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La casa italiana negli anni del "miracolo economico" : «Domus» e le riviste femminili a confronto, 1950-1970

Barbara Cirillo

La casa italiana negli anni del "miracolo economico" : «Domus» e le riviste femminili a confronto, 1950-1970.

Rel. Michela Rosso, Gaia Caramellino. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile, 2016

Abstract:

INTRODUZIONE

In questa mia ricerca ho cercato di comprendere come cambia la casa in Italia negli anni Cinquanta e Sessanta. Per fare ciò ho utilizzato come fonti principali le annate di cinque riviste femminili e di una rivista di architettura, arte e design, cercando di coprire il più possibile il ventennio preso in esame.

Ho deciso di utilizzare sia le riviste femminili, per l'ampia tiratura che queste presentavano e per la loro capacità di rivolgersi ad un vasto pubblico, che una rivista di architettura, destinata ad un pubblico specializzato.

settimanali femminili analizzati sono stati "Amica", "Annabella", "Èva", "Gioia" e "Grazia". Le suddette riviste hanno un bacino di utenza leggermente differenziato: alcune si rivolgono ad un pubblico di livello basso e medio-basso, altre invece a lettrici di livello culturale medio-alto. La mia analisi si è soffermata sulle rubriche di arredamento presenti all'interno delle riviste. Questo mi ha permesso, seppur limitatamente, di cogliere le più sostanziose differenze editoriali tra i diversi periodici.

Per quanto riguarda le rubriche di arredamento infatti le differenze di impostazione non sono eclatanti, come probabilmente dovevano essere quelle riguardanti l'impostazione generale delle riviste. Certo si notano delle diversità: riviste come "Èva", rivolta ad un pubblico di livello culturale piuttosto basso, oppure "Gioia" tendenzialmente più conservatrice, presentano dei caratteri che guardano molto all'economia domestica, ai consigli pratici sulla casa, presentando un'ideale di donna che possiamo identificare con quello della brava massaia, anche se questo avviene soprattutto per le prime annate prese in esame, in sostanza la prima metà degli anni Cinquanta. Riviste più innovative invece, come ad esempio "Amica", che nasce già negli anni Sessanta e si presenta fin da subito come settimanale per la donna moderna, con idee più progressiste, si sofferma maggiormente sugli aspetti di modernizzazione della casa, sui nuovi complementi d'arredo e su un modo nuovo di concepire gli interni domestici. A partire dagli anni Sessanta comunque, a differenza del decennio precedente, l'atteggiamento delle riviste in tema di arredamento sembra riuscire abbastanza uniformato verso un'idea di casa moderna, un modello di abitazione che fosse in decisa rottura con le vecchie case italiane. Spazi più ridotti ma più funzionali, locali meglio illuminati e più ariosi sono presentati nei settimanali femminili come i paradigmi da seguire per raggiungere le moderne abitazioni degli altri paesi occidentali.

Completamente diverso è il caso della rivista "Domus": fin dalla sua nascita, è una pubblicazione dedicata allo stile, all'arredamento e alla progettazione della casa "moderna", rivolta ad un pubblico formato da appassionati d'arte e d'architettura, appartenenti all'alta borghesia. Lo scopo di una rivista come "Domus" è quello di documentare un certo numero di opere, allegando disegni di progetto e immagini, fornendo una serie di

informazioni di diverso tipo attraverso rubriche più o meno attinenti. La scelta del tipo di opere da inserire implica già a priori una presa di posizione definita, in relazione al tipo di impostazione editoriale. "Domus" si propone di ridefinire ciò che significa raccontare l'architettura, l'arte, il design e lo spazio domestico, con particolare attenzione alle influenze di nuove culture progettuali che non conoscono barriere culturali o confini fisici. Offre una concezione diversa di proposta architettonica, incentrandosi sul dialogo costante fra i lettori e la comunità progettuale ed artistica globale. Questo periodico ha avuto una grande importanza nella promozione dell'immagine della casa italiana grazie all'organizzazione di mostre, in spazi pubblici e grandi magazzini per attirare un pubblico più vasto e differenziato, in Italia e all'estero, e si caratterizza inoltre per l'interesse verso i grandi progetti di architettura e le nuove frontiere del design.

Ripercorrendo le pagine delle varie riviste risulta evidente come il dibattito incentrato sulla ricerca di una nuova architettura si focalizzi, anche in Italia, soprattutto sul tema della casa. La casa, infatti, corrisponde allo specchio della società moderna, dovendo rispondere ai diversi bisogni dell'uomo.

Sia nelle riviste femminili che in "Domus" lo spazio dedicato alla zona-notte da parte delle rubriche e degli articoli di arredamento è molto più ridotto rispetto a quello offerto alla zona-giorno, ed in particolar modo al soggiorno in tutte le sue sfaccettature, in quanto cuore della casa che in quegli anni muta.

Nel mio lavoro ho cercato di verificare o meno la riuscita della propaganda sull'abitazione che le riviste femminili svolgono in quel periodo. Ho cercato di capire quanto le immagini delle case che trovavo sulla carta stampata potessero collimare con quelle in cui effettivamente abitava la maggior parte degli italiani. Ho voluto vedere se gli intenti di modernizzazione della casa italiana che negli anni Cinquanta e Sessanta vengono portati avanti da ingegneri, urbanisti e designer lungimiranti - anche attraverso uno strumento come quello delle riviste femminili - potessero realmente avere successo nell'Italia del boom, oppure fossero destinati a restare lettera morta.

L'impressione che si ha dall'osservazione delle riviste analizzate è tuttavia, ancora una volta, quella del loro essere molto in anticipo sui tempi. La casa che viene rappresentata ha probabilmente uno scopo pedagogico nei confronti dei ceti medi che si stanno sviluppando nel ventennio preso in esame. Attraverso le immagini presentate sulle pagine delle riviste esaminate, si vuole diffondere una nuova idea di casa rispetto alle concezioni tradizionali, ancora fortemente radicate nelle generazioni di allora. Non a caso ci vorranno alcuni decenni prima che molte case italiane comincino ad assomigliare a quelle raffigurate nelle riviste di quei tempi; gli oggetti moderni progettati dai grandi designer dell'epoca non riusciranno mai a raggiungere la diffusione sperata (e soprattutto a coprire il più ampio spettro sociale possibile) anche se nei decenni successivi cominceranno a farsi largo le imitazioni; le classiche cucine in legno massello saranno sostituite molto lentamente da quelle in materiali più moderni, più igienici e più facilmente lavabili, che vengono dalla produzione in serie. Come è stato possibile notare anche attraverso l'analisi delle varie tematiche, le immagini proposte dai periodici dimostrano come questi precorrano decisamente i tempi, affermando la partecipazione delle rubriche di arredamento delle riviste femminili a quel progetto di rinnovamento della casa italiana che i più lungimiranti architetti e designer avevano pensato per la nuova società che usciva dal boom.

Colpisce come queste riviste, che ancora oggi sono in edicola anche se magari con un altro nome (riviste che possono essere dedicate ad un pubblico di livello culturale piuttosto basso) a quei tempi si impegnassero in tal modo a pubblicizzare prodotti e tipologie di case che difficilmente potevano essere accettati dal loro pubblico. Eppure in quegli anni queste riviste si occupano attivamente di far conoscere le novità prodotte dall'architettura e dal design più di quanto avrebbero mai fatto successivamente.

E evidente allora l'attività con cui queste riviste contribuiscono all'ondata di rinnovamento che in quegli anni coinvolge la casa in tutti i suoi aspetti. Dall'importanza igienica di vivere in ambienti salubri e luminosi, alla capacità culturale di apprezzare nuovi oggetti e nuovi elementi di arredo, nuovi materiali, nuove tecniche di produzione; all'essere in grado di cogliere modelli nuovi dell'abitare e proporli al proprio pubblico. Gli interni domestici raffigurati nelle riviste corrispondono molto spesso, soprattutto a partire dagli anni Sessanta, a quelli che troviamo nei cataloghi delle grandi case di arredamento di quegli anni.

La scelta di pubblicizzare prodotti di un determinato settore (l'arredamento) e soprattutto prodotti moderni, fa entrare le riviste femminili di quegli anni a pieno titolo fra gli attori che hanno contribuito al tentativo di creare un moderno tipo di abitazione e una moderna cultura dell'abitare in Italia. Un tentativo di rivoluzione probabilmente mancato e forse non riuscito del tutto ancora oggi, ma un tentativo pregevole di portare quel paese che si stava sviluppando senza freni in quegli anni, verso una cultura dell'abitare che poteva magari adattarsi a quella crescita, o meglio ancora a contribuire alla creazione di un modello di sviluppo migliore, più razionale, che potesse sfruttare al meglio le risorse che quel paese stava mettendo in gioco. Quello delle rubriche di arredamento presenti nelle riviste destinate principalmente alle donne, sarà dunque uno degli strumenti della manovra attuata da quegli innovatori che, negli anni Cinquanta e Sessanta, gettano il seme di una nuova cultura della casa in Italia. I periodici femminili rappresentano forse il canale più "popolare" attraverso cui trasmettere queste idee. Saranno quegli architetti, urbanisti e designer a contribuire alla modernizzazione della cultura abitativa nel nostro paese. Saranno loro i sostenitori di quel processo, non immediatamente compreso da tutti, e forse non ancora completamente raggiunto, che cerca di portare la casa italiana ad acquisire quegli standard di qualità, igiene, sicurezza, ma soprattutto modernità, che le abitazioni di altri paesi del mondo occidentale già allora incarnavano.

Vedremo quindi nelle prossime pagine cosa succede all'abitazione italiana negli anni Cinquanta e Sessanta. Dopo un introduzione al contesto storico del boom economico e delle politiche edilizie di quegli anni, cercheremo di comprendere le differenti culture dell'abitare presenti in quell'epoca nel nostro paese, passando anche attraverso una più ampia definizione dell'abitazione nonché dei ruoli e dei significati che questa assume storicamente. Vedremo poi le innovazioni che riguardano la casa del boom, nelle riviste femminili e nel periodico "Domus", per poi arrivare ad un'analisi dell'abitazione attraverso le tematiche comuni e ad un confronto tra le due differenti tipologie di periodico.

Relatori: Michela Rosso, Gaia Caramellino
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: A Architettura > AB Architettura degli interni
A Architettura > AS Storia dell'Architettura
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/4792
Capitoli:

II boom economico e la questione abitativa

1.1 L'Italia del "miracolo economico"

1.2 II problema dell'immigrazione

1.3 Speculazione edilizia e politiche sulla casa nell'Italia del boom economico

1.4 Tra sogni di rinnovamento e urbanistiche mancate: gli anni Cinquanta e Sessanta

1.5 I percorsi di una nuova società dei consumi

1.6 La scelta delle case di proprietà

2 II tema della casa: l'abitare

2.1 Un'idea: l'abitazione

2.2 Verso la dimensione della privacy

2.3 I valori della casa nel mondo occidentale

2.4 Significati degli oggetti nella cultura domestica tra artigianato e disegno industriale

2.5 Casa e famiglia nel dopoguerra italiano

2.6 Donna consumatrice e modello americano nel dopoguerra

3 Editoria e periodici del dopoguerra

3.1 Panorama storico dell'editoria italiana nel Novecento

3.2 Le riviste femminili degli anni Cinquanta e Sessanta

3.2.1 «Amica. Settimanale di moda e attualità del "Corriere della Sera"»

3.2.2 «Annabella. Rivista di moda e attualità femminile»

3.2.3 «Èva. Rivista per la donna italiana, poi Settimanale femminile di attualità»

3.2.4 «Gioia. Settimanale femminile di politica, attualità e cultura per le donne»

3.2.5 «Grazia. Un'amica al vostro fianco»

3.3 Le riviste di architettura negli anni del boom economico

3.3.1 «Domus. Rivista mensile di architettura arredamento arte»

4 Lo spazio domestico nelle riviste femminili

4.1 Culture dell'abitare nell'Italia del dopoguerra

4.2 L'avvento degli elettrodomestici

4.3 Abitare l'Italia del boom

4.4 Lo spazio dell'abitare

4.4.1 La cucina

4.4.2 II salotto

4.4.3 II soggiorno

4.4.4 II bagno

4.4.5 Le camere da letto

4.5 Le rubriche nelle riviste femminili: tematiche, linguaggio, protagonisti

5 Lo spazio domestico in «Domus»

5.1 «Domus»; la conformazione dello spazio domestico attraverso l'arredamento

5.1.1 Le superfici rivestite

5.1.2 Oggetti "dissonanti"

5.1.3 Dalla collezione al personaggio

5.1.4 Interni bianchi e trasparenti

5.1.5 Dalla composizione all'ambiente

6 La casa in «Domus» e nelle riviste femminili

6.1 Le tematiche comuni

6.2 L'alloggio "moderno"

6.2.1 Appartamento per una persona sola

6.2.2 "Una casa per gli sposi"

6.2.3 "Un nido nel sottotetto"

6.3 Dalla cucina al pranzo-soggiorno

6.3.1 "Il camino, amico impareggiabile"

6.3.2 L'angolo della televisione

6.3.3 "Dove mettiamo radio e giradischi?"

6.3.4 "Dove mettiamo il bar?"

7 La casa "trasformabile"

8 La "casa-sogno"

9 "La casa 'pronta' per le vacanze"

10 "Mobili antichi in una casa moderna"

11 Oggetti d'arredo: sedie, poltrone, divani e mobili componibili di serie Fonti

Bibliografia

Allegato 1 - Schedatura rivista «Annabella» Allegato 2 - Schedatura rivista «Domus»

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[CONTINUA]

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