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Architetture per l'elettricità : opere e infrastrutture dell'A.E.M. di Torino (1907-1997)

Rosalia Sandrone

Architetture per l'elettricità : opere e infrastrutture dell'A.E.M. di Torino (1907-1997).

Rel. Guido Montanari. Politecnico di Torino, Corso di laurea in Architettura, 2016

Questa è la versione più aggiornata di questo documento.

Abstract:

INTRODUZIONE

La presente tesi ha lo scopo di studiare il patrimonio costruito, nel secolo scorso, dall'Azienda Elettrica Municipale di Torino (A.E.M.) per la produzione, trasmissione e distribuzione dell'energia elettrica.

L'idea nasce dalla volontà di descrivere e raccogliere la maggior parte dei documenti relativi ai manufatti progettati e costruiti dall'A.E.M., in modo da testimoniare, nei tempi a venire, la consistenza delle opere e delle infrastrutture e l'importanza che ancora oggi rivestono nel settore energetico. L'idea è maturata negli ultimi anni ed è stata favorita dalla condizione di essere dipendente, prima dell'A.E.M. e ora di Iren S.p.A.

Al fine di sviluppare la conoscenza generale delle opere, si sono svolti sopralluoghi, in tutte le località, dove sono collocati gli impianti idroelettrici e termici di Iren S.p.A., e si è acquisita la documentazione fotografica indispensabile per poterla confrontare con i progetti conservati negli archivi e comprenderne la loro trasformazione. Con la collaborazione di parecchi colleghi è stato possibile accedere e visitare direttamente la maggior parte degli impianti di seguito descritti.

La ricerca è effettuata direttamente presso gli archivi dell'ex Servizio Costruzioni dell'A.E.M. di Torino e Rosone. Gli archivi contengono progetti, relazioni e documenti, dalla nascita dell'A.E.M. sino a oggi. Il materiale conservato è costituito da numerosi progetti (di massina, definitivi e di collaudo) di tutte le opere edili e idrauliche e delle varie derivazioni. I disegni dei primi decenni del Novecento sono acquerellati, ricchi di particolari e spesso senza data. Non mancano i progetti per il calcolo statico delle dighe e strutturale delle costruzioni in cemento armato, eseguiti direttamente dai tecnici A.E.M.. Una limitata parte dei documenti è stata trovata presso l'Archivio Storico della Città di Torino. La ricerca è inoltre arricchita da un'ampia documentazione storico-fotografica, consultata su supporto informatico presso Iren. Tale documentazione, è stata molto utile per comprendere le varie fasi realizzative dei singoli manufatti, degli strumenti e dei mezzi utilizzati dalle maestranze in fase di esecuzione dei lavori.

Dopo l'indagine dei documenti, in parte scansiti o fotografati, è stato possibile tracciare il percorso conoscitivo delle fasi di realizzazione degli impianti e delle relative infrastrutture. Il percorso è stato supportato da fonti bibliografiche, mediante le quali si sono potute tracciare le fasi storico-architettoniche dell'intero sistema elettrico. Tutti i documenti e i testi acquisiti sono stati analizzati e successivamente organizzati, seguendo l'ordine cronologico della realizzazione degli impianti, iniziando dal territorio della Città di Torino e, in seguito, estendendolo alla Valle Dora e alla Valle Orco.

La tesi si presenta in due volumi: il primo descrive nei particolari, e con l'ausilio di fotografie recenti, le caratteristiche costruttive e la funzione delle opere e delle infrastrutture; il secondo presenta, in forma di allegati, gli elaborati progettuali, le planimetrie e la documentazione storico fotografica relativa a quanto analizzato nel volume precedente. Il contenuto si articola in sette capitoli, di cui i primi tre affrontano la nascita e lo sviluppo della nuova forma di energia, il contesto socio- politico-economico, in cui si trova Torino nei primi anni del Novecento, la costituzione dell'A.E.M. e le conseguenze del trasporto dell'energia elettrica in termini paesaggistici e architettonici; i successivi capitoli descrivono le opere e riportano i progetti dei manufatti realizzati nei territori di produzione.

Inizialmente si analizza il periodo precedente l'unificazione d'Italia, in cui Torino, grazie alle funzioni burocratico-militari del dominio dei Savoia, è un centro importante in continua crescita e con un solido equilibrio sociale. Con la perdita del titolo di capitale politica, la stabilità viene messa in discussione e provoca una grande incertezza nella popolazione. Il trasferimento delle massime istituzioni dello Stato, degli uffici pubblici, di numerose banche e di importanti società d'affari comporta anche la progressiva scomparsa di industrie, specialmente quelle di lusso legate al sistema statale, generando una grave crisi economica. La situazione sociale e politica coglie Torino impreparata e la costringe a ricercare un nuovo sistema di sviluppo. L'Amministrazione comunale promuove un censimento con lo scopo di rilevare la situazione e l'eventuale potenzialità della Città, per una conversione della base produttiva da terziaria a industriale. Dall'indagine emerge un quadro poco confortante: i redditi derivati dalle attività amministrative e militari prevalgono nettamente su quelle artigianali e industriali e le industrie presenti sul territorio non sono in grado di trainare, in tempi ragionevoli, lo sviluppo industriale. Per garantire un sicuro avvenire alla Città, l'Amministrazione deve intervenire sull'abbattimento dei costi in generale (manodopera, prezzi al consumo, trasporti, ecc.) e soprattutto su quelli dell'energia.

Per permettere la riduzione dei costi, in un territorio privo di risorse naturali, sopraggiungono due fondamentali scoperte legate all'elettricità: la possibilità di trasportare l'energia a distanza e l'invenzione del motore a campo rotante da parte dello scienziato Galileo Ferraris.

Finalmente la posizione delle industrie è svincolata dal luogo di produzione della forza idraulica e la posizione topografica di Torino diventa favorevole e strategica per la grande disponibilità di "carbone bianco".

L'Amministrazione comunale torinese si rende conto dell'importanza che sta assumendo l'elettrificazione e, con l'emanazione della legge 103 del 1903 da parte dello Stato, decide di avvalersi autonomamente dell'assunzione e dell'esercizio diretto dei pubblici servizi e di costruire i relativi impianti.

Grazie a questa legge, il Municipio decide di assumere una nuova funzione, diventando una grande azienda al servizio dell'avvenire della Città, diventa imprenditore, dirige le grandi imprese urbane, dove i cittadini sono gli azionisti, controlla il mercato e concorre con le imprese private presenti sul territorio per fornire beni primari a tutta la comunità alle tariffe più basse e vantaggiose.

La costituzione dell'Azienda Elettrica Municipale è il risultato dell'impegno e della lungimiranza dell'Amministrazione comunale dei primi anni del Novecento e soprattutto del sindaco Secondo Frola che, con coraggio, organizza un ampio programma di opere pubbliche e favorisce la municipalizzazione dei più importanti servizi cittadini. Altrettanto importante è l'impegno del suo successore Teofilo Rossi che, nonostante le diverse vedute politiche, crede e prosegue nelle opere che, per i tempi, possono sembrare gigantesche ma che si rilevano fondamentali per l'industrializzazione e lo sviluppo della Città.

La Città di Torino diventa città industriale grazie alla politica adottata e, soprattutto, al minor costo dell'energia elettrica che è il più basso di tutta Italia e d'Europa.

Dopo l'analisi del contesto storico e dei motivi per i quali si è costituita l'A.E.M., la tesi affronta in termini paesaggistici e architettonici le conseguenze della produzione, del trasporto e della distribuzione dell'energia elettrica, indotte dalla realizzazione di nuovi manufatti, tra i quali la centrale elettrica. Il sistema idroelettrico è costituito genericamente dalla centrale e dalle opere complementari comprendenti la condotta forzata per il convogliamento dell'acqua, il ponte-canale per l'attraversamento dei fiumi, la diga per lo sbarramento dei corsi d'acqua, la linea di trasporto dell'energia verso i centri urbani e le linee di distribuzione all'interno delle aree urbane. Molto più della stessa centrale, sono le opere idrauliche e le dighe a incidere sull'aspetto del territorio montano e a modificare profondamente intere aree, creando, di fatto, un nuovo paesaggio.

La parte principale della tesi è caratterizzata dall'analisi e dal censimento del patrimonio costruito dall'A.E.M.. Tra gli impianti, il primo che ha iniziato a produrre e a distribuire energia termica, è quello di Torino denominato il "Martinetto", seguono quelli della Provincia, ad acqua fluente sul fiume Po, di Stura-San Mauro e di Moncalieri. In Valle Dora sono realizzate due derivazioni tra le quali il primo impianto idroelettrico dell'A.E.M., relativo alla derivazione tra Salbertrand e Chiomonte, e la seguente tra Chiomonte e Susa. La parte più articolata della tesi è quella riguardante la Valle Orco, con le derivazioni dai torrenti Orco e Piantonetto e da diverse prese sussidiarie dei rii lungo il percorso di entrambi. Il complesso sistema degli impianti idroelettrici in Valle Orco, comprende numerosi manufatti realizzati dal colle del Nivolet, al confine con la Val d'Aosta, fino al comune di Pont Canavese. Infine si accenna alla rete di distribuzione di Torino e ad alcune stazioni e sottostazioni di trasformazione, di particolare interesse, poste nella Città.

Delle varie derivazioni e degli impianti si ritiene necessario approfondire la loro descrizione, anche con numerosi allegati, per meglio rappresentare il loro contenuto tecnico e comprenderne il funzionamento. Il censimento delle strutture, dalla grande diga di Ceresole alla piccola opera di presa di Noaschetta, illustra la quantità e la qualità delle opere realizzate dall'A.E.M. che, nonostante il loro valore tecnico e architettonico, sono poco conosciute. Si conoscono sommariamente le grandi opere, ma si tralasciano quelle minori, anche se manufatti altrettanto prestigiosi. Un patrimonio che deve essere promosso ma anche preservato dalle demolizioni, come accaduto per importanti edifici al Martinetto negli anni Ottanta.

L'obiettivo della tesi è di trasmettere le informazioni relative a un patrimonio semisconosciuto, anche dagli abitanti dei territori nei quali sono posti gli impianti e dagli stessi dipendenti aziendali, non direttamente coinvolti nell'esercizio e manutenzione dei medesimi. Ad esempio, per quanto mi riguarda, dopo più di venticinque anni di lavoro dipendente, ho scoperto a fondo il patrimonio di questa Società, solo in occasione della stesura di questa tesi.

I manufatti e le infrastrutture elettriche sono normalmente noti per la loro funzione e poco per il loro valore architettonico. Questo lavoro vuole descrivere dettagliatamente la funzione di ogni opera, senza la quale non si potrebbe comprendere la complessità del sistema e proporre una diversa prospettiva con la quale guardare e apprezzare i manufatti, il loro contenuto e l'inserimento nell'ambiente circostante.

In ultimo occorre sottolineare che questo sistema elettrico, costituito da dighe, centrali e opere accessorie, produce energia pulita e rinnovabile nel rispetto dell'ambiente.

Relatori: Guido Montanari
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: A Architettura > AK Edifici e attrezzature per l'industria
T Tecnica e tecnologia delle costruzioni > TE Tecnologia dei materiali
Corso di laurea: Corso di laurea in Architettura
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/5015
Capitoli:

INDICE

VOLUME 1

INTRODUZIONE

1.LO SVILUPPO DELL'INDUSTRIA ELETTRICA

1.1.LE FONTI ENERGETICHE PRIMA DELL'ELETTRICITÀ A TORINO.

1.2.LA NUOVA FORMA DI ENERGIA, RICERCA ED ESPERIMENTI SULL'ELETTRICITÀ

1.3.IL PERCORSO DELL'ELETTRIFICAZIONE IN ITALIA

1.4.LE PRIME LUCI, LE PRIME CENTRALI E LE PRIME SOCIETÀ ELETTRICHE

1.5.LA CONCORRENZA TRA GAS ED ELETTRICITÀ

1.6.LA LEGISLAZIONE SULLE ACQUE PUBBLICHE E SULLA TRASMISSIONE A DISTANZA DELL'ENERGIA ELETTRICA

1.7.TORINO AL BIVIO: PROVINCIALE O INDUSTRIALE

1.8.IL DECOLLO INDUSTRIALE A TORINO GRAZIE AL "CARBONE BIANCO"

2.LA MUNICIPALIZZAZIONE DEL SERVIZIO ELETTRICO.

2.1.LA LEGGE SULL'ASSUNZIONE DIRETTA DEI PUBBLICI SERVIZI DA PARTE DEL COMUNE

2.2.IL MUNICIPIO IMPRENDITORE

2.3.LA NUOVA GENERAZIONE DI AMMINISTRATORI

2.4.LA COSTITUZIONE DELL'AZIENDA ELETTRICA MUNICIPALE

2.5.A TORINO LE TARIFFE DELL'ENERGIA PIÙ BASSE D'ITALIA

3.Il PAESAGGIO ELETTRICO E LA NASCITA DI UN NUOVO MANUFATTO EDILIZIO: LA CENTRALE

3.1.L'ARCHITETTURA DELLE CENTRALI ELETTRICHE

3.2.IL SISTEMA DISTRIBUTIVO DELLE CENTRALI

3.3.L'IMPATTO AMBIENTALE DELLE CENTRALI E DEL SISTEMA IDROELETTRICO

3.4.LA CENTRALE E LO SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO: IL CASO DELLA VALLE ORCO

4.GLI IMPIANTI DI PRODUZIONE A TORINO E PROVINCIA

4.1.IL PRIMO IMPIANTO A TORINO

4.1.1.LA CENTRALE DEL MARTINETTO

4.1.1.1.La sala macchine, la sala caldaie e il deposito carbone

4.1.1.2.La sala quadri

4.1.1.3.I fabbricati della stazione ricevitrice dell'energia proveniente dalla Valle Dora e dalla Valle Orco

4.1.1.4.Il fabbricato apparecchiature 27 kV

4.1.1.5.Integrazioni recenti

4.1.1.6.La casa del personale

4.2.GLI IMPIANTI SUL FIUME PO A BASSA CADUTA

4.2.1.STURA-SAN MAURO

4.2.1.1.Le arginature e lo sbarramento

4.2.1.2.L'opera di presa, il canale moderatore e il canale derivatore.

4.2.1.3.La centrale

4.2.1.4.Il canale di restituzione

4.2.1.5.La casa dei guardiani vicino all'opera di presa.

4.2.1.6.La ex casa del personale vicino alla centrale

4.2.2.MONCALIERI - LA LOGGIA.

4.2.2.1.La derivazione idraulica e lo sbarramento

4.2.2.2.L'opera di presa, il canale moderatore e la cabina comandi

4.2.2.3.La casa del personale vicino all'opera di presa

4.2.2.4.Il canale derivatore, il canale di carico e scarico

4.2.2.5.La centrale

4.2.2.6.Le case del personale annesse al 1° Gruppo Termoelettrico

4.2.2.7.Le case del personale annesse al 2° Gruppo Termoelettrico

5.IMPIANTI IN VALLE DORA

5.1.LA DERIVAZIONE TRA SALBERTRAND E CHIOMONTE

5.1.1.SERRE LA VOÙTE

5.1.1.1.Le opere di presa e il canale di derivazione

5.1.1.2.La casa del custode

5.1.2.RAMAT

5.1.2.1.Le camere di carico

5.1.2.2.La casa del custode

5.1.2.3.Le condotte forzate e il bacino di accumulo

5.1.3.LA CENTRALE DI CHIOMONTE

5.1.3.1.La centrale e la stazione di trasformazione

5.1.3.2.La casa del personale

5.2.LA DERIVAZIONE FRA CHIOMONTE E SUSA.

5.2.1.LA DERIVAZIONE A VALLE DI CHIOMONTE

5.2.1.1.L'opera di presa e il canale di derivazione

5.2.2.LA BLACE

5.2.2.1.Le camere di carico e il bacino di accumulo

5.2.2.2.La casa dei guardiani

5.2.3.LA CENTRALE DI SUSA

5.2.3.1.La centrale e la stazione di trasformazione

5.2.3.2.La casa del personale

6.IMPIANTI IDROELETTRICI IN VALLE ORCO

6.1.IL PROGETTO "VALLE ORCO"

6.2.LA DERIVAZIONE FRA I LAGHI AGNEL E SERRÙ E LA BORGATA VILLA

6.2.1.LA DIGA DELL AGNEL

6.2.1.1.La casa dei guardiani

6.2.2.LA DIGA DEL SERRÙ

6.2.2.1.La casa dei guardiani

6.2.2.2.I fabbricati ex direzione lavori

6.2.2.3.La presa sussidiaria dal rio Nel

6.2.2.4.La presa sussidiaria dal rio Alpe Truc

6.2.3.LA CENTRALE DI VILLA

6.2.3.1.La casa del personale

6.3.LA DERIVAZIONE DALL'ORCO FRA CERESOLE REALE E LA BORGATA ROSONE

6.3.1.LA DIGA DI CERESOLE

6.3.1.1.La casa dei guardiani

6.3.2.LE CASE VACANZE BRUNETTI E BORDIGA

6.3.3.LE VASCHE DI CARICO A PEREBELLA

6.3.3.1.La casa dei guardiani

6.3.4.LA CENTRALE DI ROSONE

6.3.4.1.Il fabbricato ex ambulatorio e spaccio.

6.3.4.2.La palazzina uffici

6.3.4.3.Integrazioni recenti

6.3.5.LE DERIVAZIONI SUSSIDIARIE DAI RIVI ROC, CIAMOSSERETTO E NOASCHETTA.

6.4.LA DERIVAZIONE DAL PIANTONETTO FRA PIAN TELESSIO, I LAGHI BALMA ED EUGIO E ROSONE

6.4.1.LA DIGA DI TELESSIO

6.4.1.1.La casa dei guardiani.

6.4.1.2.La foresteria

6.4.1.3.Gli ex edifici di cantiere

6.4.1.4.La derivazione di Noaschetta Alta.

6.4.1.5.La presa sussidiaria dal lago Balma

6.4.1.6.La presa sussidiaria dal rio Alpuggio.

6.4.2.LA DIGA DI VALSOERA

6.4.2.1.La casa dei guardiani

6.4.2.2.La foresteria

6.4.3.LA DIGA DELL'EUGIO

6.4.3.1.La casa dei guardiani

6.4.4.LA CENTRALE DI PIANTELESSIO

6.5.LA DERIVAZIONE DI SAN LORENZO - ROSONE

6.6.LA DERIVAZIONE DALL'ORCO FRA ROSONE E BARDONETTO INFERIORE

6.6.1.LA CENTRALE DI BARDONETTO.

6.6.1.1.La casa del personale

6.6.2.LA CENTRALE DI PONT CANAVESE

6.6.2.1.La casa del personale

6.7.LE NUOVE STRADE

7.LA RETE DI DISTRIBUZIONE A TORINO

7.1.LE LINEE PRIMARIE E SECONDARIE

7.2.LE STAZIONI E SOTTOSTAZIONI

7.2.1.BERTOLA

7.2.2.SEBASTOPOLI

7.2.3.AURORA.

7.2.4.VANCHIGLIA

7.2.5.MONTEROSA

7.2.6.SUD - OVEST.

7.2.7.CITTADELLA

7.2.8.BORGARO

8.CONCLUSIONI

9.BIBLIOGRAFIA

VOLUME 2 - ALLEGATI

A1 - Impianto del Martinetto

A2 - Impianto Stura - San Mauro

A3 - Impianto Moncalieri - La Loggia

A4 - Derivazione Salbertrand - Chiomonte - Susa

A5 - Derivazione Agnel - Serrù - Villa A6 - Derivazione Ceresole Reale - Rosone A7 - Derivazione Pian Telessio - Balma - Eugio - Rosone e San Lorenzo - Rosone A8 - Derivazione Rosone - Bardonetto – Pont Canavese A9 - Stazioni e sottostazioni

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CONTINUA

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