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Il caso studio della caserma La Marmora in Via Asti a Torino : dal quartiere militare nuove funzioni e forme per una molteplicità culturale e religiosa

Luca Giamesio

Il caso studio della caserma La Marmora in Via Asti a Torino : dal quartiere militare nuove funzioni e forme per una molteplicità culturale e religiosa.

Rel. Gentucca Canella. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città, 2015

Abstract:

PREFAZIONE

In questi ultimi anni l'utilizzo di aree ed edifici esistenti in stato di abbandono, in particolar modo quelli di proprietà pubblica, si configura come elemento di primaria importanza anche per sviluppare nuove politiche economiche e sociali. Nello specifico il tema inerente alla dismissione e valorizzazione del patrimonio militare pubblico è parte del dibattito culturale e politico italiano da diversi anni, con l'obiettivo di definire interventi efficaci e tentare di risolvere forti criticità.

"[...] La fase di riflessione e di analisi è cruciale, e deve coinvolgere il settore pubblico ed anche gli operatori privati. All'interno di ogni città, occorre individuare le aree che possono essere riqualificate, e immaginare nuovi progetti, con ricadute positive per chi li attua ma anche per la collettività. In una fase di crisi economica quale quella attuale, è cruciale che l'operazione che modifica l'utilizzo del territorio si ponga innanzitutto il problema della crescita. L'utilizzo appropriato delle aree e degli edifici può consentire di liberare risorse di grande importanza e contribuire in modo concreto a far ripartire un processo di sviluppo [...] E' importante individuare percorsi condivisi tra tutte le Amministrazioni interessate che possano portare a soluzioni concrete che da un lato consentano la riqualificazione di aree non più utili ai fini istituzionali a cui erano state destinate, e dall'altro lato permettano una rigenerazione del tessuto delle città con benefici organizzativi, sociali ed anche economici per la collettività. In questo momento storico, strutturare un processo che consenta di individuare soluzioni che facciano conseguire risultati positivi a tutti gli "attori," interessati da questi argomenti, risulta essere quasi necessario nella considerazione di dare un grosso impulso e, soprattutto, di concretizzare il tema della riqualificazione delle aree urbane non più utilizzate [...]" (Paolo Mellano, Workshop Torino Milano Le Caserme, Premessa, 2014, p. 5), con particolare attenzione alle aree militari, oggi in disuso.

In riferimento al recupero e alla ridestinazione del territorio demaniale si delinea "[...] la necessità che, [...] le attuali aree militari dismesse adottino funzioni in grado di assorbire al loro interno una complessità comportamentale capace di intervenire (anche andando a condizionarle) sulle questioni urbane ma anche, e soprattutto, sullo stato dell'emergenza civile che oggi chiede con urgenza alla città stessa aree particolarmente accessibili da adattare a nuove soluzioni distributive e a nuovi modelli abitativi. E se da un lato i caratteri di questi nuovi "quartieri di sperimentazione" potrebbero agire da solvente nei confronti dello stato critico raggiunto da alcune istituzioni totali (per l'assistenza ospedaliera, la degenza degli anziani, il sovraffollamento carcerario, il fenomeno migratorio, eccetera), dall'altro dovrebbero promuovere, anche in forma transitoria, nuovi rapporti di vita associata […]”. (Gentucca Canella, Workshop Torino Milano Le Caserme, Una possibile direttrice Torino Milano, 2014, p. 26)

Sperimentazione sociale, culturale, un crescente bisogno di conoscenza di identità differenti e distanti tra loro che, credo, potrebbe trovare anche nella questione religiosa, un punto di incontro, di unione, in tempi caratterizzati da frequenti incomprensioni e dure conflittualità irrisolte, fra culture e fedi differenti.

L'IsIam e l'Ebraismo sono le due religioni prese in esame per questa prima sperimentazione, due realtà contraddistinte da divergenze storiche, che nella città di Torino presentano condizioni differenti.

La comunità islamica sta assumendo una rilevanza sempre maggiore, anche perché al centro della questione migratoria e tale situazione rende ancor più necessario un dialogo con le culture tradizionali e più radicate all'interno del territorio come quella ebraica.

Seppur si riscontri ancora un certo distacco tra le comunità interessate, si intravedono buone prospettive grazie anche ad esempi di capitali europee che da anni presentano radicate atmosfere cosmopolite e a cui si può far riferimento.

In questa realtà eterogenea, è all'interno della piazza, intesa sia come spazio fisico che come luogo di scambio e dialogo, che è possibile sperimentare.

L'obiettivo di questa tesi è provare a definire un luogo, un punto di riferimento, individuabile e riconoscibile, uno spazio configurato per una molteplicità culturale e religiosa, che possa costituire un riferimento in positivo per altre città italiane.

La città di Torino, presenta diverse aree adatte a tale scopo, in particolare le caserme dismesse di proprietà demaniale, che costituiscono un rilevante potenziale architettonico e urbano, oggi in stato di abbandono. In seguito ad un'analisi sul sistema delle caserme torinesi, si è scelto di affrontare il caso studio della caserma La Marmora in via Asti non solo per le particolarità tipologiche e figurative, ma anche perché sembra adattarsi più coerentemente ai temi del progetto.

La caserma, dal passato tragico in cui fu luogo di prigionia, tortura e morte per i partigiani durante il regime fascista, diviene simbolo della Resistenza e monumento alla memoria dei caduti in guerra e attraverso lo sviluppo del tema di progetto si configura come nesso tra la storia e un futuro di rispetto e tolleranza.

Relatori: Gentucca Canella
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: A Architettura > AE Edifici e attrezzature per il culto
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/4267
Capitoli:

1. Prefazione

2. Considerazioni sulle religioni islamica ed ebraica

3. L'attualità della dismissione militare

3.1 -1 casi di Torino e di Milano

4. Il tema di progetto: la caserma La Marmora a Torino

4.1 - Il sistema delle caserme torinesi

4.2 - La storia

4.3 - Documenti d'archivio

4.4 - Sale di preghiera islamiche e sinagoghe a Torino

4.5 - Riferimenti per il progetto

4.6 - Altri riferimenti

4.7 - L'intervento nella corte interna

4.8 - L'intervento sul fronte di Via Asti

4.9 - L'intervento sulle casermette

5. Conclusioni

6. Bibliografia e sitografia

Bibliografia:

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R. Baiocco, F. Gastaldi, Portus oniine, numero 23, 2012

P. Bernitsa, Paolo Portoghesi. L'architettura dell'ascolto, Gangemi, Roma, 2009

G. Bourbon, A. Sacerdoti, Casale Monferrato, Guida alla sinagoga e al museo, Marsilio, Venezia, 1996

G. Canella, E. Manganare, , P. Mellano, Workshop Torino Milano Le Caserme, Politecnico di Torino, 2014 (dispensa in corso di stampa)

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P. Culotta, La Moschea d'occidente, Medina, Palermo, 1992

A. Lano, IsIam d'Italia, inchiesta su una realtà in crescita, Paoline Editoriale Libri, Milano, 2005

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