inoltre dare un'idea di come i colori si sviluppano per le vie del centro storico sono state rappresentate le mappe cromatiche e delle tipologie di facciate in scala 1:1000. Nei disegni rientrano anche le strisciate delle singole vie prese in considerazione rappresentate in scala 1:500. seguenti:

1.Ricerca storica e iconografica sui colori e sui materiali, attraverso documenti reperiti in archivi storici pubblici e privati e fonti bibliografiche.

La ricerca storica, condotta presso archivi pubblici e privati, ha rivelato pochi

elementi validi per la redazione del piano soprattutto per quanto concerne i colori e

la ricerca iconografica non ha prodotto i frutti desiderati.

Infatti le uniche foto storiche di San Benigno sono legate all'Abbazia di Fruttuaria e

non rivelano nulla circa i colori delle facciate del centro storico.

Ci sono alcune foto trovate nell'archivio edilizio che riguardano interventi di restauro

fatti in epoca piuttosto recente. Queste foto talvolta permettono di risalire a delle

caratteristiche che talvolta sono state cancellate da successivi interventi, ma che

non danno alcuna testimonianza certa dei colori originari.

2.Ricerche sui materiali impiegati nelle facciate

Le ricerche sui materiali impiegati nella facciate, effettuate sia attraverso rilievi in sito che attraverso fonti documentarie d'epoca, hanno testimoniato l'utilizzo di una particolare tipologia di intonaci "all'Italiana" (intonaco a base di calce forte e aggregati idraulicizzanti e finitura in stucco formato da calce dolce e polvere di marmo), che per quanto riguarda le pitture a calce ed i materiali lapidei a vista.

3.Analisi degli intonaci e delle coloriture attraverso il prelevamento di campioni in sito.

I campioni analizzati hanno rilevato l'utilizzo di particolari tinte a calce per i fondi (per esempio il blu e il rosso mattone) e per i basamenti (per esempio il grigio) che non sono più stati utilizzati e che rischiano di andare perdute come testimonianze storiche. E1 stata rilevato inoltre un utilizzo piuttosto esteso di basamenti e zoccoli dell' intonaco colorato in pasta e spruzzato per i basamenti e gli zoccoli e dell' intonaco colorato in pasta e rasato per i rilievi.

L'indagine sul luogo ha inoltre confermato la presenza di molte facciate listate, caratterizzate da corsi di mattoni a vista intervallati da parti intonacate(con intonaco grezzo o colorato)tipiche dei fabbricati rurali della zona del Canavese.

4.Elementi accessori presenti nelle facciate.

Ad integrazione della ricerca sui materiali impiegati nelle facciate del centro storico, è stato effettuato un rilievo degli "accessori" storici e attuali presenti nelle facciate vdi San Benigno, di tipo non edilizio. Le principali tipologie di accessori rilevate sono le seguenti:

1.Elementi di arredo urbano storico (targhe viarie, numeri civici, insegne, corpi illuminanti ecc).

2.Verde privato, un elemento molto diffuso sulle facciate e nei cortili, che contribuisce al miglioramento dell'estetica generale delle facciate stesse, come appare evidente dagli esempi più significativi rilevati in sito.

3.Ripari tradizionali e attuali (tende, pensiline ecc), attuati spontaneamente dagli stessi abitanti per difendersi dagli agenti atmosferici e per difendere la privacy.

5.Capitolato dei lavori di restauro delle facciate.

Per facilitare il restauro corretto delle facciate, è stato istituito un "Capitolato generale dei lavori di restauro", che prende in considerazione tutte le tipologie più significative di facciate presenti nel centro. Le tipologie di facciate (o parti di facciata) considerate sono le seguenti:

1. facciate (o parti di facciate) intonacate e tinteggiate a calce;

2. facciate (o parti di facciate) in mattoni a vista;

3. facciate (o parti di facciate) "listate", con fasce di muratura in pietrame a vista o intonacata alternate a liste di mattoni a vista;

4. facciate (o parti di facciate) in finta pietra, finto travertino, finto granito ecc;

5. facciate (o parti di facciate) in intonaco spruzzato;

6. facciate (o parti di facciate) in intonaco colorato in pasta;

7. facciate (o parti di facciate) decorate a "graffito";

8. facciate (o parti di facciate) decorate a "stucco";

9. facciate (o parti di facciate) decorate in trompe-l'oeil; 10. facciate (o parti di facciate) modernizzate; 11. facciate moderne.

6.Rilievo grafico delle facciate degli edifici storici più significativi del centro storico

Il rilievo grafico delle facciate degli edifici storici più significativi, effettuato su supporto

informatico, si è proposto un triplice scopo:

1.evidenziare tutte le "superfetazioni" che inquinano le facciate storiche (rivestimenti lapidei impropri dei basamenti, tubazioni del gas, cavi elettrici e telefonici, residui di insegne al neon e a cassonetto ecc), che si sono andate

accumulando in questi ultimi decenni sulle facciate, al fine di poterle rimuovere sistematicamente;

2.mettere in luce le "lacune", di cui per fortuna esistono ancora delle tracce evidenti, di decorazioni architettoniche e pittoriche in parte scomparse, che un tempo animavano queste facciate (cornici marcapiano e a livello dei davanzali, dipinti murali, meridiane, finte finestre, finte persiane, insegne dipinte, targhe viarie e numeri civici storici ecc), al fine di poterle restaurare o ripristinare in base al modello originario, a seconda dei casi;

3.servire, infine, da supporto per la diagnostica (stratigrafie, mappatura del degrado ecc.) e per il progetto di recupero, che fa riferimento al Capitolato generale dei lavori di restauro da effettuare.

7.Progetto di restauro cromatico delle facciate del centro storico.

I colori delle facciate delle facciate più significative, di cui sono stati accertati i colori mediante stratigrafie, sono stati riportati sui rilievi grafici effettuati in sito, dopo aver eliminato le "superfetazioni" ed effettuato le integrazioni delle "lacune", messe in luce in sede di rilievo.

8.Schedatura dei colori e dei materiali delle facciate.

Il rilievo delle singole facciate è stato corredato da schede, anch'esse informatizzate, che riportano i dati relativi ai materiali e ai colori rilevati in sito mediante il sistema di notazione NCS (Naturai Color System) ed il sistema di denominazione standard ISCC.NBS, con il riferimento al Capitolato generale di restauro delle facciate.

9.Tavolozza dei colori, Mappa cromatica e Mappa delle tipologie di facciate del centro storico.

I dati emersi dai rilievi e dalle schede sono stati visualizzati attraverso alcuni elaborati particolari:

1. la "Tavolozza dei colori", che rappresenta il catalogo dei colori reperiti attraverso i rilievi, le stratigrafie e le fonti iconografiche d'epoca;

2. la "Mappa cromatica", che costituisce la rappresentazione alla scala urbana dei colori delle facciate storiche presenti nel centro storico, accertati attraverso rilievi e stratigrafie e visualizzati mediante appositi simboli.

3. "Mappa delle tipologie delle facciate", che costituisce la rappresentazione alla scala urbana, per mezzo di simboli particolari, delle varie tipologie di facciate presenti nel centro storico e trattate nel "Capitolato del restauro delle facciate".

10. Rilievo delle facciate moderne ed eventuale progetto di recupero.

Le facciate moderne presenti in grossa percentuale rispetto alle facciate storiche meritano

una particolare attenzione sia come testimonianza di un deturpamento(non in tutti i casi)

dell'immagine del comune di San Benigno sia come punto di partenza per un piano di recupero di queste facciate.

Gli elementi del Piano del colore e Regolamento dei materiali del Centro storico di San Benigno Canadese , sintetizzati nei punti precedenti e sviluppati nella relazione allegata, sono naturalmente suscettibili di ulteriori aggiornamenti e perfezionamenti, nel confronto con l'Amministrazione Comunale e con la Soprintendenza per i Beni Ambientali e per il Paesaggio e soprattutto in funzione di quanto potrà emergere ancora in fase di esecuzione del Piano stesso.

Un problema certamente difficile da risolvere, ma che dovrà essere affrontato in modo positivo, è costituito infine dal "recupero del moderno", vale a dire dalla riqualificazione delle facciate dell'edilizia della seconda metà del secolo scorso, realizzate con materiali e tecniche diverse da quelle tradizionali dell'edilizia storica.

L'edilizia "moderna", che non è recuperabile con un mero restauro conservativo come può avvenire per il patrimonio storico, è del resto ormai in fase di degrado e necessita non solo

di essere restaurata, ma riqualificata (cioè corretta e migliorata sia funzionalmente che esteticamente).

Il "recupero del moderno", pur essendo ormai sentito dalla cultura architettonica più avanzata come, a suo tempo, negli anni '80 del secolo scorso, era stato sentito il problema

del restauro del patrimonio storico, cogliendo impreparati gli operatori del settore

(architetti, imprese, amministrazioni ecc), non è ancora stato codificato, anche se esistono naturalmente dei tentativi di soluzione di questo problema.

Da questo punto di vista, il centro storico di San Benigno Canavese potrebbe costituire un laboratorio di ricerca ideale nel campo del "recupero del moderno", oltre che nel campo del

restauro del patrimonio storico.

Il "recupero del moderno" non può essere tuttavia risolto unicamente a livello di normativa, ma va incoraggiato in qualche modo e sperimentato concretamente con gli architetti ed i

tecnici coinvolti in tali operazioni, in coerenza col carattere aperto di questo Piano.

Relatori: Giovanni Brino
Tipo di pubblicazione: A stampa
Parole chiave: restauro - centro storico - ricetto - colori - materiali - restauro cromatico
Soggetti: R Restauro > RC Restauro urbano
Corso di laurea: NON SPECIFICATO
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/671
Bibliografia:

- Viola Luciano,Fruttuaria : " Un modello e una proposta" Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino . Relatore : Professore Umberto Chierici, correlatori : Professoressa Vera Comoli e Professore Carlo Goria 1975.

- Viola Luciano , L'abbazia di Fruttuaria e il comune di San Benigno, Ivrea, 1984.

- Autori vari, Contributi allo studio e alla Programmazione Territoriale dell'Area Canavesana - Progetto integrato di Sviluppo Turistico : Le Ali del Nuovo Millennio in un Angolo del Canavese -Palazzo di piacere e di caccia, Torino 1574 (Ristampa anastatica, Torino 1966).

- Marziano Bernardi, Castelli del Piemonte, Torino 1961.

- Augusto Cavallari Murat, Lungo la Stura di Lanzo, Istituto Bancario San Paolo di Torino 1972.

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