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Lo spazio dei rifugiati nella città europea : Torino

Sara Turano

Lo spazio dei rifugiati nella città europea : Torino.

Rel. Angelo Sampieri, Quirino Spinelli. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città, 2016

Questa è la versione più aggiornata di questo documento.

Abstract:

INTRODUZIONE:La crisi dei rifugiati e lo spazio della città europea

L’ultimo decennio è stato interessato da quattro gravi crisi la cui combinazione ha segnato e cambiato radicalmente lo spazio europeo: prima fra tutte la grande crisi economica e finanziaria che dal 2007 manifesta una condizione di grande stagnazione, seguita dalle forti tensioni diffuse sul territorio ucraino a partire dal 2014 e dalla minaccia del terrorismo jihadista che incombe su paesi la cui stabilità è già ampiamente compromessa. A queste si aggiunge la forte pressione migratoria di popoli provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente, segnata dalla difficoltà di distinguere tra tradizionali «migranti economici» e coloro che a pieno titolo possono essere considerati «rifugiati» e «profughi», i cosiddetti «migranti forzati», costretti a lasciare il loro paese spinti da guerre, regimi di oppressione e persecuzioni. È attraverso l’inserimento all’interno di questo quadro più ampio che è possibile avere una più corretta lettura dell’attuale crisi migratoria, la quale, in relazione alla specificità dei soggetti coinvolti, viene più comunemente definita una «crisi dei rifugiati».

I recenti spostamenti attraverso le frontiere ridisegnano punti di partenza, di destinazione e transito, contribuendo così a ridefinire una geografia della mobilità umana, oltre a cambiare la configurazione dei territori intercettati dal passaggio delle masse. Entro un quadro di questo tipo, si assiste all’incapacità da parte dei paesi europei di fornire una concreta risposta ai problemi, proprio in relazione ad una loro nuova possibile natura di terra di accoglienza di cui ancora non hanno assunto consapevolezza. La crisi produce effetti destabilizzanti. L’afflusso massiccio di uomini, donne, bambini, privi di qualsiasi dotazione è percepito dai paesi ospitanti come una minaccia per la sicurezza a cui si prova a dare risposta attraverso l’innalzamento di “sbarramenti anti-migranti” che causano l’interruzione di alcune rotte ma che, allo stesso tempo, indirizzano verso l’apertura di porte alternative. L’arrivo di un numero sempre maggiore di individui incide inoltre profondamente sulle strutture sociali consolidate, che si trovano costrette a cambiare per far fronte all’arrivo di individui «sempre più poveri di quanti si erano già insediati in precedenza, oltre che diversi per lingua, aspetto fisico, usanze, credenze e pratiche religiose. La percezione diffusa è quella di uno sconvolgimento dell’ordine sociale. Per alcuni, è l’alba di un mondo nuovo, all’insegna del meticciato e della fratellanza universale; per i più, è l’inizio di un’invasione».

Cresce il fenomeno delle disuguaglianze sociali che sempre più si rivelano e si consolidano attraverso la formazione di nuove ingiustizie spaziali . L’eterogeneità dei popoli, dei costumi, delle domande, comporta l’esplosione di nuovi sistemi di intolleranza dettati da sentimenti di paura e insicurezza. Il migrante è un diverso, un soggetto poco “familiare” che per molti può rappresentare una minaccia, una “distopia che cammina”, volendo utilizzare le parole di Zygmunt Bauman . Per questo la società avverte la necessità di far valere un principio di autodifesa attraverso dei dispositivi spaziali il cui ruolo è quello di tenere “il nemico” a distanza, operando così una di serie di esclusioni selettive.

Le istituzioni europee, al contempo, si adoperano nel modificare il complessivo disegno legislativo in tema d’asilo, adeguandolo attraverso nuove rigide normative create ad hoc per provvedere alle necessità, contenere i nuovi arrivi e regolamentare le permanenze sul territorio, tenendo conto delle cause che ha provocato questa crisi e nella consapevolezza che essa è destinata a durare per anni ed avere delle conseguenze strutturali sugli equilibri demografici, economici, sociali e politici dello spazio europeo. Il nuovo quadro normativo pertanto avrà sì a che vedere con provvedimenti di natura emergenziale, destinati però a restare per un tempo presumibilmente lungo. Un tempo durante il quale l’Europa cambierà probabilmente in modo rapido e radicale. Tale crisi infatti incide su altre profonde crisi delle società occidentali. Quelle ambientali, della mobilità, quelle economiche come abbiamo detto. Ne consegue uno sviluppo che subisce un forte rallentamento: «si sta indebolendo rapidamente l’infrastruttura territoriale fatta di nuclei urbani, piattaforme produttive e reti che è la principale risorsa europea e costruisce la differenza con i paesi in rapido sviluppo. Cambia la dotazione di capitale fisso sociale incorporato nel territorio. Sono in atto processi di dismissione estrema, sostituzione di vecchie attrezzature del welfare, emergenza di economie minute e puntuali, riorganizzazioni sociali attorno a forme e culture dell’abitare inedite» . Le aree urbane mutano in funzione dei nuovi usi e delle nuove pratiche, diverse forme di urbanità si confrontano e si oppongono e l’attuale crisi delle migrazioni collabora a questo cambiamento introducendo nuove forme di occupazione del territorio, nuovi dispositivi spaziali che rispondono alla domanda di nuovi protagonismi sociali.

Il fenomeno è esposto all’interesse di una pluralità di discipline e di settori d’analisi che spaziano dalla sociologia all’economia, dall’antropologia alla politica. Il suo forte impatto sul territorio coinvolge ovviamente l’urbanistica, l’architettura e gli studi urbani più in generale nel momento in cui si devono comprendere le trasformazioni da esso prodotte nel breve e lungo periodo sulla struttura spaziale. Le rotte di transito generano corridoi, soglie e confini, campi volti a rispondere alle esigenze primarie dei profughi, strutture temporanee e stanziali di accoglienza che si relazionano con i tessuti urbani esistenti. Questa tesi si colloca entro questo campo di attenzioni, prova a restituire i mutamenti che il fenomeno migratorio degli ultimi anni ha esercitato in relazione allo spazio, pone pertanto una particolare attenzione alla produzione di spazi nuovi che ospitano nuovi migranti. È opportuno ribadire che non si tratta di migranti economici, che scelgono liberamente di spostarsi e il cui movimento è finalizzato ad un effettivo stanziamento all’interno delle società riceventi, ma soggetti costretti a lasciare il proprio paese, ignari di quale sarà il loro destino e che si confrontano con condizioni di transitorietà e liminalità.

La tesi si compone di tre parti. Una prima parte della tesi ricostruisce il fenomeno dell’attuale crisi dei rifugiati entro un arco temporale che va dall’inizio del 2011, quando i flussi in arrivo nel continente europeo cominciano a registrare un andamento ascendente, sino alla fine del 2015, quando si inizia a prendere consapevolezza del carattere strutturale del fenomeno. In particolare si esplorano qui le cause che hanno sollecitato gli spostamenti, le rotte intraprese e le strutture presso cui trovare rifugio, tenendo conto dei numeri, dei luoghi e di alcune testimonianze che descrivono l’intricato percorso che porta a vivere in una condizione di sospensione temporanea. Una seconda parte di questo lavoro si concentra sull’esplorazione di un contesto urbano specifico, Torino, nel quale si osserva come la cultura architettonica e quella urbanistica si attrezzano a fronte del nuovo fenomeno migratorio. Apparentemente fuori dalle principali traiettorie che interessano i recenti flussi umani, la città è invece fortemente coinvolta. All’interno del tessuto urbano l’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo è demandata a una ricca rete di strutture, nella fattispecie di campi urbani e piccoli nuclei disseminati sul territorio che contribuiscono alla definizione di una nuova questione abitativa, in parte trattata da esplorazioni progettuali che propongono modelli architettonici innovativi per la nuova ‘categoria sociale’.

Ne consegue una città diversa, fatta di nuovi spazi che nella loro specificità producono forme e modi di abitare inediti che si intrecciano e talvolta si scontrano. Ciascuna di queste configurazioni, a cui si darà conto nell’ultima parte di questo lavoro, formalizza nuove domande di urbanità, di attrezzature e servizi, oltre che di alloggi, temporanei e stanziali. In tal senso, è evidente, che la questione dell’accoglienza, nelle discipline dell’architettura e dell’urbanistica, non può essere ridotta a problemi di comfort e design, o a soluzioni prettamente tecniche che certamente dovranno essere pertinenti. Il diverso rapporto tra società e territorio, insieme al cambiamento della struttura economica ed istituzionale del nostro continente, ci mettono oggi davanti all’affermazione di una «nuova questione urbana» che, come in passato, darà probabilmente avvio a scenari inediti, per far fronte ai quali non possiamo trovarci impreparati.

Relatori: Angelo Sampieri, Quirino Spinelli
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GG Piemonte
U Urbanistica > UK Pianificazione urbana
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/4694
Capitoli:

INDICE

Introduzione: La crisi dei rifugiati e lo spazio della città europea

I. LUOGHI, NUMERI E STORIE DI RIFUGIATI

Guerre

1. Teatri di guerra

2. Caduti

3. Racconti di guerra

Fughe

1. Vie di fuga

2. Popoli in marcia

3. Attraverso i campi e lungo i greti

Rifugi

1. Spazi per l'accoglienza

1.1 Campi

1.2 Spazi istituzionali

1.3 Spazi non istituzionali

2. Ricoveri

3. Un letto di passaggio

II. L'ACCOGLIENZA NELLE CITTà. TORINO

Campi urbani

1. Casa del Mondo

2. Ozanam House

3. Ex-MOI

Città segrete

1. Appartamenti

- Corso Regina Margherita, 140

- Via Feletto, 50

2. CIE

III. QUESTIONI DI SPAZIO

Dare casa

1. Densificazione

2. Sostituzione

3. Riciclo

Fare città

1. Sottrazioni

2. Polarizzazioni

3. Una disseminazione

Conclusioni

Bibliografia

Bibliografia:

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