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Adeguamento sismico della chiesa di Santa Maria di Roio a L'Aquila

Gianluca Guzzo

Adeguamento sismico della chiesa di Santa Maria di Roio a L'Aquila.

Rel. Paolo Napoli, Carla Bartolozzi. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città, 2016

Abstract:

Il terremoto che II 6 Aprile 2009 ha colpito la città dell’Aquila e le frazioni limitrofe, ha inevitabilmente prodotto una serie di cambiamenti su varie scale, da quelle locali, a quelle nazionali.

In poco meno di un minuto infatti, un enorme boato ha trascinato nell’abisso più di settantamila persone, che essi fossero adulti, bambini o studenti; e con essi si è portato via gran parte di quel tassello di storia millenaria che la città aquilana si portava dietro.

Si è assistito ad una mobilitazione mai vista prima a livello nazionale e non solo, infatti in molti, dai singoli volontari ad associazioni di categoria hanno cercato di sostenere la città abruzzese attraverso aiuti reali sul campo, donazioni o quant'altro. Dopo il fatidico 6 aprile, le organizzazioni politiche locali e nazionali si sono mosse principalmente su due assi, assai distanti tra di loro, se da un lato si è cercato di mettere in sicurezza la quasi totalità del centro storico attraverso l’uso di elementi provvisori (come puntellamenti, incatenamenti), dall’altra si è fatta partire una campagna di costruzione di nuovi quartieri residenziali chiamati "new town" posizionati in zone agricole molto distanti dal centro storico aquilano, senza la presenza di alcun tipo di servizio o spazio sociale, elementi capaci di trasformare una serie disordinata di caseggiati in un quartiere vero e proprio.

A quasi sette anni di distanza da quella tragica notte, poco è cambiato, gli abitanti dell’Aquila continuano a vivere prevalentemente nelle “new town”, nate come abitazioni provvisorie; e migliaia di attività commerciali, uffici, scuole rimangono ancora chiuse, in attese di qualcosa che fatica ad arrivare.

Di ben tremila residenti, che appartengono alla lista demografica della città, non si sa più nulla, non hanno richiesto né contributi, né aiuti, hanno abbandonato la città molto probabilmente per sempre. Con questa scelta si è cercato di evitare la fase transitoria dei prefabbricati (si vedano gli esempi del dopo terremoto del Friuli), in attesa dell’effettiva ricostruzione della città, scelta però che quasi mai si dimostra funzionante; lo spostamento della popolazione in zone rurali, inabitate, la lontananza dai luoghi reali di vita degli “sfollati" porta a fenomeni di alienazione.

La gente inevitabilmente cerca di riappropriarsi della propria vita antecedente al sisma, riavvicinandosi alla vecchia abitazione, o semplicemente ai vecchi luoghi frequentati, alle vecchie strade. L'autrice Jane Jacobs nel suo libro “Vita e morte delle grandi città" sottolinea proprio il ruolo fondamentale che hanno le strade all'interno della comunità cittadina, evidenziandole come struttura di base: ‘‘Le strade e i marciapiedi costituiscono i più importanti luoghi pubblici di una città e i suoi organi più vitali. Quando si pensa ad una città, la prima cosa che viene alla mente sono le sue strade: secondo che esse appaiano interessanti o insignificanti, anche la città appare tale"; ecco allora che per un aquilano, passeggiare nelle strade della propria città e vederle inabitate, deserte, porta un sentimento di abbandono, di sconforto.

Ma allo stesso tempo basta poco per dare fiducia a quel cittadino, basta sentire il rumore della ricostruzione all'interno della sua città, il suono della voce dei lavoratori, o del bar all’angolo che finalmente sta riaprendo: “In una sincera confessione fatta a Norbert Schultz, l’architetto Gerald Kalman, profugo negli Stata dalla Guerra, aveva superato il disorienre sul selciato: attraverso quel solo carattere suare la sua cii che legano un uomo alla sua abitazione, cgiore lacerazione fisica può comunque venire medi e mora si pone l’obiettivo di restituire alla stere a future calamità naturali.

Su queste basanta Mo notevoli danni.

Il tema è ricaduto suo di grande pregio sia per la sua architettura, sia prico che risiede nella chiesa stessa.

Inoltre le dimensioni contenu perfetto esempio di laboratorio didatti, effettuata prevalentemente grazie al software di calcolo strutturale SAP2000.

Relatori: Paolo Napoli, Carla Bartolozzi
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: A Architettura > AE Edifici e attrezzature per il culto
S Scienze e Scienze Applicate > SF Elettronica, computers, Computer science
T Tecnica e tecnologia delle costruzioni > TA Consolidamento
T Tecnica e tecnologia delle costruzioni > TC Protezione degli edifici
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/4667
Capitoli:

Premessa

Capitolo 1

1.1 Time Line

1.2 Inquadramento storico

Capitolo 2

2.1 Inquadramento urbano

2.2 Gli spazi nella città

Capitolo 3

3.1 Tecniche costruttive dell'Aquila

3.2 La chiesa

3.3 I materiali

Capitolo 4

4.1 La sismicità

4.2 II sisma

4.3 Classificazione e pericolosità sismica

4.4 II terremoto del 1315

4.5 II terremoto del 1349

4.6 II terremoto del 1461

4.7 II terremoto del 1703

4.8 6 Aprile 2009

4.8.1 Danni alle murature

Capitolo 5

5.1 Caso studio

5.2 Quarto di San Marciano

5.2.1 Chiesa di San Marciano

5.3 Piazza Santa Maria di Roio

5.3.1 Palazzo Persichetti

5.3.2 Palazzo Visconti

5.4 Chiesa di Santa Maria di Roio

5.4.1 Danni riportati

Capitolo 6

6.1 Progetto

6.2 Progetto strutturale

6.3 Progetto di restauro

Capito 7

7.1 Adeguamento sismico

7.2 SAP2000

7.2.1 I nodi

7.2.2 I Frame

7.2.3 Gli Shell

7.3 Conoscere il programma

7.4 Assegnazione dei parametri

7.5 Analisi Modale

7.6 Inserimento isolatori

7.7 Cantierizzazione

7.8 Caso studio "La Silvestrella”

Capitolo 8

8.1 Conclusioni

Capitolo 9

9.1 Approfondimento isolamento sismico

9.2 Evoluzione della progettazione antisismica

9.3 Dispositivi di isolamento

9.3.1 Isolatori elastomerici a basso smorzamento (HDRB)

9.3.2 Isolatori elastomerici ad alto smorzamento (LDRB)

9.3.3 Isolatori elastomerici con nucleo in piombo (LRB)

9.3.4 Isolatori a scorrimento a superficie curva

9.3.5 Isolatori a scorrimento a superficie piana con dissipatori

9.3.6 Vantaggi e svantaggi

Bibliografia

Sitografia

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