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Le rovine della pieve romanica di Areglio: Dalla ricerca storica agli studi per la conservazione e la valorizzazione

Maria Vittoria Tappari

Le rovine della pieve romanica di Areglio: Dalla ricerca storica agli studi per la conservazione e la valorizzazione.

Rel. Carlo Mario Tosco, Francesco Novelli. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio, 2017

Abstract:

Questo studio nasce dal desiderio di voler offrire un contributo volto alla conoscenza e alla promozione del valore culturale intrinseco alle nostre campagne, risultato di una densa stratificazione storica e testimonianza di un paesaggio che si è trasformato nel corso dei secoli.

Negli ultimi anni, a seguito dei contributi apportati dalla Convenzione Europea sul Paesaggio (2000) e dalla Convenzione di Faro (2005), si stanno promuovendo programmi

volti alla valorizzazione del paesaggio rurale e dei suoi valori culturali, guidati dalla consapevolezza che uno sviluppo culturale non è svincolato da quello turistico ed

economico, secondo il concetto di “Paesaggio culturale” promosso dall’UNESCO. Si sta quindi cercando di promuovere un turismo sostenibile verso le campagne basato su circuiti

culturali in grado di valorizzare i piccoli borghi rurali che, minacciati dal problematico fenomeno dello spopolamento, potrebbero rinascere proprio attraverso il turismo e la cultura.

La mia tesi nasce da queste premesse, dall’intento di recuperare la memoria di una testimonianza storica e architettonica “dimenticata”, che si propone di inserire all’interno di un percorso culturale di valorizzazione del paesaggio attivo sul territorio, in grado di

contribuire allo sviluppo turistico dei borghi rurali.

La scelta del tema d’analisi è ricaduta su una pieve romanica dell’XI secolo oggi allo stato

di rudere: Santa Maria di Areglio, nei pressi di Borgo d’Ale (VC).

La tesi si articola a partire dalla ricerca storica che mi ha portata, in primo luogo, a definire i rapporti politico-giuridici e i processi insediativi che hanno contraddistinto la zona in oggetto in epoca medievale e successivamente a ricostruire le fasi cronologiche che

hanno interessato la pieve, supportate dallo studio e dalla trascrizione delle visite pastorali. Sono seguite indagini sulla struttura architettonica e sulle murature che hanno

portato alla descrizione degli alzati e alla definizione del degrado.

Come esplicato in premessa, lo studio su questo manufatto non si è voluto affrontare in maniera disconnessa rispetto agli altri edifici religiosi presenti sul territorio, riconducibili ad una sorta di “paesaggio del sacro” ruotante intorno ad Ivrea, e per questa ragione l’analisi

sulle murature è stata estesa alle altre chiese dell’anfiteatro morenico di origine medievale e i risultati ottenuti sono stati sintetizzati in un progetto GIS, in modo da poterli visualizzare graficamente, attraverso carte tematiche.

Successivamente si è cercato di definire in che modo, nel corso della storia, ci si è approcciati alle rovine architettoniche, analizzando e confrontando diversi edifici religiosi conservati allo stato di rudere in Europa, focalizzando l’attenzione soprattutto sul tipo di

restauro adottato e sulle scelte di valorizzazione in atto.

In linea con l’approccio culturale condiviso nel dibattito attuale, ho deciso di proporre un restauro di tipo conservativo, in grado di far emergere lo stretto rapporto tra l’architettura e il paesaggio e allo stesso tempo di stimolare il visitatore a riflettere sui concetti di storia,

memoria e percezione. Le scelte progettuali proposte si basano sulla ricerca storica effettuata e sono volte alla valorizzazione e alla fruizione pubblica del monumento,

interpretato come un polo culturale capace di trasmettere valori storici e culturali. Il progetto, infatti, mira a fare delle rovine della pieve lo scenario per eventi ed attività culturali e didattiche immerse nel verde rivolte alla comunità.

Infine, con la consapevolezza che questo sito non potrebbe dare una risposta positiva senza una corretta gestione e un programma di valorizzazione mirato e coordinato a più livelli sul territorio, si propone di inserirlo all’interno di un circuito culturale attivo, col fine di “mettere in rete” le chiese romaniche attraverso una promozione unitaria, basata su un dialogo capace di coinvolgere tutti gli utenti interessati in una partecipazione integrata.

Per ulteriori informazioni contattare:

Maria Vittoria Tappari

e-mail s254525@studenti.polito.it

Relatori: Carlo Mario Tosco, Francesco Novelli
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: A Architettura > AF Edifici e attrezzature per il tempo libero, le attività sociali, lo sport
A Architettura > AL Edifici e attrezzature per l'istruzione, la ricerca scientifica, l'informazione
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/6235
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