Domenico Mezzatesta, Silvia Ruocco
Progetto per la riqualificazione dell'area Schiapparelli nella città di Settimo Torinese.
Rel. Carla Bartolozzi, Riccardo Bedrone. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile, 2016
Abstract: |
INTRODUZIONE Il progetto che andremo ad analizzare tratta della possibile trasformazione dell’area della Ex-Farmitalia, dove attualmente si trova lo stabilimento farmaceutico Olon, nel cuore della città di Settimo Torinese. Durante il periodo in cui abbiamo frequentato i corsi della Laurea Specialistica i docenti ci hanno più volte proposto il tema della periferia e delle sue trasformazioni. Pensando al progetto per la Tesi ci è sembrato naturale portare avanti un processo di studio per un quartiere ed una zona che conosciamo bene, poiché abitiamo lì. Separata dal resto del Comune dalla ferrovia e dalla fabbrica, quest'area spesso è stata trattata diversamente dal resto della città, infatti si può parlare di periferia nella periferia. Borgo Nuovo nasce grazie alla famiglia Schiapparelli, che qui ha costruito agli inizi del ‘900 le abitazioni per i dipendenti dell'omonima fabbrica. Negli anni, e con il susseguirsi di passaggi di proprietà, lo stabilimento ha ridotto le produzioni ed il numero dei dipendenti da 1000 a circa 200, lasciando molti edifici inutilizzati e fatiscenti. Nonostante si riconosca che il quartiere sia nato grazie alla Schiapparelli, la città negli anni si è evoluta ed oggi lo stabilimento rappresenta una voragine all’interno di essa, inoltre la stretta vicinanza fra un tessuto residenziale compatto ed uno stabilimento chimico non è facile per i cittadini. Già nei piani regolatori dagli anni ‘60-’80 a Settimo si è parlato di dislocare la Farmitalia e di processi di ricucitura urbana, ma senza seguito alle discussioni. Quello che noi ci poniamo come obiettivo è provare a pensare quale potrebbe essere una nuova declinazione per il quartiere, cioè quale potrebbe essere la sua faccia dopo la fabbrica. Dopo un attento studio sul territorio ed un confronto con l'amministrazione, il nostro lavoro di Tesi è volto a proporre una serie di soluzioni a breve e a lungo termine, finalizzate a offrire al Comune di Settimo un'identità locale unica in tutto il suo territorio e un'ipotesi di sviluppo qualora la connotazione prettamente industriale dovesse venir meno. Il modello da noi scelto è solo uno dei tanti possibili, con azioni variabili nel tempo e posticipabili, pur facendo parte di un processo più ampio. Il nostro fine è quello di intavolare una discussione e iniziare a proporre soluzioni anche se non definitive, per pensare ad un futuro diverso e più sostenibile sia per le città, ma soprattutto per le periferia, che non deve essere esclusa dal dinamismo dell'area territoriale di Torino, poiché l'Area Metropolitana, coinvolgendo i comuni della cintura nei processi evolutivi può trovare in essi risorse per uno sviluppo sinergico dei reciproci potenziali. Questo trasformazione coinvolge diversi attori, sia pubblici che privati, e deve tener conto di molteplici fattori, come la sostenibilità (sociale, economica e ambientale), gli interessi dei singoli, le esternalità e i cambiamenti che potrebbero verificarsi. Perciò, data la dimensione del progetto, cercheremo in maniera generale di rendere espliciti tutti questi elementi, che hanno preso parte al processo decisionale. Le prime notizie di insediamenti si hanno in epoca romana, quando Settimo è una delle staziones sulla via commerciale fra Torino e Pavia, a sette miglia romane da Torino, e a questo deve il suo nome. Alcuni documenti d'archivio della curia, dimostrano che intorno al 1100 d.C. si sviluppa un piccolo centro abitato intorno alla parrocchia di S. Pietro. Fra ili 100 e il 1200 viene costruito il Castello e nel XIV sec. la Torre, Settimo è un borgo rurale di modeste dimensioni, caratterizzato da staticità demografica, nonostante le frequenti inondazioni, l’occupazione francese del 1500 e la peste del 1600. Nel 1454 il Duca di Savoia approva la realizzazione della “bealera” di Settimo: un canale irriguo che deriva dalla Stura e che darà un forte impulso allo sviluppo economico della zona in una prima fase rurale, poi alle manifatture tessili e ai lavandai. Nel XVII secolo inizia la bonifica delle insalubri zone paludose, che terminerà nel XIX secolo, grazie alla quale molte aree diventano coltivabili. Fra il 1600 e il 1800, grazie ad una maggiore stabilità politica e al susseguirsi di condizioni di sviluppo favorevoli, si vede un certo miglioramento della situazione economica e sociale, con un conseguente sviluppo demografico. La popolazione inizia ad uscire dal vecchio centro abitato e si trasferisce nei latifondi, coltivandoli e rendendoli fruttuosi, aumentando così la disponibilità di derrate alimentari, ed allungando l'aspettativa di vita . Questo processo porta con sè lo sviluppo del commercio agricolo, di conseguenza vengono costruite nuove strade, ma solo con il XVIII secolo si vedono le prime trasformazioni urbane. Settimo è ora caratterizzata da una rete stradale che collega le grandi cascine al centro, vengono bonificate le paludi verso il Po e l'attuale zona Moglia. Dal 1736 al 1800 la popolazione aumenta del 41%, anche se le condizioni abitative peggiorano sensibilmente, per la scarsità di alloggi, costringendo i cittadini ad adattarsi a situazioni igienico-sanitarie precarie. XIX secolo è caratterizzato dalla nascita dell'attività industriale, che getta le sue radici in questa parte del territorio torinese grazie alla costruzione della ferrovia (1830) d al miglioramento generale di tutte le vie di comunicazione con i comuni limitrofi. Il centro di Settimo viene collegato alla stazione con l'apertura di Via Roma, e tutto l'edificato cittadino subisce un processo di ammodernamento grazie all'allineamento del filo faccia- a delle strade principali. L'economia di questo periodo è caratterizzata dalla presenza puntuale sul territorio di opifìci, attività dì lavandai molini e fornaci, che ora possono sfruttare 3 maggiore efficienza delle vie di comunicazione per commerciare ì propri prodotti. settore primario è ancora molto importante grazie alla coltivazione dei cavoli, cereali, canapa e fieno. Grazie all’ampliamento e al miglioramento della rete di canali irrigui portata avanti nel secolo precedente, ora le aziende agricole prosperano nel territorio. Sempre grazie ai numerosi :anali, in questo periodo nascono le prime industrie manifatturiere indipendenti da Torino. La crescita demografica della seconda metà del 1700 permette a queste attività di avere una risorsa costante di manodopera, anche se le condizioni di lavoro erano veramente pessime, soprattutto per la manodopera femminile e minorile. Un settore che in questo periodo prende molta importanza è la produzione artigianale di bottoni, e negli anni successivi, grazie al miglioramento delle tecniche produttive, diventerà un ramo molto importante della produzione industriale settimese. Questo sviluppo economico e produttivo è dovuto essenzialmente all'abbondanza e alla qualità delle vie di comunicazione: infatti a fine 1800 sono ormai terminate la ferrovia di Stato, la Canavesana e la tramvia a vapore, utilizzata anche dalla Regina in una visita ufficiale a Settimo. Il 1800 è quindi per Settimo un secolo di grande fervore, grazie ad una combinazione di elementi che l'hanno trasformato da borgo contadino a vivace centro produttivo, gettando le basi per lo sviluppo industriale nel 1900. Il 1900 è il secolo in cui Settimo conosce la sua massima espansione urbana. Inizia il vero e proprio periodo industriale con il trasferimento nel 1907 dello stabilimento chimico Schiapparelli.Nel 1914 si trasferisce anche la Paramatti, fabbrica storica di vernici e colori, a causa del piano regolatore di Torino del 1908, che non permetteva ampliamenti delle strutture industriali esistenti. Da qui in poi uno sviluppo economico e demografico, accompagnato da un generale miglioramento della salute e delle condizioni di vita, caratterizza la storia del comune. L’agricoltura è ancora importante, ma braccianti agricoli diminuiscono, mentre il numero degli operai cresce dopo uno stallo dovuto alla Grande Guerra, il settore secondario cresce costantemente fino al 1927. Con la Seconda Guerra Mondiale l’industria settimese subisce un forte stallo, in quanto i rifornimenti venivano dall'estero. La città non subisce I ingenti perdite,ma sono molti gli sfollati torinesi che trovano riparo a Settimo. Nel 1949 inizia la seconda ondata di idustrializzazione e dal 1951 al 1991 la città passa dai 10.866 ai 45.984 abitanti, grazie ad attrattori I demografici quali industrie di medie e grandi dimensioni, minor costo delle abitazioni ed un efficiente sistema dei trasporti. Nel 1951 il settore chimico rappresenta il 45,25% dei posti di lavoro totali di Settimo e conta il 154% di impiegati in più rispetto al 1927. Nel 1958 la Farmitalia (ex Schiapparelli) raggiunge i 1000 dipendenti, e sempre nello stesso anno con decreto del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, Settimo acquista il titolo di città. Gli anni 2000 hanno confermato i cambiamenti iniziati precedentemente con le tematiche sociali ed economiche comuni a tutte le periferie italiane. Nonostante l'immigrazione la popolazione settimese ha aumentato l'età media e così anche i cittadini non in età non attiva. Seppure il numero di abitanti sia rimasto praticamente invariato, la composizione dei nuclei familiari è fortemente cambiata a causa dell'abbassamento dei livelli di natalità. Dal punto di vista culturale e della scolarizzazione i cittadini di Settimo, superano la media. Nonostante ciò il tasso di disoccupazione è elevato rispetto alle medie per aree geografiche, probabilmente per via della recessione economica che ha caratterizzato il settore industriale durante gli ultimi anni. Le attività commerciali hanno subito la crisi, con il risultato che sono molti i capannoni industriali ora vuoti e le attività chiuse. Si sono diffuse invece numerose attività commerciali di cittadini stranieri, soprattutto nei settore della ristorazione e dell'abbigliamento. L'economia attuale è basata quasi totalmente sul settore terziario, anche se sia l’agricoltura che l'industria hanno ancora un' importanza nel bilancio economico territoriale, dando lavoro ancora a molti dipendenti. Il settore immobiliare, nonostante la recessione, ha visto un discreto sviluppo. L'offerta di alloggi ora è decisamente superiore alla domanda reale, perchè sono numerosi i giovani che, pur desiderando un'abitazione propria, non possono permetterselo a causa della loro condizione di precariato lavorativo. Per quanto riguarda gli interventi sul territorio, dal 2000 ad oggi il comune di Settimo è passato da un urbanistica di trasformazione ad una di completamento e risanamento delle criticità. Sono numerosi gli interventi volti a migliorare il territorio come la nuova Biblioteca Archimede, la riqualificazione di Piazza Campidoglio e Piazza Astengo e l’apertura dell'area commerciale di Settimo Cielo o il programma per lo sviluppo della zona di Laguna Verde presentato nel 2008. |
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Relatori: | Carla Bartolozzi, Riccardo Bedrone |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Soggetti: | A Architettura > AO Progettazione A Architettura > AS Storia dell'Architettura |
Corso di laurea: | Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/4788 |
Capitoli: | 1.lntroduzione 2.Analisi storica 3.Cronologia urbanistica 4.Analisi morfologica del territorio 5.Analisi dello stato di fatto dell’area di progetto 6.Prima fase di progetto 7.Seconda fase di progetto 8.Conclusioni 9.Bibliografìa 10.Tavole di progetto |
Bibliografia: | BIBLIOGRAFIA Settimo oltre Settimo, Vito Antonio Lupo e Marianna Sasanelli, L'artistica Editrice, Savigliano 2013 Il Tempo e Le Radici, Silvio Bertotto, Biblioteca Civica di Settimo, 1992 I Campi e Le Ciminiere, Silvio Bertotto e Umberto Allemandi & C..Torino 1995 Di Verde e di Mattone ( 1845-19759), Silvio Bertotto, L'artistica Editrice, Savigliano 2009 Tesi di Laurea consultate Uso dei suoli agricoli nelle aree periurbane, conflittualità e politiche di riordino, il caso di Settimo Torinese, Enzo Filippone e Andrea Mossotto, relatore Prof. Arch. Francesco Ognibene, 1988 Gli strumenti della Pianificazione di Settimo Torinese, Sabrina Contiero e Simona Scalapotti, 1991 Siti internet consultati www.tuttitalia.it www.istat.it www.corriere.it www.biblio.comune.settimo-torinese.to.it www.comune.settimo-torinese.to.it www.agenziaentrate.gov www.archdaily.com |
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